La Voce 5

Le manchette

lunedì 10 luglio 2000.
 

Perché questa rivista

 

A proposito dell’articolo di Resistenza n. 6

 

Professione: amministratori dei principi del marxismo-leninismo

 

Quando la destra si fa avanti ...

 

I gruppi riformisti ...

 

Il partito comunista libero dal controllo della borghesia ...

 

Solo per chi concepisce l’egemonia in modo piccolo-borghese, ...

 

I comunisti devono dire la verità alle masse, ...

 

Il lato positivo delle cose

 

Un unico fronte

 

Come iniziare, simultaneamente, da più parti, la creazione dell’organizzazione che ci è necessaria?

 

In memoria di Angelo Cassinera 

 

 


 

Perché questa rivista

 

Questa rivista è fondata e diretta dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano.

Essa presenta il lavoro e i documenti della Commissione, i lavori e i contributi delle organizzazioni del partito che via via si costituiscono e i contributi di individui e di collettivi per il programma e lo statuto del (n)PCI.

La collaborazione alla rivista, la diffusione della rivista, la riproduzione della rivista, lo studio della rivista sono parte dei compiti fondamentali delle organizzazioni del nuovo partito

 

 

 

 

Fai conoscere, riproduci, diffondi questa rivista, studiala e organizza gruppi di studio, raccogli le opinioni e le proposte dei compagni che la leggono per trasmetterle alla redazione appena

se ne creerà la possibilità.


 

A proposito dell’articolo di Resistenza n. 6

Il risultato più importante delle elezioni di aprile

 

L’articolo di Resistenza mostra che le masse si staccano dal regime, da entrambi gli schieramenti politici in cui si esprime l’attuale ordinamento sociale, il Centro-Sinistra più PRC da una parte e il Polo della Libertà più Lega Nord dall’altra. Ciò conferma che le uniche due vie verso cui si incanala di per sé l’attuale società sono mobilitazione rivoluzionaria o mobilitazione reazionaria delle masse, come indicato e illustrato in Rapporti Sociali n. 12/13 (novembre ‘92) nell’articolo Il movimento di resistenza delle masse popolari al procedere della crisi della società borghese e i compiti delle forze soggettive della rivoluzione socialista. Preveniamo i denigratori della CP che si affretteranno a scrivere che noi proclamiamo contro ogni evidenza che nel nostro paese avanza la rivoluzione (i denigratori di tipo dogmatico in particolare sottolineeranno che proclamiamo addirittura che la società attuale genera di per sé la rivoluzione socialista, cioè che la CP è composta da inguaribili spontaneisti). Noi (e l’articolista di Resistenza con noi e prima ancora quello di Rapporti Sociali ) sosteniamo 1. che di per sé l’attuale società produce la dissoluzione del suo attuale ordinamento, ma che solo la lotta tra le forze politiche deciderà quale classe prenderà la direzione delle masse nella costruzione dell’ordinamento sociale che prenderà il posto dell’attuale (in politica il vuoto non esiste) e 2. che attualmente aumenta il contrasto tra la possibilità che si apre alle FSRS di raccogliere forze rivoluzionarie e la quantità che effettivamente hanno finora raccolto e che raccolgono con il loro attuale lavoro.

E sfidiamo i nostri avversari a confutare le tesi di Resistenza circa le elezioni del 16 aprile e gli insegnamenti che esse danno, tesi e insegnamenti che noi facciamo interamente nostre.

Approfittiamo anzi dell’occasione per rincarare la dose. Il 12 marzo scorso in Spagna la borghesia imperialista ha tenuto le elezioni politiche generali. In Italia la borghesia imperialista (e in particolare il Polo ... delle menzogne verrebbe da dire se il Centro-Sinistra fosse da meno del Polo nell’uso della menzogna come strumento di lotta politica) ha presentato il risultato delle elezioni spagnole come l’adesione plebiscitaria delle masse alla destra borghese (nel caso particolare in gran parte ex falangista). In realtà, e per lo sviluppo futuro delle cose in Spagna la realtà conta molto più che le menzogne diffuse da Berlusconi in Italia, il partito di Aznar ha avuto pochi voti di più di quelli delle precedenti elezioni del ‘96 (514.000 voti, il 5.2% in più del ‘96 da un corpo di elettori aumentato del 4.5%). Il blocco della sinistra borghese e riformista (Partito Socialista più Sinistra Unita) ha perso rispetto al ‘96 quasi 3 milioni di elettori (quasi il 25% dei loro elettori del ‘96). Fatto ancora più significativo: per la prima volta dal 1982 (anno in cui la borghesia imperialista completò la sua Riforma, cioè la transizione dal regime franchista al regime di controrivoluzione preventiva comune a tutti i maggiori paesi imperialisti), Sinistra Unita (qualcosa di equivalente a quello che in Italia è il PRC) ha perso voti: esattamente ha perso 1.4 milioni di elettori, passando dai 2.64 milioni di voti del ‘96 ai 1.25 milioni di quest’anno (-52%). Cioè le elezioni spagnole del 12 marzo danno insegnamenti analoghi a quelli dati dalle elezioni italiane del 16 aprile. Anche in Spagna il problema politico che ci riguarda è: saranno i comunisti spagnoli capaci - e in particolare sarà il PCE(r) capace - di andare incontro, restando comunisti, a questi 3 milioni di elettori, o almeno ai 1.4 milioni di elettori che hanno perso (almeno in parte) le illusioni che nutrivano nei confronti della sinistra borghese e dei riformisti? Insegnamenti analoghi vengono dalle elezioni degli ultimi anni in altri paesi imperialisti e problemi analoghi si pongono ai comunisti degli altri paesi imperialisti. Beninteso, gli insegnamenti che traiamo dai risultati elettorali italiani, spagnoli e di altri paesi sono confermati anche da altre osservazioni e solo per questo acquistano l’autorevolezza che abbiamo loro attribuito come indizi dello stato d’animo delle masse e sintomi delle possibilità attuali di sviluppo della nostra causa.


 

Professione:

amministratori dei principi del marxismo-leninismo

 

I principi filosofici del movimento comunista

sono il materialismo dialettico. Esso è sia una concezione del mondo sia un metodo nel pensare e nell’agire. Il programma, la linea politica generale e la tattica del movimento comunista e di ogni partito comunista sono indissolubilmente connesse con la sua concezione del mondo e sono elaborate dalla esperienza seguendo il metodo

materialista dialettico.

Le parole d’ordine

lanciate in una situazione concreta esprimono e sintetizzano la nostra linea e la nostra tattica in quella situazione concreta. Alcuni compagni confondono i principi del

movimento comunista (la sua concezione del mondo e il metodo che esso segue nel pensare e nell’agire) con le parole d’ordine con cui orientiamo l’azione concreta nostra e delle masse in una situazione concreta. Essi “assolvono” il

compito di lanciare in ogni situazione concreta parole d’ordine giuste, copiando parole d’ordine attinte alla storia del movimento comunista, cercano di imporre queste parole d’ordine con l’autorità dell’esperienza del movimento comunista e le definiscono “principi del movimento comunista”. In questo modo essi fanno un pessimo servizio al movimento comunista in un doppio senso. In primo luogo deviano il movimento pratico dalla sua strada; coerentemente proprio con i principi filosofici del movimento comunista (e proprio

perché assolutamente coerenti con la sua concezione del mondo e fedeli seguaci del suo metodo nel pensare e nell’agire), noi comunisti in generale dobbiamo seguire linee diverse (e quindi lanciare parole d’ordine diverse) in situazioni concrete diverse: copiare più o meno a caso le parole d’ordine dall’esperienza del movimento comunista è assolutamente sbagliato e fallimentare. In secondo luogo discreditano presso le Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista, presso la classe operaia e presso le masse popolari i principi filosofici del movimento comunista (il materialismo dialettico, la nostra concezione del mondo e il nostro metodo) che essi riducono a volgari ricette di

demagoghi.

È impossibile combattere efficacemente il revisionismo moderno e regolare i conti con esso (cosa che dobbiamo assolutamente fare per essere all’altezza dei compiti che la situazione concreta ci pone), se non regoliamo i conti con il dogmatismo nelle nostre file. In particolare è indispensabile che individuiamo chiaramente e superiamo i limiti del vecchio movimento comunista che hanno permesso alla destra di prendere la sua direzione e portarlo alla sconfitta. Solo così potremo riprendere il nostro cammino di lotte e di vittorie verso il comunismo.


 

Quando la destra si fa avanti in nome delle particolarità e delle novità, i dogmatici gridano che non ci sono né particolarità né novità: così lasciano alla destra la possibilità di usare particolarità e novità contro la rivoluzione. La sinistra invece deve fare autocritica per aver tardato a riconoscere le particolarità e le novità e aver quindi lasciato spazio alla destra. Fare autocritica non consiste nel cospargersi il capo di cenere, nel lamentarsi di essere in ritardo e in altre smancerie. Consiste nell’individuare chiaramente le reali particolarità e le effettive novità e nel trattarle in modo giusto. Così la sinistra dà al movimento delle masse una direzione giusta e taglia la strada alla destra. Senza questo è difficile impedire la vittoria della destra.


I gruppi riformisti, senza volerlo,

alimentano nelle masse popolari una sete di trasformazioni che essi non

possono soddisfare. Le masse possono soddisfarla solo con noi comunisti.


 

Il partito comunista libero dal controllo della borghesia è la base organizzativa della autonomia politica ed ideologica della classe operaia dalla borghesia. Partito clandestino significa partito libero dal controllo della borghesia.

 

Il nuovo partito comunista è clandestino, ma non è segreto per le masse popolari.

È la borghesia che ostacola in ogni modo la diffusione degli obiettivi e del programma del partito, che cerca di creare nella massa della popolazione confusione e terrore. Il partito cerca di far conoscere con ogni mezzo la sua esistenza, il suo programma, i suoi obiettivi strategici e tattici, generali e particolari, le sue direttive e le sue parole d’ordine. Il partito chiede a ogni lavoratore, a ogni casalinga, a ogni pensionato, a ogni giovane di collaborare facendo conoscere la concezione e gli obiettivi del partito. Il partito cerca di orientare con le sue parole d’ordine le masse a far fronte alla situazione e di dirigerle verso la conquista del potere, facendo di ogni lotta particolare una scuola di comunismo. Il partito cerca di essere vicino a ogni onesto lavoratore, a ogni casalinga, a ogni pensionato, a ogni giovane. Il partito mantiene invece nascosti alla borghesia imperialista e ai suoi servi la sua composizione, le sue sedi, i mezzi e le risorse di cui dispone per condurre la sua attività rivoluzionaria, le procedure secondo le quali funzionano le sue organizzazioni.


 

Solo per chi concepisce l’egemonia in modo piccolo-borghese, da mercante, le cose più importanti sono l’accordo formale, il riconoscimento reciproco, le condizioni verbali. Secondo il punto di vista proletario, l’egemonia in guerra appartiene a chi si batte con maggiore energia, a chi approfitta di ogni occasione per assestare un colpo al nemico; appartiene a colui alle cui parole corrispondono i fatti, a chi è quindi il capo ideologico del nostro campo, a chi critica ogni irresolutezza e porta avanti con forza e decisione i compiti del momento.

(Lenin, Opere vol. 8 pag. 66).

 

 


I comunisti devono dire la verità alle masse, sulla situazione e sul da fare. Non è un problema morale, è un problema politico. Per noi comunisti la fiducia delle masse è quello che per il borghese è il suo denaro: la fonte della forza. Le masse devono convincersi per loro stessa esperienza che noi comunisti diciamo sempre la verità. Siccome non siamo infallibili, certamente a volte sbagliamo, ma in questo caso siamo i primi a riconoscerlo apertamente, appena ce ne rendiamo conto. Quando noi diciamo una cosa alle masse, chiunque ci ascolta deve essere sicuro che è la verità, salvo errori. Noi non mentiamo mai alle masse.


Il lato positivo delle cose

 

Aumentano le FSRS che dichiarano che è indispensabile ricostruire

il partito comunista, che la ricostruzione del partito comunista

è il passaggio decisivo per realizzare ogni altro obiettivo. È un bene o un male? È una deviazione e dispersione di forze o un rafforzamento

del processo di ricostruzione? Dipende da noi. È vero che molte di queste FSRS non sviluppano alcun programma di attività coerente con le loro dichiarazioni, che si limitano alle dichiarazioni. È vero anche che nelle FSRS vi sono alcuni dirigenti che usano queste dichiarazioni

per imbrigliare i loro compagni, distoglierli dal seguire le nostre

parole d’ordine e far perdere tempo. Tuttavia tutte queste dichiarazioni

 indicano un obiettivo giusto, corrispondente alle necessità delle masse popolari e lo indicano anche a compagni dai quali noi non arriveremmo a farci ascoltare. Esse rafforzano nei compagni e nei lavoratori avanzati a cui giungono la coscienza di un obiettivo necessario e giusto. Esse alimentano in loro un appetito che le FSRS incoerenti non soddisfano. Se noi siamo capaci di soddisfare questo appetito, le loro dichiarazioni avranno reso un servizio alla nostra causa. Come soddisfiamo quell’appetito?

Lo soddisfiamo indicando una giusta linea per la ricostruzione del partito e praticandola, con idee giuste e con una pratica conseguente.


Un unico fronte

 

La resistenza dei rivoluzionari prigionieri alle pressioni e alle lusinghe della

borghesia rafforza la resistenza delle masse popolari al procedere della crisi del capitalismo. La solidarietà delle masse popolari rafforza la resistenza

 dei rivoluzionari prigionieri

(Giornata Internazionale del Rivoluzionario Prigioniero).


Come iniziare, simultaneamente, da più parti,

la creazione dell’organizzazione che ci è necessaria?

 

Preparare il congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano vuole dire in sostanza due cose:

1. definire il Programma (e lo Statuto) del partito;

2. creare le organizzazioni del partito, i cui delegati terranno il congresso che approverà il Programma e lo Statuto ed eleggerà il comitato centrale del partito.

L’unità tra i due compiti consiste nel fatto che sono organizzazioni di partito solo quelle che collaborano alla determinazione del Manifesto Programma e che il congresso di fondazione si riunirà quando attraverso la ricerca, il dibattito, la critica e l’autocritica le organizzazioni clandestine avranno realizzato una larga convergenza su una proposta di programma e di statuto e ridotto le eventuali residue divergenze a pochi punti chiaramente definiti.

Le FSRS e i lavoratori avanzati che condividono questo progetto devono costituire organizzazioni clandestine e iniziare il lavoro seguendo le indicazioni date nel n. 1 di La Voce e le altre che la CP darà sulla base dell’esperienza che via via raccoglierà. Non aspettare di stabilire il rapporto con la CP per iniziare il lavoro. Il rapporto si stabilirà successivamente, col tempo e nei modi opportuni, sulla base del lavoro che ogni organizzazione locale avrà iniziato a svolgere. È inevitabile che in questa fase di preparazione del congresso, quando non esiste ancora un programma, uno statuto e un’autorità comune a tutti, le organizzazioni saranno varie e i rapporti con la CP differenti e particolari. Questa situazione sarà migliorata e superata solo dopo il congresso di fondazione. È un passaggio inevitabile che ci servirà ad accumulare l’esperienza per il periodo successivo.


In memoria di Angelo Cassinera

 

La CP ricorda con commozione la morte del compagno Angelo Cassinera di Casteggio (Pavia). Il compagno, già giovanissimo partigiano nell’Oltrepò Pavese, aveva promesso un suo intervento per La Voce e ci aveva manifestato la sua intenzione di collaborare per la convocazione del congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano se la salute gliene avesse concesso le forze.

La morte è sopravvenuta prima che il compagno potesse tener fede al suo proposito. Ma egli ha lavorato tutta la vita per la causa del comunismo e la sua opera si è estesa a varie parti del paese. Egli ha sicuramente fatto una buona semina per il comunismo. Siamo sicuri che raccoglieremo i frutti della sua opera, anche se egli ci ha lasciato prematuramente.

Il compagno Angelo Cassinera resterà nella memoria dei membri del (nuovo)Partito comunista italiano.