La Voce n. 22
marzo 2006 - anno VIII

Repressione e Solidarietà: unire le forze e combattere contro la borghesia

sabato 25 marzo 2006.
 

Repressione e Solidarietà: unire le forze e combattere contro la borghesia

Ancora una volta la borghesia imperialista italiana tenta di sferrare un colpo repressivo al nostro partito e al movimento comunista.

La solidarietà è un’arma per il rafforzamento del movimento comunista e anche del nostro partito.

Il 14 febbraio è scattata l’ennesima operazione di perquisizione e sequestro ordinata nuovamente dal GIP di Bologna Paolo Giovagnoli, contro alcuni compagni dei CARC (Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo).

L’ordine di perquisizione è datato 7 febbraio 2006 e riguarda l’articolo del codice penale 270bis Associazione sovversiva con finalità di terrorismo,

“poiché ideavano, promuovevano, costituivano, organizzavano, finanziavano, dirigevano un associazione denominata dapprima “Commissione Preparatoria del Congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano” e poi, dall’Autunno 2004, “Commissione Provvisoria del Comitato Centrale del (nuovo) partito comunista italiano”, operanti in clandestinità in Italia e in Francia con il proposito di compiere atti di violenza finalizzati all’eversione dell’ordine democratico italiano anche mediante il ricorso alla lotta armata e di entrare in rapporti di collaborazione “politica” e “personale” con altre organizzazioni combattenti o clandestine di matrice comunista attive, in Italia e all’estero, quali le “Brigate Rosse”, il “PCE(r)-GRAPO” e “Frazione Ottobre del PCE(r)” per ottenere concreti supporti logistici e tentando di accomunare le diverse formazioni ad un unico progetto rivoluzionario.”

Questa operazione condotta dalle autorità italiane è in continuazione con la linea repressiva che da anni la borghesia imperialista italiana conduce contro il processo di ricostruzione prima, e di rafforzamento poi, del partito comunista nel nostro paese.

È un’operazione che mira anche a colpire il terreno di solidarietà che il partito dei CARC ha da sempre alimentato e sostenuto verso il nostro partito, il (n)PCI. La borghesia imperialista del nostro paese, pur avendo colpito una parte del nostro partito incarcerando i compagni Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel, non è riuscita nell’intento di interrompere la nostra attività di orientamento e di organizzazione verso le forze soggettive della rivoluzione socialista, verso gli elementi avanzati della classe operaia e del resto delle masse popolari. Nonostante la carcerazione dei due compagni, nonostante la carcerazione e l’attuale condizione restrittiva di confino imposta al compagno Angelo D’Arcangeli della Delegazione della CP, nonostante la campagna di diffamazione e di inquinamento che le Autorità italiane continuano a sviluppare, il nostro partito si rafforza, mantiene la sua attività e cresce il terreno su cui esso oggi può seminare. Anche i frutti di queste operazioni repressive matureranno e sapremo trarne vantaggio. La borghesia imperialista del nostro paese, nonostante le ancora deboli forze di cui disponiamo, è disposta a ricorrere ad ogni tipo di operazione e a destinare crescenti risorse pur di riuscire nell’intento di far tacere per sempre il nostro partito, compreso colpire direttamente compagni di altri partiti.

I governi di centro destra e di centro sinistra hanno messo in piedi, e continueranno a farlo, operazioni repressive di questo stampo. In futuro faranno anche di peggio se riterranno che le condizioni saranno a loro favorevoli, se non sarà sufficientemente sviluppato un movimento di solidarietà “senza se e senza ma” verso le organizzazioni e verso i compagni colpiti dalla repressione, contro gli attacchi al movimento comunista e ai suoi rappresentanti. La controrivoluzione preventiva è uno strumento avanzato, frutto dell’esperienza e degli insegnamenti che la borghesia ha potuto trarre dalla lotta di classe, con cui essa combatte contro il suo nemico: il partito comunista, ovvero la classe operaia organizzata e guidata da una linea rivoluzionaria.

Ogni accanimento nell’attacco che la borghesia imperialista conduce contro il movimento comunista è anche una dimostrazione del fatto che il movimento comunista va rafforzandosi in varie parti del mondo.

Alcune forze soggettive della rivoluzione socialista e alcuni compagni ed elementi avanzati della classe operaia tendono a confondere gli attacchi della borghesia imperialista al movimento comunista alla stregua degli attacchi che essa conduce contro le conquiste delle masse popolari, contro le condizioni dignitose di vita e di lavoro che esse si sono conquistate versando sangue e conducendo lotte tenaci, risolute e vittoriose. Questa concezione conduce, tra l’altro, a sottovalutare l’importanza degli attacchi della borghesia contro il partito comunista, ritenendoli “di routine”, ovvi, all’ordine del giorno, una cosa di cui non bisogna stupirsi e quindi che non meritano tanto scalpore. Vero è che non bisogna stupirsi. Ma la realtà è che la borghesia imperialista, che esita o meno un partito comunista, attacca comunque le condizioni di vita delle masse popolari nella misura in cui esse sono un ostacolo allo sviluppo dei profitti per i capitalisti e, più in generale, alla produzione di plusvalore. La presenza o meno di un’organizzazione della classe operaia, di un sindacato che faccia gli interessi della classe operaia, di un partito comunista della classe operaia, costituisce per gli interessi della borghesia un ostacolo ulteriore e di livello superiore poiché è proprio la classe operaia organizzata che permette di difendere con successo quelle conquiste e di strapparne altre e, soprattutto, è proprio il partito della classe operaia, il partito comunista, che può far sviluppare anche dalla lotta in difesa delle conquiste, la lotta per l’abbattimento del potere della borghesia, la conquista del potere da parte della classe operaia, la costruzione di uno stato diretto dalla classe operaia: il socialismo. Questo aspetto strategico del ruolo che un vero partito comunista può svolgere anche nell’ambito delle lotta di difesa costituisce la minaccia principale tanto temuta dalla borghesia.

La borghesia sa che un partito comunista guidato da una linea giusta più strapparle il potere dalle mani, per quanto piccolo e debole esso sia al suo sorgere (“soffocare il bambino nella culla”, diceva Churchill). Per questa ragione non c’è proporzione tra gli attacchi che la borghesia scaglia contro il partito comunista e contro il movimento comunista, oggi ancora deboli, e gli attacchi che essa conduce contro le masse popolari. Le energie e le risorse che la borghesia destina contro ogni singolo militante sono enormi rispetto a quelle che destina contro ogni singolo elemento della classe operaia o delle altre classi delle masse popolari non organizzato in un sindacato combattivo o in un partito comunista. Quanto più il partito comunista e il movimento comunista si rafforzano tanto più la borghesia si accanirà contro di essi.

Secondariamente il fatto che la borghesia attacca le conquiste delle masse popolari, si accanisce contro ogni ostacolo al loro sfruttamento, è contemporaneamente un segnale di debolezza della stessa borghesia: essa non ha soluzioni che permettano alle masse popolari di uscire dalle condizioni via via peggiori di malessere, miseria materiale, morale e intellettuale, essa non ha soluzioni valide ai problemi crescenti che il mantenimento del suo regime comporta per le masse popolari. Questo è un elemento che rafforza la fiducia nel socialismo come unica via possibile per uscire dal marasma attuale.

La difesa del partito contro gli attacchi della borghesia (il primo fronte di lotta) è uno strumento di rafforzamento del partito stesso e un sostegno allo sviluppo di tutto il movimento comunista. Ogni azione in solidarietà con qualsiasi elemento del movimento comunista, ogni atto concreto di solidarietà (una dichiarazione esplicita, una raccolta di firme, una sottoscrizione in denaro, una donazione o un prestito in forma di strumenti di lavoro per sostituire quelli sequestrati, una collaborazione, un adesione all’organizzazione colpita, ecc.) è un fatto concreto che rafforza il movimento comunista e spunta le armi della borghesia. Ogni forza soggettiva della rivoluzione socialista, ogni compagno che si schiera apertamente in sostegno al nostro partito e ai partiti colpiti dalla repressione, pur non condividendone analisi, linea e metodo di lavoro, contribuisce a creare un ostacolo alla borghesia nelle sue azioni repressive e in una buona misura difende anche se stesso e la propria organizzazione.

In questa azione repressiva le autorità italiane, su mandato del governo di fascisti e clericali capeggiato da Berlusconi, ha certamente anche perseguito l’intento di colpire l’avanzamento del partito dei CARC nella sua lotta per schierarsi sul secondo fronte che il nostro partito, il (nuovo)Partito comunista italiano, ha indicato come uno dei quattro fronti di lotta fondamentali di questa fase: la partecipazione alla lotta politica borghese. Come ben illustrato nel comunicato dei CARC, l’attacco è stato sferrato proprio nel corso della mobilitazione dei CARC nella campagna elettorale in corso.

Per rendere meno efficace l’attacco della borghesia contro la resistenza delle masse popolare alla eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere che esse hanno strappato ai capitalisti e contro i comunisti che vogliono sostenere e dare orientamento e organizzazione a questa resistenza, occorre solidarizzare con chiunque venga colpito dalla borghesia e dai suoi cani da guardia (magistrati, sbirri, servizi, fascisti, ecc.).

Di fronte ad ogni attacco della borghesia contro una parte del movimento comunista, esistono sempre tante organizzazioni e partiti che esprimono e praticano solidarietà ed altre che invece preferiscono non dichiarare e fare nulla o assumere posizioni che “in qualche modo” giustificano la mancata solidarietà. Coloro che prendono posizione in difesa e a sostegno di chi viene colpito comprendono il ruolo oggettivo della solidarietà e si sentono parte del movimento comunista inteso come un processo in sviluppo nel quale la lotta ideologica e organizzativa darà frutti positivi in misura tanto più grande quanto più aperto e alto è il livello di lotta condotto al suo interno. Chi esprime solidarietà è cosciente di affrontare un nemico comune (la borghesia imperialista) contro il quale la forza dell’unità nello schieramento di classe ha un peso determinante.

La borghesia imperialista italiana ha inteso sferrare un duplice colpo volto a minare un rapporto di reciproca stima e sostegno. La campagna di confusione e di inquinamento che le Autorità italiane, sostenute da quelle francesi, cercano di sviluppare contro il (n)PCI è una campagna che vuole confondere agli occhi delle masse popolari e della classe operaia i diversi ruoli che questi due partiti svolgono. Le Autorità italiane tentano di far credere che il partito dei CARC e il (n)PCI sono la stessa cosa mascherata dietro nomi diversi. Alcune FSRS, soprattutto quelle che non vogliono esprimere solidarietà, cadono nella trappola tesa dalla borghesia imperialista italiana (quindi nei fatti si fanno dirigere dalla borghesia) e, per non essere confuse anch’esse in questo fumoso miscuglio, non vogliono entrare nel merito. Queste FSRS commettono un errore di concezione. Non è facendo finta di ignorarsi che si facilita alle masse popolari la comprensione della natura, delle caratteristiche, delle analisi, della linea e del metodo di lavoro di ogni componente del movimento comunista. Anzi: negando la solidarietà e non entrando apertamente nella battaglia ideologica si favorisce la confusione che la borghesia vuole seminare. Si lascia campo libero alla propaganda borghese.

Invece prendendo posizione in merito e rispetto alle posizioni e alle caratteristiche di ogni componente, ogni componente stessa di delimita e si definisce, mette in luce le differenze e le affinità tra di esse e contribuisce alla lotta che porterà ad individuare la linea giusta. Ogni componente che prende apertamente posizione e esprime solidarietà, contribuisce a far comprendere agli elementi più avanzati della classe operaia e delle masse popolari che il movimento comunista è un vasto movimento in sviluppo al cui interno viene condotta una lotta necessaria affinché prevalgano linee giuste e siano sconfitte linee sbagliate, nell’ottica dell’obiettivo comune di fare dell’Italia un paese socialista.

Dario B.


La solidarietà con i compagni bersaglio della repressione rafforza la loro resistenza e sviluppa la dedizione di ognuno di noi alla causa del comunismo!

La CP invita tutti i compagni e le compagne a scrivere ai due militanti del (nuovo)PCI, arrestati a Parigi il 26.05.05, Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel e al compagno della Delegazione della CP Angelo D’Arcangeli arrestato a Parigi il 19.07.05, ora in libertà vigilata a St. Denis. L’invio di saluti, messaggi di solidarietà e sostegno, l’invio di materiale politico (riviste, giornali, libri, ecc.) la raccolta di denaro per le spese lagali, sono tutti importantissimi contributi alla resistenza che i compagni oppongono nelle galere della borghesia e allo stesso tempo sono una scuola di comunismo per tutti i compagni che si cimentano in questa azione di solidarietà di classe. Per scrivere ai compagni:

Giuseppe Maj
Prigioniero Politico del (n)PCI
285180
42, rue del la Santé
75674 Paris Cedex 14
France
Giuseppe Czeppel
Prigioniero Politico del (n)PCI
340658
M.A. de Fleury Mérogis
7, avenue des Peupliers
91705 S.te Geneviéve des Bois - France
Angelo D’Arcangeli
Prigioniero Politico della Delegazione della CP del (n)PCI
al confino in Francia
CP 4, rue Lénine
93451 L’ile St. Denis BP3
France