Fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

Che cento, mille, diecimila Comitati di Partito clandestini sorgano in ogni angolo del paese!
giovedì 13 luglio 2006.
 

(nuovo)Partito comunista italiano

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

 

siti: www.nuovopci.it; http://lavoce-npci.samizdat.net

e.mail: lavocenpci40@yahoo.com

 

Comunicato del 12.04.06

Fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

Che cento, mille, diecimila Comitati di Partito clandestini sorgano in ogni angolo del paese!

Le elezioni del 9 e del 10 aprile hanno ridimensionato il potere personale di Berlusconi. L’investitura del Vaticano e dei gruppi imperialisti USA e sionisti non è bastata a salvarlo. Il suo sistema di potere è scosso. I suoi luogotenenti e manutengoli sono in sobbuglio. Bisogna impedire ogni accordo con la banda Berlusconi. Il suo indebolimento è il risultato diretto delle lotte che gli operai e le altre classi delle masse popolari hanno condotto contro la banda Berlusconi nei cinque anni passati. Nel 2001 l’intera borghesia imperialista (i capitalisti italiani, il Vaticano, i gruppi imperialisti USA e sionisti, la Mafia, i gruppi imperialisti franco-tedeschi) aveva affidato a questa banda il governo del paese. Il programma di questo governo era una politica di sfruttamento e di rapina all’interno, di aggressione e di saccheggio all’estero, di devastazione dell’ambiente in nome dei profitti. La sua attività iniziò con il tentato colpo di forza di Genova: i suoi agenti uccisero Carlo Giuliani e cercarono di terrorizzare tutta l’opposizione. Ma il tentativo fallì. Nonostante la mancanza di una direzione realmente opposta alla banda Berlusconi e influente, i più diversi gruppi e le più diverse categorie delle masse popolari (da Termini Imerese alla Val di Susa, da Melfi alla Sardegna, dai ferrotranvieri ai metalmeccanici, dagli allevatori agli studenti, dalle donne ai pensionati e agli immigrati) hanno lottato contro i vari aspetti della politica della banda Berlusconi. A causa della mobilitazione delle masse popolari la banda Berlusconi ha realizzato solo una piccola parte dei suoi perversi propositi. Da qui la crisi della banda. La fiducia della borghesia imperialista nei suoi metodi e nelle sue capacità si è molto ridotta.

Ma non è finita. Ora i gruppi imperialisti e i loro esponenti e portavoce politici contrattano la formazione di un nuovo governo, litigano su come spartirsi cariche, posti, poteri e onori: la presidenza della Repubblica e del governo, i ministeri, le presidenze di Camera e Senato, la Magistratura, le Forze Armate, i Carabinieri, la Polizia, la Guardia di Finanza, i Servizi e via via tutti i posti di governo e di sottogoverno. La banda Berlusconi è in difficoltà, ma la sinistra borghese è succube della destra. Ideologicamente e politicamente il circo Prodi è a rimorchio della banda Berlusconi. Questa incarna meglio le esigenze e la mentalità della borghesia imperialista in questa fase storica. Può accordarsi con essa o imbarcare una parte dei fascisti, razzisti, clericali, mafiosi, speculatori e avventurieri che la compongono. Sono gente della stessa famiglia, dello stesso ambiente, della stessa classe: amici nemici. Hanno le stesse aspirazioni e la stessa mentalità. Quindici anni fa Prodi era un boiardo di Stato e Berlusconi manovrava Craxi e la sua banda di avventurieri. E’ tutta gente i cui orizzonti intellettuali e morali non escono dall’ambito del capitalismo. Ognuno di questi loschi e putridi individui difende i suoi interessi e pone la sua intelligenza e le sue capacità al servizio della sopravvivenza del capitalismo. Tutti vogliono rendere i lavoratori più flessibili, più mobili, meno organizzati, più docili e disponibili a fare quello che il padrone comanda. Accecati dal loro razzismo, li considerano manodopera e carne da cannone, una loro proprietà, a loro disposizione. Vogliono rendere ancora più precarie le condizioni delle masse popolari. Arroganza e paura delle masse popolari si mischiano nelle loro coscienze e nei loro sentimenti. Nei loro accordi e nei loro contrasti non c’è posto per gli interessi delle masse popolari. Il nuovo governo cercherà di continuare con metodi in parte diversi la politica del governo Berlusconi. Ai lavoratori cercherà di imporre concertazioni, compatibilità, flessibilità e precarietà. Soffocare la rinascita del movimento comunista sarà al centro delle sue preoccupazioni e della sua attività senza scrupoli morali e legali. All’esterno parteciperà alla politica di aggressione e di saccheggio che i gruppi imperialisti, con alla testa quelli USA, conducono contro i paesi oppressi. Parteciperà meglio che gli riesce alla lotta feroce per la spartizione del bottino. Solo la mobilitazione della masse popolari porrà limiti alle sue malefatte e lo costringerà a più miti consigli. Bando a ogni illusione!
Ma è impossibile unirsi e vincere finché restiamo sulla difensiva. Le elezioni lo hanno confermato. La borghesia imperialista trasforma ogni contrasto tra il suo ordinamento sociale e gli interessi delle masse popolari, in contrasti tra gruppi delle masse popolari. Per unirsi e vincere bisogna porsi l’obiettivo di fare dell’Italia un nuovo paese socialista e passare all’offensiva creando le condizioni e i mezzi per raggiungerlo.

Le masse popolari possono uscire dal marasma attuale e imboccare in ogni campo la via del risanamento e del progresso. E’ un’impresa che a ognuno di noi sembra impossibile solo perché non osiamo affrontarla. La nostra individuale sottomissione alle "leggi naturali" dell’economia capitalista ci fa sembrare naturale ed eterna l’economia dei capitalisti, che è la causa dei guasti sociali, umani e ambientali che subiamo. Individualmente non possiamo liberarcene, ma uniti possiamo non solo resistere alle pressioni e alla repressione dei capitalisti, ma liberarci di loro, organizzare senza di loro la nostra attività economica e sociale, sanare i guasti che loro hanno prodotto e mettere il benessere degli uomini e delle donne al comando della nostra vita sociale. Le masse popolari mobilitate attorno alla classe operaia diretta dal suo partito comunista possono cambiare tutto. Ne abbiamo i mezzi. Occorre solo la nostra volontà fattiva e coerente di combattere e, anzitutto, di unirci, partendo ognuno dall’ambito immediato in cui viviamo e lavoriamo.

L’ostacolo più difficile da sormontare per gli operai, e ancora più per le altre classi delle masse popolari, è unirsi sotto un’unica bandiera, raggiungere un orientamento comune giusto, costruire un efficace organizzazione di lotta. Certamente è un’impresa difficile, tuttavia è un’impresa possibile perché tutti ne abbiamo bisogno. Uno a uno, a gruppi isolati e divisi, siamo più deboli dei capitalisti. I proletari e i lavoratori divisi, individualmente, uno a uno o a piccoli gruppi, sono impotenti. Ma uniti sono una forza irresistibile. La borghesia predica e fomenta l’individualismo tra i proletari e gli altri lavoratori proprio perché individualmente sono privi di ogni potere, senza unità non hanno alcun peso nella società, restano vittime pressoché inermi dei capitalisti.

L’unità dei proletari e delle masse popolari non si forma però di un colpo, per incanto, dall’oggi al domani. Non è possibile che tutti simultaneamente ci uniamo sotto una nuova bandiera. Le condizioni pratiche che la borghesia ci impone, spontanamente ci tengono isolati e divisi. Oggi ancora più di ieri. L’unità la possiamo creare solo partendo da più punti con un’aspirazione comune e con la volontà di unirci con tutti quelli che via via sono pronti a unirsi, conducendo giuste battaglie e conquistando con esse all’unità nuovi individui e gruppi che la loro stessa esperienza convince che bisogna unirsi, che solo uniti si vince, che uniti possiamo vincere. La via dell’unità è la via a una mobilitazione vittoriosa. La via della mobilitazione è la via all’unità: mobilitazione, unità, vittoria. Su questa strada, la lotta è dura ma la vittoria è sicura.

Gli appelli all’unità non bastano. La buona volontà è indispensabile ma non basta. Unire milioni di gruppi e individui che hanno interesse e bisogno di unirsi, ma sono divisi dalle condizioni pratiche e dall’azione mirata della classe dominante, è un processo che ha delle leggi, da scoprire e applicare. L’esperienza ha mostrato e la pratica conferma che è sbagliato pensare di unire tutti perchè ci limitiamo a rivendicare obiettivi modesti, perché ci poniamo solo obiettivi difensivi, perché ci proponiamo solo di difendere quello che le masse popolari hanno già e la borghesia vuole eliminare. Al contrario, chi si limita a questo, moltiplica le divisioni, favorisce le liti sulla spartizione del poco che riusciamo a strappare alla borghesia. E’ sbagliato pensare di unire molti perché ci mettiamo sotto la direzione di qualche autorità o personalità borghese molto "popolare". Per questa via si arriva o alla contrapposizione tra parti delle masse popolari o alla subordinazione a un comune dittatore. L’esperienza ha mostrato e la pratica conferma che la classe operaia e le masse popolari riescono a formare le loro più larghe organizzazioni, a mobilitarle e a unirsi solo attorno al partito degli operai d’avanguardia, al partito comunista. Costruire il partito comunista è un passaggio indispensabile per unire e mobilitare la classe operaia e le masse popolari contro la borghesia imperialista.

A differenza dei partiti borghesi, anche di quelli che si dicono comunisti o comunque "amici dei lavoratori", un vero partito comunista usa tutte le occasioni, ogni tipo di attività, ogni circostanza per mobilitare ogni strato della popolazione contro la classe dirigente e il suo ordine, per acuire tutti i contrasti che oppongono le masse popolari ai padroni e alle loro Autorità, per elevare il grado di organizzazione e il livello di coscienza delle masse popolari, per rendere più combattivo ogni strato e organismo popolare e più efficace la sua lotta.
Un vero partito comunista raccoglie tutto quello che vi è di sano tra le masse popolari e ne favorisce lo sviluppo, illumina la lotta e la situazione presenti con l’esperienza del passato, rafforza e sostiene ogni focolaio di lotta che esplode spontaneamente, raccoglie e valorizza i risultati di ogni lotta e movimento particolare per preparare nuove lotte e sviluppare più ampiamente la rivoluzione socialista, si fonda sulla spontaneità e la sviluppa con la coscienza e l’organizzazione. Insomma usa ogni lotta non solo per i suoi risultati immediati, ma persegue con tanta più energia i risultati immediati in quanto fa di ogni lotta una scuola di rivoluzione e di comunismo e base per un successivo sviluppo.

Le masse popolari mobilitate attorno alla classe operaia diretta dal suo partito comunista sono più forti della borghesia imperialista. La borghesia imperialista è potente e sembra ancora più potente di quanto è. In realtà è più fragile di quanto sembra. Ha bisogno delle masse popolari, ma opprime le masse popolari e rende loro impossibile la vita. Senza i lavoratori è impotente e sta in piedi solo se sfrutta i lavoratori, ma li emargina come esuberi. La borghesia è una classe del passato. La sua modernità, i suoi progetti più innovatori e avveniristici sono, in ogni campo, un ritorno al passato, a quando i lavoratori avevano ancora meno coscienza e meno organizzazione di oggi, ai tempi precedenti la prima ondata della rivoluzione proletaria. Ma è un ritorno al passato in condizioni diverse da quelle del passato, con mezzi più potenti e con risultati distruttivi della coesione sociale, della personalità umana e dell’ambiente. In ogni paese imperialista il suo progresso e le sue riforme sono ritorno alle barbarie, all’oscurantismo clericale, alla lotta di ogni individuo contro tutti gli altri ora che non ci sono più neanche le piccole comunità familiari e di vicinato di un tempo, all’individualismo ora che non ci sono più gli spazi e le distanze che un tempo rendevano indipendenti l’uno dall’altro i gruppi sociali e le famiglie, all’abbrutimento morale e intellettuale ora che gli individui sono sciolti dalla soggezione morale a Dio e dal controllo dei suoi preti. E’ un ritorno al passato senza le condizioni che ne limitavano gli effetti distruttivi. Il risultato è il marasma sociale, la disgregazione individuale e la devastazione ambientale.

 L’attuale ordine sociale è ingiusto, uccide fisicamente, moralmente e intellettualmente. Ci obbliga a competere con il nostro vicino e a combatterci. Ci impedisce di collaborare tra noi. Buttare in aria questo ordine sociale ingiusto è l’inizio indispensabile di ogni progresso. Per questo ovunque il disordine è un primo passo per creare un nuovo e giusto ordine sociale: il socialismo. Non c’è ordine possibile sotto un regime di schiavitù e di morte. Chi aspira a vivere in pace in mezzo alla barbarie e alla guerra, resterà in ogni caso deluso. Sarà manipolato e strumentalizzato, finché non si unirà alla resistenza.

Le aziende devono smettere di produrre profitti. Ogni azienda deve produrre beni e servizi per soddisfare i bisogni degli uomini, delle donne, dei giovani, dei pensionati, dei bambini. Deve creare benessere per tutti quelli che sono disponibili a fare la loro parte. Quando non c’è più bisogno di un prodotto, le aziende non devono chiudere, ma passare a produrre altro. Tolti gli sfruttatori, c’è posto per tutti, nel nostro paese e nel mondo. Abbiamo alleati in gran numero in ogni paese: negli altri paesi imperialisti e nei paesi oppressi, saccheggiati, boicottati, occupati, aggrediti dai gruppi imperialisti. Masse innumerevoli di uomini e donne vivono le nostre stesse difficoltà, hanno bisogno di realizzare i nostri stessi obiettivi. Possiamo imparare da loro e insegnare a loro. Possiamo collaborare con tutti quelli che nel loro paese lottano per instaurare un ordinamento sociale al servizio delle masse popolari.

 Il (nuovo)Partito comunista italiano chiama tutti i membri avanzati delle masse popolari, e anzitutto quelli che si considerano e vogliono essere comunisti, a unirsi, organizzarsi e contribuire, quali che sia il nuovo governo, alla resistenza contro l’eliminazione delle conquiste, contro l’arretramento che la borghesia imperialista cercherà di imporre in ogni campo della vita sociale e individuale, contro la devastazione dell’ambiente e delle coscienze che derivano dalla caccia al profitto che una muta di speculatori famelici conduce in ogni angolo del mondo, chiamandola mondializzazione. Ma soprattutto li chiama a unirsi, organizzarsi e combattere per costruire un nuovo mondo. E’ impossibile difendere con successo, su scala generale e per un lungo periodo le conquiste, se non lottiamo con coerenza ed efficacia per costruire un nuovo superiore ordinamento sociale. L’esperienza universale degli ultimi anni lo conferma chiaramente. Fare dell’Italia un nuovo paese socialista è il solo obiettivo su cui si può costruire una larga unità delle masse popolari e suscitare un’ampia mobilitazione per una efficace difesa delle conquiste.

Resistere alla repressione, rafforzare la mobilitazione dei lavoratori, dei giovani, delle casalinghe, degli immigrati e dei pensionati, nelle aziende e nelle strade, nel teatrino della politica borghese, nelle lotte sindacali e rivendicative, nelle associazioni!

Resistere ad ogni tentativo di eliminare le conquiste. Resistere alle manovre della borghesia imperialista, dei suoi alleati e dei suoi servi e agenti. Difendere le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari e migliorarle. Sostenere chi nel nostro paese, nei paesi imperialisti o nei paesi oppressi si difende dalla borghesia imperialista e l’attacca. Non lasciare alcuno spazio libero alle manovre della borghesia imperialista, incalzarla in ogni campo fino a costringerla a mostrare il suo vero volto e compiere mosse che segneranno la sua fine. Noi comunisti siamo contro la guerra civile che la borghesia imperialista fomenta e per cui appresta armi e forma le sue forze armate e le sue polizie. La condanniamo e la denunciamo. Ma non la temiamo. Proprio per non dover cedere domani di fronte alle sue minacce e ai suoi ricatti, fin da oggi lanciamo l’allarme e chiamiamo tutti gli operai d’avanguardia e tutti gli esponenti d’avanguardia delle altre classi delle masse popolari a prepararsi e attrezzarsi aggregandosi attorno al (nuovo)Partito comunista italiano.



Contribuire alla rinascita del movimento comunista in ogni angolo del mondo sulla base del marxismo-leninismo-maoismo!

Contribuire al consolidamento e al rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano!

Presentare liste comuniste alle prossime elezioni amministrative!

Rafforzare le lotte rivendicative. Togliere agli agenti della borghesia la direzione dei sindacati e costringere dirigenti e funzionari a fare il loro dovere!

Promuovere l’aggregazione delle masse popolari per soddisfare i propri bisogni, migliorare la propria vita, cooperare!

Promuovere la solidarietà delle masse popolari verso ogni persona e ogni organismo che lotta contro la borghesia ed è colpito dalla sua repressione!

 Solidarietà con i prigionieri del (nuovo)Partito comunista italiano!

Mobilitare le masse popolari del nostro paese in solidarietà con le lotte dei popoli oppressi, in particolare con la Resistenza dei popoli arabi e musulmani: dalla Palestina, all’Iraq, all’Afghanistan!

Imparare dagli esempi più avanzati di guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata: dal Nepal alle Filippine!

Costruire in ogni azienda, in ogni scuola, in ogni zona d’abitazione, in ogni organismo di massa un comitato clandestino del (nuovo)Partito comunista italiano!