Sugli avvenimenti del 23 giugno

venerdì 15 agosto 2003.
 

Commissione Preparatoria
del congresso di fondazione del
 

(nuovo)Partito comunista italiano

 

e.mail <ekko-20012001@yahoo.com>

pagina web: www.lavoce.freehomepage.com

 

Partecipare all’attuazione del piano in due punti per costituire il partito comunista:

1. elaborare il Manifesto Programma del partito a partire dal Progetto pubblicato dalla Segreteria Nazionale dei CARC nel 1998;

2. costituire Comitati di Partito clandestini provvisori che invieranno i loro delegati al congresso di fondazione che approverà il Manifesto Programma e lo Statuto del Partito ed eleggerà il Comitato Centrale che a sua volta ristrutturerà dall’alto in basso i Comitati di Partito.

 

 15.08.03

Comunicato

 

Sugli avvenimenti del 23 giugno

 

Gli avvenimenti del 23 giugno costituiscono un duro colpo per il nostro partito e un avvenimento importante del suo piano di costruzione. Ogni compagno e ogni organismo del (nuovo) Partito comunista italiano dovranno per un certo periodo riflettere su di essi, man mano che si chiariranno le cause, i molteplici episodi che fanno parte di questi avvenimenti, gli effetti che essi avranno nei mesi a venire sulle forme e i tempi del nostro lavoro. Da questo colpo noi possiamo uscire più forti. Dipende da noi.

1. La borghesia ha lanciato contro di noi una nuova campagna che ufficialmente è diretta dalla Procura di Napoli e di Bologna. Ma in realtà è una campagna contro la ricostruzione del partito comunista condotta congiuntamente dal governo Berlusconi, dalla magistratura, dalla maggioranza governativa e dall’opposizione parlamentare. Ad essa collaborano lo Stato italiano e lo Stato francese sotto la direzione del primo. Tutte le voci istituzionali del regime si associano. Non c’è nel Parlamento attuale nessuno che usi la sua posizione e le sue prerogative parlamentari per sostenere la ricostruzione del partito comunista e i suoi obiettivi.

2. Questa campagna ci ha provocato e ci provocherà molti danni: quelli già avvenuti e quelli che arriveranno nei prossimi mesi.

2.1 Fermi, arresti e per alcuni compagni mesi e forse anni di prigionia con il relativo allontanamento dall’attività.

2.2 Perquisizioni e sequestro di materiale, di scritti e di mezzi di lavoro, in particolare dell’attrezzatura informatica per decine di migliaia di euro.

2.3 Un forte aggravio di spese per spostamenti, acquisti, avvocati.

2.4 La perdita di giornate di lavoro per molti compagni.

2.5 Il turbamento della vita familiare di molti compagni.

2.6 L’intimidazione dei compagni, collaboratori, amici e familiari più deboli.

2.7 Vari elementi di confusione tra le masse.

La borghesia ha lanciato questa campagna proprio per produrci questi danni, cioè per paralizzare, soffocare o almeno ridurre la nostra attività di propaganda e di organizzazione.

3. Il punto debole di questa campagna della borghesia, come della precedente, consiste nel fatto che la borghesia maschera il suo vero obiettivo (impedire la ricostruzione del partito comunista e a questo fine indebolire se non arrestare la nostra attività) con un pretesto. Se la borghesia dichiarasse apertamente il suo reale obiettivo, essa susciterebbe tra la popolazione una vasta opposizione. Al tempo del fascismo essa lo fece. Proibì espressamente ogni attività organizzativa e di propaganda a comunisti e anarchici (art.280 del Codice Rocco). Ma la pagò a caro prezzo. Oggi essa maschera il suo obiettivo reale con il pretesto della repressione e della prevenzione di attentati. Ben inteso, se non ci fossero attentati, la borghesia troverebbe un altro modo per "vendere" tra le masse popolari le sue campagne di repressione della ricostruzione del partito comunista. Non sono gli attentati che inducono la borghesia a reprimere la ricostruzione del partito comunista né è vero, in termini generali, che gli attentati facilitano la repressione della ricostruzione del partito comunista. Per cui anche da questo lato per noi comunisti non esiste alcun motivo per associarci alla campagna antiterrorismo lanciata dalla borghesia. Noi combattiamo le operazioni terroristiche della borghesia (dei servizi di Stato, dei gruppi fascisti, delle organizzazioni mafiose, di altre strutture della borghesia) perché costituiscono una specifica attività antipopolare della borghesia. Combattiamo le concezioni e le linee politiche militariste interne alle masse popolari perché sono una deviazione dalla linea maestra della rivoluzione socialista, disperdono energie e risorse, sono un aspetto di una concezione del mondo individualista ed elitaria che non ha nulla a che fare con la teoria rivoluzionaria del proletariato, il marxismo. Il fatto che la borghesia mascheri la sua lotta contro la rinascita del movimento comunista e la ricostruzione del partito comunista non è solo un indizio delle difficoltà che la borghesia incontra con le masse popolari che hanno metabolizzato le acquisizioni della prima ondata della rivoluzione proletaria e acquisito un più alto livello di coscienza e di sentimenti. Vi è dell’altro. Questa mascheratura crea alla borghesia delle difficoltà, limita l’efficacia della repressione. Essa lancia una campagna e dopo un po’ deve lasciarla cadere. Per non lasciarla cadere dovrebbe sovvertire largamente il suo ordinamento giuridico e la divisione dei poteri e degli interessi che le è propria e quindi con ciò lacerare essa stessa la maschera che si è costruita. C’è oramai stata una serie di campagne di questo genere. Da quella che faceva capo alla Procura di Bergamo (1981-86) e condusse persino a una condanna dello Stato italiano da parte della Corte Europea di Strasburgo. A quella del 1985-1990 che faceva capo al Tribunale di Venezia (Mastelloni) e che si chiuse con risarcimenti pecuniari da parte dello Stato ai compagni più direttamente colpiti. A quella che faceva capo alla Procura di Milano (Spataro) e che venne rapidamente sospesa. A quella (1999-2001) condotta dalla Procura di Roma che il governo di Centro-sinistra protrasse più a lungo possibile con un’apposita legge ma che finì anch’essa in un nulla di fatto. A quella connessa con l’inchiesta subito riaperta nel 2001 sempre dalla Procura di Roma (che si giovava della legge varata nel frattempo sempre dal Centro-sinistra in base alla quale è possibile indagare in segreto senza avvocati e imputati che esercitino i diritti previsti in fase istruttoria e per questo probabilmente ancora aperta) e che si sovrappone alla campagna che fa capo alle inchieste delle Procure di Napoli e Bologna cui appartengono gli avvenimenti del 23 giugno.

Più la serie si allunga e le campagne si ripetono una dopo l’altra con lo stesso discorso, minore è la loro efficacia in termini di intimidazione, separazione delle masse popolari dal partito e confusione. Mentre l’esperienza dei compagni, delle FSRS e degli elementi avanzati delle masse popolari cresce così come cresce la nostra capacità di resistere e di sfruttare le campagne della borghesia a nostro vantaggio.

4. Noi possiamo uscire vittoriosi anche da questa campagna. Resistendo e lottando efficacemente contro questa campagna è possibile accrescere qualitativamente e quantitativamente le nostre forze, come abbiamo fatto in tutte le campagne precedenti. Per di più oggi abbiamo più esperienza e i risultati delle vittorie conseguite nelle campagne passate. Dobbiamo per questo analizzare bene la nostra situazione. L’aspetto specifico di essa consiste nel colpo inferto alla struttura del (nuovo) Partito comunista italiano. E questo è la conseguenza solo di specifici errori compiuti dalla Direzione.

Di fronte a questo colpo alzano la voce gli sciacalli, i liquidatori, i nemici della nostra concezione ideologica e della nostra linea politica. "L’avevamo detto che Giuseppe Maj è un avventurista, che la costruzione del partito comunista dalla clandestinità è una linea sbagliata, che la clandestinità è impossibile da praticare". Se consideriamo la storia del movimento comunista il loro non è un atteggiamento nuovo. Usando avvenimenti grandi per illustrare la nostra piccola storia, possiamo ricordare che grida simili si levarono dopo la caduta della Comune di Parigi e dopo la sconfitta della Rivoluzione russa del 1905. Anche il crollo nel 1989-91 di gran parte delle istituzioni costruite dalla prima ondata della rivoluzione proletaria ha dato fiato ai nemici della presa del potere nel 1917 e della creazione dei paesi socialisti. A questi sciacalli si uniscono, più o meno da vicino, alcuni compagni per debolezza, per incapacità a orientarsi da soli, per ignoranza o per arretratezza.

Contro questa canea bisogna levare con particolare forza la bandiera della rinascita del movimento comunista e in particolare della ricostruzione del partito comunista a partire dalla clandestinità. Sia perché anche questa nuova campagna conferma ancora una volta che è da irresponsabili e avventuristi costruire un partito comunista che dipenda dalla condiscendenza e dalla tolleranza della borghesia. Sia perché il successo ottenuto dalla borghesia è dovuto a nostri specifici e precisi errori.

Chi vuole procedere impara da ogni difficoltà, da ogni colpo infertogli dalla borghesia, da ogni sconfitta a procedere meglio e solo chi impara da essi può procedere. Non è possibile evitare in assoluto di incontrare difficoltà e di subire colpi e sconfitte anche se si ha una concezione del mondo giusta e se la linea politica è in generale giusta. L’attuazione di una linea implica di più della giustezza della linea politica e della concezione del mondo. Implica conoscenza del concreto, criteri, regole, esperienza nelle singole attività, disciplina. Nel corso dell’attuazione di una linea politica giusta, anche se si ha una concezione del mondo giusta, è inevitabile che si commettano errori e quindi che si subiscano dei colpi. Come un bambino che impara a camminare. Non sbaglia solamente chi non fa nulla, solamente chi continua inutilmente a ripetere risapute e vuote giaculatorie e percorsi.

Nel caso concreto del grave colpo che la borghesia ci ha assestato, l’origine prima sta nella debolezza della nostra struttura clandestina che è ancora nella fase iniziale di costruzione nonostante i quattro anni e mezzo trascorsi dall’inizio della sua costituzione, quando venne creata la Commissione Preparatoria. L’origine seconda sta in errori compiuti dalla sua Direzione. Un compagno della Direzione ha rilasciato la seguente dichiarazione: "La mia caduta per un po’ di tempo priverà totalmente o almeno parzialmente i miei compagni della mia collaborazione alla causa. Non solo. Le autorità hanno sequestrato nella mia abitazione molta documentazione. Sulla base di essa e anche abusando di essa, daranno corso a una serie di imputazioni, perquisizioni, sequestri di scritti, di strumenti e di beni, interrogatori, fermi e arresti. Ciò colpirà molti compagni, collaboratori, familiari e semplici conoscenti. Tutto ciò ridurrà ulteriormente le nostre attività. Non solo. I comunisti dovranno affrontare recriminazioni in buona e in cattiva fede di persone che le autorità nemiche coinvolgeranno sulla base delle informazioni che troveranno nella documentazione sequestrata e di quelle che diranno ad arte di aver trovato in essa. Non solo. I compagni dovranno affrontare i dubbi circa la validità della nostra concezione e della nostra linea che, a seguito del colpo infertoci dalle forze della repressione, nasceranno in una parte degli elementi avanzati delle masse popolari meno capaci di orientarsi da soli e la defezione, per la stessa ragione, dei compagni meno profondamente legati alla causa. Infine i compagni dovranno affrontare le accuse, le calunnie, le insinuazioni e la campagna di denigrazione che i nostri avversari nelle FSRS, in oggettiva combinazione con i nostri nemici di classe, riverseranno su tutti noi approfittando di questo colpo e dei suoi singoli aspetti. Tutti questi aspetti negativi del colpo che abbiamo subito sono aggravati dal fatto che esso è una conseguenza unicamente di due nostri errori: 1. avere violato alcune regole della clandestinità che pure erano chiaramente fissate (il nostro reperimento da parte degli investigatori ha avuto origine da qui e non dalla abilità degli investigatori che li porterebbe al successo nonostante la nostra rigorosa pratica della clandestinità: cosa da cui risulterebbe che la clandestinità è impossibile o perlomeno che i nostri attuali criteri sono insufficienti); 2. avere tenuto un archivio organizzativo (corrispondenza, indirizzi, illustrazione dei metodi operativi e di progetti operativi) completamente in chiaro, tutto riunito in un unico posto e comprensivo persino di documenti e informazioni già divenute di scarsa o nessuna utilità per il nostro lavoro e avere concentrato in un unico posto attività che era opportuno svolgere in luoghi diversi e compartimentati. La debolezza delle nostre forze e la mole di lavoro svolta da ognuno dei singoli compagni ci hanno spinto a commettere questi errori. Essi tuttavia restano errori di cui siamo responsabili e di cui io in particolare sono responsabile. Al nostro attuale grado di sviluppo ogni compagno è preso nell’ingranaggio: 1. strutture formate da pochi membri (a causa dell’attuale debolezza ideologica e politica del movimento comunista pochi compagni sono disposti e in grado di farvi parte) e su uno stesso compagno si concentrano funzioni e compiti che per la loro natura potrebbero essere divisi e che sottostanno a norme di sicurezza differenti; 2. nello slancio di fare fronte a tutti i suoi compiti e tratto in inganno dal fatto che per loro natura le misure di sicurezza finché non succedono guai sembrano un inutile freno all’attività, il compagno tralascia di assumere come linea le misure di sicurezza inerenti alla più pericolosa delle sue attività; 3. l’omissione delle misure di sicurezza prima o poi porta a dei guai. È evidente che per sfuggire a questo ingranaggio bisogna comunque agire da subito sul secondo passaggio, ma che la soluzione strategica è l’azione sul primo passaggio".

La debolezza della nostra struttura e in qualche misura persino gli errori della Direzione sono quindi strettamente connessi alla debolezza ideologica e organizzativa delle organizzazioni periferiche del partito e alla debolezza dei loro legami con le masse popolari e in particolare con la classe operaia.

Noi possiamo superare la difficile situazione determinata dagli avvenimenti del 23 giugno. In prospettiva essa sarà sicuramente superata perché la ricostruzione del partito comunista è una necessità insita nella trasformazione della società attuale, è la risposta necessaria a bisogni concreti della classe operaia e delle masse popolari che resistono al procedere della seconda crisi generale del capitalismo. In concreto noi stessi possiamo superarla. Per farlo dobbiamo, ognuno dalla sua posizione e mantenendo la distinzione dei ruoli,

1. alzare con particolare forza la bandiera della rinascita del movimento comunista e della costruzione di un partito comunista che assimili profondamente gli insegnamenti della prima ondata della rivoluzione proletaria e sia all’altezza dei compiti che lo sviluppo della crisi rivoluzionaria pone all’ordine del giorno (comunicati, assemblee, articoli, contatti).

2. Fare appello alla forma più ampia possibile - senza rifiutare neanche concorsi minimi alla sola condizione che non pretendano di intralciare la nostra attività - alla solidarietà delle masse popolari con i prigionieri e con gli altri compagni perseguitati, in particolare alla solidarietà degli operai e in modo specifico a quella di ogni FSRS (messaggi, prese di posizione, volantini, scritte murali, raccolte di soldi, assistenza alle famiglie, collaborazione alla nostra attività). La solidarietà con i compagni prigionieri e con gli altri compagni perseguitati sarà la via attraverso la quale nuovi compagni si uniranno a noi.

3. Che la Direzione analizzi e comprenda più a fondo possibile e più rapidamente possibile i suoi errori. Questo Comunicato adempie già in una certa misura a questo compito, rientra nel suo ambito. E nello stesso tempo che cerchi di dare la maggiore continuità possibile alla sua attività, in attesa che si creino condizioni migliori: la campagna della borghesia raggiungerà un culmine e poi si esaurirà come le precedenti.

4. Che ogni organizzazione periferica si mobiliti collettivamente per resistere con coraggio alla repressione, per rafforzarsi ideologicamente, politicamente e organizzativamente. Bisogna quindi in ogni organizzazione del partito, in ogni FSRS, nelle assemblee e dibattiti, nelle conversazioni e contatti affrontare esaurientemente ogni problema di concezione del mondo, di analisi della situazione e della linea politica che ostacola una maggiore partecipazione degli elementi avanzati delle masse popolari alla rinascita del movimento comunista. O almeno raccogliere ogni problema e passarlo alle istanze superiori perché lo elaborino esaurientemente. Bisogna che ogni organizzazione periferica del partito o simpatizzante prenda misure pratiche per avanzare nell’esperienza, nella raccolta di risorse, nella mobilitazione di collaboratori, nella creazione di nuovi contatti con le masse popolari e nel rafforzamento dei vecchi contatti, adempiendo ai compiti indicati nei precedenti punti 1. e 2. e continuando ad adempiere ai nostri compiti ordinari nella lotta di classe di questi mesi.

La campagna che la borghesia ha lanciato contro di noi ci offre, come suo aspetto positivo, mille possibilità di crescita qualitativa (ogni colpo rafforza quelli che non si lasciano abbattere), di rafforzamento e di allargamento. Sta a noi approfittarne nella misura più ampia possibile.

 

Collaborare alla rinascita del movimento comunista e alla costruzione di partiti marxisti-leninisti-maoisti in ogni paese imperialista!

Appoggiare i popoli della Palestina,

dell’Iraq, dell’Afganistan che lottano contro gli imperialisti USA e i loro agenti sionisti!

Sostenere le guerre popolari rivoluzionarie in corso in Perù, nelle Filippine, in Nepal, in Turchia e in India! Sostenere le guerre rivoluzionarie in corso in Colombia e in altri paesi!

Abbasso il governo della banda di fascisti, razzisti, mafiosi, clericali, speculatori e avventurieri che Berlusconi ha raccolto intorno a sé!

Sostenere, promuovere, organizzare la lotta degli operai e del resto delle masse popolari del nostro paese a difesa delle conquiste strappate nel passato sotto la direzione dei comunisti e per migliorare le loro condizioni di lavoro e di vita!

Solidarietà con i compagni prigionieri e con gli altri compagni perseguitati dalla borghesia imperialista e dal suo Stato!

Costruire ovunque comitati clandestini del (nuovo) Partito comunista italiano!