Le manchette de La Voce n. 23
luglio 2006 - anno VIII

giovedì 13 luglio 2006.
 

La linea di massa come principale metodo di lavoro

e di direzione di ogni partito comunista

Ogni partito comunista si è trovato e si troverà ancora ad affrontare l’antinomia tra l’autonomia ideologica e organizzativa del partito e lo stretto legame del partito con le masse. La prima è la condizione necessaria perché il partito possa “elaborare” una linea giusta. Il secondo è la condizione necessaria perché il partito possa “scoprire” e “attuare” la linea giusta. Ogni partito comunista si è trovato e si troverà ancora ad affrontare l’antinomia tra gli obiettivi immediati, l’obiettivo della fase e l’obiettivo finale. Ogni partito comunista si è trovato spesso e si troverà a lottare contro due opposte deviazioni: l’avventurismo di chi si stacca dalle masse convinto di poter andare più rapidamente verso l’obiettivo e il codismo di chi si confonde tra le masse e si riduce a illustrare quello che già le masse fanno, riflette lo stato medio, generale, comune, diffuso delle masse.

La linea di massa è il superamento di quelle antinomie e il criterio per sfuggire ad entrambe le deviazioni.

Essa consiste nel raccogliere gli elementi di conoscenza sparsi e confusi che esistono tra le masse e le loro aspirazioni, elaborarli e ricavarne obiettivi, linee, metodi e criteri e portarli tra le masse fino a che queste li fanno propri e li attuano. Quindi tornare nella nuova situazione a raccogliere gli elementi sparsi e confusi dell’esperienza delle masse nella nuova situazione e le loro aspirazioni, elaborarli e ricavarne nuovi obiettivi, linee, metodi e criteri e portarli tra le masse fino a che queste li fanno propri e li attuano. Ripetendo questo processo più e più volte, ogni volta le concezioni dei comunisti diventano più ricche e più concrete e il processo rivoluzionario procede verso la vittoria.

Vista da un altro lato, la linea di massa consiste nell’individuare in ogni gruppo la sinistra (cioè quella parte le cui tensioni, se attuate, porteranno il gruppo a confluire nell’alveo della rivoluzione socialista), il centro e la destra, nel mobilitare e organizzare la sinistra perché unisca a sé il centro e isoli la destra.

(da “L’ottava discriminante”, La Voce n.10)


La terza delle dieci misure immediate per l’instaurazione del socialismo

Libertà per i fedeli di ogni religione di organizzare le loro pratiche religiose e di usufruire dei mezzi necessari. Abolizione del Vaticano e di tutti gli altri privilegi della Chiesa cattolica. Nazionalizzazione di tutte le proprietà che il Trattato del Laterano del ‘29 e le successive modifiche hanno dato al Vaticano e di tutte le proprietà degli ordini religiosi e affini.

La Voce n.5, “Un programma minimo?”


Piano Generale di Lavoro del (nuovo)Partito comunista italiano

Compito del (nuovo)Partito comunista italiano è guidare la classe operaia a fare dell’Italia un nuovo paese socialista attuando le Dieci Misure Immediate (DMI) e a dirigere, a partire da questo risultato, il resto delle masse popolari nella transizione dal capitalismo al comunismo. Il (n)PCI svolge questo compito contribuendo così alla rivoluzione proletaria mondiale. Nel prossimo futuro il partito svolgerà la sua attività contemporaneamente su quattro fronti.

Primo fronte: la resistenza del partito alla repressione. Il partito deve mettersi in condizioni di continuare, quali che siano gli sforzi della borghesia per distruggerlo o limitarne l’attività, ad esistere, a moltiplicare il numero e migliorare la qualità delle sue organizzazioni e della loro attività, di unire le masse, mobilitarle e organizzarle, di costruire, consolidare e rafforzare organizzazioni di massa, di prendere la direzione, con le proprie organizzazioni e tramite la linea di massa, delle organizzazioni di massa già esistenti, in particolare degli attuali sindacati di regime, facendo principalmente leva sugli interessi e le aspirazioni della massa dei loro membri. Il partito deve mettersi in condizione di continuare, quali che siano gli sforzi della borghesia per distruggerlo o limitarne l’attività, a raccogliere l’esperienza, le idee e gli stati d’animo delle masse, elaborarle con crescente maestria alla luce del marxismo-leninismo-maoismo e tradurle in linee, parole d’ordine, direttive, metodi che porta alle masse affinché li assimilino e li attuino, di continuare a svolgere la più larga attività di orientamento, organizzazione e direzione delle masse popolari.

Secondo fronte: la mobilitazione delle masse popolari a intervenire nella lotta politica borghese, con l’obiettivo principale di favorire l’accumulazione di forze rivoluzionarie e in secondo luogo con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari ed estendere i loro diritti, di acuire e sfruttare le contraddizioni tra i gruppi e le forze della borghesia imperialista.

Terzo fronte: la mobilitazione delle masse popolari nelle lotte rivendicative, nella difesa senza riserve delle conquiste strappate alla borghesia nell’ambito della prima ondata della rivoluzione proletaria, nelle lotte per l’ampliamento dei diritti e per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari. Il principale principio guida del lavoro su questo fronte è “fare di ogni lotta una scuola di comunismo”.

Quarto fronte: la mobilitazione delle masse popolari a costruire gli strumenti e gli organismi autonomi dalla borghesia (case del popolo, centri sociali, cooperative, circoli culturali, casse di mutuo soccorso, associazioni sportive e ricreative, ecc.) utili per soddisfare direttamente, senza dipendere dal mercato della borghesia imperialista e dalla sua amministrazione pubblica, i propri bisogni e ad estendere la propria partecipazione al godimento e allo sviluppo del patrimonio culturale della società. Il principale principio guida del lavoro su questo fronte è “fare di ogni iniziativa una scuola di comunismo.