La mobilitazione delle masse popolari è l’arma decisiva

Comunicato del 28 agosto 2006
domenica 3 settembre 2006.
 

La mobilitazione delle masse popolari è l’arma decisiva

(nuovo)Partito comunista italiano

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

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Email: nuovocpi@yahoo.ca

Delegazione: BP3 4, rue Lénine 93451 L’Île St Denis (Francia)

Comunicato 28 agosto 2006

Il governo Prodi continua in tutti i campi la politica antipopolare e imperialista della banda Berlusconi.

La mobilitazione delle masse popolari è l’arma decisiva per impedire alla borghesia di realizzare con il circo Prodi il “programma comune” che non è riuscita a realizzare con la banda Berlusconi!

Il consolidamento e rafforzamento della costruzione del Partito a partire dalla clandestinità è il motore decisivo della crescita della mobilitazione delle masse popolari e il suo risultato più qualificato!

Per condurre una politica rivoluzionaria, bisogna anzitutto avere una concezione abbastanza giusta e comprensiva delle condizioni, dei risultati e delle forme della lotta di classe. Solo sulla base di questa comprensione, è possibile che i comunisti riescano a svolgere il loro ruolo storico: animare, promuovere, organizzare e dirigere la classe operaia e il resto delle masse popolari nella lotta contro la borghesia imperialista per fare del nostro paese un nuovo paese socialista e contribuire così alla nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale. Quindi non si tratta principalmente e anzitutto di conoscere i progetti e i programmi che i partiti e gli uomini politici elaborano, gli obiettivi che essi si propongono di realizzare e cosa essi dicono alle masse popolari: in breve la loro coscienza e l’immagine che essi cercano di dare di se stessi. Si tratta in primo luogo di comprendere dove le condizioni oggettive e gli interessi spingono ogni classe. Infatti a lungo andare, in linea generale questi si impongono nell’attività sociale di ogni classe e della massa dei suoi membri, prevalgono sulle aspirazioni, sui propositi e sulle deviazioni degli individui: cioè sulla loro coscienza. Per convincersene, basta confrontare quello che volevano fare Bush e la sua compagnia in Medio Oriente, quello che proclamavano e quello che in realtà stanno facendo; quello che volevano fare Berlusconi e la sua banda quando nel 2001 la borghesia affidò loro il governo del paese e quello che in realtà hanno fatto.

Le condizioni oggettive in cui opera la borghesia imperialista italiana sono principalmente e anzitutto le condizioni della seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale. Esse le rendono necessario realizzare il suo “programma comune”: eliminare le conquiste che le masse popolari le hanno strappato nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, ridurre il salario reale dei proletari, aumentare i profitti e le rendite, partecipare nella misura più larga che le riesce al saccheggio e all’aggressione dei popoli oppressi, proseguire in Italia e nel mondo la guerra di sterminio non dichiarata che da trent’anni la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari in ogni angolo del mondo. Le sue contraddizioni con le varie classi delle masse popolari e i contrasti tra i gruppi imperialisti concorrono a determinare la direzione che la borghesia imperialista esercita sull’intera società. È solo in questo contesto che è possibile comprendere abbastanza giustamente e dare il giusto peso ai propositi, ai progetti e alle aspirazioni di individui, personalità e partiti: in breve alla coscienza con cui cercano di guidare la loro attività. Gli uomini politici borghesi mentono abitualmente al pubblico. Ma, al di là degli imbrogli e delle truffe che montano consapevolmente, spesso le cose prendono una piega diversa da quella che essi riescono a prevedere, stante i loro pregiudizi di classe e i ristretti orizzonti intellettuali e morali della loro classe. Allora essi stessi sono costretti a fare cose assolutamente diverse non solo da quelle che avevano promesso per truffare, ma anche da quelle che si erano “onestamente” proposti di fare.

La vita sociale degli uomini si svolge secondo questa legge, che i marxisti hanno scoperto circa 150 anni fa. È perché a grandi linee ha regolato la sua attività secondo questa legge, che il movimento comunista cosciente e organizzato è riuscito durante gli ultimi 150 anni passati a svolgere un ruolo importante e decisivo nella lotta della classe operaia per emanciparsi dalla borghesia e nella storia dell’umanità.

Il circo Prodi non sfugge a questa legge. La borghesia imperialista gli ha affidato il governo del paese. Nonostante la “porcata” messa a punto da Calderoli e la truffa elettorale predisposta dalla banda Berlusconi (e di ambedue per complicità di classe la nuova maggioranza si guarda bene dal chiedere i conti), sia pur di misura il circo Prodi è riuscito a far approvare dalle masse popolari, nelle elezioni di aprile, questa scelta della classe dominante. Ora nella sua attività di governo si trova di fronte alla necessità di attuare il “programma comune” della borghesia italiana. Ovviamente questo compito che le condizioni oggettive e concrete gli impongono, contrasta con i programmi che i partiti e i personaggi del circo Prodi hanno esposto al pubblico e con le promesse che essi hanno fatto alle masse popolari, contrasta anche con gli “onesti propositi” di quelli tra i suoi attori che sono “onesti” nel senso ristretto della morale individuale, che cioè si proponevano realmente di fare quello che hanno promesso.

Uno dei compiti dei comunisti e delle altre Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista, il loro compito principale sul fronte della lotta politica borghese, consiste quindi nell’inchiodare in ogni campo ogni esponente del circo Prodi alle sue promesse. Anche in questo modo essi in questa fase contribuiscono all’emancipazione ideologica e politica della classe operaia e del resto delle masse popolari dalla borghesia imperialista, contribuiscono a creare le condizioni soggettive della rivoluzione socialista. Il governo Prodi non mantiene, non può mantenere le promesse che i partiti del circo Prodi hanno fatto alle masse popolari, per avere il loro voto. Non ha corretto nessuna delle malefatte del governo Berlusconi: dalla legge Biagi alla riforma Moratti. Berlusconi e la sua banda di sciacalli continua a godere dell’immunità: impuniti continuano a imperversare nel paese, con le loro trame, i loro sprechi, i loro saccheggi. I soldati italiani sono ancora in Iraq al servizio dell’occupazione americana, hanno allargato la loro guerra contro le masse popolari in Afghanistan, si apprestano a intervenire in Libano al servizio della colonizzazione sionista della Palestina e dell’occupazione americana del Medio Oriente, per cercare di soffocare ogni efficace e dignitosa resistenza. Il carovita illustra e chiarisce su grande scala, alle masse popolari del nostro paese quello che la borghesia imperialista cerca di ottenere con il governo Prodi.

Di fronte a questo bilancio, i sostenitori del circo Prodi non hanno altra linea di difesa contro il malcontento diffuso tra le masse popolari che ricorrere alla minaccia: o le masse popolari accettano il governo Prodi o ritorna Berlusconi. Si tratta di un pericolo reale?

Il (nuovo)Partito comunista italiano ha sostenuto fino all’aprile scorso che la cacciata della banda Berlusconi era il compito politico prioritario delle masse popolari sul fronte della lotta politica borghese. Il (n)PCI deve quindi dare una risposta chiara e giusta al ricatto con cui i membri del circo Prodi cercano di demoralizzare, avvilire e mortificare le masse popolari, di soffocare la loro mobilitazione, di neutralizzare il loro malcontento e il loro malessere. La nostra risposta è che si tratta di un ricatto truffaldino; esso fa leva non sulla realtà dei rapporti politici, ma sulla mentalità elettoralista e sui pregiudizi parlamentaristi che gli stessi membri del circo Prodi non a caso alimentano tra le masse popolari. In realtà, al contrario, le masse popolari correrebbero anzi i peggiori rischi, compreso quello di un ritorno della banda Berlusconi, se dovessero cedere a quel ricatto. Vediamo infatti come stanno le cose nella realtà.

Con il governo della banda Berlusconi, la borghesia imperialista, con alla sua testa il Vaticano e la sua Chiesa, ha tentato di realizzare di colpo e brutalmente l’eliminazione delle conquiste che le masse popolari le avevano strappato e di imporre il suo “programma comune”. La diffusa e capillare mobilitazione delle masse popolari contro la banda Berlusconi ha dissuaso la borghesia imperialista dal disegno agognato. La borghesia ha dovuto arrendersi e riconoscere che, con i metodi della banda Berlusconi, non avrebbe mai raggiunto gli obiettivi che le condizioni oggettive rendono per lei necessari. Anzi la banda Berlusconi provocava una mobilitazione crescente e più chiaramente anticapitalista delle masse popolari e accelerava la rinascita del movimento comunista. Per questo essa è ripiegata sul circo Prodi. Cerca di realizzare gli stessi obiettivi, il suo “programma comune”, con altri metodi, con i metodi tipicamente preteschi e melliflui del circo Prodi e dei “riformisti senza riforme”, degli imbroglioni e degli illusi. Cerca di aggirare gli ostacoli e la resistenza. Punta sulla divisione delle masse popolari e sul logoramento della loro resistenza. Punta sulla disarticolazione della resistenza delle masse popolari, sulle debolezze ideologiche, politiche e organizzative delle masse popolari. Essa ha ancora oggi in mente il suo programma comune: né potrebbe essere diversamente, perché tutta la borghesia imperialista non ha altro programma in questa fase, nel mondo intero. Basta confrontare il programma Barroso per l’Unione Europea con l’attività reale del governo Prodi e degli altri governi europei: eliminare le conquiste, trasformare i servizi pubblici in merci per chi ha i soldi per pagarle, ridurre la massa della popolazione a “manodopera” rassegnata a ogni lavoro e a ogni condizione, saccheggio delle risorse ambientali e umane, aggressione e devastazione dei paesi oppressi, guerra di sterminio non dichiarata contro le masse popolari in ogni angolo del mondo e in ogni campo. Sintetizzando, Letizia Moratti e Silvio Berlusconi hanno sfrontatamente dichiarato: “È uno spreco insegnare filosofia, storia e il resto della cultura generale a uno che farà lo spazzino: basta insegnargli a fare bene il suo mestiere!”. In effetti la borghesia ha bisogno di manodopera abile e sottomessa e teme i cittadini consapevoli e attivi: non a caso, gli interventi del circo Prodi nel campo dell’istruzione pubblica e della cultura seguono le orme della banda Berlusconi, anziché invertire rotta.

Riuscirà la borghesia imperialista a realizzare con il governo Prodi quello che, grazie alla mobilitazione delle masse popolari, non è riuscita a realizzare con il governo Berlusconi? Dipenderà principalmente dall’ampiezza e dalla forza con cui le masse popolari si mobiliteranno contro il governo Prodi. Se la mobilitazione delle masse popolari contro il governo Prodi sarà almeno altrettanto forte e vasta quanto lo fu contro il governo Berlusconi, la borghesia imperialista resterà delusa. Potrebbe essa allora ritornare al governo Berlusconi? Certo che no, visto che la banda di avventurieri, razzisti, fascisti, mafiosi, clericali e speculatori raccolta da Berlusconi ha già mostrato di non sapere fare meglio del circo Prodi. La borghesia imperialista italiana, col Vaticano alla sua testa, dovrà cercare e cercherà un’altra soluzione di governo. Lo scontro tra essa e le masse popolari si porrà allora a un livello più avanzato dell’attuale, così come oggi lo scontro delle masse popolari contro il circo Prodi è a un livello più avanzato del loro scontro con la banda Berlusconi.

Il ritorno della banda Berlusconi diventerebbe possibile solo se il circo Prodi riuscisse a demoralizzare, avvilire, abbrutire, terrorizzare, mortificare, scoraggiare, corrompere e disperdere le masse popolari, a soffocare a tal punto la loro mobilitazione e a far regredire a tal punto la rinascita del movimento comunista che la borghesia arrivasse nuovamente a ritenere possibile il successo, nella nuova situazione creata dal circo Prodi, dei metodi già provati e rigettati della banda Berlusconi. È il successo del circo Prodi nel soffocare, avvilire, corrompere, mortificare e disperdere le masse popolari che può aprire la via a una nuova edizione del governo della banda Berlusconi. Il meno peggio aprirebbe ancora una volta la via al peggio. Come è successo nel periodo 1995-2001. Allora il centro-sinistra con la sua azione antipopolare, non abbastanza contrastata, preparò il terreno al successo della banda Berlusconi. Il colpo di forza mezzo riuscito al centro-sinistra nel marzo 2001 a Napoli, fece credere alla borghesia imperialista che potesse avere successo il colpo di forza che la banda Berlusconi tentò a Genova nel luglio 2001.

Riusciranno i comunisti e il resto delle Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista a mantenere alta la mobilitazione delle masse popolari contro il programma comune della borghesia imperialista, nonostante l’azione nefasta, corruttrice, disgregatrice, subdola del circo Prodi per disperderla e soffocarla? Per riuscirci, oltre a volerlo e a non cedere quindi essi stessi al ricatto del circo Prodi, essi dovranno sopperire con forze organizzate proprie al ruolo che le organizzazioni di massa del regime hanno svolto nella mobilitazione contro il governo della banda Berlusconi e che non svolgeranno contro il circo Prodi. Ci riusciranno? Questo è il problema della fase. Ecco in che senso la lotta contro il circo Prodi si svolge per sua natura a un livello superiore a quello a cui si svolse la lotta contro la banda Berlusconi. Richiede una maggiore diffusione della concezione del mondo più avanzata (quella del movimento comunista). Richiede una maggiore adesione a un obiettivo politico più definito e più lungimirante (“fare dell’Italia un nuovo paese socialista”). Richiede una più ramificata e forte organizzazione delle masse popolari autonoma dalla borghesia (cioè connessa, sia pure nei modi più vari, al Partito comunista). La lotta contro il circo Prodi può avere successo, ma occorre che la rinascita del movimento comunista faccia un deciso passo avanti. Questo è il compito della fase.

Dalle condizioni oggettive fin qui illustrate, il (n)PCI derivano i compiti che pone a se stesso, ai suoi membri e ai suoi organismi, e che indica ai suoi simpatizzanti e a tutti gli esponenti avanzati delle varie classi delle masse popolari. Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano. In primo luogo rafforzamento della sua struttura clandestina. Rafforzamento della sua capacità di resistere agli attacchi della borghesia, alla repressione dilagante. Miglioramento della sua capacità di continuare a svolgere la sua opera quali che siano le misure che la borghesia prenderà per disperderlo e soffocarlo, quale che sia il seguito che le sue Autorità daranno all’ottavo procedimento giudiziario che esse hanno intentato contro la “carovana” del (n)PCI, affidandone la gestione al tristo Paolo Giovagnoli e alla sua banda di ladri, spie e topi di biblioteca. Miglioramento della sua attività di orientamento, di organizzazione e di direzione. E attorno a questo “nucleo duro”, come estensione di questo retroterra sicuro della mobilitazione delle masse popolari, come supporto e condizione dell’avanzamento della costruzione del Partito a partire dalla clandestinità, insomma come suo effetto e sua causa, un vasto dispiegarsi di organizzazioni di ogni tipo, su ognuno dei fronti di lotta indicati dal Piano Generale di Lavoro del Partito: per la resistenza alla repressione e la lotta contro la repressione, per promuovere la solidarietà delle masse popolari con i compagni, i militanti e gli elementi avanzati, i semplici lavoratori e gli immigrati colpiti dalla repressione, per l’intervento nella lotta politica borghese, per il rinnovamento del movimento sindacale sulla base del rifiuto della concertazione e della compatibilità con la borghesia e dell’affermazione della decisione democratica dei lavoratori, per l’aggregazione delle masse popolari su ogni terreno quanto più possibile autonoma dalla borghesia.

La chiave di tutto è il rafforzamento della struttura clandestina del Partito, un reclutamento più vasto e un elevamento della qualità della sua struttura centrale, la moltiplicazione del numero dei Comitati di Partito, l’elevamento della qualità della loro attività. Le sconfitte subite nella costruzione del Partito a partire dalla clandestinità non ci devono scoraggiare: per gravi che esse siano, ci deve essere chiaro che quello che non impariamo ora, lo dovremmo imparare in condizioni più difficili. Bisogna criticare e correggere gli errori, individuare e superare i limiti e procedere per tentativi in ogni campo ancora sconosciuto.

La lotta dei popoli del Medio Oriente contro l’aggressione imperialista e la colonizzazione sionista aiuta la lotta delle classi sfruttate e oppresse dei paesi imperialisti che lottano per istaurare un nuovo, superiore ordinamento sociale, il socialismo. La lotta delle classi sfruttate e oppresse dei paesi imperialisti che lottano per istaurare un nuovo, superiore ordinamento sociale aiuta la lotta dei popoli oppressi per la liberazione nazionale e la democrazia. La forma più alta della solidarietà che dobbiamo promuovere con i popoli palestinese, iracheno, libanese e gli altri popoli oppressi è la lotta per porre fine al sistema imperialista e instaurare nuovi paesi socialisti in Europa e in America.

Moltiplicare la denuncia del sionismo e dell’imperialismo, promuovere manifestazioni di solidarietà con la Resistenza palestinese, libanese e irachena, mobilitare le masse popolari contro la rapina che la borghesia si prepara a rilanciare quest’autunno con il carovita, ma soprattutto rafforzare la lotta contro il governo Prodi per fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Questa è la forma principale di solidarietà che possiamo dare alla lotta antimperialista dei popoli oppressi.

Le lotte rivoluzionarie che si sviluppano in tanti paesi e l’ostilità crescente che in ogni angolo del mondo circonda gli imperialisti e i loro lacchè (sionisti, arabi o di ogni altra nazione, religione o razza) confermano che la rinascita del movimento comunista è in corso e che la seconda ondata della rivoluzione proletaria avanza in tutto il mondo. La guerra popolare rivoluzionaria che si sviluppa già apertamente in Nepal, nelle Filippine, in India, in Turchia, in Perù e in altri paesi indica a tutti i popoli oppressi e alle classi sfruttate la via da seguire: gli esponenti più avanzati della classe operaia e delle masse popolari imboccheranno in numero crescente questa via. Essi sorgeranno sempre più numerosi dalle fila della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari.

Il (nuovo)Partito comunista italiano chiama i giovani più generosi, le donne più sensibili, i lavoratori più avanzati a contribuire a consolidare e rafforzare la rinascita del movimento comunista arruolandosi nelle organizzazioni promosse dal Partito, perché possano meglio adempiere al loro ruolo di orientamento, mobilitazione, organizzazione e direzione delle masse popolari contro la borghesia imperialista. Il malcontento e la ribellione, se trovano un orientamento e una direzione all’altezza dei compiti che la situazione impone, diventano una forza politica capace di vincere ogni ostacolo e trasformare il mondo.

Promuovere la solidarietà delle masse popolari con l’eroica resistenza dei popoli palestinese, libanese, iracheno, afghano!

Propagandare i successi della guerra popolare rivoluzionaria in Nepal, nelle Filippine, in India, in Turchia, in Perù e in altri paesi!

Promuovere la solidarietà delle masse popolari con i lavoratori, gli immigrati, i combattenti e i militanti colpiti dalla repressione!

Organizzare la mobilitazione delle masse popolari e la loro resistenza contro i rincari d’autunno!

Lavorare sempre più alacremente per il rinnovamento del movimento sindacale, per la rinascita de movimento comunista, per promuovere la nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo, per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!