Fare della campagna elettorale indetta dalla Corte Pontificia, dagli imperialisti USA e dai gruppi sionisti suoi alleati, una campagna di propaganda e di organizzazione per la rinascita del movimento comunista!

Comunicato del 10 marzo 2008
lunedì 10 marzo 2008.
 

(PNG) Il quadro delle liste in gioco nelle prossime elezioni politiche e amministrative è oramai abbastanza chiaramente delineato. Piccoli spostamenti ci saranno ancora, ma sono oramai chiare le grandi linee dello spettacolo che le forze politiche borghesi intendono recitare alle masse popolari nel teatrino della politica borghese. La destra e la sinistra borghesi vorrebbero confinare le masse popolari nel ruolo di pubblico del teatrino; nei prossimi due mesi riverseranno su di esse i loro discorsi, i loro sberleffi, le loro trovate pubblicitarie; metteranno in onda le loro beghe, le loro sceneggiate e le loro polemiche; offriranno così, per lo meno a molti dei gusti formatisi alla scuola dell’attuale società, una varietà di piatti in qualche misura accettabili chi da uno chi dall’altro: ce ne sarà quasi per tutti i gusti.

Un aspetto positivo della situazione dei prossimi due mesi è che, per i loro interessi, la destra borghese (PD, PdL e le rispettive galassie) e quel che resta della sinistra borghese (la Sinistra l’Arcobaleno) coinvolgeranno a loro modo un’ampia parte delle masse popolari nel dibattito politico. Noi comunisti, e con noi gli altri elementi avanzati delle masse popolari, dobbiamo approfittarne il più possibile per promuovere la rinascita del movimento comunista, cioè per allargare e rafforzare la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari ed elevare la coscienza dei settori, gruppi e individui più mobilitati.

Si tratta di condurre la campagna più vasta di cui siamo capaci 1. di propaganda del socialismo (cosa vuol dire instaurare il socialismo, l’instaurazione del socialismo è l’unica via, è una via realistica e possibile), 2. per la difesa di ogni residua conquista, il miglioramento immediato e diretto delle condizioni di vita e di lavoro di ogni gruppo, strato e classe delle masse popolari e l’ampliamento dei loro diritti, 3. per l’allargamento e rafforzamento delle organizzazioni delle masse popolari a ogni livello, il rafforzamento della sinistra in ogni organizzazione e il consolidamento e rafforzamento del Partito comunista. Una campagna di propaganda e di organizzazione, di semina e di raccolta che sfrutta le circostanze particolari create dalle elezioni politiche e amministrative.

Le condizioni più favorevoli a questo lavoro sono dove, tra elezioni politiche ed elezioni amministrative, siamo riusciti a presentare liste realmente autonome (ideologicamente e politicamente oltre che organizzativamente) dalla sinistra borghese. In secondo luogo vengono le situazioni in cui noi non siamo riusciti a presentare liste, ma i frammenti della sinistra borghese, che negli ultimi due anni si sono resi organizzativamente autonomi dalla coalizione la Sinistra l’Arcobaleno (Sinistra Critica, PCL, ecc.), hanno presentato loro liste. Ma anche le situazioni in cui non ci sono liste né del primo né del secondo genere, presentano per il nostro lavoro condizioni più favorevoli del solito e comunque particolari, legate alle circostanze particolari delle elezioni. Dobbiamo approfittarne.

 

Mobiliterà al massimo le forze di cui dispone e quindi sfrutterà al meglio la situazione per avanzare verso la rinascita del movimento comunista, chi ha più netta la comprensione e più forte la convinzione che questo è l’obiettivo necessario e possibile che in questa fase deve perseguire e porre alle masse popolari per organizzare la rivoluzione socialista, per costruire passo dopo passo la rivoluzione socialista. Quindi bisogna al nostro interno e attorno a noi mettere in luce e combattere ogni tendenza astensionista, catastrofista, liquidatoria, disfattista.

Bisogna smascherare e battere l’astensionismo. Esso nasce dal rifiuto, dettato da ragioni morali o da considerazioni politiche, delle proposte (programmi), dei partiti o dei personaggi che si presentano agli elettori. È verissimo che le forze borghesi obbligano le masse popolari a scegliere tra programmi pubblicitari che non avranno attuazione pratica, che non corrispondono a quello che esse hanno fatto quando hanno governato, oppure corrispondono a cose che non avranno mai il potere di fare. Di quello che faranno effettivamente né la destra borghese né la sinistra borghese parlano. È verissimo che le forze borghesi obbligano le masse popolari a scegliere tra partiti e liste composte di comprovati banditi, criminali, falsari, clericali, fascisti, razzisti o, nei casi migliori, di imbroglioni, vanesi, sciocchi e istrioni. Ma chi predica l’astensionismo o anche solo lo pratica, è ancora politicamente dipendente dalla borghesia. Infatti né promuove né vede altre attività politiche immediate al di fuori di quelle impersonate dalle forze politiche borghesi (che giustamente rifiuta). È ancora lontano dall’indipendenza ideologica necessaria per sfruttare già oggi l’attività delle forze politiche borghesi a vantaggio del rivoluzionamento dell’attuale ordine sociale. Non vede che a questo fine già oggi c’è un compito politico immediato da compiere: è fare più passi possibile in avanti, nel peggiore dei casi anche un solo passo avanti nella rinascita del movimento comunista, su questa strada che è la sola che porta alla soluzione favorevole alle masse popolari della crisi generale in corso, all’uscita dal marasma attuale.

Alcuni compagni sono oppressi dalla consapevolezza che i risultati elettorali sia delle nostre liste (nelle poche zone in cui sono presenti), sia delle liste dei “frammenti in libertà della sinistra borghese” saranno comunque minimi. Diamo pure per vero che i risultati elettorali saranno minimi, anche se quanti in concreto saranno non è ancora scontato. Comunque i risultati elettorali non piovono dal cielo. L’orientamento, lo stato d’animo e le scelte elettorali delle grandi masse non cadono dal cielo né mutano su grande scala per effetto della propaganda di alcune centinaia o di poche migliaia di comunisti. Ma essere oppressi da questo fatto significa essere ancora lontani dalla indipendenza ideologica e politica necessaria per sfruttare già oggi a proprio vantaggio l’attività delle forze politiche borghesi. Significa essere ancora troppo dipendenti dalla sinistra borghese. Pensare che i consiglieri comunali, i sindaci, i parlamentari o i ministri fanno quello che personalmente vogliono, vuol dire in primo luogo non aver capito come funziona la società borghese e in secondo luogo non aver capito che in definitiva l’attuale ordinamento sociale sarà rovesciato e il nuovo ordinamento sociale sarà instaurato dalle masse popolari organizzate. Il nostro risultato elettorale e lo spostamento a sinistra del voto saranno solo un indice, uno tra altri, dell’efficacia del nostro lavoro. Lo spostamento a sinistra del voto sarà foriero di difficoltà per il futuro governo e per i suoi mandatari. Quanti voti prendiamo è molto importante perché è un indice dell’avanzata della rinascita del movimento comunista. Se poi i voti che otteniamo saranno tanti da produrre degli eletti, questo risultato permetterà di sviluppare a un livello superiore il lavoro per la rinascita del movimento comunista. Ma anche se i nostri voti saranno pochi, l’efficacia e l’importanza del lavoro che abbiamo fatto stanno in quanta nuova organizzazione e in quanto rafforzamento organizzativo avremo creato tra le masse popolari (dalla base su su fino al Partito comunista), in quanta coscienza avremo diffuso, in quanto avremo imparato e nella quantità e qualità delle relazioni che avremo stabilito.

Bisogna combattere il catastrofismo . Quale che sia il risultato delle prossime elezioni, esse non sono lo scioglimento del dramma che stiamo vivendo, in cui la permanenza dell’ordinamento sociale borghese ci ha immerso e ogni giorno un po’ più ci sprofonda. L’attuale crisi generale del capitalismo (la crisi economica, politica e culturale del nostro paese è solo una parte di quella che sommerge tutto il mondo), può concludersi solo con una generale ridefinizione dell’ordinamento sociale e del sistema di relazioni internazionali. Siamo ben lungi da questo, sia a livello nazionale e ancora più a livello mondiale. Anche solo a livello nazionale, la separazione e contrapposizione tra mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari e mobilitazione reazionaria delle masse popolari sono ben lungi dall’essere maturate al livello necessario per una soluzione del dramma, sia pur provvisoria e circoscritta al nostro paese. I catastrofisti attribuiscono un significato storico, (conclusivo, epocale, ecc.) al risultato dell’attuale campagna elettorale. Ideologicamente sono elettoralisti, cioè attribuiscono alle campagne elettorali una potenza che nessuna campagna elettorale in nessun paese borghese ha mai avuto. Le campagne elettorali mostrano, sanzionano e rafforzano il rapporto di forze già stabilito, l’orientamento, lo stato d’animo, le sfere d’influenza già definiti. In secondo luogo e soprattutto, i catastrofisti non hanno una concezione giusta, realistica, della posta storicamente in gioco nel nostro paese e tanto meno di quella in gioco a livello mondiale. Per combattere con successo la battaglia e ricavare da essa tutti i vantaggi possibili, bisogna non confondere una singola seppure importante battaglia con l’intera guerra. I catastrofisti o sono persone moralmente e intellettualmente deboli o, alla Rossana Rossanda, sono imbroglioni che cercano di strappare voti terrorizzando i loro ascoltatori. In entrambi i casi distolgono forze e risorse dal lavoro immediato più utile da fare in questi mesi: sfruttare la campagna elettorale per portare avanti la rinascita del movimento comunista. I catastrofisti si combinano con i liquidatori, i disfattisti, i rassegnati, i vigliacchi; con quelli che rimandano a domani la lotta che dobbiamo fare oggi, la lotta per la quale oggi la borghesia ha creato condizioni per noi favorevoli; con gli attendisti che sempre si presentano in simili situazioni storiche, alla vigilia e nel corso di ogni battaglia rivoluzionaria, quando ogni individuo deve decidere personalmente se arruolarsi nelle forze rivoluzionarie o preservarsi e stare a vedere come vanno le cose.

L’aspetto specifico di questa campagna elettorale consiste nel fatto che i grandi elettori, i depositari del potere borghese, i mandatari del governo borghese del nostro paese (la Corte Pontificia, gli imperialisti USA, i gruppi sionisti, la criminalità organizzata, la Confindustria, la Confcommercio, l’Associazione Bancaria Italiana e le altre associazioni padronali) presentano agli elettori due schieramenti (PD e PdL con le rispettive galassie) entrambi della destra borghese, che professano apertamente, entrambi, il Programma Comune della borghesia imperialista. La sinistra borghese (la S - l’A) è marginalizzata, “a rischio di estinzione” dicono addirittura i suoi esponenti che più cercano di sfruttare le paure del loro pubblico e terrorizzare gli incerti per strappare voti. I catastrofisti sono in un modo o nell’altro succubi della sinistra borghese o partecipi dei suoi destini e delle sue illusioni, dei suoi traffici e dei suoi privilegi. Essi confondono la marginalizzazione della sinistra borghese con la fine del mondo.

 

Per sfruttare in modo efficace ai fini della rinascita del movimento comunista la campagna elettorale e il suo strascico (bilancio dei risultati, assestamento dei gruppi parlamentari, formazione del nuovo governo) che copriranno i prossimi due o tre mesi, noi comunisti, coinvolgendo nel nostro lavoro il numero più ampio possibile di elementi avanzati delle masse popolari, in primo luogo della classe operaia, dobbiamo a livello nazionale e zona per zona, situazione per situazione, definire nel modo più concreto di cui siamo capaci (ma si impara a fare facendo e facendo il bilancio della propria attività), le parole d’ordine che dobbiamo lanciare, gli obiettivi politici che dobbiamo portare alle masse perché li facciano propri, gli obiettivi organizzativi di massa e di partito che dobbiamo perseguire.

Dobbiamo fare della campagna elettorale una grande scuola di comunismo per noi stessi, per quelli che ci stanno attorno, per una cerchia più ampia possibile delle masse popolari. L’ampiezza di questa scuola e la sua efficacia dipendono, principalmente se non solo, dalla nostra capacità, dal livello a cui padroneggiamo e usiamo il materialismo dialettico come metodo per conoscere la realtà e come metodo per trasformarla. In proposito la cosa principale è scorgere le divisioni, le contraddizioni che agitano la società, gli elementi principali in cui essa è divisa, la natura di ognuno di questi elementi e le relazioni che li legano. Chi non vede nemmeno le classi, chi vede una unica massa informe da cui distingue solo se stesso e i suoi intimi, chi non studia le molte e varie contraddizioni, chi non fa leva su di esse per mobilitare, organizzare ed educare, si condanna all’impotenza e di fatto, anche se non ne è consapevole, alimenta il corso delle cose dettato dalla borghesia.

 

Fare della campagna elettorale una scuola di comunismo ha

1. un aspetto propagandistico, di formazione delle coscienze a diversi livelli,

2. un aspetto organizzativo, di creazione di comitati di resistenza, di organizzazioni di massa, di legami tra organismi, di reclutamento, di consolidamento e rafforzamento organizzativo del Partito.

Molti dei punti particolari in cui si articola ognuno di questi due aspetti sono già stati indicati e sviscerati nei Comunicati CP delle scorse settimane e negli ultimi numeri di La Voce . Qui ritorniamo in dettaglio solo su alcuni.

 

Ai compagni rivoluzionari che esitano a impegnarsi nella campagna elettorale dobbiamo spiegare perché bisogna mobilitare le masse popolari affinché, guidate dai comunisti, facciano irruzione nel teatrino della politica borghese.

L’irruzione delle masse popolari guidate dai comunisti nel teatrino della politica borghese è uno dei quattro fronti di lotta in cui il Piano Generale di Lavoro, illustrato nel Manifesto Programma (MP), articola il lavoro di massa del (nuovo)Partito comunista italiano nella fase attuale della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata (MP pag. 221-224). Questa è la fase difensiva della guerra. Il nostro compito in questa fase si riassume nell’accumulazione delle forze rivoluzionarie, in altre parole nella costruzione del Nuovo Potere (MP pag. 203). Questo è formato dal fronte delle classi e delle forze rivoluzionarie, guidate o almeno orientate dal Partito comunista. Il Nuovo Potere è il movimento comunista cosciente e organizzato visto dal lato dei suoi compiti futuri.

L’irruzione ha un importante ruolo nello sviluppo della politica rivoluzionaria, nella guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata, nella creazione del Nuovo Potere. La controrivoluzione preventiva è il più avanzato regime politico con cui la borghesia imperialista finora è riuscita a impedire l’instaurazione del socialismo nei paesi imperialisti più avanzati (MP cap. 1.3.3. pag. 46-56). Il terzo dei cinque essenziali ingredienti dei regimi di controrivoluzione preventiva è far partecipare le masse popolari alla lotta politica borghese in posizione subordinata alla borghesia , al seguito dei suoi partiti e dei suoi esponenti, farle partecipare come elettori, come militanti dei suoi partiti, come claque per le sue campagne, come carrieristi (ecco uno dei motivi per cui ieri DS, PRC, PdCI, Verdi, ecc. rientravano a pieno titolo tra le forze borghesi e oggi vi rientra a pieno titolo la Sinistra l’Arcobaleno). Mobilitando le masse popolari a irrompere nel teatrino della politica borghese, noi sfruttiamo uno dei lati deboli del regime di controrivoluzione preventiva. L’irruzione delle masse popolari guidate dai comunisti nel teatrino delle politica borghese mina quindi uno dei pilastri di questo regime (la partecipazione subordinata alla borghesia alla lotta politica borghese) e contribuisce a minare anche il primo (sviluppa tra le masse popolari una coscienza rivoluzionaria) e il quarto (promuove la formazione e il rafforzamento di organizzazioni di massa autonome dalla borghesia, rafforza la sinistra nelle organizzazioni già esistenti, rafforza il Partito comunista). Combinata con l’erosione del secondo pilastro (a causa dello sviluppo della crisi generale la borghesia soddisfa sempre meno i bisogni elementari delle masse popolari, elimina addirittura le conquiste già strappate) e con lo sviluppo di una repressione sempre meno selettiva (è constatazione comune che la borghesia rafforza senza posa le sue forze repressive e allarga il ventaglio della loro azione), l’irruzione contribuisce quindi a rendere inefficace il regime di controrivoluzione preventiva. Quando l’efficacia del regime di controrivoluzione preventiva sarà scesa al di sotto di un certo livello, la borghesia dovrà cambiare sistema, passerà alla guerra civile, entreremo nella seconda più avanzata fase della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata.

L’irruzione delle masse popolari nel teatrino della politica borghese ha quindi un’importanza strategica, perché  

- fa crescere l’organizzazione e la coscienza delle masse popolari, consolida e rafforza il Partito comunista: detto in altre parole promuove la rinascita del movimento comunista;

- rafforza la mobilitazione delle masse popolari a difesa delle loro conquiste e per ampliare i loro diritti, rafforza la resistenza delle masse popolari al procedere della crisi generale del capitalismo;

- scompagina gli intrighi e le manovre che le forze borghesi compiono dietro le quinte del teatrino, rende più difficili, al limite impossibili, il funzionamento del teatrino e la sua azione di copertura e mascheratura delle reali relazioni e attività politiche, mostra alle masse popolari “di che lacrime gronda e di che sangue” il potere della Corte Pontificia e dei suoi accoliti e alleati;

- accresce le contraddizioni tra le stesse forze borghesi e tra i gruppi borghesi.

La borghesia fa già molto e farà di tutto per impedire l’irruzione delle masse popolari guidate dai comunisti nel suo teatrino. Cercherà di soffocare il Partito comunista e di rendere impossibile o inefficace la sua attività (l’Ottavo Procedimento Giudiziario contro la carovana del (n)PCI in corso a Bologna e le azioni poliziesche di questi giorni fanno parte di questo tentativo della borghesia). Cercherà di isolarlo dalle masse, di impedire che il Partito sviluppi la sua influenza tra le masse. Già ha eretto e moltiplica barriere e soglie di sbarramento, aumenta la quantità di firme da raccogliere, crea ostacoli amministrativi e finanziari: le riforme elettorali si succedono l’una all’altra. Probabilmente prima o poi si rafforzeranno nella borghesia le voci che reclameranno la chiusura del teatrino, cosa che potrebbe essere un primo passo verso la guerra civile. Ma se noi condurremo una giusta politica, anche la chiusura del teatrino sarebbe per la borghesia darsi la zappa sui piedi. Quindi essa esiterà a percorrere questa strada e quando, prima o poi, si deciderà, sarà già troppo tardi per la borghesia, noi avremo già raccolto forze sufficienti per far fronte con successo alla nuova più avanzata situazione.

 

Quali e quanti risultati raccoglieremo dalla campagna elettorale, dipenderà da come la condurremo noi e quelli che coinvolgeremo in questo lavoro. Di regola i “frammenti in libertà della sinistra borghese” presentano come programmi elettorali delle piattaforme rivendicative. Dobbiamo spiegare pazientemente ma senza esitazione che è un modo sbagliato di usare le campagne elettorali. Non a caso i loro programmi elettorali sono simili a quelli della residua sinistra borghese (la Sinistra l’Arcobaleno). Si distinguono solo perché le rivendicazioni sono più alte. Rossanda, Bertinotti & C giocano a fare la parte degli “uomini politici responsabili” (cioè rispettosi e comprensivi degli interessi della borghesia), vogliono distinguersi da quelli che gridano: “Fermate il mondo che voglio scendere!” ( il Manifesto 6 marzo 08: per Rossanda il mondo attuale è l’unico possibile!); da “consiglieri del principe” quali aspirano ad essere, cercano di dimostrare che le loro proposte sono compatibili con i conti e gli equilibri dell’ordinamento sociale borghese, anzi sono quanto di meglio per gli interessi “ben intesi” della borghesia (aumentano la domanda e il giro d’affari, migliorano la competitività, ecc.). Dove Bertinotti & C chiedono 10, Ferrando & C (e gli altri “frammenti in libertà”) chiedono 100. Già che ci sono potrebbero anche chiedere 1.000: non cambierebbe niente. Del resto è dura sostenere che con 1.300 euro netti al mese di salario garantito un lavoratore può mantenere in modo dignitoso una famiglia, tanto più se paga un affitto (come circa il 20% dei lavoratori, i peggio messi) o un mutuo per la casa (come circa un altro 40% dei lavoratori). Nessun dirigente d’azienda, deputato, alto funzionario o prelato si accontenterebbe né certo si accontenta di 1.300 euro netti al mese per sé e la sua famiglia.

Noi non siamo per principio contro le piattaforme rivendicative. Usiamo e dobbiamo usare piattaforme rivendicative di due specie.

1. Piattaforme di propaganda. Le piattaforme rivendicative propagandate e agitate per “educare” le masse, per risvegliare anche gli strati più arretrati alla comprensione di cosa significa e cosa comporta, tradotta nelle relazioni della società borghese e nella lingua della cultura borghese, in termini di rivendicazioni e quindi restando nell’ambito di una condizione dipendente (di sfruttato, di oppresso, di dipendente, di “variabile dipendente” come direbbero Benvenuto e gli esponenti della destra sindacale suoi successori), quella “vita dignitosa” per ogni famiglia che è già inscritta nella Costituzione del 1948 della Repubblica Italiana come diritto di ogni lavoratore. Cosa significa, messo in linguaggio borghese, salariale, quello che una società socialista assicurerebbe come base minima universale per ogni individuo: alimentazione, vestiario, abitazione, riscaldamento, servizi (trasporti, reti di comunicazione, ecc.), assistenza sanitaria, istruzione fino all’università, sport e divertimenti, ecc. È inutile dettagliare qui a quanti euro al mese per persona equivale questa “vita dignitosa” di una famiglia: visto che noi comunisti (a differenza di Ratzinger, della sua burocrazia di vescovi e preti e del suo seguito clericale e laico di teodem e teocon) siamo sul serio e coerentemente per la “difesa della vita” e teniamo conto che anche le casalinghe, i bambini, gli studenti, gli anziani, insomma ogni membro della famiglia consumano e hanno bisogno di un reddito: solo così la famiglia di un lavoratore avrebbe una “vita dignitosa” in una società borghese (e nessun membro della famiglia sarebbe oggettivamente un peso economico per gli altri). Il tutto supponendo che il dominio incontrastato degli speculatori non faccia raddoppiare di mese in mese la cifra.

2. Piattaforme di vertenza. Le piattaforme avanzate in una lotta rivendicativa concreta, definita. In questo genere di piattaforme quello che si chiede dipende caso per caso dai rapporti di forza concreti, da quanto i protagonisti della lotta concreta sono capaci di tirare la corda, per ottenere che il padrone o le Autorità soddisfino proprio quelle precise richieste, che devono quindi essere ben sentite dai lavoratori che scendono in lotta per ottenerle. Il contenuto di una piattaforma di vertenza non dipende da quello che “è giusto”: perché niente di quello che il padrone vuole dal lavoratore è giusto per il lavoratore e per il lavoratore è giusto tutto quello che riesce a strappare al padrone. Questo è il rapporto di lavoro salariale. Questo è il rapporto tra sfruttati e sfruttatori, tra oppressi e oppressori.

Ma proprio considerando cosa sono le piattaforme rivendicative, quelle propagandistiche e quelle pratiche di vertenza, è evidente che i programmi elettorali dei “frammenti in libertà della sinistra borghese” sono troppo e troppo poco. Sono troppo: visto che non hanno e non avranno alcuna forza per farli valere davvero, come piattaforme di lotte rivendicative, di vertenza. Sono troppo poco: visto che non corrispondono alle esigenze di una “vita dignitosa” per la sua famiglia, un diritto che già la Costituzione del 1948 riconosce a ogni lavoratore. Non sono accettabili come piattaforme di propaganda.  Cosa sono quindi questi programmi elettorali - piattaforme rivendicative? Sono specchietti per allodole, come quelli dei partiti borghesi, in particolare della sinistra borghese. Diseducano, confondono le idee, distolgono l’attenzione (il contrario di quello che dobbiamo fare: elevare la coscienza politica), aprono la via alla delusione, al risentimento, alla disgregazione (il contrario di quello che dobbiamo fare: rafforzare e allargare l’organizzazione).

 

Ma allora, come devono essere i programmi elettorali delle liste patrocinate da noi comunisti? Essi indicano e devono indicare quello che noi faremo effettivamente. Che è quello che facciamo già e che continueremo a fare anche se non siamo eletti e quale che sia il numero di voti che raccogliamo. Solo che ci impegniamo a farlo con tanta più forza quanto più ce ne conferirà il numero di voti raccolti, che a sua volta sarà un indice di quanto le masse popolari sono raccolte attorno a noi comunisti, della misura in cui seguono le nostre parole d’ordine e le nostre indicazioni, di quanto noi siamo sostenuti dalle masse popolari e interpreti capaci delle loro aspirazioni, capaci di tradurle in obiettivi politici, economici, culturali che le stesse masse organizzate e dirette dai comunisti nella realtà impongono alla borghesia imperialista. Continueremo cioè a promuovere la mobilitazione e l’organizzazione e a elevare la coscienza delle masse popolari. Infatti l’unica forza che può strappare conquiste alla borghesia, al clero e agli altri ricchi, è la forza delle masse popolari organizzate, la paura che le masse popolari organizzate e mobilitate riescono a incutere ai ricchi, al clero, alle Autorità e ai padroni, i danni che riescono a fare ai loro affari con proteste, scioperi, dimostrazioni, prese di posizione. Parlamentari, consiglieri, ministri e assessori, sindaci e presidenti regionali che si aggirano tra aule parlamentari, salotti borghesi, sedi della Pubblica Amministrazione o di Consigli di Amministrazione per perorare gli interessi della masse popolari, sono inutili e ridicoli. Gli eletti delle liste di sinistra non possono fare nulla di per sé, se non (supponendo pure la loro buona fede e onestà personali) i burattini della borghesia e gli imbonitori delle masse popolari: l’esperienza del governo PAB lo ha mostrato su grande scala. Potrebbero invece sostenere, promuovere, ampliare, rafforzare l’organizzazione e la coscienza delle masse popolari, contribuire a fare del movimento delle masse popolari una forza che trasformerà il mondo.

Consideriamo ad esempio, in alcuni casi presi come esempio, cosa potrebbero fare gli eventuali eletti delle nostre liste, i sindaci, i parlamentari eletti nelle nostre liste. Se si attengono coerentemente ad una politica di classe, ispirata a quella indicata dal Manifesto Programma del Partito comunista per i primi momenti dell’instaurazione del socialismo, se quindi, benché ancora nell’ambito della società borghese, agiscono come esponenti e portavoce del Nuovo Potere, essi potrebbero mobilitare, organizzare e dirigere, ad esempio con i mezzi dell’amministrazione comunale di cui il sindaco dispone, le masse a occupare le case lasciate sfitte dai ricchi, dalla Chiesa, dalle società immobiliari, dalla Pubblica Amministrazione, dagli Enti, dai capitalisti: insomma dai membri e gruppi della borghesia imperialista (contraddizione antagonista). Trattate così le contraddizioni tra masse popolari e borghesia imperialista, potrebbero inoltre mobilitare le masse a trattare le contraddizioni e trovare soluzioni per le case sfitte proprietà di lavoratori, sulla base del reciproco interesse (contraddizione in seno al popolo). Sarebbe infatti sbagliato trattare le case proprietà di lavoratori come le case proprietà dei capitalisti e assimilati.

Quello che abbiamo indicato per le case sfitte, vale in modo analogo per ogni campo ed è coerente con quanto noi ci ripromettiamo di fare a livello generale e con ben altri mezzi e ben altra forza, appena instaurato il socialismo.  Ad es. si potrebbero occupare cliniche e ospedali e far ricoverare e curare gli ammalati in lista d’attesa, nei reparti tenuti vuoti a disposizione di chi paga.

La Pubblica Amministrazione attuale già mette a disposizione degli eletti soldi, strumenti, mezzi di trasporto, edifici, uomini: ogni nostro eletto deve usarli per mobilitare e organizzare le masse popolari ad affrontare efficacemente  le contraddizioni antagoniste e a trattare con i modi e metodi migliori le contraddizioni in seno al popolo. Anziché far funzionare alla meno peggio lo Stato borghese e l’ordinamento borghese, deve dare alle masse popolari organizzate mezzi, conoscenze e direzione perché facciano fronte alle contraddizioni antagoniste e trattino le contraddizioni in seno al popolo. È ovvio che una simile condotta dei nostri eletti susciterà l’odio furibondo della borghesia imperialista e dei suoi soci, clienti e agenti. Dovremo difendere i nostri eletti e questi, spalleggiati dalle masse popolari, dovranno essere pronti a far fronte e imparare a far fronte alle conseguenze della loro condotta (questo sarà anche un buon deterrente (una buona garanzia) contro affaristi, carrieristi, infiltrati e corrotti).

In particolare sarà indispensabile prestare molta attenzione alle contraddizioni in seno al popolo. La borghesia imperialista, il clero e i loro soci e agenti abitualmente trasformano le contraddizioni tra masse popolari e borghesia imperialista in contraddizioni tra parti delle masse popolari, cercano di far diventare antagoniste le contraddizioni tra parti delle masse popolari. La società attuale è talmente collettiva, che ogni trasformazione in un suo punto ha ripercussione in molti altri. Una cosa altamente meritoria, come ad esempio una migliore tutela della salute pubblica e prevenzione delle malattie, porta alla rovina infermieri, dottori, addetti vari del settore sanità, i produttori di medicine e altri generi di cure. La riduzione degli incidenti stradali giova alle Assicurazioni e nuoce alle officine meccaniche che riparano auto e alle aziende che le producono e vendono. Per ridurre l’inquinamento bisogna sviluppare il trasporto pubblico e ridurre il numero di auto: ma questo riduce l’attività di tutte le aziende del settore automobilistico e dell’indotto. Niente di più facile per la borghesia imperialista che mobilitare i danneggiati contro le masse popolari mobilitate a imporre e attuare i propri interessi. Bisogna prevenire queste manovre, dando soluzioni adeguate e tempestive ai “buchi” che apre in un settore delle masse popolari ogni miglioramento attuato in un altro settore, a volte anche il miglioramento fatto nello stesso settore.

Il movimento comunista, anche del nostro paese, ha una ricca tradizione ed esperienza in questi campi. Sindaci, consiglieri, parlamentari e assessori socialisti prima (fino al Biennio Rosso) e comunisti dopo (in particolare subito dopo il 25 aprile 1945) hanno dato fulgidi esempi di come si deve comportare un eletto delle nostre liste, in stretto legame con le masse popolari. Spesso vi sono stati limiti nella capacità di prevedere le mosse del nemico, di prevenirle, di trattare adeguatamente le contraddizioni in seno al popolo, nell’azione dei livelli superiori delle organizzazioni di massa e del Partito. Ma sono tutte cose su cui il bilancio dell’esperienza del movimento comunista e in particolare della prima ondata della rivoluzione proletaria, riassunto ed esposto nel Manifesto Programma del Partito (il maoismo), mostrano una strada di livello superiore a quella praticata nel passato. Siamo quinti assolutamente in grado di impedire che le conquiste che riusciamo a strappare, la borghesia le ritorca contro le masse popolari, alimentando contrasti tra masse popolari, servendosene per mobilitare ai suoi ordini una parte delle masse popolari contro quelle che lottano con più forza e si sono rese più indipendenti da essa.

 

Armati di queste linee e di quelle indicate nei Comunicati precedenti, negli ultimi numeri di La Voce e nel Manifesto Programma del Partito, siamo in grado di condurre con forza e chiarezza la campagna elettorale, di affermare con cognizione di causa e capacità di argomentazione che il voto più utile è quello che più rafforza la rinascita del movimento comunista, che meglio serve a propagandare l’obiettivo di fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo, che meglio serve a raccogliere forze e risorse a favore della rivoluzione socialista.

L’unico programma realistico e serio che i candidati possono darsi e in nome del quale possono chiedere onestamente il voto consiste di quello che essi potranno effettivamente realizzare una volta eletti: sostenere la rinascita del movimento comunista, favorire l’accumulazione delle forze rivoluzionarie, favorire in ogni modo la mobilitazione delle masse popolari a difesa e ampliamento delle conquiste e per estendere i loro diritti, scompaginare in ogni modo e con ogni mezzo le relazioni, gli accordi e gli affari che le forze borghesi concludono e cercano di condurre di nascosto dalle masse popolari, dietro le quinte del teatrino della politica borghese.

I candidati delle nostre liste che fossero effettivamente eletti devono adempiere esattamente questo programma.

Ogni piattaforma rivendicativa, che i candidati si impegnano a realizzare una volta eletti, è un imbroglio. Chi si assume tali impegni o è uno sciocco o è un imbroglione. Chiunque promette che se lui sarà eletto, lui farà questo o quello per le masse popolari, o è uno sciocco o è un imbroglione: le masse popolari avranno dalla borghesia e dalle sue Autorità solo quello che esse avranno la forza sufficiente per strappare, per creare rapporti di forza favorevoli, per spaventare abbastanza la borghesia e le sue Autorità, la Corte Pontificia e gli altri mandatari dello Stato italiano, per nuocere abbastanza ai loro affari. Le uniche rivendicazioni che possiamo realizzare, sono quelle per le quali esiste una mobilitazione delle masse popolari sufficiente per indurre la borghesia, le forze politiche borghesi, la Corte Pontificia e gli altri mandatari del governo e delle Autorità a ritenere conveniente concedere qualcosa. E anche in questi casi bisognerà vigilare per impedire che quello che concedono con una mano se lo ripiglino con l’altra, che usino quello che hanno concesso a una parte delle masse popolari per nuocere a un’altra parte e quindi mettere una parte delle masse popolari contro l’altra.   

 

La borghesia confina, ha bisogno di confinare le masse popolari nel ruolo di supporto, di elettori e di claque dell’azione dei propri uomini politici. La sinistra borghese la segue completamente su questa strada. Noi comunisti e gli elementi avanzati dobbiamo al contrario, con tutte le nostre forze, fare in modo che le masse popolari diventino quello che solo esse possono essere: le masse popolari organizzate attorno alla classe operaia e al suo Partito comunista sono la sola forza capace di trasformare il mondo attuale e aprire una nuova luminosa fase della storia dell’umanità.

 

Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi! Il marasma attuale del mondo è solo il risultato del nuovo dispiegarsi della natura dei capitalisti che sono nuovamente liberi dai lacci e laccioli che il movimento comunista aveva loro imposto!

 

È del tutto possibile porre fine all’attuale corso delle cose e instaurare un nuovo ordinamento sociale basato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e su un’attività economica pianificata e volta al benessere degli uomini!

 

È vero che per loro natura i capitalisti spremono i lavoratori. Ma fino a che punto possono dare libero corso alla loro natura dipende dalla forza del movimento comunista cosciente e organizzato. Gli operai organizzati sono pienamente in grado di guidare il resto delle masse popolari a fare a meno dei capitalisti e delle altre classi sfruttatrici e a instaurare un nuovo superiore ordinamento sociale: il socialismo!

 

Le aziende devono smettere di produrre profitti e di essere proprietà di singoli o di gruppi. Devono diventare collettivi di lavoratori, istituzioni a cui la società assegna il compito di produrre determinate cose o servizi e a cui assegna i mezzi necessari perché lo svolgano. L’esempio più vicino sono le migliori, più oneste ed efficienti istituzioni produttive, di ricerca, scolastiche o sanitarie pubbliche che vediamo qua o là, di tanto in tanto come eccezioni nella società borghese.

 

L’efficienza di un’azienda si deve misurare dal suo contributo alla vita sociale, dalla qualità e quantità dei suoi prodotti, dal rispetto della integrità, salute e dignità di chi vi lavora, dal rispetto per l’ambiente, dal risparmio di fatica, di forze produttive, di energia e di materie prime. 

 

Ogni persona di buona volontà può contribuire alla rinascita del movimento comunista, a ricostruire quel tessuto di organizzazioni di massa anticapitaliste che avevano reso forti gli operai e le altre classi delle masse popolari: è quello che ci vuole per impedire ai capitalisti di dispiegare liberamente la loro natura barbara e per arrivare a fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

I morti di Torino, come tutti i morti e mutilati sul lavoro, sono le vittime dei padroni, dei politicanti e del clero che li assecondano, dei paladini della precarietà che difendono il loro criminale ordinamento sociale: in nome dei profitti e della concorrenza condannano i lavoratori alla miseria, alla precarietà, alla malattia e alla morte!

 

La partecipazione del nostro paese alla guerra preventiva USA e all’aggressione imperialista dei paesi oppressi e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per la maggioranza delle masse popolari italiane sono le due facce del Programma Comune della borghesia imperialista italiana!

 

Promuovere agitazioni e proteste contro la Corte Pontificia, gli imperialisti USA e i sionisti d’Israele, contro le missioni militari italiane all’estero, contro i governi della guerra, del carovita e dell’inquinamento!

 

La campagna razzista e anti-islamica fomentata dalla destra borghese, dai fascisti e dal Vaticano è una campagna a sostegno della guerra preventiva e della guerra infinita di Bush e della sua banda di criminali e di sionisti!

 

Contrastare la campagna razzista e bellicista con cui gli imperialisti, i sionisti e il Vaticano preparano e sostengono l’aggressione dell’Iran, della Siria, del Sudan e di altri paesi!

 

Appoggiare la lotta contro la nuova base USA di Vicenza, contro il potenziamento della base di Sigonella (SR), contro la produzione di bombardieri F-35 a Cameri (NO), contro la partecipazione del governo italiano allo “scudo stellare”, contro la collaborazione militare speciale con i sionisti d’Israele (legge 94/2005), contro l’uso dell’Italia come piattaforma per l’aggressione imperialista in Asia, in Africa e in Europa orientale!

 

Appoggiare e rafforzare il Comitato No Dal Molin, il Comitato No TAV e tutti i gruppi e movimenti di resistenza alla guerra, al peggioramento delle condizioni di lavoro e dei salari, alla devastazione dell’ambiente!

 

Protestare contro l’uso delle forze armate in Campania per riaprire le discariche, attivare gli inceneritori e perpetuare l’uso della Campania come pattumiera dei rifiuti tossici e nocivi dell’Italia e dell’Europa imposto dal connubio Pubbliche Autorità, governi Berlusconi-Bossi-Fini e Prodi-D’Alema-Bertinotti, camorra, industriali e Vaticano!

 

Appoggiare e promuovere la lotta delle donne contro la discriminazione nel lavoro e nel salario, contro l’oppressione nei rapporti familiari e sociali, contro l’oscurantismo clericale e borghese! Appoggiare e promuovere la lotta dei lavoratori e delle masse popolari immigrate contro lo sciovinismo nazionale e la discriminazione razziale e nazionale, contro l’oppressione e lo sfruttamento! Appoggiare e promuovere la lotta dei giovani contro la discriminazione, la precarietà, lo sfruttamento, la scuola asservita alla borghesia, l’emarginazione sociale!

 

Contro la guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari nel nostro paese come in ogni angolo del mondo, bisogna portare avanti la guerra popolare rivoluzionaria fino all’instaurazione del socialismo e da subito imporre di nuovo ai padroni lacci e laccioli come quelli che il movimento comunista aveva già loro imposto nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria!

 

Il terreno è favorevole alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato! Facciamo di ogni lotta rivendicativa una scuola di comunismo!

 

Il nuovo Partito comunista italiano fa in Italia quello che i comunisti di altri paesi fanno nel resto del mondo: ricostruire un movimento comunista potente che ponga nuovamente fine alla libertà dei capitalisti e instauri il socialismo, facendo tesoro dell’esperienza dei primi paesi socialisti!

 

Unire la nostra lotta alla Resistenza che in Iraq, in Afghanistan, in Palestina, in Libano, in Somalia tiene in scacco i mercenari dei gruppi e dalle potenze imperialiste, alla lotta contro l’invadenza e la prepotenza degli imperialisti condotta a Cuba, in Venezuela, in Bolivia, in Ecuador, in Colombia!

 

Imparare dalla guerra popolare rivoluzionaria oramai in fase avanzata in Nepal, nelle Filippine, in India, in Perù, in Turchia!

 

Mobilitare i lavoratori più avanzati per la rinascita del movimento comunista e il consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista italiano!

 

Assimilare ad un livello più alto il materialismo dialettico come metodo per conoscere la realtà e come guida per trasformarla: ecco la chiave per consolidare e rafforzare il (nuovo)Partito comunista italiano.

 

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista italiano, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!