La Voce 27

Il (nuovo)Partito Comunista Italiano a proposito della IX Conferenza Internazionale di Organizzazioni e Partiti Marxisti-Leninisti (ICMLPO) e delle Risoluzioni n° 1, 2 e 3 della IX ICMLPO

Internazionale
giovedì 1 novembre 2007.
 

Il (n)PCI ha partecipato per la prima volta ai lavori della ICMLPO e, sulla base dell’esperienza, conferma l’utilità della ICMLPO nel favorire i legami, la conoscenza reciproca e il confronto tra organizzazioni e partiti comunisti e ringrazia gli organismi organizzatori e promotori della Conferenza per il lavoro che hanno compiuto. La ICMLPO è uno strumento importante per rafforzare l’internazionalismo proletario, rafforzamento che è uno degli aspetti chiave per la rinascita del movimento comunista e per lo sviluppo vittorioso della seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza nel mondo. Il (n)PCI intende quindi partecipare attivamente alla preparazione della X ICMLPO. Proprio per questo non ha firmato le Risoluzioni n° 1, 2 e 3 della IX ICMLPO che ha pubblicato come Supplemento a La Voce n. 27 sul proprio sito internet (http://lavoce-npci.samizdat.net) e di seguito espone i motivi per cui non ha firmato. Il (n)PCI è disponibile ad un franco scambio di informazioni e al dibattito, su base bilaterale e multilaterale, con i partiti e le organizzazioni che vogliono ulteriori chiarimenti. Segnala anche che una parte considerevole delle proprie posizioni sono conoscibili tramite il sito internet http://lavoce-npci.samizdat.net che contiene anche una sezione (EiLE) in spagnolo, inglese, francese, tedesco.

Il (n)PCI non sottoscrive la Risoluzione n° 1 (“Lo sviluppo del sistema imperialista mondiale”) perché ritiene che costituisca un esempio di quella “deviazione dalla dialettica materialista” indicata come una delle fonti del revisionismo moderno nella “Dichiarazione per riaffermare il significato e l’importanza della lotta contro il revisionismo moderno e della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria” che molti dei partiti firmatari della Risoluzione n° 1 hanno sottoscritto.

 

 

Alla IX Conferenza Internazionale di Organizzazioni e Partiti Marxisti-Leninisti hanno partecipato 25 delegazioni (altre 13 organizzazioni, pur aderendo, non sono riuscite a inviare loro delegazioni). La Conferenza ha approvato 6 Risoluzioni che sono reperibili sul sito Internet del Partito, nella Sezione Internazionale. La Conferenza edita una rivista in inglese, International Newsletter (INL), reperibile sul sito www.icmlpo.de. Per contatti, rivolgersi a int.co@t-online.de. Il materiale della IX ICMLPO sarà pubblicato sui prossimi numeri di INL. Sullo stesso sito è reperibile anche la “Dichiarazione per riaffermare il significato e l’importanza della lotta contro il revisionismo moderno e della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria”, sottoscritta da gran parte se non da tutti i partiti e le organizzazioni partecipanti alla IX ICMLPO.

 

 

La Risoluzione n° 1 tratta dello sviluppo economico e politico del sistema imperialista. Questo sviluppo è il risultato della lotta tra due campi opposti: borghesia imperialista e movimento comunista (classi sfruttate e popoli oppressi). Nell’epoca dell’imperialismo (che dura oramai da più di un secolo) questi due campi si sono sempre più distinti l’uno dall’altro e la lotta tra di essi diventa sempre più acuta col procedere del tempo. Ognuno di essi si è sviluppato e si sviluppa per le sue contraddizioni interne e grazie alla lotta con il suo opposto e ciò continuerà finché il movimento comunista prevarrà definitivamente sulla borghesia imperialista. La risoluzione non descrive i principali fattori interni ed esterni e le principali tappe dello sviluppo compiuto da ognuno dei due campi a causa delle sue contraddizioni interne e del reciproco contrasto: 1. non descrive lo sviluppo dovuto alle contraddizioni interne alla borghesia imperialista (la successione 1. di crisi generali per sovrapproduzione assoluta di capitale e 2. di periodi di ripresa dell’accumulazione del capitale e di espansione dell’attività economica, successione che caratterizza l’epoca imperialista), 2. non descrive lo sviluppo dovuto alle contraddizioni interne al campo rivoluzionario (affermazione della teoria e pratica rivoluzionaria e influenza della borghesia, la lotta tra la sinistra e la destra nel movimento comunista internazionale), 3. non mostra la relazione di reciproca determinazione tra i due campi, come uno ha influenzato e influenza lo sviluppo dell’altro.

Per stendere su questo argomento una risoluzione che serva da guida per la pratica rivoluzionaria, a nostro parere occorre assumere come guida metodologica lo scritto di Mao “Sulla contraddizione” e occorre nettamente distinguere politica ed economia ma indicarne anche la combinazione tipica dell’epoca imperialista.

Inoltre nella Risoluzione i contrasti di analisi e di linea tra i partiti emersi nel dibattito sono smussati. Al contrario, la Risoluzione deve configurarli in modo netto. È la condizione necessaria perché tutte le organizzazioni e partiti partecipanti alla ICMLPO e altri partiti e organismi comunisti possano partecipare con iniziativa al superamento dei contrasti e contribuire tramite l’analisi, il dibattito e la verifica nella pratica (lotta tra le due linee) al raggiungimento di una unità superiore.

 

Il (n)PCI non sottoscrive la Risoluzione n° 2 (“La lotta della classe operaia internazionale, le lotte anti-imperialiste dei popoli e la costruzione del partito marxista-leninista”) perché ritiene che la questione su cui principalmente i comunisti dei paesi imperialisti e dei paesi oppressi dall’imperialismo devono oggi concentrare la loro attenzione, per ricavare dal bilancio dell’esperienza storica del movimento comunista le lezioni necessarie per costruire nuovi partiti comunisti, sono “i motivi per cui il movimento comunista nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale non è riuscito a instaurare il socialismo nei paesi imperialisti”. Invece la risoluzione pone al centro dell’attenzione “il passo indietro compiuto dal movimento comunista nei paesi arretrati in cui era riuscito ad instaurare il socialismo, cioè nei primi paesi socialisti”: un evento ricco di insegnamenti, ma normale in ogni grande rivolgimento della storia dell’umanità.

Solo ponendo al centro dell’attenzione i limiti che durante la prima ondata della rivoluzione proletaria hanno impedito al movimento comunista di instaurare il socialismo nei paesi imperialisti, si pone al centro del proprio lavoro teorico e pratico la questione di “quale strategia i nuovi partiti comunisti devono adottare per portare al successo la rivoluzione” e di “quali devono essere la concezione del mondo e il metodo di lavoro dei nuovi partiti comunisti”: in sintesi le lezioni che dobbiamo trarre dall’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale per renderci capaci di promuovere e organizzare con successo la seconda ondata della rivoluzione proletaria mondiale.

Il (n)PCI ribadisce, in coerenza con i grandi insegnamenti teorici anche di Engels e di Mao, che la strategia della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti è la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata (GPR di LD), invita caldamente tutti i partiti e le organizzazioni comuniste a ristudiare l’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria nei paesi imperialisti alla luce della teoria della GPR di LD e a distinguere le leggi universali della GPR di LD dalle leggi specifiche di ogni paese (imperialista o oppresso, capitalista o semifeudale, industriale o agricolo, ecc.).

Il (n)PCI ribadisce che i nuovi partiti comunisti, per essere all’altezza dei loro compiti, devono fondarsi sul marxismo-leninismo-maoismo e indica in particolare i cinque principali apporti del maoismo al patrimonio teorico del movimento comunista, che fanno di esso la terza superiore tappa del pensiero comunista (vedasi La Voce n° 10 , L’ottava discriminante , sito internet http://lavoce-npci.samizdat.net).

 

Il (n)PCI non sottoscrive la Risoluzione n° 3 (“Sullo sviluppo della IX Conferenza Internazionale di Organizzazioni e Partiti Marxisti-Leninisti e la preparazione della X Conferenza”) perché essa non mette in luce i contrasti principali che oggi separano partiti e organizzazioni comuniste. Per unirsi, bisogna anzitutto delimitarsi. Stendendo il silenzio sui contrasti, si ostacola la crescita e l’unità. Ci sono organizzazioni e partiti che persistono a richiamarsi al marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong, intendendo ciò in opposizione al marxismo-leninismo-maoismo. Il (n)PCI ritiene che ogni partito e organizzazione contribuirebbe all’unità e al rafforzamento del movimento comunista internazionale se chiarisse quali sono i propri fondamenti ideologici e quale è la sua strategia per instaurare il socialismo nel proprio paese e per contribuire alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza nel mondo.

Questo è il primo passo da compiere per poter sviluppare un fecondo lavoro comune anche sul terreno politico. Per svilupparsi in modo fecondo e con prospettiva di successo, il lavoro comune sul terreno politico deve basarsi 1. sulla conoscenza reciproca e la collaborazione in ogni campo in cui è possibile (dalla quantità alla qualità), 2. sul dibattito franco circa il bilancio del movimento comunista, l’analisi della situazione e la linea generale, 3. sulla solidarietà di fronte alla repressione che la borghesia accresce giorno dopo giorno contro i comunisti, contro i rivoluzionari e contro gli antimperialisti, contro quanti promuovono la resistenza delle masse popolari all’eliminazione delle conquiste, allo sfruttamento e all’oppressione.

 

Dal confronto delle Risoluzioni n° 1, 2 e 3 della IX ICMLPO con la “Dichiarazione per riaffermare il significato e l’importanza della lotta contro il revisionismo moderno e della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria” (sottoscritta da gran parte se non da tutti i partiti e le organizzazioni partecipanti alla IX ICMLPO) il (n)PCI trae la conclusione che per migliorare il contributo della ICMLPO alla rinascita del movimento comunista internazionale è necessario combattere la tendenza alla separazione tra teoria e pratica, più precisamente 1. la tendenza a non lottare fermamente e fraternamente per elaborare una teoria rivoluzionaria coerente che superi i limiti che hanno impedito la vittoria definitiva del movimento comunista nella prima ondata della rivoluzione proletaria, 2. la tendenza ad accontentarsi di affermazioni teoriche contraddittorie e di frammenti di teoria, staccati dalla lotta rivoluzionaria vivente delle masse e trasformatisi in dogmi rinsecchiti, 3. la tendenza, conseguente dalla precedente, a una pratica senza principi. Senza teoria rivoluzionaria un movimento rivoluzionario proletario non riesce a svilupparsi oltre un livello elementare semispontaneo e a conseguire la vittoria sulla borghesia imperialista. Solo partiti comunisti guidati da una teoria d’avanguardia possono adempiere alla funzione di combattenti d’avanguardia, di promotori e dirigenti della lotta contro la borghesia imperialista.

 

Viva l’internazionalismo proletario!

 

Viva la Conferenza Internazionale delle Organizzazioni e dei Partiti Marxisti-Leninisti!

 

15 ottobre 2007