Bilancio dell’azione repressiva del 26 Maggio 2005

lunedì 27 marzo 2006.
 

I compagni Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel, membri del (n)PCI, sono stati nuovamente arrestati il 26 Maggio 2005 a Parigi dagli agenti della Direzione Nazionale Antiterrorismo (DNAT), la polizia politica della Repubblica Francese. I due compagni avevano abbandonato il confino nella prima metà di dicembre 2004 seguendo la direttiva della CP e avevano riassunto il loro posto di lavoro nella struttura clandestina centrale del (n)PCI (vedi Comunicato CP 09.12.04 sul sito internet www.nuovo-pci.com). Purtroppo le misure di sicurezza adottate non sono state sufficienti a far fronte alla caccia condotta da un’apposita squadretta della DNAT dedicata allo scopo. Ai due compagni tutto il Partito rinnova la solidarietà e il sostegno. Il Partito chiede a tutte le FSRS e a tutti gli elementi avanzati delle masse popolari di continuare ad esprimere, ognuno nel modo a lui più confacente, la solidarietà con i due compagni e di fare quanto di meglio possibile per promuovere la solidarietà delle masse popolari verso i due comunisti.

Come già indicato nel Comunicato della CP del 28.05.05, l’arresto dei due compagni non deve generare delusione né demoralizzazione. Bisogna combattere con pazienza, con argomenti ma con fermezza ogni interpretazione disfattista del loro arresto, avvenuto a meno di sei mesi dal passaggio dei due compagni alla clandestinità. In una lotta di lunga durata e per alcuni aspetti nuova, quale quella che il Partito conduce, sono inevitabili alti e bassi, avanzate e ritirate, periodi di scontri accesi e pause, successi e sconfitte. Al fine di assicurare che in definitiva la vittoria sarà nostra, quello che è importante è che dopo ogni sconfitta raccogliamo le forze, traiamo le lezioni dall’esperienza, tracciamo una linea di ripresa e iniziamo ad attuarla. Le cause dell’attuale sconfitta sono eguali a quelle della sconfitta del 2003, che la CP ha illustrato nel suo Comunicato di agosto 2003: 1] le forze del Partito operanti professionalmente nella clandestinità sono molto ridotte; 2] di conseguenza lo stile di lavoro (la divisione del lavoro, la compartimentazione, ecc) è scadente; 3] persistono carenze, facilmente superabili anche con le forze attuali, nella definizione e nell’osservanza di criteri, misure e regole del lavoro e della vita clandestini adeguati alla persecuzione di cui il Partito è bersaglio.

Nel tirare il bilancio, è probabile che alcuni compagni faranno i grilli parlanti: “L’avevamo detto!”. Per avanzare occorre invece che alcuni compagni capiscano la gravità delle conseguenze per il nostro lavoro della loro personale resistenza a dedicarsi professionalmente al lavoro clandestino. Occorre che altri capiscano la gravità delle conseguenze per il comune lavoro della loro personale resistenza ad elaborare ed applicare criteri, misure e regole di lavoro e di vita clandestini adeguati ai limiti non immediatamente superabili delle nostre forze. Occorre che altri capiscano la gravità delle conseguenze per il comune lavoro della loro personale resistenza a svolgere una efficace ed energica opera di formazione e di reclutamento di compagni al lavoro clandestino. Bisogna rintuzzare con energia, con argomenti e pubblicamente la soddisfazione con cui alcune FSRS accoglieranno i nuovi arresti. La malignità della loro gioia sta nel fatto che non propongono, e non possono proporre, un’altra strada alla rivoluzione socialista diversa da quella del Partito, una strada che sia fondata razionalmente sull’esperienza dei rapporti di classe nella nostra società; i loro portavoce si riducono a presentare le inevitabili difficoltà che noi incontriamo sul nostro cammino, come dimostrazioni che la via che noi proponiamo e pratichiamo è impossibile e a sostenere implicitamente che bisogna rassegnarsi a lavorare alla giornata senza strategia: il che è una forma camuffata di disfattismo che proviene dalla mancanza di fiducia nella vittoria della causa del comunismo, della mancanza di fiducia nella possibilità di realizzare la parola d’ordine: “Fare dell’Italia un nuovo paese socialista”.

La via del Partito clandestino, la via della lotta sui quattro fronti per accumulare forze rivoluzionarie, la via della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata è la via per fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire cosi’ alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo. Questa via è indicata dall’esperienza del movimento comunista internazionale e italiano. E’ lo sbocco degli insegnamenti di Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao e Gramsci. E’ il risultato dell’elaborazione della ricca esperienza del passato e del presente. Solo dei demagoghi e dei ciarlatani la presentano come una via priva di difficoltà e facile da percorrere. Solo degli opportunisti e dei rassegnati predicano di abbandonarla e di non imboccarla a causa delle difficoltà che presenta. Chi la imboccherà e la percorrerà con tenacia imparerà via via tutta la scienza e tutte le tecniche necessarie per arrivare alla vittoria. L’arresto dei due compagni è un ulteriore episodio della pluridecennale sistematica persecuzione con cui le Autorità e la borghesia italiana cercano di impedire la costituzione, il consolidamento e il rafforzamento del (nuovo)PCI. Le Autorità francesi danno loro man forte sulla lotta contro la rinascita del movimento comunista. Per tutta la borghesia imperialista la lotta per soffocare i partiti comunisti è il nucleo politico centrale della sua attività per restringere ed limitare i diritti democratici delle masse popolari, per cancellare le conquiste di civiltà e benessere che le masse popolari le hanno strappato, dirette dai partiti comunisti, durante la prima ondata della rivoluzione proletaria. E’ il nucleo politico della guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce in ogni angolo del mondo contro le masse popolari. La resistenza che le masse popolari oppongono ai tentativi dei gruppi imperialisti, franco-tedeschi in particolare, di costituirsi come nuovo e autonomo polo imperialista mondiale è un segnale positivo.

Noi comunisti dobbiamo lanciare alle masse popolari l’appello a resistere alla ondata di repressione e di miseria che dilaga nuovamente in Europa e coinvolgere in questa resistenza anche la borghesia di sinistra. La borghesia imperialista maschera la persecuzione del (nuovo)PCI come guerra al terrorismo. La vicenda dei due compagni Maj e Czeppel dal 2003 a oggi si presta in modo esemplare per mostrare che si tratta di un camuffamento. Esiste una sola ragione che spiega il comportamento delle Autorità francesi: dare una mano alle Autorità italiane per impedire o almeno ostacolare l’attività del Partito restando formalmente nei limiti dell’ordinamento giuridico esistente. Dal 2003 a oggi l’istruttoria sulle proclamate attività terroristiche dei due compagni non ha fatto alcun passo avanti, non ha dato alcun risultato. Il Giudice Istruttore è pienamente convinto dell’inutilità di ogni ulteriore atto istruttorio. Ma tiene aperta l’istruttoria per terrorismo solo per avere il pretesto per continuare a gestire il procedimento e per giustificare la detenzione o il confino dei compagni per “esigenze istruttorie”. Dal 2003 due procedimenti giudiziari paralleli e legati a quello francese sono in corso presso le Procure di Bologna e Napoli. Neanche da li’ è emerso alcunché di connesso con attentati. Ma se i due procedimenti italiani chiudessero con un nulla di fatto, cadrebbe anche il procedimento francese che da essi ha preso origine e su di essi si sostiene. La persecuzione del (nuovo)PCI, proprio perché si basa su una ipocrita mascherata di cui la borghesia imperialista non può fare a meno, sta ancora una volta risolvendosi in un buco nell’acqua. E’ interesse di tutte le forze e le personalità democratiche che sia un buco clamoroso che indebolisca tutto l’apparato e la strumentazione della repressione che opprime le masse popolari dei paesi europei con restrizioni crescenti. La CP confida che l’intero Partito tirerà anche da questa sconfitta nuovo impulso e nuove forze a beneficio della rinascita del movimento comunista e del consolidamento e rafforzamento del Partito, con beneficio per tutte le masse popolari.

Rispetto alla situazione che abbiamo affrontato nel 2003, se oggi pesa negativamente la ripetizione della caduta a breve distanza, giocheranno però positivamente la formazione compiuta durante il 2004 (Università Popolare, etc), l’esistenza della Delegazione della CP, i rapporti internazionali stabiliti e rafforzati, i passi avanti fatti nella costituzione del Partito: la fondazione il 3 Ottobre 2004, la costituzione della Commissione Provvisoria del Comitato Centrale, la definizione della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata, dei quattro fronti di lotta e del Piano Generale di Lavoro.

Avanti quindi nel consolidamento e rafforzamento del Partito!

Avanti nell’attuazione del Piano Generale di Lavoro!

Costruire in ogni azienda, in ogni quartiere, in ogni città Comitati di Partito clandestini!

Solidarietà con i compagni Maj e Czeppel!

Trasformiamo l’attacco repressivo in un contributo per la rinascita del movimento comunista internazionale!