Comunicato del 1° giugno 2008

In Nepal il 28 maggio la rivoluzione democratica ha abolito la monarchia che si pretendeva di origine divina

Festeggiamo il grande successo ottenuto delle masse popolari del Nepal guidate dal Partito comunista maoista!
domenica 1 giugno 2008.
 

(PNG) Diffondiamo tra le masse popolari del nostro paese con volantini, scritte murali e conferenze la notizia della nuova vittoria strappata dalla rivoluzione di nuova democrazia in Nepal!

 

Il successo della rivoluzione democratica guidata dal Partito comunista del Nepal (maoista) è un segnale di speranza per i lavoratori del nostro paese e un segnale di morte per la borghesia, il clero, la Corte Pontificia e tutte le forze reazionarie!

 

Il successo del Partito comunista del Nepal (maoista) conferma e rafforza il messaggio delle recenti elezioni del nostro paese: il fallimento delle forze riformiste e della sinistra borghese!

 

Il successo raggiunto dalla guerra popolare rivoluzionaria in Nepal conferma che la rinascita del movimento comunista è in corso in tutto il mondo!

 

Avanza nel mondo la seconda ondata della rivoluzione proletaria che nei paesi imperialisti instaurerà il socialismo e nei paesi oppressi dall’imperialismo e semifeudali instaurerà regimi di nuova democrazia che apriranno la via alla rivoluzione socialista!

 

Il 28 maggio a Katmandu l’Assemblea Costituente ha proclamato decaduta la monarchia che dal 1768 regnava su tutto il Nepal. La soppressione delle monarchia è il risultato della guerra popolare rivoluzionaria che il Partito comunista del Nepal (maoista) ha iniziato più di 12 anni fa, staccandosi dai revisionisti moderni e adottando il marxismo-leninismo-maoismo come sua teoria guida. La vittoria del Partito comunista del Nepal (maoista) nelle elezioni per l’Assemblea Costituente tenute il 10 aprile non sarebbe stata possibile senza la mobilitazione delle coscienze, l’organizzazione e i rapporti di forza creati nel paese dai successi conseguiti dal nuovo potere instaurato negli anni passati in gran parte del paese e fondato sulle forze armate rivoluzionarie e sulle altre organizzazioni popolari create e guidate del Partito Comunista del Nepal (maoista). La vittoria della rivoluzione democratica nel Nepal è la vittoria della concezione e della linea del Partito comunista del Nepal (maoista): il marxismo-leninismo-maoismo.

Anche il re del Nepal pretendeva di aver ricevuto il potere da dio, un po’ come il Papa che a capo della Corte Pontificia spadroneggia nel nostro paese e tira le fila delle sue istituzioni politiche, economiche e culturali ed è quindi responsabile del marasma i cui siamo infognati. Ma né l’origine divina, né l’appoggio degli imperialisti americani e indiani sono bastati a tenerlo in sella. L’AC gli ha dato 15 giorni di tempo per sgomberare il palazzo reale. Questo è stato dichiarato proprietà nazionale e destinato a diventare un museo. La monarchia nepalese è così finita nel museo della storia. Ha preceduto di qualche anno il Pontefice di Roma e il futuro che farà il Vaticano.

A schiacciante maggioranza (560 voti su 601 membri di cui 564 presenti) l’AC ha dichiarato il Nepal una repubblica democratica federale. È il primo degli obiettivi che il Partito comunista del Nepal (maoista) aveva proposto alle masse popolari del Nepal e per i quali è riuscito a mobilitarle.

La rovina del regime monarchico e dell’ordinamento semifeudale che schiacciava le masse popolari del Nepal è incominciata quando il Partito comunista del Nepal (maoista) ha rotto con le esitazioni comuni a gran parte dei partiti sedicenti comunisti e riformisti del Nepal come del resto del mondo e ha dato inizio alla guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata e alla creazione nel paese di un potere indipendente e contrapposto al potere monarchico appoggiato dagli imperialisti americani e indiani, un nuovo potere che poggiava sulla mobilitazione delle masse popolari. In questo senso la lotta condotta dal Partito comunista del Nepal e la sua vittoria sono di esempio, conferma e stimolo alla lotta che noi comunisti conduciamo nel nostro paese per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, tramite la guerra popolare rivoluzionaria e la creazione di un Nuovo Potere indipendente e contrapposto a quello della borghesia imperialista che ha la Corte Pontificia come suo centro e gode dell’appoggio degli imperialisti USA, dei gruppi sionisti e delle Organizzazioni Criminali italiane.

Il Nepal sta in questi mesi rivivendo il 1792 della rivoluzione francese, quando in Francia fu abolita la monarchia. Ma lo vive nelle condizioni del secolo XXI, dopo la prima ondata della rivoluzione proletaria e all’inizio della seconda. Alla direzione della rivoluzione vi è un partito comunista basato sul marxismo-leninismo-maoismo, mentre in Francia vi era la borghesia guidata dal razionalismo degli Illuministi. All’interno del Nepal la rivoluzione democratica mette fine ai rapporti di dipendenza personale e rafforza l’economia mercantile, con l’obiettivo di migliorare le condizioni materiali e spirituali della grande massa della popolazione. Essa quindi dovrà resistere alle cospirazioni delle forze monarchiche, feudali e clericali che cercheranno di ritornare al potere e dovrà impedire che prevalgano le forze borghesi che cercheranno di impedire che le masse popolari si mobilitino e si organizzino su vasta scala per risolvere i loro problemi economici e culturali e così porterebbero la rivoluzione democratica alla rovina. Nelle relazioni internazionali la rivoluzione democratica del Nepal ha vinto contro il sistema imperialista mondiale e costituisce per i popoli di tutto il mondo un precedente che gli imperialisti non possono accettare: è un colpo portato contro tutto il sistema mondiale dell’imperialismo, indebolisce lo sforzo disperato che gli imperialisti e le altre forze reazionarie compiono in ogni angolo del mondo per distogliere le masse dalla rivoluzione proletaria, nonostante le infami condizioni in cui il sistema imperialista le ha precipitate. La rivoluzione democratica del Nepal quindi dovrà resistere all’aggressione armata o non armata, aperta o mascherata dell’imperialismo, in particolare americano e indiano: gli imperialisti cercheranno di aggravare la già difficile situazione economica delle masse popolari e di fomentare le divisioni nazionali: cercheranno in ogni modo di trarne profitto sul piano politico per soffocare o deviare la rivoluzione, come hanno fatto in Nicaragua dopo la vittoria dei Sandinisti nel 1979. La rivoluzione democratica del Nepal poggia sulla lungimirante direzione del Partito comunista del Nepal (maoista) e sulla solida e larga mobilitazione popolare che il Partito ha creato in particolare tra i contadini durante i dieci anni di guerra (1996-2006) e che ha esteso in particolare nelle città negli anni successivi.

La rivoluzione democratica del Nepal è parte della nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo e nel Nepal apre la via alla rivoluzione socialista. Il nostro paese ha bisogno della rivoluzione socialista, ma anch’essa è parte della rivoluzione proletaria mondiale e ha in comune con la rivoluzione democratica del Nepal il nemico principale (il sistema imperialista mondiale) e la teoria che la guida (il marxismo-leninismo-maoismo). Nella nostra propaganda noi comunisti dobbiamo illustrare gli avvenimenti del Nepal per spiegare meglio cosa è il socialismo e la differenza tra il socialismo e la democrazia borghese e per dimostrare che il socialismo è possibile e necessario. Nell’elaborazione della nostra concezione del mondo e della nostra linea, dobbiamo usare gli avvenimenti del Nepal per capire meglio il ruolo dei comunisti nella lotta di classe: sia nella rivoluzione di nuova democrazia sia nella rivoluzione socialista.

 

I comunisti italiani salutano quindi la vittoria del Partito comunista del Nepal (maoista) e delle masse popolari che esso ha mobilitato, a cui ha dato una coscienza e un’organizzazione coerenti con le loro necessità di emancipazione e di progresso!

 

La borghesia e le forze reazionarie di tutto il mondo minimizzano agli occhi delle masse popolari quello che è successo e quello che sta succedendo in Nepal, mentre cospirano per riportare al potere le forze reazionarie. Parlano il meno possibile della vittoria della rivoluzione democratica e del Partito comunista maoista che la dirige. Gli eventi del Nepal smentiscono tra le masse popolari la propaganda borghese: dimostrano che il movimento comunista non è morto, mostrano che il movimento comunista sta rinascendo. Mostrano quale è il fattore decisivo della rinascita: l’iniziativa dei comunisti guidata dal marxismo-leninismo-maoismo. Sono questi insegnamenti che la borghesia imperialista, il clero, la sinistra borghese cercano di nascondere alle masse popolari del nostro paese tacendo o minimizzando gli eventi del Nepal.

La vittoria della rivoluzione di nuova democrazia in Nepal è un evento d’importanza mondiale. Il Nepal è un paese relativamente piccolo (circa la metà dell’Italia sia per superficie che per popolazione). Ma la vittoria della rivoluzione in Nepal è molto importante sia perché il Nepal è collocato in una zona, l’Asia sudorientale (India, Pakistan, Bangladesh, Sri-Lanka) dove il movimento rivoluzionario è in pieno sviluppo guidato dal marxismo-leninismo-maoismo, sia perché l’intero movimento comunista mondiale sta vivendo una fase decisiva per la sua rinascita: la fase dell’assunzione del marxismo-leninismo-maoismo come sua teoria guida. Su ambedue questi fronti la vittoria in Nepal imprime uno slancio importante alla sinistra, agli esponenti e ai partiti più avanzati.

 

La decisione presa il 28 maggio dall’Assemblea Costituente segna l’inizio di una nuova fase della rivoluzione democratica in Nepal. Il movimento rivoluzionario nepalese deve superare ancora molti ostacoli: deve costituire un governo che corrisponda agli obiettivi del movimento popolare, deve porre fine in tutto l’ordinamento del paese al sistema feudale e delle caste e all’oppressione sulle donne e sulle minoranze nazionali, deve avviare l’intero paese sulla via del progresso economico e culturale. Stante le vittorie fin qui conseguite siamo convinti che i compagni nepalesi sapranno condurre avanti la rivoluzione e che le manovre delle forze reazionarie interne ed esterne (in particolare del governo di Washington e del governo di Nuova Delhi) saranno sconfitte. Oltre ai fattori interni, principali, giocheranno a favore della rivoluzione nepalese sia le contraddizioni tra i governi di Washington e di Nuova Delhi e il governo di Pechino, sia la resistenza che in tanti paesi, in particolare in Iraq, in Afghanistan, in Palestina, in Libano e in Somalia le masse popolari oppongono all’aggressione USA e NATO. Quindi anche la nostra lotta contro la partecipazione dell’Italia alle aggressioni imperialiste (Afghanistan, Libano, Iraq, Jugoslavia, Palestina, ecc.) aiuterà la rivoluzione democratica del Nepal. Il migliore appoggio che noi comunisti dei paesi imperialisti possiamo e dobbiamo dare alla rivoluzione democratica in Nepal è però lo sviluppo della guerra popolare rivoluzionaria fino a instaurare il socialismo nei nostri paesi.

Promuovere e appoggiare la resistenza delle masse popolari del nostro paese al procedere della crisi!

Portare tra le masse popolari italiane l’esempio vittorioso della rivoluzione democratica del Nepal!

Grazie all’assimilazione del marxismo-leninismo-maoismo e alla sua applicazione nella guerra popolare rivoluzionaria i mille rivoli della resistenza che le masse popolari oppongono al procedere della crisi generale del capitalismo confluiranno nel fiume della rivoluzione socialista, che travolgerà l’attuale ordinamento sociale e farà dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

La lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista è il contesto necessario perché crescano su grande scala la coscienza politica e l’organizzazione delle masse popolari italiane di nascita e immigrate e si sviluppino con forza e con successo la loro lotta per la difesa e l’ampliamento delle conquiste e per un lavoro dignitoso e sicuro per tutti, la loro resistenza al procedere della crisi, la loro lotta contro il carovita, contro gli speculatori e contro le Autorità e la Corte Pontificia che li sostengono, contro lo squadrismo fascista e razzista e contro le Organizzazioni Criminali, per la civiltà e il benessere!

 

Che i lavoratori, le donne, i giovani più avanzati si arruolino nelle fila del Partito comunista, degli organismi della resistenza e delle organizzazioni di massa e contribuiscano alla rinascita del movimento comunista!

 

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista italiano, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!