Comunicato del 12 ottobre 2007

Il referendum sul “Protocollo del 23 luglio” ha confermato che una larga parte dei lavoratori, la parte più cosciente degli operai, è contro il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti e non condivide la politica della sinistra borghese che lo sostiene.

venerdì 12 ottobre 2007.
 

nuovo)Partito comunista italiano
Commissione Provvisoria del Comitato Centrale
Email: lavocenpci40@yahoo.com
Delegazione: BP3 4, rue Lénine
93451 L’Île St Denis (Francia)


Il referendum sul “Protocollo del 23 luglio” ha confermato che una larga parte dei lavoratori, la parte più cosciente degli operai, è contro il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti e non condivide la politica della sinistra borghese che lo sostiene.

Fare della manifestazione del 20 ottobre una grande mobilitazione popolare contro il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti e il Programma Comune della borghesia imperialista!

Il “Referendum del TFR” ha battuto la truffa dei fondi pensione tesa dal governo PAB, da Montezemolo e dai sindacati di regime e ha mostrato che i lavoratori diffidano della borghesia e delle sue promesse, anche quando sono avvallate dalla sinistra borghese e dall’aristocrazia operaia che domina i sindacati di regime. Il Referendum sul “Protocollo del 23 luglio” mostra che una parte importante dei lavoratori non sottostà al ricatto del “ritorno di Berlusconi”, l’unico argomento con cui la sinistra borghese giustifica il suo appoggio al governo PAB.

Si allargano le crepe nello schieramento che sostiene il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti, il governo degli imbroglioni! La crisi della sinistra borghese si aggrava! Più essa si aggrava, più incerto diventa anche il futuro del Partito Democratico!

Una larga mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari può ancora cancellare l’infame Protocollo del 23 luglio e mandare a gambe all’aria la formazione del Partito Democratico che è la nuova destra borghese!

Mobilitare i lavoratori più avanzati per la rinascita del movimento comunista e il consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista italiano!

 

Centinaia di migliaia di lavoratori, circa un milione, tra quelli che hanno partecipato al Referendum (circa 5 milioni), hanno votato contro il Protocollo di luglio. Hanno respinto il Protocollo che i caporioni della destra dell’aristocrazia operaia (Epifani, Bonanni, Angeletti & C) che dirigono i sindacati di regime hanno firmato, hanno confermato di non avere alcun riguardo per il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti, di non avere alcuna paura della caduta del governo PAB. Questi lavoratori predominano nelle più importanti fabbriche del paese, in gran parte delle fabbriche trainanti del movimento operaio e sono diffusi in tutto il paese e in tutte le categorie. Questo è il risultato incontestabile del Referendum.

Il risultato del Referendum del 8-10 ottobre è un fatto di enorme importanza, su cui ogni comunista deve riflettere e da cui deve derivare conseguenze pratiche per il suo lavoro. Comunista non è chi chiede agli operai e al resto delle masse popolari di appoggiare la sua carriera nelle istituzioni borghesi. Comunista non è chi per schierarsi aspetta che la classe operaia e il resto delle masse popolari abbiano già aderito al movimento comunista. Comunista non è chi deplora lo stato attuale delle cose. Comunista non è chi si limita a scrutare come vanno le cose, a “interpretare il mondo”. Comunista è chi si mette alla testa della mobilitazione per trasformare lo stato attuale delle cose. Il Referendum ha mostrato il lavoro che i comunisti devono fare e le grandi potenzialità di successo del loro lavoro.

Ricapitoliamo i fatti. Il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti (PAB) si è costituito nella primavera dell’anno scorso coalizzando tutta la sinistra borghese. Fin dall’inizio della sua attività il governo PAB ha però per forza di cose dovuto mostrare ai lavoratori la sua vera natura: è l’erede e successore del governo Berlusconi-Bossi-Fini (BBF), è il nuovo governo che la borghesia imperialista italiana, delusa dei risultati del governo BBF, ha incaricato di realizzare con altri sistemi il Programma Comune che il governo BBF non riusciva a realizzare. Il Governo BBF era il governo dell’arroganza, il governo PAB è il governo dell’imbroglio. Il 23 luglio di quest’anno il governo PAB ha fatto firmare ai caporioni dei sindacati di regime (CGIL-CISL-UIL) un Protocollo infame: legalizza, perpetua ed estende il lavoro precario, sanziona il peggioramento del sistema pensionistico pubblico, mina ulteriormente il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, apre la strada all’aumento dell’orario di lavoro. Il Protocollo mette nero su bianco l’ennesimo attacco ai diritti e alle conquiste dei lavoratori e dei pensionati, condito con qualche vaga promessa e con un miserabile aumento di 33 euro/mese delle pensioni minime: un aumento che non compensa neanche gli aumenti sugli alimentari e sulle bollette di quest’autunno! Infatti gli speculatori delle multinazionali hanno già predisposto aumenti persino per il pane, la pasta, il latte e la carne. L’ENEL e l’ENI hanno già annunciato un inverno senza riscaldamento se le bollette non aumenteranno. E in effetti ENEL ed ENI si sono occupati molto e con successo di fusioni, acquisizioni, speculazioni, stock-options, plusvalenze e poco o nulla delle reti e dei servizi e ora addirittura vogliono aumentare le tariffe.

Il Protocollo è una ulteriore conferma che il governo PAB cerca di realizzare lo stesso programma che il governo Berlusconi-Bossi-Fini non era riuscito a realizzare. Esso infatti traduce in misure concrete una parte della politica interna del Programma Comune della borghesia imperialista. Questo implica per i lavoratori, le donne, i giovani, gli immigrati e i pensionati precarietà, lavoro nero, bassi salari, debiti e mutui, tasse e contributi, tickets e carovita, orari prolungati e condizioni igieniche e di sicurezza deteriorate, una vita incentrata su come procurarsi da vivere. È quello che il governo Berlusconi-Bossi-Fini aveva cercato di fare con il “Patto per l’Italia” (ovviamente si trattava dell’Italia dei padroni che delocalizzano, che speculano, che sprecano e non pagano le tasse, dell’Italia del Vaticano, degli USA e dei sionisti) firmato allora solo dai dirigenti asserviti al Vaticano e corrotti della CISL. Il governo PAB invece cerca di farlo con il concorso di tutti i caporioni della destra dell’aristocrazia operaia che controlla i sindacati di regime: Epifani, Bonanni, Angeletti.

Per la borghesia imperialista e il suo governo, il Protocollo di luglio è solo un passo nella realizzazione del Programma Comune. Una volta passato il Protocollo, passeranno più facilmente il carovita e la base di Vicenza, la TAV e la devastazione ambientale, la continuazione della guerra e il riarmo, l’aumento dell’orario di lavoro invece dell’aumento dei salari per chi ha un lavoro, la precarietà e la disoccupazione per chi non ce l’ha. Il governo PAB è il governo degli imbroglioni e degli speculatori!

La Confindustria, il Vaticano, la Mafia, gli imperialisti USA e sionisti hanno incaricato il governo PAB di realizzare il Programma Comune della borghesia imperialista che la mobilitazione popolare aveva impedito al governo Berlusconi-Bossi-Fini di realizzare. Le masse popolari hanno battuto e sepolto il governo BBF. Contro il governo BBF anche i caporioni dell’aristocrazia operaia avevano dovuto marciare: i dirigenti della CISL erano rimasti isolati. Il governo PAB cerca di realizzare con la collaborazione della sinistra borghese e della destra dell’aristocrazia operaia lo stesso programma in ogni campo: da Vicenza all’Afghanistan, dalla Val di Susa al disastro ambientale, dalla persecuzione razziale al precariato, dal massacro di Genova al sequestro di Abu Omar, dalla persecuzione degli immigrati alla riabilitazione dei fascisti, dalla persecuzione degli antifascisti (Processo “11 marzo 2006” di Milano) alla persecuzione dei comunisti (Ottavo e Nono Procedimento Giudiziario contro la “carovana del (n)PCI”).

Con il Protocollo di luglio il governo PAB ha gettato ulteriormente la maschera di “governo amico dei lavoratori”. Il Partito Democratico in costruzione assume sempre più apertamente il ruolo di successore della banda Berlusconi, di nuova destra borghese e si è impegnato a realizzare il Programma Comune della borghesia imperialista. Tanto è infame il Protocollo di luglio che neanche quanto resta della sinistra borghese (PRC, PdCI, Verdi, Sinistra Democratica, ecc.) ha osato sostenerlo apertamente e compattamente. Persino i caporioni della destra dell’aristocrazia operaia hanno ritenuto necessario salvarsi la faccia con il Referendum d’ottobre.

Con questo Referendum gli agenti della borghesia, gli Epifani, i Bonanni, gli Angeletti, hanno fatto leva sull’influenza di cui ancora godono tra una parte dei lavoratori per soffocare l’opposizione della parte più avanzata dei lavoratori al Programma Comune della borghesia imperialista. Non è stata un’impresa facile: hanno perso pezzi per strada, hanno dovuto tacitare e minacciare, censurare ed espellere. In questo modo hanno però ulteriormente indebolito la loro influenza sulla parte più avanzata dei lavoratori, hanno aperto ulteriori crepe nell’aristocrazia operaia. Questo fattore si combina con la crisi della sinistra borghese e concorre a creare condizioni più favorevoli per il lavoro dei comunisti. Sta ora ai comunisti fare in modo che la parte più avanzata dei lavoratori non solo non subisca il peso della parte più arretrata di cui Epifani, Bonanni e Angeletti si fanno scudo, ma acquisti maggiore coscienza del suo ruolo, si organizzi e stabilisca la sua influenza sulla parte più arretrata.

Tutte le tesi disfattiste che serpeggiano tra comunisti e sedicenti tali escono sconfitte dall’esito del Referendum. Esso infatti ha mostrato che esistono centinaia di migliaia di lavoratori, in larga misura operai, che non sottostanno al ricatto del “ritorno di Berlusconi” e sono disposti a lottare contro il governo PAB. In sostanza questi lavoratori non sono spaventati dallo spauracchio del ritorno di Berlusconi agitato dalla sinistra borghese. Hanno capito che Berlusconi è finito e sepolto. La borghesia ha già visto che la banda Berlusconi non riesce ad attuare il programma che essa vuole imporre e non ritornerà a Berlusconi. Per questo ha mollato il governo BBF e ha fatto ricorso al governo PAB. Il Berlusconi di oggi è Prodi. È il suo successore, il continuatore della sua politica in ogni campo: è cambiato il modo di imporla perché il modo di Berlusconi non ha funzionato. Prodi cerca di riuscire con l’imbroglio e con la destra dell’aristocrazia operaia (Epifani & C) e la ex sinistra borghese (Veltroni, Fassino, D’Alema, Rutelli, Marini, ecc.) a far passare quello che Berlusconi non è riuscito a far passare con l’arroganza e con i fascisti e razzisti dichiarati (Fini, Mussolini, Fiore, Storace, Bossi, ecc.). I promotori del Partito Democratico cercano di prendere il posto e assumere il ruolo svolto fino al 2006 dalla Casa delle Libertà (padronali) e da Berlusconi. Ma per ora non sono ancora in grado di stringere un’alleanza con la Casa delle Libertà né di sbarcare la sinistra borghese, come si propongono di fare: non sono ancora pronti. I lavoratori avanzati ora possono ancora sfruttare le titubanze della sinistra borghese (PRC, PdCI, Verdi, Sinistra democratica, ecc.). La sinistra borghese ha paura di perdere i voti di quella parte delle masse popolari che non è ancora ridotta alla disperazione e all’abbrutimento, al razzismo e al cinismo. Per questo non ha osato appoggiare apertamente l’infame Accordo di luglio. Questo rende incerto il suo appoggio al governo PAB. Il rifiuto della maggioranza del Comitato Centrale della FIOM di avallare la truffa del “sofferente” Epifani e dei suoi soci ha rafforzato la resistenza dei lavoratori e delle masse popolari contro il Programma Comune della borghesia imperialista e l’infame Protocollo di luglio che è la sua traduzione nel campo dei rapporti di lavoro.

I comunisti devono rafforzare la coscienza di questa situazione e di queste possibilità d’azione, che già in maniera più o meno articolata esiste tra i lavoratori che hanno votato NO al Referendum sull’infame Protocollo di luglio. Ma non basta. Per mobilitare e organizzare i lavoratori che già si oppongono al governo PAB i comunisti

- devono chiaramente portare tra loro la tesi che la via d’uscita dal marasma attuale in cui la borghesia imperialista sprofonda ogni giorno più la società è l’instaurazione del socialismo,

- devono spiegare chiaramente in cosa consiste il socialismo, perché la crisi del movimento comunista e la denigrazione del movimento comunista hanno creato una diffusa e profonda confusione,

- devono mostrare che l’instaurazione del socialismo è l’unica via d’uscita dal marasma attuale,

- devono mostrare che l’instaurazione del socialismo è la via d’uscita realistica,

- devono far conoscere ai lavoratori del nostro paese la seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo: le guerre popolari rivoluzionarie, le lotte rivoluzionarie in corso in tanti paesi, la resistenza dei popoli aggrediti dalle potenze imperialiste compresa l’Italia, la resistenza della classe operaia e delle masse popolari dei paesi imperialisti.

 

Il Referendum contro l’infame Protocollo di luglio ha mostrato quali sono i maggiori concentramenti di operai avanzati. È verso questi concentramenti di operai avanzati che i comunisti in questo momento devono principalmente indirizzare la loro attività di propaganda e di organizzazione. Sta a noi comunisti portare a questi lavoratori avanzati la nostre proposte. Per noi comunisti non si tratta principalmente di andare a parlare ai lavoratori avanzati di quello di cui essi già si interessano: questa è un’attitudine da codisti. Si tratta principalmente di andare a parlare di quello di cui essi devono interessarsi per avanzare: per mobilitarsi e mobilitare, per organizzarsi e organizzare, per lottare e vincere e di trovare il modo di farsi ascoltare.

La sinistra borghese ha già perso la sua egemonia su questi lavoratori. Per sua natura essa non può riconquistarla. Essa non sa cosa proporre ad essi. Vuole solo il loro voto e il loro sostegno per l’attività che essa svolge nelle istituzioni borghesi. Ma la sua attività è a sostegno della politica antioperaia di quelle istituzioni: l’unica ragione che sa addurre per giustificare la sua richiesta è che in sua assenza le cose andrebbero ancora peggio.

 

Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi! Il marasma attuale del mondo è solo il risultato del nuovo dispiegarsi della natura dei capitalisti che sono nuovamente liberi dai lacci e laccioli che il movimento comunista aveva loro imposto!

 

Il terreno è favorevole alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato! Il nuovo Partito comunista italiano fa in Italia quello che i comunisti di altri paesi fanno nel resto del mondo!

 

Bisogna privare i capitalisti della libertà! La libertà dei capitalisti è la schiavitù e la precarietà della stragrande maggioranza dell’umanità, il saccheggio e la devastazione del pianeta! Le aziende non devono più produrre profitti: devono produrre i beni e i servizi che servono per soddisfare i bisogni della popolazione. L’attività economica non deve più essere il campo d’azione della libera personale iniziativa degli speculatori e dei capitalisti: deve essere pianificata e gestita dai lavoratori organizzati!

 

L’internazionalismo del capitalismo è la guerra di sterminio che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari in ogni angolo del mondo!

 

È del tutto possibile porre fine all’attuale corso delle cose e instaurare un nuovo ordinamento sociale basato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e su un’attività economica pianificata e volta al benessere degli uomini!

 

Le lotte per la difesa delle conquiste, contro la precarietà e la schiavitù salariale, per i diritti e i redditi dei lavoratori, per condizioni di lavoro e di vita dignitose saranno nuovamente vittoriose se avranno nuovamente alla loro testa un movimento comunista che lotta per instaurare il socialismo e che trae profitto e insegnamento dalla prima ondata della rivoluzione proletaria e dall’esperienza dei primi paesi socialisti!

 

La difesa delle conquiste è possibile!

Nessuna legge naturale ci costringe a subire le angherie dei capitalisti!

Gli operai possono prendere in mano il destino del paese, ma ci riusciranno solo se sono decisi a fare a meno dei capitalisti e di tutti i loro servi e a instaurare nel nostro paese un nuovo più avanzato ordinamento sociale senza capitalisti!

 

Gli operai avanzati devono nuovamente mobilitarsi attorno al partito comunista e prendere la direzione delle lotte dei loro compagni di lavoro e del resto delle masse popolari, organizzarli e guidarli a lottare efficacemente contro la borghesia imperialista per instaurare il socialismo!

 

I comunisti devono vincere ogni esitazione, trarre insegnamento dalla vittorie del movimento comunista durante la prima ondata della rivoluzione proletaria, superare i limiti che hanno impedito la sua vittoria definitiva e soffocato il suo slancio, unirsi a costituire nuovamente un forte partito comunista basato sul marxismo-leninismo-maoismo, mettersi nuovamente alla testa delle lotta degli operai e del resto delle masse popolari per difendere le conquiste, per unirsi con i comunisti degli altri paesi e per fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

La denuncia non basta, bisogna passare all’organizzazione e alla mobilitazione!

Opporre al potere marcio, corrotto e antipopolare della borghesia imperialista, del clero e della altre classi dominanti, il nuovo potere che la classe operaia e le altre classi delle masse popolari costruiscono organizzandosi e aggregandosi attorno al partito comunista!

 

La sinistra borghese sta cedendo ogni giorno nuove posizioni alla destra borghese! Essa non fa che consigliare ai nemici del popolo cosa dovrebbero fare per non essere quello che sono, invece che dedicarsi a mobilitare e a organizzare le masse popolari! La direzione della sinistra borghese spinge le masse popolari all’abbandono della lotta e della solidarietà e al cinismo! La sinistra borghese denigra il movimento comunista!

 

Trasformare la preparazione della manifestazione del 20 ottobre e le altre iniziative promosse in queste settimane dalla sinistra borghese, in una campagna per raccogliere la parte più avanzata degli operai e delle altre classi delle masse popolari e organizzarla all’insegna dell’obiettivo di fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

Che ogni comunista, ogni rivoluzionario, ogni anticapitalista moltiplichi le sue forze organizzandosi!

Impedire con la mobilitazione delle masse popolari che la borghesia riesca a realizzare con il governo del circo Prodi quello che non è riuscita a realizzare con il governo della banda Berlusconi!

 

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo) Partito comunista, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!