La Voce 6

A proposito della rivista La Gaceta e della formazione della Fracción Octubre del PCE(r)

sabato 4 novembre 2000.
 

La questione del PCE(r)


La formazione della Fracción Octubre del Partido Comunista de España (reconstituido) e l’uscita della rivista La Gaceta pongono con maggiore urgenza un problema antico che non riguarda solo i compagni del PCE(r) ma tutti i comunisti dei paesi imperialisti: l’accumulazione delle forze rivoluzionarie.

Nei paesi imperialisti la situazione rivoluzionaria è in pieno sviluppo: la crisi politica si aggrava ogni giorno. La borghesia imperialista non riesce più a governare con gli strumenti del passato e le masse popolari non possono più vivere come hanno vissuto nel passato. Di contro la raccolta, formazione e accumulazione delle forze rivoluzionarie ristagna. La classe operaia politicamente è ancora quasi inesistente e non riesce neanche a guidare le masse popolari a difendere le conquiste di civiltà e benessere strappate nel passato.

La causa fondamentale di questo, quella a cui dobbiamo attaccarci per muovere tutta la catena della raccolta, formazione e accumulazone delle forze rivoluzionarie nei nostri paesi, è che nei paesi imperialisti mancano partiti comunisti adeguati ai compiti che la situazione pone all’ordine del giorno.

Non si tratta solo di ricostruire partiti comunisti come ce n’erano un tempo. Impresa del resto tentata dagli anni ‘60 in qua e rivelatasi impossibile. Dobbiamo far tesoro del patrimonio teorico e dell’esperienza del movimento comunista. La continuità col passato è essenziale. Ma dobbiamo anche elaborare l’esperienza del movimento comunista e delle masse popolari dei nostri paesi. Questo è il nuovo dei partiti comunisti, che li porrà all’altezza dei compiti del presente. In sintesi, per la nuova ondata della rivoluzone mondiale dobbiamo costruire partiti marxisti-leninisti-maoisti.

Non sarà un processo semplice e non esistono soluzioni già pronte e convalidate dalla pratica. L’accumulazione delle forze rivoluzionarie nei paesi imperialisti è un compito nuovo, su cui non abbiamo precedenti. Bisogna applicare la scienza esistente e compiere esperienze, provando e riprovando. È inevitabile che nascano divergenze. Per adempiere a questo compito è indispensabile che tra i comunisti, a livello dell’intera Europa, in ogni paese e in ogni organizzazione e partito, si sviluppi un confronto franco, aperto e pubblico. È necessario che il regime interno di ogni partito combini centralismo e democrazia, iniziativa politica e discussione, tenendo conto dei compiti specifici della fase, in modo che le idee e la verifica pratica si sviluppino entrambi e ogni compagno e organismo dia il massimo contributo di cui è capace e progredisca nella misura delle sue capacità.

Non sta a noi valutare le forme concrete dello svolgimento della lotta tra le due linee in un altro partito, ma essa è un fatto oggettivo. Per principio (autonomia di ogni partito comunista) e per mancanza di conoscenza adeguata non entriamo in merito né al regime interno del partito, né alle forme in cui si sviluppa la lotta tra le linee né alle linee particolari. Ma i compagni della Frazione Ottobre hanno posto problemi di teoria rivoluzionaria che sono attuali, di grande importanza politica e di carattere universale. Nessun comunista può eluderli. Infatti solo partiti dotati di una teoria rivoluzionaria possono assolvere a un compito d’avanguardia.

Il PCE(r) ha condotto una lotta eroica prima contro il Franchismo e poi contro i governi della Riforma. Ha saputo evitare la trappola della Riforma e ha formulato la legge universale che “non c’è ritorno dal fascismo alla democrazia borghese”. Ciò è, nei fatti, una critica della linea adottata dai partiti comunisti in Europa occidentale durante la seconda guerra mondiale. In questa maniera il PCE(r) ha affermato nella pratica alcuni aspetti essenziali e universali della situazione cui tutti i partiti comunisti devono far fronte in questa epoca. Anche per questo la lotta tra linee esplosa apertamente al suo interno ha rilievo e ripercussione internazionali.

Lungi dallo spaventarci, salutiamo con favore il carattere aperto, franco e pubblico della lotta e auguriamo che il partito nel suo complesso la conduca in modo che sia feconda. Essa gioverà a tutto il movimento comunista e darà modo al PCE(r) di svolgere a livello europeo il ruolo corrispondente alla sua ricca esperienza rivoluzionaria.