Volantini

martedì 6 luglio 1999.
 

Volantini de La Voce n.2 luglio ’99

I° Volantino da La Voce n. 2 - luglio ’99
le texte en version française


Agli operai avanzati, ai giovani e alle donne delle masse popolari

L’unica reale alternativa alla guerra imperialista

è la rivoluzione socialista.

Ricostruiamo il partito comunista!

L’aggressione scatenata dagli USA e dalla NATO il 24 marzo contro la Jugoslavia non è un fulmine a ciel sereno. È lo sbocco della politica fatta da Stati e gruppi imperialisti negli ultimi trent’anni. In questa politica si combinano la lotta dei gruppi imperialisti contro le masse popolari di tutto il mondo per spremere più profitti e la lotta dei gruppi imperialisti tra di loro perché ognuno cerca di appropriarsi della massima parte del bottino. Da questo derivano la contesa tra i gruppi imperialisti per la costituzione di giganteschi monopoli a livello mondiale, l’eliminazione delle conquiste di benessere e di civiltà strappate dalle masse popolari dei paesi imperialisti, la ricolonizzazione dei paesi semicoloniali, la rapina e il saccheggio dei paesi socialisti, l’aumento al di là di ogni limite finora conosciuto dello sfruttamento, dell’oppressione e dell’abbrutimento della massa della popolazione mondiale. È questa politica dei gruppi e degli Stati imperialisti che porta alla guerra. Se il corso delle cose non viene cambiato dalla rivoluzione socialista, questa politica ci porterà sempre più vicino a una nuova guerra mondiale. La tregua attuale darà luogo inevitabilmente, prima o poi, a una ripresa della guerra.

Dobbiamo e possiamo o prevenire la guerra con la rivoluzione socialista o trasformare la guerra in rivoluzione socialista. Le forze rivoluzionarie devono prepararsi a far fronte alla guerra e prepararsi alla rivoluzione. Per questo occorre un partito comunista che conduca sistematicamente una vera politica di pace, una coerente politica contro la guerra imperialista, quindi una politica contro i capitalisti, una lotta per il socialismo. Occorre un partito fatto dalla parte più attiva degli operai e dai lavoratori più avanzati, che si organizzano e imparano a orientare, organizzare e dirigere i loro compagni e il resto delle masse popolari.

Occorre ricostituire il partito comunista italiano.

Creare organizzazioni clandestine del nuovo partito comunista, assimilare e definire il suo programma.

Accumulare forze per la rivoluzione socialista.

Commissione Preparatoria

del congresso di fondazione del (nuovo)Partito Comunista Italiano

15 giugno ‘99


II° Volantino da La Voce n. 2 luglio ’99


(Volantino da fotocopiare, ingrandire, affiggere, diffondere)

Agli operai avanzati, ai giovani e alle donne delle masse popolari

Viva l’attività combattente per la ricostruzione del partito comunista italiano.

Per i padroni nelle loro mani è legittima ogni arma contro i lavoratori, viceversa ogni arma nelle mani dei lavoratori è un reato.

Il 20 maggio a Roma è stato colpito un collaboratore dell’apparato addetto a trovare misure per rendere il lavoro più precario, l’orario più flessibile, il salario più elastico e in generale eliminare le conquiste di benessere e di civiltà che nell’ambito del movimento comunista con dure lotte i lavoratori hanno strappato alla borghesia. Con zelo e capacità D’Antona collaborava con Bassolino, con Morese e con altri commessi dei padroni a “rottamare lavoratori”, cioè a rendere più difficile e amara la vita dei lavoratori e delle loro famiglie per aumentare i profitti dei padroni.

Noi auguriamo e speriamo che la punizione di questo nemico dei lavoratori segni la ripresa di una volontà e di un’attività per contribuire a ricostruire il partito comunista. Viceversa auguriamo e speriamo che non sia un tentativo di rilanciare il militarismo.

Cosa distingue la lotta per ricostruire il partito comunista dal militarismo che era prevalso alla fine degli anni ‘70 e negli anni ‘80?

Chi lotta per ricostruire il partito comunista ha l’obiettivo di unire in un’organizzazione indipendente dalla borghesia la parte più avanzata della classe operaia perché diventi il centro attorno a cui si aggregherà il resto delle masse popolari per conquistare il potere, eliminare il capitalismo e instaurare una società in cui ognuno contribuisca secondo le sue capacità al benessere di tutti e riceva secondo le sue necessità: una società comunista. Fissare il programma del partito, costruire organizzazioni e preparare il congresso di fondazione sono i nostri compiti attuali.

I militaristi invece avevano l’obiettivo di colpire qualche padrone e punire qualche collaboratore e qualche aguzzino dei lavoratori; speravano che moltiplicando queste azioni, prima o poi, in qualche modo si sarebbero create le condizioni per eliminare il capitalismo e instaurare una società comunista. Per quanto eroici siano stati gli sforzi dei militaristi, meritati i castighi che hanno inflitto e legittime la vendette, abbiamo sperimentato che la loro concezione è stata fallimentare.

L’esperienza dagli anni ‘50 in qua ha mostrato che la via pacifica, graduale, parlamentare al socialismo porta alla disgregazione delle forze dei lavoratori, alla liquidazione del partito comunista e all’eliminazione delle conquiste già raggiunte dalle masse popolari. L’esperienza degli anni ‘70 e ‘80 ha però mostrato anche che il militarismo, come ogni linea sbagliata se non viene corretta a tempo, porta alla dispersione delle forze, alla dissociazione e al tradimento, alla sfiducia delle masse nella propria capacità di vincere, alla sconfitta.

Mettere l’attività combattente al servizio della ricostruzione del partito comunista.
Creare organizzazioni clandestine del nuovo partito comunista, assimilare e definire il suo programma. Accumulare forze per la rivoluzione socialista.

Commissione Preparatoria

del congresso di fondazione del (nuovo)Partito Comunista Italiano

30 maggio ‘99