Comunicato del 27 giugno 2008

Basta con l’aumento dei prezzi e delle tariffe!
Basta con gli speculatori!
Basta con il governo che sostiene gli speculatori!
Mettiamo fine alla speculazione sui carburanti, sul cibo, sulle medicine e sulle materie prime!

venerdì 27 giugno 2008.
 

(PNG) Non è vero che il governo e le altre Autorità sono impotenti di fronte all’aumento dei prezzi e delle tariffe, che non possono fare niente perché “è la globalizzazione”, “è il mercato”, “è la speculazione”: come se globalizzazione, mercato, speculazione fossero un “castigo di dio”!

Gli speculatori sono responsabili della bolla speculativa e dell’aumento dei prezzi delle materie prime, del petrolio, delle derrate alimentari, di tutta la sequela di aumenti di prezzi e tariffe che derivano direttamente o indirettamente dalle loro speculazioni. Ma gli speculatori sarebbero impotenti se non fossero protetti e favoriti dalle Autorità dei maggiori paesi imperialisti. Le autorità dei maggiori paesi imperialisti non sosterrebbero gli speculatori se la Corte Pontificia e le Autorità di paesi come l’Italia anziché collaborare, si opponessero energicamente agli speculatori, con i mezzi che già hanno a disposizione. La Corte Pontificia e le altre Autorità italiane sono quindi complici degli speculatori. Protestiamo contro la Corte Pontificia e le altre Autorità italiane fino a costringerle a mettere fine all’attività degli speculatori.

La speculazione non cade dal cielo, non è un’epidemia, una calamità naturale. Gli speculatori sono finanzieri noti alle Autorità, sono persone che dispongono di grandi somme di denaro, che manovrano il denaro dei fondi pensioni, delle assicurazioni, dei ricchi, delle banche e delle banche centrali (anche della Banca d’Italia), delle grandi aziende. Gli speculatori dominano il terreno, fanno i loro affari, mettono nelle tasche loro e dei loro mandatari soldi che succhiano dalle tasche di miliardi di uomini e donne, perché sono alla testa di un meccanismo finanziario e borsistico a cui collaborano tutte le Autorità. Per quanto riguarda il nostro paese, noi non saremmo colpiti dalle azioni criminali degli speculatori e dalle attività che seguono a catena, non verseremmo una parte ogni giorno crescente dei nostri salari, delle nostre pensioni, dei nostri redditi e risparmi nelle tasche degli speculatori, se questi non fossero spalleggiati dalla Corte Pontificia, dal governo, dalla Banca d’Italia, dalle grandi associazioni padronali, dalle forze politiche borghesi, da tutti quelli che hanno voce in capitolo e una qualche autorità in questo paese. Tutta questa gente è complice degli speculatori. O profittano anch’essi direttamente delle plusvalenze della speculazione o tengono spalla agli speculatori e ai complici degli speculatori perché hanno altri interessi in comune. Il governo Berlusconi si è precipitato a stabilire con la Finanziaria che i salari l’anno prossimo non potranno crescere più dell’1.7% (inflazione programmata), quando è già adesso evidente che sui beni elementari avremo un’inflazione superiore al 15%. Chi è in posizione di poter mobilitare la protesta delle masse popolari contro gli speculatori e i loro complici, contro le autorità che spalleggiano gli speculatori e non lo fa, non incomincia già ora a mobilitare, è responsabile delle conseguenze di quello che avviene, delle sofferenze e delle difficoltà che ogni giorno rendono più difficile, amara e incerta la vita di milioni di famiglie, della piccola criminalità che dilaga, del lavoro nero e dei traffici a cui milioni di persone devono darsi per sopravvivere.

La speculazione non è una calamità naturale. È un semplice e banale sistema di operazioni di Borsa, tenuto in moto da uomini ben vestiti, istruiti e rispettati. Persone perbene, avide di denaro come un maniaco sessuale è avido di sesso. Il potere gli viene dai mandatari che gli affidano i loro soldi e dalle Autorità che consentono loro di trafficare nelle Borse. Uomini che dispongono della massa enorme di denaro fornita dai ricchi e dalle loro istituzioni, dalle banche ordinarie e dalle banche centrali. Uomini che godono del sostegno e della complicità delle Autorità, del clero e dei ricchi.

 

Quale è a grandi linee il meccanismo della speculazione?

Nell’ultimo anno la speculazione ha investito il campo del petrolio, delle derrate alimentari e di altre materie prime e sta portando il loro prezzo al consumo a livelli crescenti di cui è impossibile prevedere la fine. Da venti anni oramai il sistema finanziario internazionale, di cui il nostro paese fa parte perché dominato dalla Corte Pontifica e dalla borghesia imperialista, passa da una bolla speculativa a un altra. Gran parte delle bolle speculative precedenti però riguardavano titoli di proprietà di aziende: le perdite e le vincite degli speculatori direttamente colpivano soltanto i proprietari di denaro che coscienti o meno lo affidavano agli speculatori. Solo indirettamente colpivano le aziende e quindi l’economia reale (quella che produce beni e servizi, che impiega proletari, che alimenta l’attività dei lavoratori autonomi). La bolla attuale invece riguarda materie prime, derrate alimentari e semilavorati. Essa si ripercuote direttamente sui prezzi al consumo e all’investimento. Causa direttamente fame, miseria, dissesto economico, disordini e delitti di ogni specie. I complici degli speculatori sono affamatori del popolo!

Come si è creata l’attuale bolla speculativa?

I mercati delle merci oggetto della speculazione sono già da tempo monopolistici. Il petrolio, le derrate alimentari, le materie prime più importanti sono nelle mani di poche grandi società che trafficano a livello mondiale. Una di queste è l’ENI. Prendono in mano o hanno già in mano la produzione e gestiscono tutto il giro fino al supermercato o alla società di distribuzione che rifornisce i venditori al dettaglio. Sono quindi mercati che erano predisposti per la speculazione. La sovrapproduzione assoluta di capitale e lo scoppio della bolla precedente, quella dei mutui ipotecari USA, hanno resa attuale la bolla speculativa.

Il meccanismo della speculazione in sintesi si svolge così. Ogni derrata (petrolio, grano, soia, riso o che altro), materia prima o semilavorato è accaparrato per una somma h (di dollari, euro), in largo anticipo sulla produzione e la consegna. Nasce quindi un titolo di proprietà: un certificato che dà diritto a ritirare alla data x un quantitativo y. Il proprietario di questo titolo lo mette in vendita a un prezzo H. Il nuovo proprietario lo rivende a un prezzo H’. I passaggi possono proseguire senza limiti, alla velocità che l’organizzazione delle borse e la rete mondiale dei loro collegamenti consentono. Esistono borse specializzate per le operazioni di compravendite di questi titoli, ognuna specializzata per alcuni tipi di merci. Le principali a livello mondiale sono a New York, Chicago e Londra. Gli speculatori di tutto il mondo fanno capo, direttamente o tramite intermediari, a queste Borse.

I prezzi H, H’, ecc. di ogni titolo (il corso del titolo) sono determinati dalla speculazione. Uno speculatore che è convinto che tra qualche ora, giorno o mese potrà rivendere un titolo al prezzo H”, è disposto a pagare cifre che si rapportano non al prezzo h segnato nel contratto iniziale (quello che il produttore ha percepito o percepirà) né al prezzo che la merce ha in quel momento sul mercato dei consumatori e degli investitori (capitalisti industriali, lavoratori autonomi, ecc.), ma a quello che prima o poi potrà ricavare dalla vendita del titolo.

Il prezzo del titolo (il corso del titolo) può salire al di là di ogni limite

1. se gli speculatori (cioè i proprietari di somme di denaro non impiegato altrimenti: né come capitale nel ciclo produttivo di beni o servizi, né come capitale finanziario, né come tesoro, né per consumi) sono numerosi;

2. se la fiducia nella crescita del prezzo è alimentata con opportune iniziative (voci su guerre in arrivo tipo l’aggressione sionista e americana all’Iran, minacce di guerre o disordini che turberebbero la produzione, previsioni di brusche variazioni della produzione o del consumo futuri, voci su determinate politiche di scorte da parte di Autorità, ecc. ecc.);

3. se gli speculatori ricevono in abbondanza denaro a basso tasso di interesse dal sistema bancario (che fa capo a banche centrali e nel quale ogni banca si muove con tanta maggiore autonomia quanto maggiore è la liquidità di cui dispone e più liberali le leggi e le norme che regolano la sua attività, insomma quanto più le Autorità lasciano liberi i banchieri);

4. se le leggi e le norme che regolano l’attività delle borse lasciano agire ogni speculatore con molta libertà (bassi anticipi sugli acquisti a termine, scarse garanzie, possibilità di emettere titoli derivati sul corso dei titoli primari, ecc.).

Come si vede le quattro condizioni indicate sono tutte condizioni che non cadono dal cielo né sono fatali: le leggi e le regole sono stabilite da Autorità politiche o di categoria (come la Banca Centrale Europea, la Federal Reserve USA, le Commissioni di Sorveglianza delle Borse, le associazioni di categoria, che a loro volta dipendono più o meno strettamente dalle Autorità politiche). La speculazione non potrebbe aver luogo se le Autorità volessero impedirla, anche solo con un centesimo della determinazione con cui si impegnano e collaborano a stroncare i finanziamenti delle organizzazioni da esse proscritte come terroriste.

La speculazione in corso e il carovita conseguente sono possibili perché i finanzieri dispongono di cifre enormi di denaro da giocare nelle speculazioni. Le fonti di questa disponibilità sono

1. la privatizzazione delle pensioni (fondi pensioni), delle assicurazioni, della sanità (mutue private): essa ha posto e pone cifre enormi a disposizione di finanzieri che devono farle fruttare;

2. la sovrapproduzione di capitale e la crescente disuguaglianza dei redditi: chi percepisce alti redditi, per quanto viva nel lusso e scialacqui, non li consuma interamente in acquisto di beni e servizi e affida denaro a istituzioni finanziarie perché lo facciano fruttare - il lavoratore a basso reddito consuma tutto il denaro che riceve in spese per acquistare beni e servizi;

3. la possibilità per le banche centrali e le altre di creare denaro concedendo prestiti: l’accesso al credito a sua volta dipende da leggi, norme e accordi espliciti o taciti, ma noti e chiari.

Quindi, ancora una volta, se le Autorità non seguissero le politiche di arricchimento dei ricchi e impoverimento dei lavoratori, di privatizzazione, di libertà per i ricchi che invece seguono, la speculazione non sarebbe possibile. L’impotenza che le Autorità proclamano di fronte alla speculazione è un imbroglio.

Quando arriva la scadenza di un dato titolo, il signor A che lo ha in mano ritira la derrata che ha pagato H e la mette in vendita (a consumatori o investitori) alla somma X.

Perché nonostante i prezzi crescenti i consumi non diminuiscono e la derrata viene pagata X?

1. Perché alcune domande sono incomprimibili (qualunque sacrificio o delitto piuttosto di farne a meno: cosa non si farebbe piuttosto che farsi tagliare la luce, restare al freddo o smettere di mangiare?).

2. Perché le aziende possono alzare i prezzi di vendita dei loro prodotti e quindi sono disposte a pagare a qualsiasi prezzo le merci di cui hanno bisogno.

3. Perché i ricchi possono pagare qualsiasi cifra.

4. Perché in alcuni paesi (Cina, India e altri) aumenta il numero dei ricchi (in grande misura grazie alle delocalizzazioni e allo sfruttamento all’osso dei lavoratori fatto da Autorità sostenute da quelle dei nostri paesi).

5 Perché i sussidi pubblici coprono una parte del prezzo al consumo e così mantengono alta la domanda.

6. Perché il sistema bancario mette a disposizione dei consumatori e degli investitori nuovo denaro (acquisto a credito).

7. Perché vi sono ancora vecchi risparmi da prosciugare.

Ancora una volta si vede che senza il concorso e la complicità delle Autorità e la distribuzione ineguale del reddito (che le Autorità fomentano) i prezzi al consumo non potrebbero crescere come crescono.

 

Ma le Autorità di un paese come l’Italia potrebbero da sole contrastare la speculazione?

Consideriamo anzitutto il caso dell’ENI. L’ENI il petrolio non lo compra né a New York né a Londra. Ha accordi a lungo termine con molti paesi per lo sfruttamento di giacimenti. L’ENI è dello Stato italiano e obbedisce alle leggi e agli ordini delle Autorità italiane. È il governo che nomina i suoi dirigenti principali. L’ENI è in grado di determinare il prezzo dei carburanti e delle benzine in Italia e costringere chi vuole stare sul mercato italiano ad adeguarsi ai prezzi che fa. Può stringere accordi con altri paesi produttori di petrolio, assicurare sbocchi sicuri a paesi minacciati di sanzioni come l’Iran. Invece conferisce il suo petrolio al mercato della speculazione e fa enormi profitti ogni anno. Sono i soldi che i lavoratori dipendenti e autonomi ci smenano ogni anno per benzina, riscaldamento e le ripercussioni che l’aumento del prezzo del petrolio e dell’energia ha sul prezzo di mille altri prodotti.

Quello che vale per l’ENI e il petrolio, vale per altre società in altri settori. Ci sono produttori di molti paesi che le potenze imperialiste sottopongono a sanzioni economiche, che hanno difficoltà a vendere i loro prodotti e che sarebbero felici di fare accordi a lungo termine con le grandi società dell’industria alimentare italiana e con le catene della grande distribuzione. Perché queste non lo fanno? Perché sono in mano agli speculatori, ai complici degli speculatori o perché per farlo hanno bisogno del sostegno finanziario e politico delle Autorità e delle banche, di fronte alle minacce e alle sanzioni di cui sarebbero bersaglio.

Credete poi che se le Autorità di un paese come l’Italia, la Corte Pontificia con la sua grande autorità internazionale prendessero decisamente e praticamente posizione contro gli speculatori e i loro crimini, contrastassero energicamente la loro azione, le Autorità di altri paesi potrebbero tutte continuare indisturbate a condurre la loro attuale politica criminale di collusione con gli speculatori? Già qua e là esplodono ribellioni, rivolte, proteste. Si moltiplicherebbero e diventerebbero irresistibili.

 

Ma proporre una simile azione nazionale dalle grandi, sicure ed efficaci ripercussioni internazionali alla Corte Pontificia e alle altre Autorità italiane è come chiedere alle volpi di proteggere i polli, ai ladri di lottare contro i furti, ai pedofili di custodire bambini. Ma noi non siamo né polli né bambini. Noi possiamo lanciare campagne di proteste contro la Corte Pontificia e le altre Autorità italiane perché tengono corda agli speculatori, perché non fanno neanche un centesimo di quello che possono fare per mettere fine, almeno nel nostro paese, a cominciare dal nostro paese, ai crimini degli speculatori. Tutti i partiti politici, dal PD al PdL alla Lega Nord oggi sono complici degli speculatori, perché non fanno niente per fermarli, ammesso che non profittino anche delle loro operazioni. Non Lega per la libertà del Nord dovrebbe chiamarsi, ma Lega per la sottomissione del Nord agli Speculatori (LNS)! Non Popolo delle libertà, ma Popolo delle Libertà per gli Speculatori (PdLS)! Non Partito Democratico, ma Partito della Democrazia degli Speculatori (PDS)! Non a caso distraggono la gente con chiacchiere innocue sulle (vere) malefatte di Berlusconi che ogni giorno da bravo gliene fornisce una nuova a fare da diversivo!

Cosa aspetta la CGIL a chiamare lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi a scendere in piazza uniti contro la Corte Pontificia e le altre Autorità italiane che spalleggiano gli speculatori? Una iniziativa del genere metterebbe la Corte Pontificia e le altre Autorità con le spalle al muro: o ammettere pubblicamente la loro complicità e solidarietà con gli speculatori e smascherarsi o prendere le misure e fare i passi necessari per porre fine alla speculazione.

Ma quello che non fanno di loro iniziativa né Epifani né gli altri esponenti della destra dell’aristocrazia operaia, possono almeno iniziare  a farlo gli altri esponenti della sinistra sindacale e della sinistra politica.

Noi chiediamo ai sindacati di base, ai sindacati alternativi (Slai Cobas, Slai Cobas per il sindacato di classe, Sindacato Lavoratori in Lotta per il sindacato di classe, Sindacato dei Lavoratori, Rappresentanze di base, ecc.), alla sinistra sindacale (FIOM, Rete 28 Aprile, ecc.), a quello che resta della sinistra borghese (PRC, PdCI, ecc.), ai frammenti in libertà della vecchia sinistra borghese (PCL, SC, PdAC, ecc.), alle FSRS (P-CARC, Proletari Comunisti, Rete dei Comunisti, ecc.), ai comitati di resistenza e a tutte le associazioni e i gruppi veramente popolari e decisi a difendere senza riserve gli interessi e i diritti delle masse popolari, di prendere accordi per convocare assieme manifestazioni di protesta contro la Corte Pontificia e la altre Autorità complici degli speculatori.

Non lasciamo via libera ai fautori della fame, della miseria, del malessere!

La migliore e più radicale misura per migliorare la sicurezza e la solidarietà è un ordinamento sociale che permette a tutti di guadagnarsi da vivere lavorando onestamente. Per prevenire il crimine e i traffici loschi, bisogna anzitutto che tutti possano vivere dignitosamente del proprio lavoro. La speculazione è anche un’infezione criminogena.

La lotta contro il carovita e contro gli speculatori e i loro complici è una parte essenziale della resistenza al procedere della crisi generale del capitalismo.

L’inquinamento della Campania per la gestione criminale dei rifiuti ha smesso di essere un affare per le Autorità ed è diventato un problema che devono risolvere, solo quando le masse popolari si sono mosse e l’hanno fatto diventare un problema di ordine pubblico.

Il successo finora conseguito dagli oppositori alla seconda base USA a Vicenza, da quanti lottano contro la TAV in Val di Susa e da altri organismi di resistenza, indica la strada che bisogna seguire contro la Corte Pontificia e la altre Autorità complici degli speculatori.

 

Facciamo della speculazione e del carovita un problema di ordine pubblico!

 

Abbasso il governo della miseria, della tasse e della repressione!

 

Promuovere e appoggiare la resistenza delle masse popolari del nostro paese al procedere della crisi!

 

Organizzare e promuovere la protesta delle masse popolari contro il carovita, contro gli speculatori e i loro complici!

 

La lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista è il contesto necessario perché crescano su grande scala la coscienza politica e l’organizzazione delle masse popolari italiane autoctone e immigrate e si sviluppino con forza e con successo la loro lotta per la difesa e l’ampliamento delle conquiste e per un lavoro dignitoso e sicuro per tutti, la loro resistenza al procedere della crisi, la loro lotta contro il carovita, contro gli speculatori e contro la Corte Pontificia e le altre Autorità che li sostengono, contro lo squadrismo fascista e razzista e contro le Organizzazioni Criminali, per la civiltà e il benessere!

 

Che i lavoratori, le donne, i giovani più avanzati si arruolino nelle fila del Partito comunista, degli organismi della resistenza e delle organizzazioni di massa e contribuiscano alla rinascita del movimento comunista!

 

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista italiano, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!