Comunicato della CP del CC del (n)PCI - 25 aprile 2007

Avanzando nel consolidamento e rafforzamento del partito comunista
celebriamo il 25 aprile e il 1° maggio!

sabato 28 aprile 2007.
 

(nuovo)Partito comunista italiano

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

Siti: http://lavoce-npci.samizdat.net

Email: lavocenpci40@yahoo.com

Delegazione: BP3 4, rue Lénine 93451 L’Île St Denis (Francia)

 

Comunicato 25 aprile 2007

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Testo del comunicato del 25 aprile 2007
in formato Open Office

62° anniversario della vittoria della Resistenza

 

 

Avanzando nel consolidamento e rafforzamento del partito comunista

celebriamo il 25 aprile e il 1° maggio!

 

 

Il malcontento, il malessere e la preoccupazione per l’andamento delle cose sono ampiamente diffusi non solo tra le masse popolari, ma persino in ampi strati della classe dominante. Che cosa impedisce che questi stati d’animo si traducano in un movimento di rinnovamento della nostra società? Sono forse insolubili i problemi che abbiamo di fronte?

Per capire se i problemi che abbiamo di fronte sono o no solubili, non bisogna fermarsi al fatto che sono tanti, che sono gravi, che sembrano complicati. Bisogna capire da dove vengono, quali sono le cause. Il marxismo ha da tempo dimostrato che essi provengono tutti dall’ordinamento sociale capitalista, dalla sua natura e dal carattere imperialista che esso ha raggiunto stante le circostanze in cui si è sviluppato. Gli uomini oramai dispongono delle conoscenze, delle forze e delle risorse per far fronte a ognuno dei problemi che tormentano la vita dell’umanità. Ma non possono ancora metterle in opera perché la classe che dirige la società (la borghesia imperialista e gli alti funzionari, i ricchi e il clero che la sorreggono) è legata all’attuale ordinamento sociale. Questo ordinamento sociale è la condizione della sua esistenza, del suo ruolo, dei suoi privilegi e della sua civiltà. Questa classe non concepisce altro mondo che l’attuale, per quanti lamenti sui mali della società si levino dalle sue stesse fila. Essa ostacola e reprime ogni progetto di società alternativo all’attuale società. Ha combattuto con la ferocia del fascismo, del nazismo, dell’imperialismo USA i primi paesi socialisti, finché essi sono prima degenerati e infine crollati. Ha ostacolato e deformato tutte le conquiste di civiltà e di benessere che i lavoratori dei paesi imperialisti le hanno strappato nei decenni passati e, appena ne ha avuto la forza, ha intrapreso la restaurazione delle sue vecchie libertà e la soppressione di quel tanto di libertà che i lavoratori avevano conquistato. Se fosse dipeso da questa classe dominante, la maggioranza dell’umanità gemerebbe ancora sotto il sistema coloniale e semicoloniale. Anche su questo terreno essa sta cercando di riprendersi tutto quello che ha perso. La sua “guerra infinita”, la sua “guerra preventiva”, la sua “guerra al terrorismo” che insanguina e devasta il mondo, non è che il suo tentativo di sottomettere di nuovo tutti i popoli e tutti i paesi. Vi è dunque una classe che impone l’ordinamento sociale attuale, che lo vuole mantenere in vita a tutti i costi, per quanto alcuni suoi esponenti mostrino, non importa se sinceramente o per scena, di deprecare i suoi mali e di compatire le sue vittime. Il malcontento, il malessere e la preoccupazione dei capitalisti, dei ricchi, del clero, degli alti funzionari non si tradurranno mai in azione concreta per cambiare in meglio l’ordinamento sociale. Anche se si tureranno il naso per lo schifo, essi continueranno a fare quello che devono fare per preservare il loro ordinamento sociale: non ne concepiscono un altro, se non nell’aldilà. Finché non avremo tolto il potere a questa classe, finché non l’avremo allontanata dal comando, noi saremo invischiati e a schiacciati dalle relazioni commerciali, dal bisogno e dalla mancanza di denaro, dalle relazioni di dipendenza che questa classe impone: esse costituiscono il suo ordinamento sociale e la base della sua esistenza. Le aziende continueranno a esistere per produrre profitti e per questo produrranno inquinamento, disoccupazione, morti sul lavoro, merci avariate o inutili (o addirittura nocive), spreco di risorse, precarietà, abbrutimento fisico, culturale e morale della massa dei lavoratori, rischi di ogni genere che ora qui ora là diventeranno disastri. Per le aziende borghesi il benessere dei lavoratori e la prevenzione dell’inquinamento sono un costo, la crescita della produzione e del fatturato una questione di vita o di morte. Non importa cosa producono, pur che si venda bene.

Tutto questo è stato provato e dimostrato più volte da tutti quelli che hanno riflettuto sulla situazione. I primi paesi socialisti hanno mostrato anche nella pratica che, togliendo il comando alla borghesia, era possibile liberarsi delle piaghe con cui essa affligge l’umanità. Proprio perché dimostravano questo, la borghesia ha cercato con ogni mezzo di soffocarli e oggi denigra in ogni modo la loro esperienza. I discorsi in morte di Eltsin sono un campionario di questa denigrazione. Basta considerare l’ostilità con cui la classe dominante di un paese enorme e potente, con 300 milioni di abitanti, come gli USA circonda e rende difficile ancora oggi la vita a un paese piccolo come Cuba, con appena 10 milioni di abitanti, per non dubitare delle intenzioni e delle azioni della borghesia imperialista contro i primi paesi socialisti e del carattere menzognero e distorto di tutta la “scienza” che gli intellettuali borghesi diffondono a proposito dei primi paesi socialisti. I primi paesi socialisti sono in gran parte crollati. Ciò è avvenuto anche a causa di questa ostilità, delle continue aggressioni che hanno subito, del boicottaggio a cui sono stati sottoposti. Ma la causa principale e decisiva del loro crollo è stata l’inesperienza degli stessi promotori del socialismo, dei comunisti. Era la prima volta in tutta la storia dell’umanità che interi paesi, popoli interi erano diretti e organizzati dai partigiani della libertà dei lavoratori, dai promotori della produzione al servizio delle masse popolari, dai lavoratori più avanzati che mobilitavano i loro propri compagni di lavoro senza più padroni. Non c’è da meravigliarsi che un’impresa del genere, la più grande e la più rivoluzionaria mai intrapresa da quando esistono gli uomini, si scontrasse con la mancanza di esperienza. Gli effetti di ogni errore furono aggravati dall’arretratezza dei paesi dove il socialismo era stato instaurato, dalla guerra che tutti i governi imperialisti e tutti i reazionari, il Vaticano e le altre istituzioni e classi residuate del medioevo condussero contro i primi paesi socialisti, dall’opposizione attiva e dal sabotaggio di quanti per interesse o per inerzia restavano attaccati al vecchio mondo. I ricchi di tutto il mondo e i sapienti corrotti guardarono con gioia maligna ogni errore che i comunisti facevano; salutarono con effusioni e collaborazione l’avvento negli anni ’50 dei fautori dell’avvicinamento dei paesi socialisti al capitalismo, dei promotori della “confluenza dei due sistemi”. Questi per l’inesperienza dei comunisti avevano preso il potere nei primi paesi socialisti e con un paziente lavorio di decenni li corrosero, corruppero e indebolirono fino al crollo di quasi venti anni fa. Gli Eltsin e i Gorbaciov di venti anni fa erano gli eredi dei Kruscev che gli imperialisti e il Papa avevano tanto lodato e favorito cinquanta anni fa.

Tutto questo è così elementare e importante che la borghesia e i suoi seguaci fanno di tutto per nasconderlo. Il maggior danno che la borghesia ha fatto all’umanità è che, a forza di diffondere menzogne, ha ucciso in molti lavoratori la fiducia di essere capaci di conoscere la verità e la fiducia di essere capaci di cambiare il mondo. Da qui la disperazione che pervade tanta parte delle masse popolari. Ma niente di tutto questo è irreparabile. La borghesia sta riproducendo essa stessa le condizioni di una immane e universale rivolta. Tutti quelli che hanno voluto o vogliono riflettere, ricavano insegnamenti dall’esperienza dei primi paesi socialisti, per riprendere e sviluppare le loro grandi conquiste, per evitare gli errori che li hanno portati alla loro fine. Per quanto la borghesia nasconda la verità e complichi l’apparenza delle cose, per le sue stesse contraddizioni ogni menzogna è smentita, smascherata e spazzata via da altre menzogne: dove la mistificazione detta legge, nessuna menzogna mantiene a lunga l’apparenza della verità. Nessuno dei gravi problemi che tormentano le masse popolari trova soluzione in questo ordinamento sociale. Lo sviluppo senza limiti e l’aumento della produzione generano miseria e morte. Ogni rimedio che un esponente della borghesia propone o mette in opera, si rivela fallimentare nel giro di poco tempo. Ogni vizio con cui la borghesia corrompe le masse popolari, provoca nel giro di poco tempo una ripulsa diffusa. La prima ondata della rivoluzione proletaria non ha solo costruito i primi paesi socialisti. Essa ha anche fatto progredire su larga scala la cultura, i sentimenti e l’esperienza organizzativa delle masse popolari. Per quanto la borghesia abbia distrutto organizzazioni e sentimenti, per quanto abbia cercato di restaurare superstizioni e pratiche d’altri tempi, la sua opera di distruzione ha solo scalfito, ridotto quello che la prima ondata della rivoluzione proletaria aveva costruito. Oggi tra i lavoratori avanzati dei paesi imperialisti, ci sono migliaia di persone che hanno una visione abbastanza chiara della situazione, che sanno che per i mali del presente esiste una soluzione e che questa soluzione si chiama instaurazione del socialismo per andare verso il comunismo. Ciò che li mantiene ancora impotenti è la loro dispersione, la mancanza di unità organizzativa. Questa è anche il mezzo necessario per unificare a livello più alto le loro vedute e la loro linea d’azione.

Unire i lavoratori avanzati, organizzarli perché raggiungano una visione superiore del mondo e acquisiscano una linea d’azione più efficace: ecco il compito che spetta oggi ai comunisti. È un’opera per cui non siamo sprovveduti di mezzi. Abbiamo il patrimonio di esperienze del passato. Abbiamo il marxismo-leninismo-maoismo: la visione più avanzata, più coerente e più scientifica del mondo che gli uomini hanno finora elaborato. Abbiamo la convinzione e la fede che la nostra opera è possibile ed è quello di cui le masse popolari hanno bisogno anche se ancora non lo sanno. Abbiamo dal passato la dimostrazione dell’energia con cui le masse popolari realizzeranno la nostra opera quando l’avranno assimilata e riconosciuta come propria.

Questo è il partito comunista oggi. L’unione organizzata di quanti condividono questa concezione del mondo e si dedicano a realizzare quest’opera. Consolidare e rafforzare il partito comunista è il compito primo ed elementare che si pone a chi vuole trasformare lo stato attuale delle cose. L’opera di tutti i comunisti, di tutti i socialisti, di tutti i partigiani, di tutti i lavoratori attivi che ci hanno preceduto, vive oggi nel nostro lavoro. Continuando la loro opera noi risolleviamo la loro bandiera e onoriamo la loro memoria. La borghesia ha portato in ogni angolo del mondo la sua guerra di sterminio non dichiarata contro le masse popolari. Essa ogni giorno uccide, mutila, umilia e abbrutisce milioni di uomini e di donne, di anziani e di bambini. Ma in ogni angolo del mondo si sta oggi sviluppando il nuovo movimento comunista, si formano i nuovi partiti comunisti. Alla guerra di sterminio che la borghesia imperialista conduce in ogni angolo del mondo, le masse popolari risponderanno in modo via via più organizzato, più cosciente, più efficace. La conclusione della guerra che la borghesia ha lanciato sarà la sua sconfitta e la vittoria della rivoluzione proletaria, la vittoria dei lavoratori, la creazione di nuovi paesi socialisti.

Anche nel nostro paese è in corso questo processo. Il (nuovo)Partito comunista italiano cerca con tutte le sue forze di esserne efficace promotore, come con tutte le sue forze cerca di essere degno della tradizione di cui è erede e continuatore, la tradizione dei primi socialisti, dei primi comunisti, di quanti hanno resistito al fascismo e lo hanno combattuto, dei partigiani, dei protagonisti delle eroiche lotte contro il regime democristiano negli anni ’50 e ’60, dei promotori della ribellione e della lotta armata degli anni ’70. Il Partito cerca di raccogliere e valorizzare tutta l’esperienza e la generosità che nel passato i lavoratori del nostro paese, le donne e gli uomini delle masse popolari hanno espresso e di imparare dagli errori commessi per non ripeterli. Tutti quelli che vogliono partecipare e portare il loro contributo a quest’opera, sono benvenuti e troveranno modo di dispiegare tutta la loro energia e intelligenza e di mostrare tutto il loro valore. Per la natura della nostra lotta, noi dobbiamo raccogliere e valorizzare il contributo di tutti, grande o piccolo che sia e fare in modo che chi è più avanzato dimostri con la sua azione e i suoi successi che è degno di essere imitato da tutti quelli che vogliono arrivare alla vittoria.

È a causa delle fedeltà e della coerenza a questo impegno che il Partito è oggetto di un’accanita persecuzione da parte della borghesia e dei suoi accoliti, agenti e portavoce. Ma la persecuzione dei padroni, dei ricchi e del clero ha sempre rafforzato i veri comunisti. Perché ha vagliato i comunisti, ha eliminato dalle loro fila gli opportunisti e i deboli, ha costretto i veri comunisti a unirsi più strettamente alle masse popolari e ha mostrato alle masse popolari che potevano fidarsi dei comunisti. La persecuzione depura le nostre fila dagli opportunisti, consolida i veri comunisti, fa affluire nuove reclute al Partito, spinge i comunisti a progredire.

In aprile a Parigi alcuni membri del Partito hanno affrontato coraggiosamente il versante francese dell’ottavo procedimento giudiziario con cui la borghesia italiana cerca di soffocare o almeno ostacolare l’attività del Partito. I compagni hanno saputo mobilitare una vasta solidarietà popolare, sfruttare le contraddizioni in seno alla classe dominante, giocare sui contrasti di interessi tra le Autorità Italiane e la Autorità Francesi. In definitiva hanno fatto saltare il piano patrocinato dal “gruppo franco-italiano per le minacce gravi”, creato dai due Stati nel 2004 per dirigere la comune attività contro il (n)PCI. Le Autorità Francesi hanno dovuto rinunciare a consegnare alle Autorità Italiane i compagni che nel 2003 e nel 2005 avevano arrestato per conto delle Autorità Italiane. Senza di loro l’ottavo procedimento giudiziario contro il (n)PCI, che la borghesia ha affidato al famigerato sostituto procuratore di Bologna, Paolo Giovagnoli, non può avanzare. I danni che doveva produrre nell’attività dei comunisti del nostro paese sono ridimensionati.

Con il suo ottavo procedimento giudiziario la borghesia ha comunque inferto danni all’attività del (n)PCI. Ma grazie alla fermezza strategica e alla flessibilità tattica con cui ha reagito all’attacco, il Partito ha resistito vittoriosamente ed esce rafforzato dallo scontro. E questo proprio mentre la borghesia attraversa una fase acuta della sua crisi politica: lo sfascio dei vecchi partiti e delle vecchie coalizioni, la ricerca affannosa di una legge elettorale che consenta di mantenere l’apparenza del mandato popolare e governare contro gli interessi delle masse popolari e nonostante i contrasti di interessi che lacerano la classe dominante, l’insofferenza del Vaticano per la mediazione che le istituzioni repubblicane riescono a offrirgli, la pretese crescenti degli imperialisti USA e dei sionisti. L’aggravarsi della crisi politica della borghesia crea condizioni favorevoli per il consolidamento e il rafforzamento del partito comunista. Crea condizioni favorevoli per un maggiore sviluppo della mobilitazione delle masse popolari contro il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti, per impedire che con questo governo la borghesia imperialista, il Vaticano, gli imperialisti USA e i sionisti riescano a fare quello che non sono riusciti a fare con il governo Berlusconi-Bossi-Fini.

La lotta contro il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti offre alla sinistra dei sindacati, delle altre organizzazioni popolari e dei movimenti popolari condizioni favorevoli per assumere un ruolo dirigente. La sinistra può certamente isolare la destra (gli Epifani, i Bonanni, gli Angeletti e gli altri analoghi tristi figuri che oggi hanno la direzione dei grandi sindacati, delle altre organizzazioni delle masse popolari e del movimento delle masse popolari) e assumere la direzione. Il successo delle manifestazioni di Vicenza (17 febbraio) e di Roma (17 marzo) lo conferma. La rabbiosa reazione della destra della CGIL alla crescita della mobilitazione dei lavoratori e all’avanzata dei comunisti e la sua crescente collusione con la polizia del regime lo mostrano.

Noi possiamo vincere. La lotta sarà certamente dura e lunga. Ma la vittoria è certa se persisteremo nella lotta e se seguiremo un orientamento giusto, con una sufficiente fermezza nella strategia e con una buona flessibilità nella tattica.

 

Avanti nella lotta contro il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti!

Costruiamo un ampio fronte che raccolga e rafforzi tutte le forme della resistenza delle masse popolari al procedere della crisi generale del capitalismo!

Solidarietà con i prigionieri politici che nelle carceri italiane e di altri paesi imperialisti resistono alle pressioni e alle lusinghe della borghesia! La loro resistenza rafforza la resistenza delle masse popolari al procedere della crisi del capitalismo!

Solidarietà con tutti quelli che si ribellano a questo ordinamento sociale, marcio e assassino!

Sostegno ai progressisti e alla sinistra americana che lotta contro la guerra preventiva e contro il programma di dominazione mondiale dell’imperialismo USA!

Solidarietà con i popoli oppressi, dalla Palestina all’Afganistan, dall’Iraq al Libano alla Somalia, che resistono all’aggressione imperialista: dieci, cento, mille Nassyria!

Solidarietà con la guerra popolare rivoluzionaria che avanza in Nepal, in India, nelle Filippine, in Turchia, in Perù e in altri paesi.

La mobilitazione delle masse popolari è l’arma decisiva per impedire alla borghesia di realizzare con il circo Prodi quello che non è riuscita a realizzare con la banda Berlusconi!

Il consolidamento e rafforzamento del Partito comunista a partire dalla clandestinità è il motore decisivo della crescita della mobilitazione delle masse popolari e il suo risultato più qualificato!

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!

W Marx! W Engels! W Lenin! W Stalin! W Mao Tse-tung! W il marxismo-leninismo-maoismo!