La Voce 12

Viva il Movimento di Liberazione Nazionale Basco

domenica 31 novembre 2002.
 

La messa fuorilegge di Batasuna

 

Nel mese di agosto lo Stato spagnolo ha ufficialmente vietato l’attività pubblica di uno dei maggiori partiti baschi, Batasuna (Unità), che opera alla luce del sole dal 1978, quando l’oligarchia spagnola stava cambiando il suo modo di governare passando dal franchismo (Francisco Franco era morto alla fine del ’75 e il suo regime oramai faceva acqua da tutte le parti) alla "democrazia", cioè nel periodo della "Riforma" (1976-1982). Batasuna è ufficialmente accusato di perseguire operando legalmente lo stesso obiettivo che l’organizzazione clandestina ETA persegue dalla sua fondazione nel 1958: l’indipendenza dei Paesi Baschi (grossomodo 20.000 kmq di territorio con 3 milioni di abitanti divisi tra Spagna e Francia).

Con la Riforma l’oligarchia spagnola ha installato in Spagna un regime di controrivoluzione preventiva sostanzialmente simile a quello vigente negli altri paesi imperialisti europei. Un regime in cui la classe dominante chiama la conservazione del suo potere "sicurezza nazionale" e lo difende anche a costo di violare i diritti civili e politici costituzionalmente riconosciuti dei cittadini e delle loro associazioni, il cui rispetto la democrazia borghese di un tempo poneva invece come valore supremo e limite anche alla libertà d’azione della classe dominante e del suo Stato. La classe dominante si arroga cioè il diritto di aggirare con sotterfugi legali e di violare, quando lo ritiene indispensabile, i diritti civili e politici costituzionalmente riconosciuti. Ovviamente per violarli quando lo ritiene indispensabile, deve dotarsi permanentemente dei mezzi per farlo in ogni caso in cui è necessario e anche per verificare permanentemente se questa necessità sopravviene. In conclusione, deve violarli permanentemente e sistematicamente. Al di là dell’involucro ideologico, si tratta del fatto che la borghesia non può tollerare che la classe operaia usufruisca anch’essa di fatto di quei diritti che un tempo la borghesia riconosceva come diritti universali dell’uomo e del cittadino. Nella fase imperialista questa legalità la soffoca e quindi la borghesia la rompe. Deve prevenire, impedire che la classe operaia si organizzi e sviluppi la sua direzione sulle masse popolari in una misura incompatibile con la sopravvivenza del dominio economico della borghesia. Questo nei paesi borghesi democratici, mentre il fascismo è un regime di dittatura terroristica e di mobilitazione reazionaria delle masse a cui la borghesia imperialista ha fatto ricorso quando e dove lo ha ritenuto necessario perché le masse popolari erano già diventate troppo forti e l’armamentario della controrivoluzione preventiva era poco sviluppato o comunque insufficiente.

Il regime instaurato dall’oligarchia spagnola con la Riforma ha mantenuto tratti di continuità con il regime franchista quanto a istituzioni, metodi di lavoro e uomini di gran lunga più marcati di quelli mantenuti dal regime DC con il regime fascista di Mussolini. L’attuale regime non ha nemmeno rinnegato ufficialmente il franchismo né condannato i suoi crimini. Nello stesso tempo, dovendo far accettare la delicata operazione di passaggio, quello spagnolo è però attento a salvaguardare le forme "democratiche" più di quanto lo sia stato il regime DC e lo siano i regimi di altri paesi imperialisti d’Europa, per non parlare degli USA. Il fatto che gli eredi diretti di Franco, gli uomini cresciuti e allevati nei palazzi del vecchio regime (ma persino il capo dello Stato è ancora il reuccio installato da Franco e ministri del governo franchista, come Fraga Iribarne, hanno ancora oggi importanti cariche pubbliche) che costituiscono gran parte del quadro dirigente del partito al governo (il Partito Popolare), abbiano osato (sia pure con il consenso degli altri Stati dell’UE e, all’interno, col consenso del partito socialista (PSOE) e l’astensione dell’estrema sinistra del regime (IU) e dei nazionalisti catalani (CiU)) mettere fuorilegge un partito costituito da antifranchisti come Batasuna, dà un duplice segnale. Il Movimento di Liberazione Nazionale Basco (MLNV), di cui Batasuna è il portavoce elettorale, è un pericolo attuale per la stabilità del regime e la situazione in Spagna e in Europa spinge la borghesia imperialista a restringere ulteriormente i diritti politici e civili delle masse popolari.

Basterebbe questo per giustificare che i comunisti, tutte le FSRS e tutti i democratici e progressisti e le loro associazioni di tutti i paesi europei si mobilitino contro la misura presa dal governo spagnolo e contro l’appoggio e la collaborazione che i governi degli altri paesi europei gli danno. Ma c’è di più. La rivendicazione del diritto all’autodeterminazione nazionale dei Paesi Baschi, come per altro verso quella dell’Irlanda del Nord (Ulster), è una rivendicazione democratica che i comunisti devono sostenere. La rivendicazione è profondamente radicata nella storia delle relazioni del popolo basco con il governo di Madrid, si è formata combattendo per più di cento anni contro politiche di persecuzione e di cancellazione dell’identità nazionale (dalla lingua ai costumi). È ragionevolmente impossibile che si arrivi a un rapporto di libera collaborazione e convivenza tra gli altri popoli della penisola iberica e il popolo basco, dopo le persecuzioni a lungo subite, se prima non viene riconosciuto al popolo basco il diritto all’autodeterminazione nazionale. E certamente non è nell’ambito dell’attuale regime spagnolo, che è il regime dell’oligarchia già franchista e da sempre centralista, che un nuovo clima di collaborazione e convivenza può sorgere tra i vari popoli della penisola iberica.

L’oligarchia spagnola e i suoi portavoce puntano molto sulla denigrazione dell’orientamento ideologico e politico del MLNV. I franchisti che nel 1936 fecero radere al suolo Guernica dall’aviazione nazista e vinsero la guerra civile del 1936-39 grazie all’appoggio dell’Italia fascista di Mussolini, osano insultare come nazista e fascista il MLNV. Basterebbe questo a smascherare la malafede e l’imbroglio. Ma in realtà la storia del MLNV è molto interessante. Essa è un caso da manuale di trasformazione della mobilitazione reazionaria delle masse in mobilitazione rivoluzionaria. Il movimento indipendentista basco nacque 170 anni fa come lotta dei contadini baschi contro la borghesia liberale spagnola (fusa con la grande nobiltà spagnola) che voleva abolire gli usi e costumi secondo cui essi usufruivano delle terre comuni, demaniali ed ecclesiastiche. Quindi il movimento indipendentista basco iniziò sotto le bandiere del partito clericale e assolutista (come il "Brigantaggio" dei contadini dell’Italia meridionale in Italia e analogamente a quello che oggi avviene per i movimenti antimperialisti di vari paesi oppressi). Man mano che la classe operaia è cresciuta numericamente e politicamente quel movimento si è trasformato. Dapprima la direzione è passata alla piccola e media borghesia locale (la grande borghesia basca al contrario è da sempre stata tutt’uno con la borghesia spagnola). Quando poi lo sviluppo del movimento comunista portò la borghesia spagnola a optare per il fascismo, proprio per proseguire la lotta contro il fascismo fu l’ala più democratica, legata quindi in vari modi al movimento comunista, che prese nelle sue mani la direzione del movimento di liberazione nazionale basco. Oggi il MLNV è alla testa della lotta del popolo basco. Sia il nazionalismo borghese, che sopravvive ed è rappresentato politicamente dal PNV (Partito Nazionalista Basco), sia l’ala riformista spagnola nei Paesi Baschi, rappresentata politicamente da IU (Sinistra Unita), si dibattono e manovrano entrambi tra il MLNV (Accordo di Lizarra) con cui non possono rompere apertamente perché perderebbero l’appoggio delle masse popolari basche e l’oligarchia spagnola (Patto di Ajuria Enea) con cui non vogliono rompere per i legami di classe che li uniscono.

Siamo certi che il MLNV non si indebolirà per la messa fuorilegge di Batasuna. Batasuna, fondata nel 1978, è stata riconosciuta legalmente solo nel 1986 ed è sempre stata perseguitata: suoi dirigenti ed esponenti sono stati assassinati, arrestati, multati, perquisiti. I suoi organismi più volte sciolti e i suoi organi soppressi. Questo non ha diminuito il seguito di Batasuna né la forza del MLNV. La forza del MLNV non dipende dalle decisioni dell’oligarchia spagnola, ma dai suoi legami con le masse popolari basche e in primo luogo dalla sua relazione con la classe operaia basca. Faremo quanto sta in noi perché il movimento comunista italiano e degli altri paesi europei appoggi il MLNV, continuando la tradizione e la linea inaugurata dalla prima Internazionale Comunista con il glorioso Partito Comunista di Euskadi.

 

Anna M.