La Voce 30

05 - La crisi si aggrava

Manchette
sabato 1 novembre 2008.
 

Solo i lavoratori organizzati sono in grado di organizzare la produzione e la distribuzione di beni e servizi senza i capitalisti, senza più dipendere da profitti e da speculazioni!

La crisi finanziaria in corso e l’aggravamento in arrivo della crisi economica non sono piovuti dal cielo. Non arrivano inattesi, come un fulmine a ciel sereno. Sono manifestazioni della crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale che come una malattia cronica da trent’anni agita il sistema imperialista mondiale.

La bolla speculativa sull’immobiliare è solo l’ultima di una serie di bolle, una più grossa dell’altra. Proprio perché veniva dopo una serie di altre ed era più grossa di quelle che l’hanno preceduta, quando è scoppiata ha mandato in aria banche, fondi d’investimento, fondi pensione, società finanziarie.

Furfanti e ingenui allora si sono messi a gridare: “Abolire la speculazione!”, “Abolire le bolle speculative!”,”Regolamentare le attività finanziarie!”, “Salvare le aziende e l’economia reale!”.

Facile a dirsi, ma chi lo dice o è un demagogo e in imbroglione (i furfanti) o non sa come funziona il capitalismo (gli ingenui).

Da alcuni decenni il capitalismo non può vivere senza speculazione. Sono le bolle speculative che fanno girare i soldi e forniscono clienti e affari alle aziende. Da alcuni decenni il capitale produttivo (l’economia reale, le aziende che producono beni e servizi) sta in piedi solo grazie alle bolle speculative. Come fare allora senza nuove bolle speculative?

Nell’immediato la sostanza dell’intervento delle Autorità consiste nel versare soldi pubblici a banche, società finanziarie, fondi di investimento. Le Autorità intervengono a sostegno dei banchieri, dei finanzieri, degli speculatori. Miliardi di euro passano dalle casse dello Stato nelle casse delle banche e delle finanziarie e da qui nelle tasche dei banchieri, degli speculatori, dei ricchi e del Vaticano. Altri sono messi a disposizione come garanzia: infatti banche, società finanziarie e fondi hanno buchi nascosti e altri li creano con le speculazioni che continuano. Se a uno speculatore un colpo va male, lo Stato gli viene in aiuto. Questi soldi gli Stati o li prendono dalle entrate correnti o li prendono in prestito. Come contropartita, pagheremo più tasse, tariffe, ticket e prezzi più alti. Sarà un nuovo trasferimento di ricchezza dalle masse popolari ai ricchi. Diminuiranno ancora il monte salari, le pensioni e i redditi da lavoro autonomo. I banchieri, gli speculatori, il Vaticano e i ricchi saranno salvi e ancora più ricchi. Aumenteranno le difficoltà di ogni genere per le masse popolari. Aumenterà il numero dei poveri. La crisi si aggraverà.

Finché lasciamo in piedi l’ordinamento sociale capitalista, le attività economiche reali, quelle che producono beni e servizi, quelle delle aziende dove lavoriamo, continuano solo se conviene ai capitalisti. I capitalisti tengono aperte le attività produttive solo se non possono fare profitti maggiori altrove. Il capitalismo non può fare a meno di banche, finanziarie e fondi speculativi, come non può fare a meno di aziende e di polizia. Noi invece possiamo fare a meno del capitalismo!

Ernesto V.