Il futuro del Vaticano

4. Prime conclusioni

venerdì 11 agosto 2006.
 

Tesi sul Vaticano

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4. Prime conclusioni

La Chiesa Cattolica e il Vaticano oggi sono la struttura principale del sistema del potere politico borghese in Italia. Questa multinazionale è la stampella principale del dominio della borghesia imperialista, dell’oppressione e dello sfruttamento che essa esercita sulla classe operaia e sul resto delle masse popolari.

È anche la causa della debolezza relativa della borghesia imperialista italiana, nel consesso dei gruppi imperialisti mondiali. Non pochi esponenti della borghesia imperialista lo avvertono: sempre più man mano che la crisi generale del capitalismo progredisce e la necessità di trovare rimedi (cioè di realizzare il “programma comune” della borghesia imperialista) diventa impellente. La crisi del regime DC è esplosa negli anni ‘90. È la crisi della combinazione USA - Vaticano - borghesia imperialista italiana che ha governato l’Italia nel secondo dopoguerra (il ruolo degli altri poteri autonomi - Mafia, sionisti, altri gruppi della criminalità organizzata, ecc. - era minore). Ma è anche la crisi della linea politica e sociale su cui quella combinazione ha funzionato. Questa crisi italiana fa parte ed è un effetto di una crisi ben più ampia: la seconda crisi generale del capitalismo. Da allora i rapporti tra i tre grandi protagonisti - a cui per effetto della crisi generale e del crollo del campo socialista se ne è aggiunto un quarto: l’UE - sono precari e tendenzialmente conflittuali.

La Chiesa, con il Vaticano alla sua testa, è di gran lunga la maggior forza politica anticomunista italiana. Ma non può più dare alla borghesia imperialista quello che le ha dato nella fase precedente. L’influenza della Chiesa nella scuola e nella formazione dei fanciulli resta schiacciante e vasta anche in campo culturale, ma la sua egemonia sui contadini è scomparsa con i contadini e la sua egemonia sulle donne si è molto ridotta. In breve, il Vaticano è diventato più forte nel sistema politico e finanziario relativamente agli altri suoi complici, ma la sua egemonia, la sua capacità di direzione intellettuale e morale sulla massa della popolazione, si è fortemente ridotta. La borghesia imperialista è sempre più insofferente della quota che il Vaticano e la sua Chiesa succhiano parassitariamente nella ricchezza totale prodotta nel paese, della generale influenza negativa che la loro natura parassitaria esercita su tutto il paese a danno dell’efficienza delle sue strutture e della produttività della sua manodopera, del ruolo ingombrante della Chiesa in ogni campo. Avverte il Vaticano e la sua Chiesa come una palla al piede per la realizzazione del suo “programma comune”. In ogni trasformazione di una qualche importanza, la borghesia imperialista si urterà con il Vaticano: l’invalido inciamperà nella sua stampella. Ma liberarsi del Vaticano e costruire un altro assetto di potere è una lotta di gran lunga superiore alle sue forze. Nella misura in cui cresceranno la resistenza delle masse popolari al procedere della crisi e la rinascita del movimento comunista, i rapporti tra la borghesia imperialista e la Chiesa diventeranno più conflittuali.

La crisi politica costringe il Vaticano a impegnarsi più direttamente nel governo del paese, a occuparsi anche della direzione di dettaglio. Restringe i margini di tolleranza tra Vaticano, borghesia imperialista, USA, UE e poteri autonomi minori. Accresce le pressioni sul Vaticano. Porta alla luce il suo potere terreno e le sue conseguenze. Accresce i contrasti tra la Chiesa e gli altri poteri sovrani. I contrasti tra le masse popolari e la borghesia imperialista possono diventare apertamente anche contrasti tra le masse popolari e la Chiesa, se la rinascita del movimento comunista avanza.

Il ruolo nefasto della Chiesa e del Vaticano nella vita del nostro paese è destinato a diventare più forte e più evidente. Essi non sono solo il puntello principale del potere della borghesia imperialista. Sono anche la fonte principale della corruzione della vita sociale nel nostro paese: sia per la loro natura antidemocratica e teocratica (feudale) che alle masse popolari non riconosce alcun diritto inalienabile, ma solo diritti concessi, beneficenza ed elemosine, benedizioni e maledizioni; sia per il carattere occulto del loro potere: il Vaticano comanda ma non assume la responsabilità degli ordini che dà, non accetta di essere valutato per i risultati della sua direzione, si nasconde dietro uomini e partiti: l’unico giudice è Dio con cui parlano solo la Chiesa e il Vaticano. Ciò contribuisce a rendere a prima vista più incomprensibile la vita del paese, aumenta tra le masse popolari la confusione delle coscienze e la sfiducia, nasconde i reali conflitti di interesse e alimenta un clima generale di ipocrisia, di doppiezza e di irresponsabilità: un clima che caratterizza tutta la classe dirigente e inquina tutto il paese.

Nel nostro paese ogni via di progresso passa attraverso la soppressione del Vaticano e della Chiesa. Ogni individuo, ogni gruppo, ogni movimento che, sotto l’incalzare della necessità e l’urgenza dei bisogni, cercherà di riformare il paese, si scontrerà con l’ostacolo costituito in ogni settore della vita del paese dagli interessi del Vaticano e della Chiesa e dalle forze che essi possono mobilitare a loro sostegno. Il partito comunista potrà quindi mobilitare un ampio fronte nella lotta per sopprimere il Vaticano e la sua struttura ecclesiastica, se mantiene la sua autonomia e se pratica la linea di massa come metodo principale di lavoro e di direzione.

Per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, per conquistare il potere, per abbattere il potere della borghesia imperialista, la classe operaia italiana deve sopprimere il Vaticano e la Chiesa. È un compito da cui non può esimersi, pena rinunciare alla propria emancipazione e al socialismo. Sarà un contributo internazionalista che essa darà alle masse popolari di tutto il mondo. Per adempierlo essa potrà attingere all’aiuto e alla solidarietà del movimento comunista internazionale e del movimento democratico.

È impossibile che il Vaticano e la Chiesa si riciclino nella società socialista, analogamente a come si sono riciclati nella società borghese. Pur essendo per la loro natura istituzioni della società feudale, estranei quindi alla società borghese, essi si sono adattati alla società borghese e sono diventati una sua componente. È impossibile che avvenga qualcosa di analogo con la società socialista, quali che siano gli sforzi che il Vaticano e la Chiesa faranno per aggiornarsi.

Certamente nei prossimi anni la Chiesa farà nuove importanti concessioni in fatto di dottrina, per rendere la sua concezione del mondo meno mortificante per la ragione dei suoi fedeli. Lo stesso farà in fatto di riti, per attenuare la presenza di aspetti degradanti, autolesionisti, razzisti, antiquati, legati alle abitudini di uno stadio della civiltà umana ormai lontano. In fatto di disciplina e organizzazione attenuerà un po’ e soprattutto nelle apparenze (consultazione) il carattere autocratico, teocratico, autoritario e misogino della sua struttura. Per ovviare alla crisi del suo reclutamento concederà alle donne di accedere ad alcune cariche ecclesiastiche minori e introdurrà crescenti deroghe al celibato ecclesiastico. In fatto di morale dovrà come minimo “venire incontro ai tempi” autorizzando ai suoi fedeli le pratiche anticoncezionali, l’assistenza sanitaria all’aborto, l’eutanasia, il divorzio e le relazioni omosessuali. La morale promossa dalla Chiesa resterà tuttavia una morale d’altri tempi: sorda e aliena dalle necessità poste dai rapporti dell’individuo con il resto della natura e con se stesso, con gli altri individui e con la società come essi si configurano realmente oggi; lontana dal ruolo intellettuale e morale a cui ogni individuo deve elevarsi per partecipare alla direzione della società. Con queste concessioni e questi aggiornamenti cercherà solo di limitare l’irrequietezza e l’instabilità della massa dei “pastori” e, soprattutto, l’esodo in massa delle sue “pecorelle” che, escluse dai riti per motivi di condotta, perdono facilmente la fede nella Chiesa. Né valgono a compensare tale esodo le misure che sempre più largamente gli Stati prendono a carico della spesa pubblica per sopperire al declino della partecipazione dei fedeli al finanziamento e al sostegno della Chiesa. Il problema infatti non è principalmente finanziario, ma di egemonia: di direzione intellettuale e morale.

Ognuna delle “concessioni ai tempi” che la Chiesa farà, susciterà per contrasto tentativi di ritorno alla pratica intransigente dei vecchi riti, della vecchia morale, della vecchia dottrina e della vecchia disciplina come il Concilio di Trento le aveva codificate. Susciterà tentativi di raccogliere in gruppi più ristretti ma più compatti e combattivi, in “forze speciali”, quei fedeli che cercheranno di trovare rimedio ai mali del tempo presente nel ritorno al passato - come del resto hanno fatto, con dirigenti non ecclesiastici ma col favore della Chiesa, i movimenti che durante la prima ondata della rivoluzione proletaria hanno promosso nei paesi imperialisti la mobilitazione reazionaria delle masse popolari: il fascismo, il nazismo, il sionismo, ecc. Può darsi che questi gruppi acquistino larga diffusione, perché l’agonia della società borghese è molto dolorosa e spinge gli individui a cercare soluzioni, anche apparentemente assurde e di certo macabre, senza futuro, disperate. Può darsi che assumano importanza storica, come forme della nuova mobilitazione reazionaria delle masse popolari che la borghesia imperialista cercherà di suscitare nel corso della prossima ondata della rivoluzione proletaria. Ma, anche a prescindere da queste reazioni di contrasto, le sue concessioni non renderanno la Chiesa compatibile con la società socialista: saranno solo un nuovo passo verso la sua scomparsa, che il movimento comunista valorizzerà in questo senso positivo. La società borghese è basata anch’essa, come quelle che l’hanno preceduta, sulla divisione della popolazione in classi di sfruttati e sfruttatori, di oppressi e oppressori. La grande maggioranza dei membri della popolazione restano esclusi dal patrimonio culturale della società, emarginati dalla direzione della propria vita individuale e sociale che è nelle mani della classe dominante e dei suoi ausiliari: restano manodopera e massa di manovra per i potenti. Residui più o meno importanti dei rapporti di dipendenza personale (come quello delle “pecorelle” dai “pastori”) che hanno caratterizzato le vecchie società, sono del tutto compatibili con la società borghese. Con qualche adattamento sono integrabili in essa. È infatti quello che è avvenuto nell’epoca imperialista, nelle varie formazioni economicosociali borghesi. Per la società comunista non può ripetersi niente di analogo. L’umanità può certamente superare il marasma in cui l’ha portata il contrasto tra le sue forze produttive e i suoi rapporti sociali; tra la realtà in cui vivono e la concezione e la morale che la borghesia inculca negli individui fino a renderli psicologicamente infermi, inabili, schizofrenici e disadattati. Ma l’umanità supererà questo marasma solo a condizione che i suoi membri si trasformino e diventino in massa consapevoli protagonisti e dirigenti della propria vita individuale e sociale.

L’educazione dei fanciulli e la loro integrazione nella società, l’emancipazione delle donne e la riforma intellettuale e morale sono questioni che hanno implicazioni tali e sono di tale importanza per la costruzione di un nuovo superiore ordinamento sociale che nessun partito che seriamente si propone di dare soluzione ai problemi del nostro paese può esimersi dall’occuparsene come parte essenziale del suo programma. Le relazioni sessuali, la repressione e la “liberazione sessuale” e l’etica sessuale hanno un ruolo importante e profondo nella nostra vita. Né le vecchie regole imposte alle classi oppresse, lungo la storia della società basata sulla divisione in classi, né la riproposizione in campo sessuale del mito del “buon selvaggio” e del “ritorno alla natura”, reggono alla prova dei fatti della lotta per l’emancipazione e per la creazione di un nuovo superiore ordinamento sociale. I delitti, le violenze e i traffici direttamente legati alle relazioni e agli istituti sessuali (e ancora più quelli legati indirettamente) si moltiplicano e costituiscono una parte importante dell’attuale marasma. Enormi energie sono sprecate per risolvere problemi semplici. Finché le donne non avranno raggiunto in massa non solo una reale indipendenza economica e intellettuale di fronte agli uomini, ma anche un nuovo modo di concepire se stesse e il loro ruolo nei rapporti sessuali, la questione sessuale resterà piena di caratteri morbosi e di effetti negativi. Ebbene, la soluzione di tutte queste questioni nel nostro paese ha come premessa e come coronamento anche la soppressione del Vaticano e della Chiesa.

La soppressione del Vaticano e della Chiesa è quindi un necessario, inevitabile passaggio per uscire dal marasma sociale e riprendere la via del progresso. Ed è anche del tutto possibile, per la natura stessa della Chiesa e del Vaticano. Al contrario sbaglieremmo noi comunisti se ci proponessimo di sopprimere la religione cattolica o qualunque altra religione. La religione è un modo in cui gli uomini hanno concepito, rappresentato e gestito il loro rapporto individuale e sociale con il mondo.(25) La religione ha avuto un ruolo importante nella storia dell’umanità, e non è escluso che lo abbia ancora per un certo tempo (vedasi ad esempio il ruolo che ha la religione in questi anni nella rivoluzione democratica antimperialista dei popoli arabi e musulmani). Tutti i popoli si sono creati delle religioni. Ogni religione alla sua nascita ha rispecchiato presso ogni popolo le condizioni concrete in cui essa è nata e lo ha sostenuto nell’opera che quel popolo ha compiuto. Per quanto possa essere sopravvissuta alle condizioni in cui è nata ed essere perfino diventata strumento di direzione politica nelle mani delle classi dominanti, una religione è impossibile abolirla per noi comunisti, proprio per la natura della rivoluzione che ci proponiamo di promuovere e dirigere.(26) Le religioni si estingueranno man mano che gli uomini e le donne le troveranno inutili. Alcuni sono passati e passeranno direttamente e subito a una concezione del mondo superiore, scientifica e sperimentale e a una morale adeguata ai compiti attuali dell’umanità.(27) Altri vi arriveranno reinterpretando le loro vecchie religioni in funzione dei compiti della lotta presente. Quello che deve e può fare la rivoluzione socialista è dare ai cattolici, come al resto della popolazione, la libertà religiosa: la libertà di gestire essi stessi le proprie concezioni, i propri principi morali e i propri riti, finalmente liberi dall’autorità che il Vaticano e la Chiesa (la struttura ecclesiastica, il clero) pretendono di imporre in nome di Dio, attraverso il monopolio degli edifici e degli altri mezzi di culto, i ricatti morali e la coercizione fisica quando e dove possono. La storia delle religioni protestanti, musulmane, buddiste, induiste e altre mostra che la storia della religione è distinta dalla storia del Papato, del Califfato, ecc.

La via per la soppressione del Vaticano e della Chiesa ad opera della rivoluzione socialista è indicata proprio dal ruolo sociale che essi hanno assunto nell’epoca imperialista, dal loro legame con la borghesia imperialista e dalle contraddizioni che di conseguenza ne determinano la decadenza. Questo legame e quel ruolo diventeranno mortali per Chiesa - Vaticano e per la Borghesia imperialista, di fronte alla rinascita del movimento comunista e allo sviluppo della nuova ondata della rivoluzione proletaria in tutti i paesi del mondo: i paesi imperialisti, i paesi oppressi, gli ex paesi socialisti. Ciò che ha salvato la Chiesa Cattolica dalla morte e le ha dato una boccata d’ossigeno, il suo riciclaggio come “stampella dell’invalido” (come sostegno della borghesia decadente contro il movimento comunista montante), indica anche il suo destino. Da una parte il legame della Chiesa con la società borghese diventerà sempre più stretto, il suo intervento politico sempre più diretto e quindi essa sarà sempre più direttamente coinvolta nella lotta di classe e nella contraddizione masse popolari/borghesia imperialista. Dall’altra la Chiesa è e sempre più sarà coinvolta nelle contraddizioni tra gruppi imperialisti. Da qui verranno acuendosi le contraddizioni tra la Chiesa e la massa dei fedeli e, di riflesso, le contraddizioni all’interno stesso della Chiesa.

Lo sforzo che il Vaticano compie per nascondere il suo ruolo passato e presente nel governo del nostro paese, mostra la paura che esso ha di essere travolto dalla crisi politica del capitalismo e indica chiaramente la strada che noi comunisti dobbiamo seguire:

-  fare dello smascheramento (quindi inchiesta e informazione) e della denuncia del ruolo della Chiesa e della sua implicazione in tutto quello che rende difficile, miserabile e amara la vita delle masse popolari, una parte importante della nostra attività sul 2° e 3° fronte (vedasi Piano Generale di Lavoro del (n)PCI), della nostra propaganda e della nostra agitazione;

-  dare alle rivendicazioni economicopratiche delle masse popolari contro la Chiesa e il Vaticano un posto adeguato nelle lotte rivendicative delle masse popolari;

-  fare emergere con forza e chiarezza le responsabilità attive e passive (per quello che fa e per quello che non fa) del Vaticano nel marasma in cui si trova il nostro paese e nella guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari in ogni angolo del mondo: quanto più grande è la forza del Vaticano e più largo il suo seguito, tanto maggiore è la sua responsabilità per la situazione in cui siamo e per gli eventi che si preparano.(28)

Già oggi nel nostro paese non vi è alcuna vicenda settoriale o decisione di una qualche importanza in cui gli interessi della Chiesa non sono direttamente coinvolti e in cui essa non è implicata direttamente. Solo la paura e la complicità della borghesia imperialista, il servilismo e la compiacenza dei revisionisti moderni e la debolezza del movimento comunista hanno sinora evitato che il suo ruolo fosse messo in piazza in ogni crisi ed evento.(29) I portavoce della borghesia imperialista, i revisionisti, i riformisti e gli opportunisti di ogni specie hanno protetto costantemente e sistematicamente il Vaticano e la Chiesa (per i servizi e i favori che ne ricevevano) a danno del diritto delle masse popolari a conoscere: hanno nascosto o minimizzato le loro malefatte, i loro crimini, le loro responsabilità, la loro indifferenza di fronte alle sofferenze delle masse popolari.

Le relazioni internazionali, e quindi per il nostro paese la politica estera, sono un campo di contrasti tra gruppi della borghesia imperialista e il Vaticano e tra il Vaticano e le masse popolari. Il Vaticano non può accettare la trasformazione della UE in potenza politica: non potrebbe più avere la licenza, le immunità (dalle indagini, dai controlli e dalla giustizia), le esenzioni fiscali, i privilegi, i monopoli e il potere finanziario e politico che oggi ha in Italia. Le vicende Antonio Fazio - Banca Nazionale del Lavoro - Banca AntonVeneta dell’inverno scorso hanno mostrato un lato del problema. Questo lo rende alleato degli USA nel sabotare il rafforzamento politico della UE, mentre questa può continuare a servire gli interessi dei gruppi imperialisti europei e italiani solo se diventa anche una potenza politica. Il Vaticano è dunque obbligato a sostenere l’imperialismo USA anche nelle sue guerre preventive, perché ha bisogno della sua benevolenza e protezione in Europa e nel mondo, oltre che per le pressioni degli imperialisti USA che sfruttano con spregiudicatezza i reati finanziari e sessuali del clero americano e la concorrenza delle Chiese protestanti USA. Il sostegno all’imperialismo USA contrasta però anche con il ruolo che la Chiesa cerca di assumere per conservare quanto le resta di egemonia sulle masse popolari: il ruolo di dispensatore di speranze nel paradiso alle masse colpite dalla guerra di sterminio non dichiarata, del cappellano che consola mentre il carnefice ammazza.

Quanto alla politica interna nel nostro paese, non c’è campo in cui non sono in gioco importanti interessi della Chiesa e del Vaticano. Il sistema bancario, assicurativo e finanziario, il regime fiscale, la destinazione della spesa pubblica, il segreto bancario e commerciale e dei professionisti, la nominatività dei titoli azionari e degli altri titoli finanziari, la pubblicità e trasparenza dei bilanci, la pubblicità dei redditi e delle dichiarazioni fiscali, la proprietà e l’uso dei suoli (piani regolatori, licenze edilizie e opere pubbliche), il regime degli affitti, la protezione dell’ambiente e la bonifica ambientale, il patrimonio artistico (proprietà, conservazione e gestione), il sistema scolastico, ospedaliero, assistenziale e sanitario, gli spettacoli, i musei, il turismo, le comunicazioni, le carriere nella Pubblica Amministrazione, i rapporti di lavoro, ecc. ecc.: sono alcuni dei settori dove chi formula le leggi e i regolamenti e chi è addetto al controllo della loro applicazione e amministrazione deve fare attenzione a non ledere gli interessi della Chiesa e deve prontamente venire incontro alle sue richieste. Se si aggiungono a questi altri settori come la ricerca scientifica, la ricerca storica e la gestione degli archivi e del segreto di Stato, la legislazione matrimoniale, il diritto di famiglia e tutto quanto attiene ai rapporti sessuali, si incomincia ad avere un’idea della misura in cui la Chiesa condiziona lo Stato e del motivo per cui l’Amministrazione Pubblica in Italia è notoriamente demotivata, parassitaria, corrotta, irresponsabile, prepotente con i deboli e debole con i potenti, e “inesplicabilmente” inefficiente. Si aggiunga infine che l’amministrazione della Giustizia e l’attività di polizia in tutti questi settori e specialmente nel trattare reati in cui il clero è particolarmente implicato (reati finanziari e speculazioni, frodi, violenze e abusi sessuali, usura, circonvenzione d’incapaci) devono chiudere uno e anche due occhi ogni volta che hanno a che fare con organi della Chiesa o del Vaticano e con membri della Chiesa o loro familiari, prestanome e protetti (cioè svariate centinaia di migliaia di persone sparse in tutto il paese) e che tutti i lestofanti che hanno l’interesse, la volontà, la posizione sociale e i mezzi per farlo approfittano a loro volta della situazione creata dal rispetto degli interessi e dei privilegi della Chiesa. Chi si chiede perché da sempre ogni governo in Italia proclama la lotta all’evasione fiscale che regolarmente resta lettera morta, ha qui la sua risposta. Lo stesso vale per cento altre deficienze e lati oscuri della Pubblica Amministrazione e per molti “misteri” del nostro paese.

Se, come è probabile, la Chiesa diventerà il centro promotore della mobilitazione reazionaria delle masse popolari di cui la borghesia imperialista ha bisogno, nel prossimo futuro essa intensificherà la sua attività nella mobilitazione e organizzazione delle masse popolari per ostacolare la rinascita del movimento comunista, per impedire che i comunisti orientino e prendano la direzione della resistenza che le masse popolari oppongono al procedere della crisi, per prevenire la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari. In questo sforzo la Chiesa dovrà fare i conti con l’eredità che la prima ondata della rivoluzione proletaria ha sedimentato nelle masse popolari in fatto di coscienza e organizzazione: già oggi la borghesia imperialista ha dovuto ovunque ricorrere al reclutamento di mercenari e volontari perché non può fare affidamento sulla massa dei giovani. Comunque essa creerà un vasto campo che noi comunisti possiamo trasformare in fecondo terreno di lavoro per noi, se consideriamo l’esperienza dell’oppressione e dello sfruttamento di classe che hanno le masse popolari che la Chiesa mobiliterà: essa è e sarà tutta a nostro favore. Noi dobbiamo rivolgerci alle masse popolari facendo leva non sulla nostra coscienza, ma sulla loro esperienza e sul lato progressista della loro coscienza. Non diremo: “Noi facciamo così perché siamo comunisti, siamo di sinistra”. Ma noi, comunisti e di sinistra, mostreremo alle masse popolari, anche a quelle che venerano Dio, come stanno le cose per loro, chi sono i loro nemici e chi sono i loro amici, cosa possono e devono fare per finirla con le costrizioni di cui soffrono qui in terra. Faremo leva sulla sinistra degli stessi suoi fedeli perché si liberino dalla Chiesa, in nome della loro esperienza di classe.

Il problema della direzione non ci spaventa. Sarebbe sbagliato porlo come una questione da decidere a priori, con un accordo a tavolino, tra i vertici. La lotta che le masse popolari dovranno condurre per far fronte alla crisi in corso non è né una discussione accademica, né una campagna elettorale, né un’assemblea per quanto accesa e tumultuosa, per le quali si fissano prima regole e regolamenti. Sarà una lotta seria, dolorosa, accanita e lunga. In ogni lotta seria che mette in gioco le masse popolari a milioni e in cui milioni di individui hanno in gioco la vita loro e dei loro cari, non sono gli accordi diplomatici o i giochi di corridoio che decidono chi dirige. Inevitabilmente dirige chi nella pratica della lotta risulta avere una comprensione più giusta delle condizioni e delle forme della lotta e passo dopo passo lancia le parole d’ordine in cui chi lotta con decisione riconosce le sue aspirazione e per questo le fa sue.

Il marxismo-leninismo-maoismo e la linea di massa saranno gli strumenti della nostra vittoria nell’isolare la Chiesa e il Vaticano dalle masse popolari, rovesciare la mobilitazione reazionaria in mobilitazione rivoluzionaria e liberare finalmente il nostro paese e il mondo dall’inquinamento della Chiesa e del Vaticano.

Plinio M.


Note:

(25) In proposito è utile rileggere l’articolo Il Vaticano in Rapporti Sociali n. 14-15 (inverno-primavera 1994) p. 16-17.

(26) Vedasi in proposito cosa dice K. Marx in La miseria della filosofia a proposito dei tentativi di alcuni esponenti della Rivoluzione Francese di “abolire la religione”.

(27) I clericali, e con loro i “laici” come Marcello Pera e Costanzo Preve, sostengono che non vi è morale senza la religione a suo fondamento. Accusano noi marxisti di “relativismo morale”, in sostanza di non avere una morale. “Se Dio non esiste, tutto è permesso!”, dicono loro. È ben comprensibile che, per chi ha una mentalità da schiavo o da schiavista, le regole di vita possono venire solo dal padrone. Senza padrone, niente regole: “Quando il gatto non c’è, i topi ballano!” Ed effettivamente l’esperienza ha più volte mostrato che, una volta rotta la cappa della coercizione, quelli che ne hanno sofferto ma poco o per nulla hanno contribuito alla lotta per romperla si danno alla pazza gioia, come ubriachi ... finché i bisogni pratici della vita non li richiamano alla realtà. A quel punto, se la rivoluzione ha in se le forze per procedere, emerge quello che è confermato da tutto il corso della storia umana: in ogni circostanza l’umanità sopravvive e progredisce tanto meglio quanto più diventano principi di condotta personale per ogni individuo quelle regole di comportamento che meglio corrispondono alle opere che la società concreta deve compiere nelle concrete condizioni in cui deve compierle. Del resto, se la morale o la religione venissero da Dio, perché Dio avrebbe sparso tante morali e religioni diverse e avrebbe di tanto in tanto pure cambiato opinione? È solo quando il legame indicato è venuto meno, cioè per le morali sopravvissute alla loro epoca o per le morali che ai membri delle classi e dei popoli oppressi impongono la condotta che la classe dominante ha bisogno che essi tengano, che la morale è presentata come comandamento di Dio, la sanzione terrena della sua violazione è rafforzata dalla maledizione e dalla condanna divina e la sua fedele osservanza è premiata, oltre che dalla benevolenza del padrone, anche dalla benedizione di Dio. I peggiori crimini sono stati compiuti in nome di Dio (“Gott mit uns”), alla pari di molte opere pie ed eroiche.

(28) Bisogna denunciare in particolare il ruolo che la Chiesa e il Vaticano hanno attualmente in molte ex colonie. Qui essi hanno una grande egemonia e un grande potere. Essi monopolizzano la distribuzione dei viveri, l’assistenza sanitaria, altri “aiuti” dei paesi imperialisti e delle multinazionali, l’istruzione. Usano il loro potere politico e la loro direzione intellettuale e morale sulle masse popolari per distoglierle dalla lotta per l’emancipazione e lo sviluppo economico, politico e culturale contro l’imperialismo e i governi fantoccio della borghesia compradora e burocratica e per reclutare personale per la loro attività internazionale (emigrazione selezionata) impoverendo così ulteriormente i paesi oppressi anche per questa via.

(29) Alcuni casi esemplari: quando lo Stato salvò dal fallimento della Banca Privata Italiana di Michele Sindona i depositi di 500 titolari che figuravano in un tabulato che miracolosamente è sparito, quello che salvò tutti dalla pubblicità e dalle conseguenze giudiziarie e patrimoniali fu il coinvolgimento del Vaticano e dei suoi prelati nella vicenda. L’incauto magistrato di S. Maria Capua Vetere che rese pubblico il coinvolgimento del cardinal Giordano di Napoli in un vasto giro di usura, ha bruciato la sua carriera. Ovviamente, proprio per i motivi indicati il sommerso resta ignoto. Solo la sua esistenza è rivelata dal furore con cui sono cancellati i pochi casi che per motivi accidentali emergono e dall’inerzia e dall’incapacità di apparati composti da individui personalmente tutt’altro che incapaci (non pochi dei quali devono però la loro posizione proprio ai legami con il Vaticano e la Chiesa).