(nuovo)Partito comunista italiano
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Ai compagni della Rete dei Comunisti

Lettera aperta del 24 febbraio 2008
giovedì 6 marzo 2008.
 

(PNG) Alla Lettera aperta che avete diffuso in data 29 gennaio 2008, rispondiamo inviandovi il nostro Manifesto Programma. Perché?

Se con la vostra Lettera aperta aveste mirato a coalizzare alcuni organismi su una piattaforma di rivendicazioni e di diritti da usare come programma elettorale nelle elezioni seguite alla estromissione del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti o in altre future elezioni, non ci è difficile annunciarvi che chiunque proverà a stendere piattaforme simili finirà col redigere documenti non molto dissimili da quelli con cui si sono presentati alle elezioni negli anni scorsi, e probabilmente ancora si presenteranno agli elettori oggi e per alcuni anni a venire, le varie correnti, partiti, gruppi e personaggi della sinistra borghese, a partire da quelli che ora cercano di coalizzarsi nel cartello “la Sinistra l’Arcobaleno” e dalle loro appendici: i gruppi che, per usare le vostre parole e con concessioni alla vostra concezione, “portano nei fatti a conclusione il processo iniziatosi nel 1990 alla Bolognina facendo scomparire dallo scenario politico l’opzione comunista e di classe” e la cui partecipazione “al governo più impopolare degli ultimi venti anni pone serissimi problemi di credibilità dell’opzione comunista a livello sociale e popolare”. Simili piattaforme sarebbero infatti manifestazione di un analogo impasto di velleitarismo, ipocrisia, ingenuità e politicantismo: un imbroglio acchiappavoti che prima o poi genera tra chi ci ha prestato fede disgusto e scoraggiamento. Esse quindi porteranno chi se ne ornerà di fronte ai lavoratori confinati comunque nel ruolo di elettori e di claque nella lotta politica borghese, a fare prima o poi la stessa fine dei gruppi, partiti, correnti e personaggi della sinistra borghese.

Contiamo che voi miriate ben oltre la compilazione di simili piattaforme elettorali. E del tutto a ragione. Degne della sinistra borghese come piattaforme elettorali, come dichiarazioni di semplici auspici destinati a restare tali e a scoraggiare ancora più chi vi ha prestato fede, le rivendicazioni in esse indicate possono invece essere più o meno largamente realizzate da un movimento di lotta nelle fabbriche, nelle altre aziende, nelle scuole, nelle piazze, nelle strade e altrove che negli ultimi anni ha fatto notevoli progressi sia in estensione sia in autonomia dalla sinistra borghese dei Bertinotti, Diliberto, Mussi, Pecoraro & affini e dalla destra sindacale degli Epifani, Angeletti, Bonanni & compagnia. Le campagne elettorali possono e devono rafforzare simile movimento di lotta, il suo livello di organizzazione e di coscienza e, soprattutto, la sua indipendenza dalla sinistra borghese. E possono effettivamente rafforzarlo, se sia esse che il movimento di lotta contribuiscono a costruire il futuro comune dei protagonisti delle une e dell’altro. Il futuro va certo costruito a partire dalla (modeste) forze comuniste attuali, ma non consiste in ciò che possiamo fare con le nostre (modeste) forze di oggi. Quale è questo futuro possibile? Da dove ne ricaviamo la conoscenza? Dove andare e come andarci a partire dalle (modeste) forze di oggi? Non sono le piattaforme rivendicative che ci distinguono dalla sinistra borghese, ma il fine a cui contribuisce la loro agitazione e il movimento che le sostiene.

Solo rispondendo con serietà scrupolosa a quelle modeste ma fondamentali domande si va oltre la crisi da cui è travolta la sinistra borghese e anzi si utilizza tale crisi, come si utilizzano anche le correnti e prossime elezioni politiche che si terranno sotto gli alti auspici della Corte Pontificia, pur potendo oggi noi comunisti contare solo su forze modeste che però anche per questo vanno usate in modo fecondo. Nel Manifesto Programma il (nuovo)Partito comunista italiano presenta le migliori risposte che sa dare a quelle modeste ma fondamentali domande. È quindi il contributo migliore che possiamo dare alla “discussione franca e serrata” che invocate con la vostra lettera aperta. Condividiamo tuttavia le preoccupazioni per l’immediato che vi muovono e siamo del tutto disponibili a un percorso comune, il percorso dell’instaurazione del socialismo nel nostro paese che sfrutta a questo fine anche la lotta politica borghese e le campagne elettorali condotte sotto l’egida della Corte Pontificia.

Per incominciare, contiamo quindi su una “discussione franca e serrata” e su una campagna elettorale indipendente dalla sinistra borghese, quindi mirata a rafforzare la mobilitazione e l’organizzazione e a migliorare l’orientamento della classe operaia e del resto delle masse popolari, non principalmente come elettori ma come protagonisti decisivi della lotta per la difesa e l’ampliamento delle conquiste che la destra borghese vuole eliminare e che la sinistra borghese nei venti mesi del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti ha ampiamente mostrato di non riuscire a difendere.

Ci auguriamo che il nostro messaggio trovi ascolto e che la campagna elettorale corrente, iniziata come contesa tra due destre a chi meglio garantisce i mandatari e grandi elettori dei governi borghesi italiani, sia, anche col vostro contributo, trasformata dall’iniziativa dei comunisti in un passo della rinascita del movimento comunista.

Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista!

La Commissione Provvisoria.

 


Allegato
Manifesto Programma del (nuovo)Partito Comunista italiano