Comunicato del 21 novembre 2007

Il numero 27 de La Voce è disponibile sul sito Internet del partito

 

(nuovo)Partito comunista italiano

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale

Email: lavocenpci40@yahoo.com

Delegazione: BP3 4, rue Lénine 93451 L’Île St Denis (Francia)

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Il testo del comunicato

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Tramite il sito Internet del Partito è possibile consultare e copiare le Opere di Mao Tse-tung , in 25 volumi, pubblicate dalle Edizioni Rapporti Sociali all’inizio degli anni ’90

 

 

La lotta per difendere ed ampliare le conquiste che le masse popolari hanno strappato alla borghesia nel secolo scorso, la lotta per impedire al governo Prodi-D’Alema-Bertinotti di realizzare il Programma Comune della borghesia imperialista che le masse popolari hanno impedito al governo Berlusconi-Bossi-Fini di realizzare, la lotta per la rinascita del movimento comunista e per fare dell’Italia un nuovo paese socialista richiedono che la parte più avanzata, più generosa ed energica degli operai e delle altre classi delle masse popolari assimilino e applichino il marxismo-leninismo-maoismo, la scienza più avanzata che l’umanità ha finora elaborato.

Il Partito comunista non è solo un’organizzazione di lotta. Per svolgere il compito di combattente di avanguardia, di promotore, organizzatore e dirigente della lotta per instaurare il socialismo nel nostro paese e contribuire così alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo, il Partito deve dotarsi di una teoria rivoluzionaria, della teoria più avanzata che esiste oggi, il marxismo-leninismo-maoismo; deve usarla come metodo per indirizzare la sua azione; deve diffonderla più largamente possibile tra gli elementi avanzati della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari.

Ogni compagno deve investirsi di questi compiti.

Il governo Prodi-D’Alema-Bertinotti sta mostrando quale grado di barbarie siano capace di raggiungere in ogni campo e su ogni terreno la borghesia imperialista, il clero e i loro associati.

All’estero, nei paesi oppressi partecipano al saccheggio economico e ambientale dei paesi oppressi e dei paesi ex socialisti e sottopongono ad uno sfruttamento inumano milioni di lavoratori. Hanno ritirato i soldati dall’Iraq per spedirci mercenari (i “contractors”) sciolti da ogni vincolo di disciplina e dalle regole che lo Stato italiano si è impegnato ad osservare anche in guerra firmando convenzioni internazionali. Finanziando le autorità irachene che ingaggiano i mercenari, il governo PAB ricorre a un sotterfugio per non violare spudoratamente la Costituzione che prescrive di non partecipare a guerre. Ma contemporaneamente la viola apertamente partecipando alla guerra americana in Afghanistan, tenendo il sacco ai sionisti d’Israele in Libano, alimentando le guerre di aggressione e l’interferenza imperialista in decine di altri paesi. Non c’è limite ai massacri e agli atti di barbarie commessi dalle truppe nei paesi occupati. Nonostante la selezione e l’indottrinamento cui sono sottoposti, molti soldati ne ritornano sconvolti: i suicidi tra i reduci e i delitti a cui altri si abbandonano lo confermano.

All’interno, in Italia tutti quelli che hanno occhi per vedere, constatano le misure razziste e inumane che il governo PAB compie, incoraggia e tollera contro gli immigrati poveri, le violenze e i saccheggi che li colpiscono, lo sfruttamento cui sono sottoposti, i ricatti di ogni genere che subiscono, l’odio che questo viene generando tra popoli. La stessa attitudine il governo PAB ha verso i lavoratori italiani e verso le masse popolari italiane. Non c’è limite alla ricchezza che i ricchi, le autorità e il clero sperperano. Ma dopo 60 anni di governo clericale, in mezzo a tanto lusso, sfarzo e spreco, il governo PAB dichiara sono incompatibili con l’economia capitalista i servizi, le pensioni, i diritti che le masse popolari hanno strappato alla borghesia quando l’Italia non si era ancora completamente rimessa dalle distruzione causate dalla guerra fascista. Quello che allora era compatibile, oggi non lo è più! Quello che era possibile nell’Italia distrutta, non lo è più oggi in mezzo allo sfarzo e al lusso dei ricchi e del clero! I ricchi sono sempre più ricchi, ma il loro governo non ha mai soldi abbastanza per i servizi pubblici, per le pensioni, per i salari, per la sanità, per l’istruzione, per la protezione dell’ambiente, per la ricerca. Dove non arriva con la riduzione della spesa pubblica destinata al benessere della popolazione, le autorità e i loro mandanti arrivano con il carovita, con l’inflazione, con i ticket, con la speculazione sul petrolio, sugli alimentari, sugli affitti, sui mutui bancari, sui debiti, con il blocco dei salari, con l’attacco al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, al diritto di sciopero, con l’estensione del lavoro precario a scapito del lavoro con contratto a tempo indeterminato. Del saccheggio dell’ambiente e dell’inquinamento approfittano per rendere ancora più difficile la vita ai lavoratori e maggiori le loro ristrettezze: tutto diventa a pagamento, più spazio ai ricchi e più vincoli per i lavoratori. Questo governo di imbroglioni e di speculatori cerca di fare tutto quello che le masse popolari hanno impedito che il governo Berlusconi-Bossi-Fini riuscisse a fare. L’insicurezza del futuro in cui getta le famiglie delle masse popolari, il dilagare della criminalità e della precarietà, l’aumento delle spese militari e delle elargizioni al Vaticano, al clero e ai ricchi, il moltiplicarsi di corpi di polizia, di servizi segreti, di operazioni di controllo e di repressione, la libertà di uccidere, torturare e arrestare garantita alle sue polizie e l’arrogante immunità e impunità di cui esse godono, la libertà di spadroneggiare che esso lascia agli imperialisti USA e ai sionisti (trattati aperti e segreti, ampliamento delle basi militari, detenzione di armi nucleari, uso del territorio italiano per esercitazioni e aggressioni), la riabilitazione del fascismo e la libertà lasciata allo squadrismo vigliacco dei fascisti che nuovamente dilaga nel paese qualificano questo governo come degno successore del governo di Mussolini che gettò il nostro paese nel disastro di guerre e aggressioni. Non hanno il volto del fascismo, non osano assumerne le forme disprezzate e odiate, ma cercano di attuare i suoi stessi obiettivi. Cercano di ridurre i sindacati di regime al livello a cui erano i sindacati fascisti: imperversa la caccia ai comunisti, ai lavoratori combattivi e ai sindacalisti onesti. La lotta di classe è qualificata terrorismo se è condotta dalle classi oppresse. Sbattono in galera chi vogliono, poi si vedrà!

Di fronte a tanta infamia, occorre certo resistere. Già oggi centinaia e centinaia di comitati e organismi, in ogni parte del nostro paese, dalla Val di Susa a Vicenza, dalla FIAT ad Ariano Irpino, da Termini Imerese a Melfi, da Genova a Montecorvino, da Cameri alla Sardegna promuovono e organizzano la resistenza delle masse popolari alle mille angherie e ai mille soprusi di questo governo e dei suoi mandanti e padrini. Le gloriose lotte dei metalmeccanici per il contratto di lavoro si sommano a quelle di altre categorie e gruppi sociali nell’ostacolare l’opera di rapina e saccheggio di questa orda famelica di speculatori e ladroni guidata ora dal governo Prodi-D’Alema-Bertinotti. Ma la resistenza e la difesa possono radicarsi, espandersi, prendere forza solo se sorrette dalla prospettiva, dalla fiducia e dalla volontà di liberarci da simile governo, dai suoi mandanti e dall’ordinamento sociale che ha bisogno di simili nefandezze. Fare dell’Italia un nuovo paese socialista è la sola via di uscita da questo marasma. È una via possibile, realistica. Non ve n’è un’altra. Il compito che si pone oggi a noi, avanzare verso una nuova Italia socialista, si pone anche negli altri paesi imperialisti: dagli USA alla Francia, dalla Germania alla Spagna. Le masse popolari di questi paesi vivono lo stesso nostro problema: o mobilitarsi per instaurare il socialismo o imbastardirsi sempre più in aggressioni e in lotte intestine, nella criminalità e nella miseria, nel degrado intellettuale e morale.

Per questo occorre che gli operai più energici e più generosi e gli esponenti più avanzati delle altre classi delle masse popolari assimilino gli insegnamenti del movimento comunista, facciano tesoro dell’esperienza dei primi paesi socialisti, comprendano perché questi sono andati incontro al declino e crollo e si rendano conto che è del tutto possibile superare i limiti che hanno impedito ai primi paesi socialisti di continuare il glorioso sviluppo economico, intellettuale e morale che avevano iniziato, imparino a organizzarsi e a organizzare nuovamente per costruire un forte partito comunista e potenti organizzazioni di massa. A questo serve lo studio della rivista del (nuovo)Partito comunista italiano e delle Opere di Mao Tse-tung.

 

Fare di ogni lotta rivendicativa una scuola di comunismo!

 

Non c’è niente di fatale in quello che avviene attorno a noi! Il marasma attuale del mondo è solo il risultato del nuovo dispiegarsi della natura dei capitalisti che sono nuovamente liberi dai lacci e laccioli che il movimento comunista aveva loro imposto!

 

È del tutto possibile porre fine all’attuale corso delle cose e instaurare un nuovo ordinamento sociale basato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e su un’attività economica pianificata e volta al benessere degli uomini! Le aziende non devono produrre profitti: devono produrre beni e servizi per soddisfare i bisogni della popolazione. Nessuna azienda deve vendere e comperare: ogni azienda deve produrre quello che le è commissionato e ricevere dalle altre quello di cui ha bisogno per farlo.

 

Il terreno è favorevole alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato! Il nuovo Partito comunista italiano fa in Italia quello che i comunisti di altri paesi fanno nel resto del mondo!

 

Mobilitare i lavoratori più avanzati per la rinascita del movimento comunista e il consolidamento e rafforzamento del nuovo Partito comunista italiano!

 

Rafforzare la struttura clandestina centrale del (nuovo)Partito comunista, moltiplicare il numero dei Comitati di Partito e migliorare il loro funzionamento, sviluppare il lavoro sui quattro fronti indicati dal Piano Generale di Lavoro!

 

Costruire in ogni azienda, in ogni zona d’abitazione, in ogni organizzazione di massa un comitato clandestino del (n)PCI!