PER UN NUOVO ANNO DI LOTTA E DI VITTORIE

giovedì 15 maggio 2003.
 

Commissione Preparatoria

del congresso di fondazione del

(nuovo)Partito Comunista Italiano

e.mail: <ekko_20012001@yahoo.com>

pagina web: www.lavoce.freehomepage.com

 

Partecipare all’attuazione del piano in due punti per costituire il partito comunista:

1. elaborare il Manifesto Programma del partito a partire dal Progetto pubblicato dalla Segreteria Nazionale dei CARC nel 1998;

2. costituire Comitati di Partito clandestini provvisori che invieranno i loro delegati al congresso di fondazione che approverà il Manifesto Programma e lo Statuto del partito ed eleggerà il Comitato Centrale che a sua volta ristrutturerà dall’alto in basso i Comitati di Partito.

01.01.03

Comunicato di auguri per il nuovo anno

 

Gli operai FIAT hanno conquistato un primo successo!

È un punto di forza per tutti i lavoratori e per le masse popolari contro la borghesia imperialista!

Gli operai FIAT possono respingere l’attacco Agnelli-Berlusconi se continuano a fare della vertenza FIAT un problema di ordine pubblico!

 

Le lotte che gli operai FIAT hanno condotto nella seconda metà del 2002 hanno mostrato che, anche nelle attuali condizioni di debolezza politica dei lavoratori, lottando per difendere il proprio posto di lavoro essi sono in grado di mobilitare e trascinare con sé contro la borghesia giovani, casalinghe, disoccupati, pensionati, studenti, immigrati e lavoratori dipendenti e autonomi degli altri settori (dalle banche, alla scuola, alle campagne) minacciati da ristrutturazioni, privatizzazioni, esternalizzazioni, delocalizzazioni, precarietà, cessione della scuola e della sanità pubbliche al Vaticano, riduzione della spesa sociale. Questo è il principale motivo per cui Agnelli e Berlusconi hanno dovuto abbandonare il loro vecchio piano.

Il piano originario di Agnelli prevedeva lo smantellamento immediato di stabilimenti (Termini Imerese e Arese), il taglio di 8.100 posti di lavoro diretti più quelli dell’indotto (di loro gliene importava così poco che non li aveva neanche contati) e la riduzione del 30% della produzione di auto. Se gli operai FIAT avessero lasciato passare questo piano, Agnelli e Berlusconi avrebbero liquidato rapidamente anche il resto dei posti di lavoro FIAT e dell’indotto e la connessa produzione di auto. Infatti Agnelli due anni fa ha venduto alla General Motors tutta la sua quota di mercato dell’auto. Questa "vendita di carne umana" per i capitalisti è cosa normale - decidono della vita di milioni di persone come se si trattasse di nullità, come se chiudere e aprire aziende fosse un loro affare personale, un gioco. Se le auto non sono più un buon affare, se c’è da fare affari migliori in altri campi, i lavoratori si arrangeranno! Questa è la morale dei capitalisti e ne infettano l’intera società. Su questa "vendita di carne umana" era stato a suo tempo d’accordo il governo di centro-sinistra (il governo Amato). Poi, anche grazie alla collaborazione di Agnelli, al governo Amato era subentrato il governo Berlusconi che a sua volta collaborava con Agnelli all’esecuzione dell’accordo FIAT-GM. E aveva buoni motivi per farlo. Sull’onda dell’espulsione degli operai FIAT, sarebbe stato più facile eseguire le altre espulsioni (banche, Cirio, Pirelli, Piaggio, scuola, sanità). Assecondando questa ristrutturazione la banda Berlusconi si sarebbe consolidata al governo. Nel corso di questa ristrutturazione Berlusconi avrebbe esteso il suo impero ( Corriere della sera e altro) e avrebbe rafforzato il suo ruolo di monopolista nel complesso dei gruppi imperialisti italiani.

Gli operai FIAT con la loro mobilitazione hanno per il momento mandato a monte questo vecchio piano. Ora Agnelli e Berlusconi cercano di far passare un nuovo piano. Il nuovo piano prevede ammortizzatori sociali (cassaintegrazione e sussidi disoccupazione) per i lavoratori più capaci di farsi sentire e la promessa di mantenere in attività gli stabilimenti e una parte dei posti di lavoro. Ma è un piano tampone, una manovra e un imbroglio. Se gli operai FIAT lo accettano, se escono dagli stabilimenti e cessano la mobilitazione, Agnelli e Berlusconi guadagneranno tempo e a piccoli passi ritorneranno al loro vecchio piano, che è quello che meglio corrisponde ai loro interessi e alla loro mentalità. La stagnazione economica generale, lo stato di guerre incombenti e in atto e il clima di "guerra mondiale contro il terrorismo" faciliteranno la realizzazione del loro complotto. Questo lo sanno bene non solo Agnelli e Berlusconi, ma anche tutti i dirigenti politici del centro-sinistra e del centro-destra, i dirigenti sindacali e tutte le autorità politiche, civili e religiose del paese. Se fanno finta di credere al nuovo piano, è solo perché sono complici: sono della stessa pasta di Agnelli e Berlusconi. Non c’è alcuna garanzia che gli stabilimenti riaprano. Ci sono solo promesse. Strada facendo si moltiplicheranno le "buone ragioni" per mandare la riapertura per le lunghe fino a lasciarla definitivamente perdere. L’istallazione di qualche nuova macchina non garantisce nulla: l’Italia è seminata di impianti, di ospedali e di altre strutture costruite e mai messe in opera. Tanto poco l’economia è un fatto oggettivo, tanto poco le sue leggi sono "naturali", tanto sono falsi i loro bilanci e i loro discorsi che non ci sono risorse per vivere tutti bene. Non ci sono risorse per i lavoratori, ma c’è sempre tutto quello che serve ai lussi e ai vizi dei ricchi! L’unica garanzia per gli operai FIAT e per tutti i lavoratori che hanno beneficiato della loro mobilitazione, sta nel prolungare ed estendere lo stato di mobilitazione finché non rientrano effettivamente in fabbrica. Prolungare la mobilitazione, per gli operai comporta grandi sacrifici, ma è l’unica via sia per mantenere i posti di lavoro diretti e dell’indotto FIAT sia per bloccare lo smantellamento degli altri posti di lavoro che il governo e i gruppi imperialisti italiani hanno in cantiere. Ai sacrifici bisogna rimediare nella misura maggiore possibile estendendo la mobilitazione a tutti i settori dei lavoratori e delle masse popolari, promuovendo tra le masse popolari tutte le forme di solidarietà, sfruttando senza riguardi le contraddizioni oggi esistenti nella classe dominante.

L’interesse dei lavoratori degli altri settori e delle masse popolari a mobilitarsi con gli operai della FIAT è facile da capire e da far capire. Molti piani di riduzione di posti di lavoro sono già apertamente annunciati: banche, Piaggio, scuola, sanità sono solo i maggiori. La Finanziaria appena approvata ha dato mille privilegi ai ricchi mentre le riduzioni di imposte dirette concesse a una frazione di lavoratori e di pensionati non compensano neanche quello che i padroni hanno già loro tolto con l’altra mano: con gli aumenti dei prezzi delle merci e delle tariffe (l’inflazione) dell’ultimo anno e saranno ulteriormente surclassati dagli aumenti delle tariffe già annunciati e da quelli delle imposte indirette statali e locali che stanno arrivando a pioggia: tutte maggiori spese che hanno colpito e colpiranno anche la massa dei lavoratori dipendenti e autonomi e dei pensionati che non hanno avuto alcuna riduzione di imposte dirette. Dal molto fumo fatto, Berlusconi e Tremonti, se i lavoratori non intervengono energicamente e con successo, tirano il risultato pratico che nei prossimi mesi l’inflazione, l’aumento delle imposte indirette statali e locali, l’aumento dei ticket e delle tariffe diminuiranno ulteriormente i redditi reali dei lavoratori dipendenti e autonomi. "È proprio una buona Finanziaria", commentano soddisfatti Berlusconi, Tremonti e i loro complici. Se poi guardiamo oltre l’aspetto puramente economico, la situazione è ancora peggiore. Corruzione, repressione, delinquenza, sprechi, malgoverno, inquinamento, pornografia, disgrazie "naturali", criminalizzazione dei poveri e degli immigrati, omicidi sul lavoro e nelle strade, incuria per gli interessi delle persone comuni e per le strutture collettive, tagli alla scuola pubblica e alla sanità, persecuzione dei pensionati, avventure militari all’estero, arroganza e lusso dei ricchi e delle autorità civili, politiche e religiose dilagano. Sono esemplari i balletti con cui in famiglia tra Papa e governo stanno combinando la restituzione ai Savoia del "tesoro della corona" custodito dal 1946 nelle casseforti della Banca d’Italia e valutato circa 2.5 miliardi di euro. I capitalisti sostituiscono una vera solidarietà e una vera direzione delle trasformazioni sociali di cui c’è bisogno con le pagliacciate di Bossi sul Po, con le buffonate di Ciampi sulla bandiera italiana e sull’orgoglio nazionale, con le apparizioni pietose di Woityla. Tutto questo crea uno stato di crescente malessere che rende la vita più difficile, più precaria e più amara a milioni e milioni di persone. Se gli operai FIAT faranno leva sul loro numero, sulla loro concentrazione e sulla loro esperienza e continueranno a fare da punto di riferimento e di aggregazione per tutto il resto delle masse popolari, non mancherà un largo seguito di altri lavoratori e di masse popolari.

Non solo. Di fronte alla guerra contro l’Irak orchestrata dai gruppi imperialisti USA e dal loro governo, di fronte alle aggressioni e ai colpi di Stato fomentati dai gruppi imperialisti in varie parti del mondo (dal Venezuela alla Costa d’Avorio, dalla Corea del Nord alla Palestina, dalla Cecenia alla Colombia) nelle prossime settimane crescerà la mobilitazione contro il governo Berlusconi. Centinaia di migliaia e forse milioni di giovani e di altri membri delle classe popolari scenderanno nei prossimi mesi in strada a protestare non solo contro gli imperialisti americani ma soprattutto contro i gruppi imperialisti italiani e il governo della banda Berlusconi che collaborano servilmente con gli imperialisti americani e partecipano alle aggressioni con risorse finanziarie, con forze militari e ausiliarie, con le basi militari installate in Italia, con la persecuzione della polizia contro gli immigrati. La mobilitazione contro la guerra confluirà con la mobilitazione promossa dagli operai FIAT e creerà una situazione politica e di ordine pubblico intollerabile per il governo della banda Berlusconi e per la borghesia. Il fallimento dei colpi tentati a Napoli dal governo di centro-sinistra nel marzo 2001 e a Genova dal governo Berlusconi nel luglio 2001 hanno dimostrato che non ci sono le condizioni perché la borghesia imponga alle masse popolari con il terrore la sua volontà. Per far fronte all’agitazione e mantenersi al potere, Berlusconi e Agnelli dovranno non solo rinviare a tempi migliori lo smantellamento della FIAT e rimettere davvero in funzione gli stabilimenti, ma dovranno destinare maggiori risorse per soddisfare i bisogni economici e spirituali delle masse popolari e creare nuovi posti di lavoro prima di smantellare i vecchi. Già solo con i macchinari e gli impianti esistenti e solo utilizzando pienamente le risorse già esistenti è possibile produrre più merci e più servizi di quelli prodotti attualmente e rendere più serena, più ricca e più felice la vita della maggior parte della popolazione. Questo non è nell’interesse e nella mentalità della borghesia, ma una buona dose di costrizione può farglielo fare per un po’ di tempo. Lo si è già visto nel passato.

Inoltre il governo della banda Berlusconi è tutt’altro che solido. Le divisioni di interessi e di mentalità nella banda Berlusconi sono già evidenti, sono destinate a crescere (federalismo, fondazioni bancarie, ecc.) e la mobilitazione delle masse popolari le renderà più acute. I partiti del centro-sinistra hanno una gran voglia di mettersi d’accordo con quella banda immonda. In definitiva sono della stessa pasta. Il summit del centro-sinistra, Libertà & Giustizia (non c’è limite alla faccia tosta!), sono Carlo De Benedetti, Franzo Grande Stevens, Guido Rossi, Leopoldo Pirelli, Innocenzo Cipolletta: una galleria di personaggi che parla da sola. Ma di fronte alla mobilitazione delle masse popolari non potranno raggiungere apertamente un accordo con la banda Berlusconi. Al contrario, ministri e cardinali, sindaci e governatori regionali, Woityla e Ciampi (e magari anche i Savoia), deputati e consiglieri, preti e massoni offriranno i loro buoni uffici e le loro generose parole. Apparentemente centro-destra e centro-sinistra gareggeranno a chi è più "amico dei lavoratori". Tanto più che alcune scadenze elettorali (amministrative ed europee) si avvicinano. Se i lavoratori non si lasceranno incantare e tireranno dritto per la loro strada badando al sodo, potranno servirsi di questa gara di generose intenzioni per prolungare la mobilitazione, per limitare le operazioni di polizia e per ridurre i sacrifici che la mobilitazione comporta.

Anche l’aristocrazia operaia che controlla i sindacati di regime, le loro casse, le loro risorse e le loro decisioni sarà costretta a collaborare in una certa misura con i lavoratori. L’arroganza con cui il governo della banda Berlusconi ha comperato Pezzotta e Angeletti e ha cercato di tagliare le unghie a Cofferati-Epifani, alle cooperative, alle altre strutture residue del vecchio movimento comunista si ritorcerà contro Berlusconi e Agnelli. La divisione che la banda Berlusconi ha fomentato tra i sindacati di regime provocherà tra i sindacati di regime una gara per accaparrarsi il favore dei lavoratori.

Tutte le condizioni sono dunque favorevoli? La vittoria è quindi sicura? Certamente no. La vittoria è possibile, ma sarà necessaria una dura lotta. I lavoratori possono riuscire a indurre la borghesia imperialista italiana e il suo governo a dedicare una parte maggiore delle risorse del paese alle masse popolari, abbandonare i progetti di furto del TFR e di trasformazione delle pensioni in investimenti finanziari, estendere l’occupazione. Sotto la minaccia del peggio, possono persino per un po’ di tempo costringere i padroni ad attuare un sistema di piena occupazione, come farebbero nel caso di una guerra generale. Ma per ottenere una vittoria del genere occorre una mobilitazione prolungata, vasta e decisa dei lavoratori che i sindacati di regime non vogliono, che i partiti del regime e le altre autorità politiche, civili e religiose vogliono ancora meno. E le masse popolari italiane oggi sono ancora prive di una organizzazione che unisca gli operai più avanzati e dia modo ad essi di raccogliere le aspirazioni delle masse popolari, di elaborare una linea politica che rispecchi gli interessi delle masse popolari e di portarla e farla valere in ogni ambito e in ogni circostanza. Manca ancora un vero partito comunista. Ma gli operai avanzati esistono, anche se sono ancora dispersi tra la massa dei lavoratori e i collegamenti ideologici, politici e organizzativi tra loro sono pochi. Anche così, essi hanno animato le lotte dei mesi scorsi e individualmente o a gruppi crediamo ne abbiano tirato o ne possano facilmente tirare le conclusioni che noi abbiamo qui esposto. Proprio animando le lotte dei mesi a venire essi possono rafforzare il loro ruolo sociale, sviluppare le loro capacità ideologiche, politiche e organizzative e avanzare anche nel loro collegamento fino a unirsi in un vero partito comunista. Solo con la prospettiva di instaurare una società socialista riusciranno ad animare e sostenere una difesa accanita e prolungata dei posti di lavoro, dei salari, dei diritti e della dignità dei lavoratori e del resto delle masse popolari.

Noi comunisti oggi possiamo offrire agli operai avanzati poco, ma si tratta di cose utili. Le nostre forze sono limitatissime, proprio perché non solo gli operai avanzati FIAT, ma anche gli operai avanzati degli altri settori sono in gran parte ancora dispersi e scollegati. I nostri sforzi per ricostruire un vero partito comunista finora hanno prodotto risultati modesti. Per ora possiamo offrire ad essi poco più delle conclusioni che il patrimonio del movimento comunista italiano e internazionale ci aiuta a trarre dalle loro lotte, dalle circostanze in cui esse sono avvenute e dalle circostanze in cui essi potranno lottare nei prossimi mesi. Come diceva il fondatore del movimento comunista, Carlo Marx, come comunisti abbiamo sugli altri il vantaggio di conoscere le condizioni, l’andamento e i risultati generali del movimento e nell’attività pratica siamo la parte più risoluta, quella che spinge sempre in avanti. Ma un vero partito comunista è fatto dagli operai avanzati: i lavoratori possono liberarsi dalla borghesia, ma non lo possono fare che con le proprie forze.

Gli operai FIAT non devono accettare riduzioni dei posti di lavoro né accontentarsi di ammortizzatori sociali, quale che sia la veste sotto la quale governo, padroni e sindacati di regime li presentano: devono restare in fabbrica.

Tutti i lavoratori e tutte le masse popolari devono mobilitarsi, aggregarsi agli operai FIAT e sostenerli in ogni modo. Così oggi possiamo sbarrare la strada a Berlusconi e Agnelli.

Strategicamente gli operai e le masse popolari italiane possono far fronte alla borghesia imperialista fino a costruire un mondo nuovo, ma bisogna che contribuiscano con i lavoratori e le masse popolari degli altri paesi alla rinascita del movimento comunista.

 

Contribuiamo alla rinascita del movimento comunista fornendo forze e risorse alla ricostruzione di veri partiti comunisti!

Raccogliere forze e risorse per ricostruire un vero partito comunista!

Costituire ovunque comitati clandestini del (nuovo)Partito comunista italiano!

 

La CP chiede a tutti i Comitati di Partito e a tutti i simpatizzati del (nuovo)Partito comunista italiano di diffondere largamente questo messaggio tra gli operai avanzati della FIAT. Dimostreremo così nella pratica che il partito clandestino è in grado di far arrivare in ogni circostanza il suo orientamento e le sue parole d’ordine ai lavoratori avanzati.