La Voce 15

No al partito progressista rivoluzionario nei limiti della legge !

sabato 17 maggio 2003.
 

 

Il comunicato Tana! A proposito di inchieste, repressori e repressi datato 16 luglio ’03 e diffuso sul sito Internet di D17 (www.voceoperaia.it), nonostante il tono salottiero e goliardico, merita alcune considerazioni. Esso infatti è espressione di una tendenza esistente, anche se più chiassosa che numerosa: una tendenza permeata dalla brodaglia di posizioni e di atteggiamenti che compongono l’anticomunismo che viene propinato in ambienti che pure si dicono e si credono di sinistra. Quali considerazioni?

La prima è che per gli autori del Comunicato i circa 150 anni di storia del movimento comunista, quello che ha condotto al primo "assalto al cielo" dei lavoratori, alla costituzione dei primi paesi socialisti e a strappare alla borghesia conquiste che hanno cambiato la faccia del mondo per quanto ora la borghesia si affanni a cancellarle, sono un "errore e un orrore" per dirla con Bertinotti, un "libro nero" per dirla con Berlusconi. Gli autori del Comunicato non fanno formalmente questa dichiarazione, ma la sottendono, la danno addirittura per scontata.

La seconda considerazione è che gli autori ignorano o cercano di far dimenticare avvenimenti a tutti noti della storia moderna e i loro insegnamenti. Secondo loro le "persecuzioni sono devastanti" per le organizzazioni rivoluzionarie, "la criminalizzazione dei rivoluzionari è un’arma potentissima dello Stato che ... taglia le gambe alle formazioni rivoluzionarie", "le isola" dalle masse popolari. Quindi consigliano che "i rivoluzionari devono essere cauti". Insomma, avanzare adagio adagio: praticamente fermi. Ma il fascismo ha forse tagliato le gambe al movimento comunista del nostro paese? Al contrario! Combattendo con tenacia e coraggio il fascismo secondo una giusta linea, i comunisti hanno messo solide radici nel cuore e nella mente degli operai e del resto delle masse popolari del nostro paese. Tanto solide che il ricordo frena ancora oggi la borghesia dal vietare apertamente per legge ogni attività politica ai comunisti come fece ai tempi del fascismo e limita la sua persecuzione contro gli organismi e gli individui che sono centri promotori della resistenza delle masse popolari. Forse che i comunisti hanno strappato tante vittorie (in Russia, in Cina, nel Vietnam, a Cuba e altrove) perché lo Stato della borghesia e delle altre classi reazionarie non ha cercato di criminalizzarli? Hanno forse strappato tante conquiste perché la borghesia si è astenuta dal perseguitarli? Via, siamo seri! Invece di assimilare e ripetere i consigli di zie e padri tremebondi, studiamo l’esperienza storica. Le persecuzioni delle classi reazionarie hanno sempre rafforzato i comunisti quando questi avevano una linea e un metodo giusti. Esse sono un passaggio doloroso ma inevitabile che dobbiamo superare per arrivare al socialismo. Come dicono i compagni di Laboratorio Marxista (a torto citati dagli autori del Comunicato), "lo sviluppo della lotta di classe porta sempre alla repressione ... e alla repressione si risponde ... soprattutto con la lotta di classe". E come aveva già insegnato Marx nell’inizio dell’opuscolo Lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850. I trotzkisti di D17 invece consigliano di evitare la repressione standosene buoni buoni.

Quanto alla natura della repressione condotta dalla borghesia contro i comunisti, gli autori del Comunicato confessano: "Non sappiamo affermare con esattezza se c’è un grande disegno ... un’orchestrazione e un direttore d’orchestra". Poco male, se non fosse che essi implicitamente riducono il comportamento e l’attività di una intera classe sociale, la borghesia, a ciò che è piano, orchestrazione e disegno: cioè la riducono alla sua sola parte consapevole e orchestrata. Anziché considerare questa parte per quello che realmente è: la punta di un iceberg dell’attività "spontanea" dettata alla borghesia non da qualche stratega o direttore d’orchestra, ma dai suoi interessi e dal suo ruolo nell’attuale società che "spingono" ogni suo membro e quanti sono sotto la sua influenza. Così facendo, gli autori del Comunicato cancellano la "guerra non dichiarata di sterminio" che la borghesia imperialista conduce in ogni angolo del mondo contro le masse popolari, di cui la repressione dei comunisti è appunto solo la punta dell’iceberg, il (per ora ancora piccolo) nucleo politico. E questa è la terza considerazione.

La quarta è che la realtà gioca brutti tiri anche agli autori di Tana! Neanche i più incalliti falsari sfuggono infatti completamente alla realtà. Dopo aver detto che i CARC fanno tutto il contrario di quello che a parere degli autori del Comunicato dovrebbero fare e aver affermato che il loro scioglimento "sarebbe talmente auspicabile che nessuno se ne accorgerebbe" (ma perché allora è "talmente auspicabile"?), gli stessi autori riconoscono realisticamente che "la logica estremistica" dei CARC, che a parere degli autori dovrebbe "amplificare l’impotenza" dei CARC, invece rende i CARC tanto influenti che senza di loro è impossibile "l’avvio di una reale battaglia contro la repressione". L’esistenza dei CARC, dicono gli autori, impedisce a D17 di sviluppare la sua giusta politica. Oh, impotenza dei CARC! Oh, potenza di D17!

Poco male verrebbe da dire (ed è la quinta considerazione), viso che la "reale battaglia" che D17 dovrebbe sviluppare ma che non ha ancora sviluppato perché resa impotente a svilupparla dalla "impotenza dei CARC", dovrebbe essere una "lotta, da sinistra, per la democrazia e per lo Stato di diritto"! La lotta che invece conducono i comunisti (dei CARC, di altre FSRS e del (nuovo) Partito comunista italiano) è per la rinascita del movimento comunista, per la ricostruzione di un vero partito comunista, per lo sviluppo della lotta di classe e per fare dell’Italia un paese socialista. E a questi fini la "logica estremistica" dei CARC, e questo è l’importante, è piuttosto efficace, oltre che essere conforme all’esperienza rivoluzionaria che, in fondo, per i rivoluzionari conta più delle opinioni di D17, come è giusto! Quindi che non si preoccupino i compagni dei CARC!

Quanto ai consigli che D17 dà i rivoluzionari (ed è la sesta considerazione), chi ha presente la Resistenza (1943-1945), si ricorda bene che anche allora c’erano, ai margini della Resistenza, persone che, con mille argomenti, cercavano di dissuadere i comunisti e i loro seguaci e alleati dalla lotta senza la quale mai si sarebbe riusciti a mobilitare le masse e a conquistare la vittoria. Tra gli attendisti, tra quelli che per scendere anche loro in campo aspettavano il giorno della vittoria (oggi D17 la chiama "il grande movimento di lotta", la "mobilitazione massiccia", o addirittura "la mobilitazione di tutti gli antimperialisti a livello mondiale"), vi erano già allora anche individui che giustificavano con la pretesa di combattere "l’imperialismo nei punti più alti" il loro rifiuto di combattere il nazifascismo nelle fabbriche, nei campi, nei quartieri e nelle montagne, con le brigate partigiane, con i GAP, con l’organizzazione politica della Resistenza: erano i trotzkisti, i bordighisti e altri rifiuti del movimento comunista.

Infine, quanto alla solidarietà che D17 dichiara, dio ce ne guardi! Il suo Comunicato è piuttosto una mano data alla borghesia. Infatti proprio con la confusione tra CARC e CP, tra CP e BR e tra BR e terrorismo essa cerca di superare la difficoltà che ha oggi a dichiarare apertamente guerra ai comunisti con il suo apparato statale, a vietare anche per legge ogni attività politica veramente comunista come invece fece ai tempi del fascismo (e la pagò cara!). A chi avesse ancora qualche dubbio sul ruolo che realmente svolgono nella lotta di classe le organizzazioni trotzkiste come D17, noi consigliamo di metterle alla prova: cosa propongono di fare esse oggi e cosa fanno esse oggi, nella loro cautela e senza tirarsi addosso la repressione, per arrivare a quel "grande movimento di lotta" e "mobilitazione massiccia" e per "unire tutti gli antimperialisti a livello mondiale" - oltre che aspettare che i CARC, le altre FSRS, il (n)PCI desistano dalla loro "attitudine suicida" a mobilitare e accumulare forze rivoluzionarie sviluppando la lotta di classe nelle condizioni presenti? Credono forse che basti distillare, con garbo e nei limiti consentiti dalle leggi della classe dominante, le loro illuminate idee e la loro denigrazione dell’esperienza passata e presente del movimento comunista?

La realtà è, per dirla con Marx, che la rivoluzione avanza suscitando una controrivoluzione potente e che solo resistendo e facendo fronte ad essa e infine vincendola il movimento comunista assurge al ruolo di costruttore del nuovo mondo. Questa è la via alla rivoluzione socialista che stiamo precorrendo giorno dopo giorno, a dispetto anche di D17. La forza sociale dirigente su questa via è proprio la classe operaia che D17 proclama invece defunta e alla testa di essa vi sono i partiti comunisti che D17 denigra.

Battere la nuova campagna di persecuzione contro la ricostruzione del partito comunista lanciata dalla borghesia italiana, continuando e migliorando il nostro lavoro e mo-bilitando la solidarietà di tutte le FSRS, di tutti gli elementi avanzati delle masse popolari, di ogni elemento ed organismo delle masse popolari attorno ai compagni e alle organizzazioni perseguitate!

Classi sfruttate, donne delle masse popolari e popoli oppressi, uniamoci nella lotta per porre fine all’ordinamento sociale imperialista e per costruire nuovi paesi socialisti!

Solidarietà con le masse popolari della Palestina, dell’Afganistan, dell’Iraq, del Perù, della Colombia, dell’Africa occidentale, del Nepal, dell’India, delle Filippine e degli altri paesi che lottano contro l’ordine mondiale imperialista!

Viva la rinascita del movimento comunista in Europa e negli altri paesi imperialisti!

Viva il (nuovo) Partito comunista italiano!

 

Nicola P.