Progetto di Manifesto Programma

La lotta di classe durante i 150 anni del movimento comunista e le condizioni attuali

martedì 11 luglio 2006.
 

ritorna all’indice del capitolo I


La lotta di classe durante i 150 anni del movimento comunista e le condizioni attuali

Su incarico della Lega dei comunisti, il primo partito comunista della storia, Marx (1818-1883) ed Engels (1820-1895) 150 anni fa, nel 1848, hanno esposto per la prima volta, nel Manifesto del partito comunista, la concezione del mondo, il metodo di azione e gli obiettivi dei comunisti.

Nel Manifesto del partito comunista e nelle loro opere successive essi usarono i più raffinati strumenti del pensiero

K. Marx (1818-1883) e F. Engels (1820-1895) hanno raccolto ed elaborato l’eperienza delle lotte della classe operaia, usando a questo fine i più raffinati strumenti del pensiero accumulati dall’umanità fino ai loro tempi:
1. La filosofia dialettica di G.W.F. Hegel (1770-1831)
2. L’economia politica di A. Smith (1723-1790) e di D. Ricardo (1778-1823)
3. Il materialismo degli illuministi francesi del secolo XVIII.

accumulati fino allora dall’umanità per elaborare l’esperienza degli operai in lotta contro la borghesia. Essi mostrarono che gli uomini non erano stati sempre divisi in classi di oppressori e di oppressi, che la divisione in classi era sorta a un determinato grado di sviluppo delle forze produttive dell’uomo, che il capitalismo creava le condizioni che rendevano necessaria la sua scomparsa e con essa l’estinzione dello Stato. Essi mostrarono che per sua natura il capitalismo doveva sviluppare le forze produttive e con ciò le rendeva sempre più collettive e che proprio questo rendeva impossibile la sopravvivenza dei rapporti di produzione capitalisti perché essi diventavano un ostacolo allo sviluppo delle forze produttive indispensabile al capitalismo stesso: questa contraddizione portava inevitabilmente al tramonto del modo di produzione capitalista e della società borghese; che la lotta della classe operaia contro la borghesia, che spontaneamente gli operai già conducevano per migliorare la propria condizione, impersonava la lotta tra il carattere collettivo delle forze produttive che il modo di produzione capitalista generava e i rapporti di produzione capitalisti stessi; che in questa lotta la classe operaia avrebbe inevitabilmente trionfato e avrebbe sostituito alla società capitalista la società comunista, la società senza più divisione in classi e senza più sfruttamento dell’uomo sull’uomo; che la transizione dalla società capitalista alla società comunista avrebbe costituito una fase, il socialismo, la cui forma politica sarebbe stata la dittatura del proletariato.

Gli Stati che governano i paesi capitalisti sono organi di direzione della borghesia imperialista: questa classe ha il monopolio del potere ed è economicamente impossible che i paesi imperialisti siano governati da altre classi, quali che siano le forme (democratiche o autoritarie, monarchiche o repubblicane) con cui la classe dominante regola i rapporti tra i gruppi che la compongono e i rapporti con le altre classi della popolazione. Per questo tutti gli Stati dei paesi capitalisti sono dittature della borghesia. Nessun governo può funzionare in questi paesi se non ha il sostegno della parte più importante della borghesia.
Analogamente, nei paesi socialisti il potere sarà monopolio della classe operaia, anche se per la natura propria dei paesi socialisti la stragrande maggioranza della popolazione godrà di fatto di libertà e di poteri in una misura e di un tipo quali i lavoratori non hanno mai avuto in nessun paese borghese. Quindi lo Stato dei paesi socialisti sarà lo Stato della dittatura della classe operaia (dittatura del proletariato).
Riferimenti: K. Marx, Per la critica del programma di Gotha (1875).
V.I. Lenin, Stato e rivoluzione (1917), in Opere, vol. 25.

Il comunismo divenne da allora, oltre che il movimento pratico in atto di trasformazione della società,

"Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Le condizioni di questo movimento risultano dal presupposto ora esistente".
K. Marx-F. Engels, L’ideologia tedesca (1845-1846), cap. 1 (Feuerbach), parte 2, in Opere complete, vol. 5.

anche l’obiettivo perseguito consapevolmente dal partito comunista, la concezione del mondo e il metodo di conoscenza e di azione del partito comunista: il reparto d’avanguardia e organizzato della classe operaia, la coscienza della classe operaia in lotta per il potere, lo strumento della sua direzione sul resto del proletariato e delle masse popolari.