Indice degli scritti di Lenin

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Lenin - Opere - Vol. 21 pp. 113-115

COME LA POLIZIA E I REAZIONARI PROTEGGONO

L’UNITÀ DELLA SOCIALDEMOCRAZIA TEDESCA

(Sotsial-Demokrat, n. 39, 3 marzo 1915.)

 

Un giornale socialdemocratico tedesco di Gotha, il Gothaer Volksblatt, nel numero del 9 gennaio ha pubblicato un articolo intitolato: La politica del gruppo parlamentare socialdemocratico sotto la protezione della polizia.

“I due primi giorni di applicazione della censura preventiva - scrive questo giornale, posto sotto la piacevole tutela delle autorità militari - dimostrano con tutta chiarezza che le autorità centrali si preoccupano particolarmente di chiudere la bocca a coloro che, all’interno delle nostre file, fanno critiche imbarazzanti alla politica del gruppo socialdemocratico. Lo scopo degli sforzi della censura è di mantenere “la pace” all’interno del partito socialdemocratico, o, in altre parole, di difendere l’“unita”, “compatta e possente socialdemocrazia tedesca. La socialdemocrazia tutelata dal governo: ecco l’avvenimento più importante della politica interna della nostra “grande” epoca, l’epoca della rigenerazione della nazionalità tedesca.

“Già da alcune settimane i politici del nostro gruppo socialdemocratico svolgono un’energica agitazione in difesa dei loro punti di vista. In diversi centri assai importanti del partito, essi hanno incontrato una forte opposizione. La loro propaganda non ha suscitato fra gli operai uno stato d’animo favorevole ai deputati che hanno votato i crediti militari, ma uno stato d’animo contrario a costoro. E perciò le autorità militari hanno cercato di venire in loro aiuto, servendosi ora dei divieti della censura, ora sopprimendo la libertà di riunione. Da noi, a Gotha, il gruppo socialdemocratico è aiutato dalla censura militare, ad Amburgo dalla famosa proibizione di fare riunioni.”

Riportando queste parole del giornale di Gotha, il giornale socialdemocratico svizzero di Berna rileva che in Germania molti giornali socialdemocratici sono stati sottoposti alla censura preventiva e aggiunge da parte sua: “Sicché, ben presto più niente potrà ostacolare l’unanimità della stampa tedesca. Se da qualche parte si cercherà di turbarla, la dittatura militare metterà fine a questi tentativi con rapidità e fermezza, su denunzia diretta o indiretta dei “socialdemocratici”, fautori della pace nel partito”.

I giornali socialdemocratici opportunisti, in effetti, denunziano direttamente e indirettamente i giornali radicali!

I fatti dimostrano, quindi, che avevamo pienamente ragione quando scrivevamo, nel n. 36 del Sotsial-Demokrat: “Gli opportunisti sono nemici borghesi della rivoluzione proletaria... nei periodi di crisi si rivelano subito alleati dichiarati di tutta la borghesia unita”. Ai nostri giorni l’unità, come parola d’ordine del partito socialdemocratico, significa unità con gli opportunisti e sottomissione ad essi (o al loro blocco con la borghesia). È una parola d’ordine che aiuta, di fatto, la polizia e i reazionari ed è funesta per il movimento operaio.

A proposito, richiamiamo l’attenzione sulla pubblicazione dell’ottimo opuscolo di Borchardt (in lingua tedesca) : Prima e dopo il 4 agosto 1914, [il 4 agosto il gruppo socialdemocratico del Parlamento tedesco votò i crediti di guerra chiesti dall’imperatore Guglielmo II] col sottotitolo: La socialdemocrazia tedesca ha rinnegato se stessa? Sì, risponde l’autore, mostrando la stridente contraddizione fra le dichiarazioni del partito precedenti al 4 agosto e la politica “del 4 agosto”. Non ci fermeremo di fronte a nessun sacrificio nella guerra alla guerra, dicevano i socialdemocratici della Germania (e di altri paesi) prima del 4 agosto 1914. Ma il 28 settembre 1914 il membro del Comitato centrale Otto Braun adduceva come pretesto il capitale di 20 milioni investito nei giornali legali e gli 11.000 loro impiegati. Decine di migliaia di dirigenti, di funzionari e di operai privilegiati, corrotti dal legalitarismo, hanno disorganizzato l’immenso esercito del proletariato socialdemocratico.

La lezione da ricavarne è di una chiarezza estrema: rottura definitiva con lo sciovinismo e con l’opportunismo. Invece i vacui chiacchieroni socialisti-rivoluzionari (Gardenin e soci) nella vuota Mysl di Parigi rinnegano il marxismo in favore delle idee piccolo-borghesi! Si è dimenticato l’abbiccì dell’economia politica e lo sviluppo mondiale del capitalismo,  che genera una sola classe rivoluzionaria, il proletariato. Si è dimenticato il cartismo, il giugno 1848, la Comune di Parigi, l’ottobre e il dicembre 1905. Gli operai avanzano verso la loro rivoluzione mondiale attraverso sconfitte ed errori, insuccessi e debolezze, ma avanzano verso la rivoluzione. Bisogna essere ciechi per non vedere nell’influenza borghese e piccolo-borghese sul proletariato la causa essenziale, principale, fondamentale della vergogna e del crollo dell’Internazionale nel 1914. Invece i magniloquenti chiacchieroni, Gardenin e soci, vogliono curare il socialismo facendogli rinnegare completamente la sua unica base storico-sociale, la lotta di classe del proletariato, e dissolvendo completamente il marxismo nell’acquetta dei filistei, degli intellettuali populisti. Invece di un lavoro tenace diretto alla rottura completa del movimento rivoluzionario del proletariato con l’opportunismo, essi propongono l’unione di questo movimento con gli opportunisti del tipo dei Ropscin e dei Cernov, che l’altro ieri erano dei liberali con una bomba in mano, ieri, come liberali, facevano i rinnegati, ed oggi continuano a inebriarsi di melliflue frasi borghesi sul principio “del lavoro”!! I Gardenin non sono migliori dei Südekum, i socialisti-rivoluzionari non sono migliori dei liquidatori: non per niente gli uni e gli altri si sono abbracciati con tanto amore nel Sovremiennik, che attua specialmente il programma della fusione fra socialdemocratici e socialisti-rivoluzionari.