Operai, arruolatevi nel (nuovo)Partito comunista italiano!

 

Il (nuovo)Partito comunista italiano è stato costituito nel novembre del 2004, nella clandestinità. Assume il patrimonio del primo Pci, fondato da Gramsci nel 1921, con un bilancio di quella esperienza che ci ha fatto comprenderne i limiti e comincire a superarli. Assumere il patrimonio del primo Pci, che è ricco, glorioso, profondo e grande, vuole dire metterlo a frutto e portare a termine i compiti che quel Partito pose, primo fra tutti quello di fare dell’Italia un paese socialista, fissato al congresso di Lione del 1926.

Nel 2004, quindi, la classe operaia del nostro paese può riprendere il suo cammino con il suo partito, lo strumento necessario per vincere. Molti però si chiedono perchè costruire il partito nella clandestinità?

Ogni operaio e anzi ogni lavoratore sa che quando si espone nella lotta contro il padrone nella fabbrica e in qualsiasi altro posto di lavoro rischia conseguenze negative fino al licenziamento. Se deve però si espone, e si difende con il sostegno della maggioranza dei lavoratori e il sostegno di una sua organizzazione sindacale. Mai, però, nella lotta di classe che lo oppone al padrone gli esporrà il suo piano, nè lo inviterà alle sue assemblee o alle riunioni in cui si pianifica la lotta. Sarebbe insensato farlo, come sarebbe partita persa giocare a carte scoperte con un avversario che tiene ben coperte le proprie.

L’avversario che la classe operaia ha di fronte tiene le carte coperte e non rispetta nemmeno le regole del gioco. Nella scorsa estate i dirigenti della Bekaert di Figline Valdarno hanno convocato i sindacati per informarli che chiudevano la fabbrica, quando mai negli incontri precedenti se ne era parlato ma piuttosto si parlava di piani industriali per gli anni a venire. Quando i dirigenti della Bekaert hanno iniziato a pensare alla chiusura? Certo non è idea che è balzata loro in mente al tavolo con i sindacati, considerato che avevano pensato bene, temendo la rabbia dei lavoratori, di affittare uomini armati di pistola per coprire loro la fuga dall’azienda dopo annuncio, sfrecciando via in auto come fanno i rapinatori di banche. Magari già anni prima hanno acquistato la fabbrica da Pirelli pensando di venderla, idea che non potevano certo manifestare. Pensate ad ArcelorMittal che si fa carico della gestione dell’Ilva di Taranto e promette di mantenere livelli di produzione dell’acciaio incompatibili con la sovrapproduzione di questa merce in Europa e nel mondo mentre all’opposto riduce la produzione e mette in cassa integrazione gli operai. Forse ha deciso di occuparsi dell’azienda per farla morire e così togliere di mezzo un concorrente? Ecco un’altro piano di quelli che si fanno e non si dicono

Questi sono soltanto due casi di una condizione generale che eccezioni non ne ha, secondo la quale è normale che i lavoratori non devono avere segreti per i padroni (che ultimamente vanno pure a controllare i loro profili Facebook) mentre i padroni non hanno alcun dovere di informare i lavoratori dei loro piani. Un partito comunista degno di questo nome, cioè capace di costruire la rivoluzione socialista, portare al potere la classe operaia e schiacciare la resistenza dei padroni, del clero e di tutta la borghesia imperialista non sta in questa condizione. Si costituisce nella clandestinità e tiene ben celati i suoi membri e i suoi piani al nemico di classe. Inoltre avverte ciascun operaio e lavoratore, ciascuno che si dichiara comunista e ciascuno che si dichiara progressista e democratico dei rischi che corrono a giocare a carte scoperte con la borghesia imperialista, che è nemico di classe e che a loro fronte si comporta come si comportano in guerra i nemici. Denuncia infine quei dirigenti del primo PCI, a partire da Togliatti, che hanno diffuso tra la classe operaia e tra le masse popolari l’idea che non esiste un nemico di classe o che addirittura non esistono più le classi e che padroni, clero e tutta la borghesia imperialista sono persone benevolenti, comprensive, disposte a cambiare idea se gli spieghiamo perchè farlo, disposte, magari, a rinunciare alla proprietà privata dei mezzi di produzione se spieghiamo loro che la proprietà collettiva di quei mezzi è non solo migliore ma necessaria, e associarsi così alla classe operaia nel fare dell’Italia un nuovo paese socialista dove tutti potranno vivere felici e contenti.

I lavoratori che in ogni azienda capitalista e in ogni azienda pubblica costituiscono Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari (OO e OP) che si occupano dell’azienda e orientano la lotta di classe che si sviluppa nella zona dove l’azienda è inserita facendolo si espongono. Il padrone e i suoi complici tenteranno di corromperlo, di denigrarlo, di isolarlo in reparti confino e infine di licenziarlo. Che fare, allora? La soluzione non è rinunciare a creare quelle Organizzazioni: proprio per far fronte a queste ritorsioni padronali, oltre a OO e OP che operano pubblicamente occorre una struttura clandestina. il Comitato di Partito (CdP) che opera nell’azienda. Questo non significa rinunciare all’azione e alla struttura aperta e pubblica, ma avere un organismo che

1. è in collegamento sistematico con il Partito e assicura la direzione e l’orientamento giovandosi anche della scienza, delle relazioni e delle risorse di tutto il Partito;

2. dà continuità all’azione della struttura pubblica e assicura la sua esistenza, nel senso che promuove la solidarietà (servendosi anche dei legami e delle risorse di tutto il Partito) con ogni lavoratore che opera apertamente e che viene attaccato dal padrone;

3. potenzia e rinnova la struttura pubblica, nel senso che fa in modo che non sia mai un solo operaio a esporsi, ma che ci sia un gruppo di lavoratori capaci di manovrare tra gli altri operai e il resto delle masse popolari e anche negli organismi di massa (anche in quelli diretti dalla borghesia e dal clero come le ACLI, la CISL e altri: la struttura clandestina può avere la massima flessibilità tattica proprio perché il legame col Partito la rende salda nella strategia ed è clandestina). I CdP nelle aziende capitaliste e nelle aziende pubbliche rafforzano quindi l’azione delle OO e OP, come i comitati clandestini del Partito comunista (bolscevico) russo rafforzavano i soviet oppure come le cellule di fabbrica del vecchio PCI durante il ventennio fascista rafforzavano e orientavano la resistenza degli operai e, dopo il crollo del fascismo nel 1943, durante la Resistenza, i Comitati di Liberazione Nazionale.

Operai e lavoratori, arruolatevi nel (nuovo)Partito comunista italiano! Il primo movimento comunista italiano con il suo partito ha trasformato il paese e ci ha lasciato un patrimonio che nessuno potrà cancellare. Usiamolo come fondamento per costruire la rivoluzione socialista, per sognare, per pensare, per vedere oltre l’orizzonte della società borghese, con la libertà che la condizione clandestina consente al partito della classe operaia e che spiana il cammino verso la vittoria! Il futuro è nelle nostre mani!

Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano


Per informazioni, vedi il sito del (nuovo)Partito comunista italiano in www.nuovopci.it

Nel sito, le istruzioni per utilizzare metodi di comunicazione protetti (TOR e PGP) a chi vuole mettersi in contatto con il CdP Aurora, al recapito: theaurors@netcourrier.com.