Passare dalla difesa all’attacco: lettera al comitato NO alla chiusura dell’ospedale San Gennaro

   

Il Comitato NO alla chiusura dell’ospedale San Gennaro è un esempio dell’offensiva che le masse popolari devono scagliare contro la borghesia, il suo clero e le sue istituzioni. Ora bisogna andare fino in fondo!


Cari compagni e care compagne del Comitato in difesa dell’ospedale San Gennaro,

vi scriviamo questa lettera anzitutto per congratularci con voi per l’apertura della Struttura Unica di Accoglienza Permanente (SUAP), prevista nel piano di riqualificazione della struttura.

Si tratta di un risultato della mobilitazione e dell’organizzazione messe in campo dal vostro organismo che è stato in grado di diventare sempre di più un punto di riferimento nel quartiere, tramite i banchetti di inchiesta e di informazione sulla salute e, allo stesso tempo, ha promosso il coordinamento con i lavoratori con i quali avete steso il piano dei lavori che servono per far funzionare la struttura a pieno regime. La stesura del piano e l’apertura di questo servizio possono sembrare risultati di poco conto: in realtà sono il frutto di un salto di qualità nella trasformazione del vostro comitato da organismo che chiede e rivendica alle istituzioni, in organismo che individua quello che c’è da fare, elabora progetti e si organizza per realizzarli. Tutto ciò dimostra che la mobilitazione delle masse popolari spinge gli stessi politicanti borghesi a rincorrere la loro iniziativa per non perdere terreno, come evidenzia anche l’esperienza del Comitato Vele di Scampia e di tanti altri comitati e organismi operai e popolari disseminati per la città e in tutta Italia.

Non è un caso che questi sviluppi nel vostro lavoro arrivino proprio in questa fase politica. Al di là del disfattismo diffuso dalla sinistra borghese e dalla propaganda di regime e delle analisi di chi vede “lo spostamento a destra del paese” o addirittura “il fascismo dilagante”, aumenta ogni giorno il distacco della massa della popolazione dal sistema delle Larghe Intese dei partiti PD e Berlusconi che da quarant’anni attuano il “programma comune” dei gruppi imperialisti e della loro Unione Europea, lacrime e sangue per le masse popolari.

La crisi del governo M5S – Lega, al di là di chi si fa intossicare e deviare dal teatrino della politica borghese e perde tempo ad immaginare scenari più o meno improbabili:

a) dimostra che è impossibile cambiare effettivamente il paese a colpi di leggi e decreti, senza la mobilitazione delle masse popolari, come il M5S ha creduto di poter fare fino ad ora;

b) non richiuderà la breccia aperta con le elezioni del 4 marzo 2018: non farà che allargarla ulteriormente.

Salvini, che per raccogliere consensi si assume nuove responsabilità e prende nuovi impegni con le masse popolari, non sarà in grado di mantenere le promesse favorevoli alle masse popolari (a partire dalla lotta contro l’Unione Europea): dunque farà in breve tempo la fine di Matteo Renzi.

A questo si aggiungono le imminenti elezioni regionali e gli scontri politici in atto a Napoli e in Campania. Il presidente della Regione Vincenzo De Luca è il garante locale degli interessi dei grandi gruppi industriali e finanziari, del Vaticano e della Mafia, della NATO e della UE. La compravendita di voti da parte di De Luca è in atto in tutta la Regione con mezzi legali (bandi di concorso per assunzioni precarie nella pubblica amministrazione) e illegali (corruzioni, scambi di voto e affari con imprenditori e criminali).

Nel frattempo il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, tra una promessa di cambiamento e l’altra, traccheggia cercando questa o quella alchimia elettorale con la sinistra del PD, con la sinistra borghese (Potere al Popolo, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista e affini) o con il Movimento 5 Stelle. Se vuole scalfire il potere regionale del PD De Magistris deve trarre le giuste lezioni dalla sua esperienza amministrativa: basta cercare compromessi e inciuci tra gli interessi popolari e quelli dei capitalisti, si schieri senza se e senza ma dalla parte delle masse popolari o verrà travolto dalla loro mobilitazione!

Nella gestione della società, delle risorse pubbliche e dei servizi così come nella campagna elettorale se lasciassimo la lotta politica in mano a questi signori, per l’ennesima volta gli interessi delle masse popolari verranno posti in secondo piano. Bisogna prendere in mano l’iniziativa e incalzare, dettare tempi, forme e condizioni per imporre gli interessi delle masse popolari!

Bisogna approfittare di questa situazione e andare avanti, attuando le parti del piano che è possibile attuare direttamente, a partire dalla costituzione di un comitato popolare di controllo formato da cittadini e lavoratori, irrompendo ai tavoli istituzionali della regione, coordinandosi con i disoccupati del quartiere per individuare i lavori che servono e cominciare a svolgerli facendoli pagare dalla Pubblica Amministrazione.

Compagni e compagne, voi siete tra gli organismi che coordinandovi con gli organismi operai e popolari esistenti a Napoli e nel resto del paese, potete costituire l’unica vera alternativa al catastrofico corso delle cose imposto dalla classe dominante. Già da oggi potete essere uno dei centri del nuovo potere di cui le masse popolari hanno bisogno per imporre e adottare le misure che servono, agendo da vere e proprie pubbliche autorità.

Non si tratta solo di ottenere in un modo o nell’altro che la classe dominante e il suo Stato, che è il suo comitato d’affari, concedano questo o quello alle masse, che eliminino le punte estreme della loro miseria o diano loro almeno da mangiare. Si tratta di creare le condizioni per cui le masse stesse imparino a risolvere a loro modo i loro problemi attraverso una scuola pratica che le porti passo dopo passo a prendere il potere.

Viva la lotta dell’ospedale San Gennaro!

Viva il Nuovo Potere che nasce nel nostro paese!

Viva le masse popolari che avanzano nella lotta per il potere!

19 settembre 2019
Comitato di Partito “Babuskin”