Solidarietà agli operai di Hitachi Rail!
Organizzarsi clandestinamente per la salvaguardia dei posti di lavoro!

   

Comitato Ho Chi Minh

del (nuovo)Partito comunista italiano

 

Comunicato n. 2
14 ottobre 2019

 

Solidarietà agli operai di Hitachi Rail!

Organizzarsi clandestinamente per la salvaguardia dei posti di lavoro!

 

Il comitato Ho Chi Minh del (nuovo) PCI raccoglie e rilancia la lettera scritta in forma anonima da un gruppo di lavoratori impiegati da oltre 15 anni negli stabilimenti pistoiesi di Hitachi Rail (ex Ansaldo Breda) e il comunicato stampa della Segreteria Provinciale del sindacato UGL che l'ha preceduta (vedi allegati).

Entrambi gli scritti denunciano le pessime condizioni di lavoro che si vivono all'interno dello stabilimento di via Ciliegiole, a conferma che anche in Hitachi Rail le cose non vanno poi così bene come potrebbe sembrare.

Pur non essendo così chiari come in altre aziende che si trovano in uno stato di crisi già avanzata (vedi gli oltre 160 tavoli di crisi aperti al Ministero dello Sviluppo Economico), è evidente che anche nello stabilimento pistoiese ci sono dei seri problemi. Se non emergono alla luce del sole è perchè chi li denuncia rischia, come scrivono i lavoratori.

Nella lettera anonima si afferma che i problemi della fabbrica sono dovuti principalmente alla mala gestione dei funzionari che la nuova proprietà ha lasciato in azienda dopo averla comprata. Ma è evidente che sono i proprietari i massimi responsabili di ciò che avviene in azienda!

Il cattivo andamento che gli operai denunciano è frutto dell'acuirsi della crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale che spinge i padroni a delocalizzare dove i profitti sono più alti. La classe operaia e il resto delle masse popolari devono trovare soluzioni immediate anche se precarie agli effetti peggiori della crisi. È evidente che all'interno della fabbrica più che altrove i padroni cercano di impedire agli operai di esprimersi. Le organizzazioni sindacali anziché essere luogo di libera espressione e organizzazione dei lavoratori sono invece diventate complici dei padroni.

La libertà di espressione da parte dei lavoratori Hitachi Rail non esiste, così come non esiste quella di organizzazione se non per quel tanto che la classe operaia è riuscita finora a mantenere delle libertà (limitate) conquistate con la lotta antifascista e quando il movimento comunista era forte. L'esempio dei lavoratori pistoiesi mostra che è giusto organizzarsi anche nella clandestinità in quanto fornisce una più ampia libertà di pensiero, di espressione e di azione alla classe operaia.

Oggi sempre più operai e lavoratori di aziende private e pubbliche sono costretti a denunciare le malefatte del padrone anonimamente per non essere colpiti dalla repressione aziendale. I lavoratori stessi sono portati a pensare che chi si espone viene colpito: prima il padrone lo tenta affinché si venda, poi lo denigra, quindi lo isola (reparti confino) e infine lo espelle dalla fabbrica. Proprio per fare fronte a questa situazione gli operai devono organizzarsi non solo pubblicamente (formare Organizzazioni Operaie che si occupano dei problemi dell'azienda e che escono dall'azienda per legarsi strettamente al movimento di resistenza che le masse popolari mettono in campo) ma anche clandestinamente: formare strutture clandestine (Comitati di Partito dentro la fabbrica) che rafforzino la struttura  pubblica, che diano continuità alla sua azione e che assicurino la sua esistenza. Il padrone e i dirigenti non sono in grado di censurare un CdP, imbavagliarlo con l'obbligo della fedeltà aziendale all'azienda: nei suoi volantini, nelle sue locandine e comunicati il CdP può denunciare apertamente gli imbrogli del padrone (per esempio, può rendere noto il fatto che il padrone sta facendo un falso in bilancio a cui seguirà la chiusura dell'azienda), i capi-reparto che vessano gli operai, ecc.

Inoltre, la struttura clandestina tutela anche quella pubblica perché il padrone, il dirigente, vede che a forza di colpire chi si espone lo spinge a organizzarsi clandestinamente.

 

Operai e lavoratori, arruolatevi nel (nuovo)Partito comunista italiano! Il primo movimento comunista italiano con il suo partito ha trasformato il paese e ci ha lasciato un patrimonio che nessuno potrà totalmente cancellare. Usiamolo come fondamento per costruire la rivoluzione socialista, per sognare, per pensare, per vedere oltre l'orizzonte della società borghese, con la libertà che la condizione clandestina consente al partito della classe operaia e che spiana il cammino verso la vittoria!

 

Comitato Ho Chi Minh del (nuovo)Partito comunista italiano

Per informazioni, vedi il sito del (nuovo)Partito comunista italiano in www.nuovopci.it, dove trovate anche le istruzioni per utilizzare metodi di comunicazione protetti (TOR e PGP)

 

**** ALLEGATO

Lettera di un gruppo di operai Hitachi Rai

domenica, 6 ottobre 2019

 

Siamo un gruppo dì lavoratori impiegati da almeno 15 anni negli stabilimenti italiani prima di AnsaldoBreda adesso di Hitachi Rail. Scriviamo in forma anonima perché temiamo ritorsioni da parte dell’attuale management italiano come d’altra parte è già successo in passato.

Anche per questa ragione, siamo estremamente preoccupati del nostro futuro professionale nonostante i proclami non veritieri della realtà quotidiana che siamo costretti a vivere.

E ciò che più dispiace è che essi godono ancora oggi nonostante tutto, di tutta la vostra stima e fiducia.

Ma se voi sapeste realmente come si vive la quotidianità lavorativa (questo management esisteva già nel 2011 e questa azienda finiva l’anno fiscale in estrema perdita), del caos e della disorganizzazione, della mancanza di una visione a medio (non diciamo lungo) periodo.

E questa loro incapacità manageriale si riflette non solo sui bilanci ma anche sulle scelte dei capi di 2° livello: incapaci e compiacenti… se non ti allinei sei escluso e dimenticato.

Sì… questo è stato ed è tuttora il loro modo di fare con le persone…

E a nome di queste persone diciamo che siamo stanchi, demotivati e sfiduciati…. e ciò sappiate che non trasparirà mai attraverso un semplice Survey.

La gente chiede un forte cambio di rotta, di mentalità e di modo di lavorare….

Consentiteci di porre alcune semplici domande se davvero pensate di conoscere realmente i manager a cui state dando fiducia?

1) L’organigramma a oggi vigente in Hitachi Rail è al 90% il medesimo di quello del 2011, anno in cui questi manager si insediarono e scelsero i collaboratori di 2° livello attraverso dubbi e poco chiari processi di scelta: contavano amicizie politiche e sindacali soprattutto;

2) Le perdite riportate nei bilanci 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015 le conoscete bene: perché se le persone sono le stesse, il modo di lavorare, pensare i prodotti, acquistare e produrre è rimasto il medesimo… perché adesso registriamo profitti?

Pensate di ottenere cose diverse, facendo sempre le medesime cose? Perché allora non intervenite cambiando  radicalmente modi e persone anche a livello più basso e non solo manageriale?

3) Questo management è già o comunque molto prossimo alla pensione…. anche solo per una questione anagrafica, davvero vi affidate a queste persone? E soprattutto continuate a fidarvi dei collaboratori che fino a oggi hanno avuto sotto di sé?

Sono la peggiore espressione italiana di una politica clientelare basata solo sul tornaconto personale, il narcisismo e l’arrivismo di pochi….

Allora permetterete di osservare che i valori tanto sottolineati da Hitachi come cooperazione, trasparenza, onestà, spirito pionieristico… sono ogni giorno ignorati calpestati e derisi illudendovi con ipocrisia e falsità che invece sono condivisi e applicati.

Farete presto i conti col malcontento generale che per il momento è latente ma così diffuso che non tarderà a esprimersi.

È proprio perché siamo avveduti e teniamo molto al nostro futuro che stiamo provando a farvi arrivare un grido di dolore delle persone prima che si trasformi in lamento: osservate i numeri che descrivono la produzione, osservate dall’interno i processi, come si lavora realmente e come sono mascherate le perdite, come è mistificata la inefficiente realtà nascondendola sotto una maschera apparentemente rilucente.

Non tarderete, se non lo avete già fatto, ad accorgervi delle perdite verificatesi nelle commesse americane di Miami e Honolulu già acquisite al vostro arrivo…. queste perdite (di cui noi assolutamente non ci meravigliamo) sono il frutto del modo di dirigere di questi manager e dei loro collaboratori di 2° livello.

Niente di nuovo sotto il sole… ma questo ci allarma perché non pensiamo che Hitachi accetti questa sistematica conclusione in perdita delle commesse senza che nessuno voglia intervenire per efficientare… E non si interviene, perché nella confusione si possono nascondete meglio i privati interessi legati al dare gli appalti a quelle ditte chiamate a risolvere i problemi e le inefficienze accumulate… è tutto calcolato e già preventivato.

L’interesse di pochi prevaleva e ancora adesso prevale sull’interesse aziendale.

a) davvero pensate di mantenere questo modus operandi anche per il futuro nella ambiziosa OneHitachi?

b) davvero pensate che le tre realtà italiane si siano ad oggi integrate? Ebbene dal 2001 al 2019 non ci siamo riusciti…. ve ne dovete rendete conto.

c) davvero pensate che questo modus operandi possa portare profitti e capacità di affrontare mercati diversi da quelli italiani?

d) Conoscete davvero la nostra vera reputazione nel mondo che questi manager e collaboratori hanno contribuito a costruire? Pensiamo ai disastri dei tram in Svezia, la Metro di Madrid, l’Olanda Belgio (Fyra), i DMU danesi e la lista è ben lunga.

Nessuno, contrariamente a quanto dice Hitachi, ha mai avuto a cuore la customer satisfaction….

Vi invitiamo a mettete il vostro sguardo all’interno dei processi non fidandovi di tutto quanto vi viene raccontato…. sapete ad esempio che le nostre risorse umane non posseggono la storia aziendale dei dipendenti? Sapete che non esiste alcuna matrice di correlazione tra skills aziendali a oggi presenti e le reali necessità operative?

Sapete ad esempio che il numero di non conformità dal 2011 a oggi non è mai calato? Questo perché continuiamo a produrre male, a non controllare con efficacia i fornitori e il materiale che arriva?

Sapete che nonostante i disastri i fornitori a cui ci affidiamo sono sempre gli stessi senza che nessuno di essi abbia risarcito i danni? E che molti di questi fornitori sono sponsorizzati dalla malavita italiana del Sud?

Speriamo davvero che OneHitachi che verrà sia veramente diversa, che gli spiriti fondanti siano i cardini quotidiani, che il valore delle persone sia davvero centrale per reale meritocrazia e non per bieche conoscenze clientelari.

Auspichiamo che il nostro grido sia ascoltato e non ci si basi solo sul Survey….  se non si cambia è in gioco il futuro di  migliaia di famiglie.

Cordialmente.

Un gruppo di lavoratori desiderosi sinceramente di cambiare e di collaborare con voi per questo

 

 

Comunicato stampa della Segreteria Provinciale della Ugl Metalmeccanici

settembre 2019

 

L’azienda Hitachi Rail nel dicembre 2016, con l’introduzione dello sciagurato “piano di armonizzazione”, accordo al quale noi di Uglm Pistoia non abbiamo mai voluto aderire nel rispetto del mandato ricevuto dal 60% dei lavoratori (un no categorico di Pistoia), si è presa la grande responsabilità di aver completamente stravolto in peggio lo stato d’animo giornaliero di ogni singolo suo lavoratore.

I lavoratori sono stati privati dei frutti di lotte sindacali ultradecennali e, di fronte alla generale tendenza delle moderne industrie 4.0, che hanno adottato forme di flessibilità reale e fruibile, maggiori spazi di conciliazione vita lavoro e migliore “agilità” nell’organizzazione del lavoro stesso, da questa Hitachi che, sembra esser più una Ansaldo&tachi, mescolanza ben lontana dunque dai grandi principi ispiratori nipponici, hanno ricevuto una flessibilità (gestione agevolata degli ingressi e delle uscite) riservata non a tutti e si sono visti proporre uno smart working (il cosiddetto lavoro agile detto anche più comunemente telelavoro), che dai primi sentori che arrivano dalle maestranze è percepito come ben poco smart (agile) visto che prevede le stesse identiche modalità e cadenze della normale attività di lavoro svolta in azienda (cibo, acqua, luce e gas a carico del dipendente naturalmente).

Ma, tornando dentro i cancelli, le persone vivono con l’ansia da marcatempo, fra l’altro, “assegnato ad hoc” in luoghi non sempre ben collegati con quelli che dovrebbero essere i servizi fondamentali (mensa, infermeria, portineria etc..), si vive dice qualcuno: “solo per dimostrare quanto si è pronti e scattanti nell’effettuare ben 5 marcature!”.

Il voler proseguire promovendo un clima del genere porterà, come già pare si stia registrando, ad uno sconveniente senso di disaffezione, un sentimento che certamente i lavoratori stessi tendono a voler respingere a tutti i costi.

Ma allora cosa si può fare per cambiare le cose? Non sarebbe il caso di farsi delle domande invece di continuare ad ammirare e gloriarsi di dati statistici rilevati da sterili questionari di soddisfazione?

Perché ad esempio non si fa nulla di concreto per riconquistare la fiducia delle “seniorities”, ovvero, quei lavoratori 40-50enni che l’azienda in passato ha sempre bypassato ottenendo come unico risultato, oltre ad un reale e concreto danno economico, quello di radere al suolo completamente la loro disponibilità, esperienza e professionalità?

Viene chiesto al sindacato di guardare al futuro mentre questa “brutta copia” di Ansaldobreda si rende capace solo di “brandire” il vessillo perdente e impopolare dell’armonizzazione del 2016.

Quando faremo in modo che le persone siano, prima di tutto, sicure (abbiamo chiuso questa settimana di fine settembre con 2 infortuni seri a distanza di sole 12 ore) e tranquille sul luogo di lavoro?

E poi, cosa importante, quando cominceremo ad assumere nuove leve che vengano istruite correttamente nel sapersi rendere più disponibili ad apprendere umilmente dai lavoratori più anziani?

Forse, come si dice in quest’ultimo periodo, c’è ancora una speranza che questo clima possa cambiare lasciando che, il sole che nasce, possa realmente illuminarci.

Segreteria Provinciale Ugl Metalmeccanica