L’avanzata della classe operaia è la condizione per la trasformazione della resistenza in attacco!

   

29 ottobre 2020. Comunicato numero 19 del Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

La classe operaia avanza ed esige dai padroni e dal loro regime il diritto a una esistenza dignitosa, libera e felice per l'intera società, perché questo è quanto le è stato promesso e ci è stato promesso. La classe dei padroni, la borghesia imperialista con i politici suoi servi di destra e di sinistra invece ha condotto il paese con la sua popolazione alla situazione catastrofica che stiamo sperimentando. Prende a ottobre provvedimenti che non arrivano a mezzo novembre e al termine dei quali la situazione è peggio di prima. È incapace di dare alcuna risposta positiva ad alcuno dei problemi che montano, e questo da parecchio tempo, da molto prima della pandemia: la pandemia su cui pretendono che ci fissiamo come fossimo tutti imbecilli è solo il dito che indica la luna, e la luna è il segno che la borghesia imperialista non sa fare altro che condurre il paese alla rovina. La classe operaia che avanza per esigere il diritto a una esistenza di serenità e benessere ha sperimentato l'incapacità di chi ancora dirige il paese, e la sta sperimentando con le lotte per difendere l'apparato produttivo del paese, tante delle quali, tra le più avanzate e importanti, sono quelle che arrivano ai tavoli del Ministero dello Sviluppo Economico del governo. Lì restano per anni, senza soluzione, con gli operai che premono da un lato e dall'altro con padroni che promettono di riaprire aziende chiuse e non lo fanno, che chiedono e ottengono soldi dal governo per tenere aperte aziende che stanno chiudendo, che promettono piani industriali e mai li portano, con ministri, sottosegretari e capi di gabinetto dei più vari colori politici che mese dopo mese, tavolo dopo tavolo, e per anni ripetono come oche giulive che la soluzione è a portata di mano, con sindacati che a fronte della beffa di piani industriali e di soluzioni inesistenti si limitano a dichiararsi "insoddisfatti". Sono stati negli anni e fino a oggi i casi di 150 vertenze tra le quali quella dell'ex ILVA a Taranto oggi in mano ad Arcelor Mittal e dell'ex ILVA a Piombino oggi in mano a Jindal, di Alitalia e Air Italy, di Whirlpool, di Blutec di Termini Imerese, di Mercatone Uno, di Acque Minerali Italiane in Umbria, di Sanac a Massa, di AST a Terni, di Sider Alloys a Carbonia Iglesias, dell'ex Embraco di Riva di Chieri TO), di Industria Italiana Autobus di Flumeri (AV), di Bosch di Bari, di Vibac e Colorobbia di Vinci (FI), di Cavalli di Sesto Fiorentino, di Bekaert di Figline Valdarno (FI). Tra questi casi spicca l'esempio degli operai Bekaert di Figline Valdarno (FI), che a fronte dell'arroganza criminale del padrone occuparono la fabbrica e condussero la lotta in modo tale da prendere essi per mano un Di Maio che nel 2018 dirigeva il MiSE e condurlo a firmare un testo da loro scritto e che toglieva una delle clausole più infami del Jobs Act di Renzi, quella che negava la cassa integrazione agli operai di ditte che cessano l'attività. A fianco dell'esperienza degli operai Bekaert, condotti dopo quella stagione gloriosa a restare in attesa di soluzioni inesistenti, sta la lotta d'avanguardia degli operai Sanac di Massa, ben decisi a rifiutare la deriva che conduce la fabbrica alla chiusura, sta l'esperienza organizzata degli operai di Camping CIG di Piombino che da anni si oppongono alla condanna dell'acciaieria alla morte lenta, così come stanno le esperienze degli operai che si sono organizzati a Pontedera, alla Piaggio, dove la FIOM affianca il padrone sospendendo i suoi delegati più determinati nella difesa degli operai, e quelli che si organizzano a Firenze, alla GKN, ormai da più di un decennio uniti ed esempio per tutti di resistenza sul fronte più avanzato della lotta di classe. Queste e altre esperienze di organizzazione operaia sono l'avanguardia di una resistenza che si mantiene nei decenni, fino dalle esperienze dei Consigli di Fabbrica degli anni Settanta e Ottanta, molte delle quali il Partito dei CARC ha avuto cura di raccogliere, come quelle dell'ILVA e della Magona di Piombino, della Piaggio di Pontedera, di Sanac, Dalmine e Tirrena Macchine di Massa, della Stucchi e  della CALP di Colle Val d'Elsa, della Solvay di Rosignano. È l'avanguardia della resistenza della classe operaia e nessuno la può sopprimere e più di tanto comprimere. Prende coscienza di sè lungo gli ultimi due secoli con i suoi partiti comunisti, con i suoi sindacati, con le sue case del popolo, risorge e si rinnova nonostante l'attacco generalizzato, costante e quotidiano della classe borghese, dopo le guerre mondiali, vittoriosa sul fascismo e sul nazismo, e oggi sulla via della rinascita dopo la lunga decadenza del movimento comunista per opera dei revisionisti moderni. Riapre la strada il suo (nuovo)Partito comunista italiano che ha scoperto le ragioni per cui fino a oggi non abbiamo vinto, per cui ancora non siamo riusciti a fare dell'Italia un nuovo paese socialista.

 Un Italia socialista sarebbe in grado di eliminare questa pandemia con poche misure e in poco tempo, dando norme da seguire a tutta la popolazione e garantendo a tutta la popolazione ogni risorsa per superare questa difficoltà. Costruire il socialismo, dunque, è il compito e spetta alla classe operaia portarlo a termine, prendendo atto del fatto che non sono state mantenute le promesse del vecchio PCI per bocca di Togliatti a partire dagli anni Cinquanta di una società che sarebbe andata verso sempre maggiore pace, prosperità e giustizia. Dove i padroni continuano a comandare pace, prosperità, giustizia e ogni bene materiale e spirituale progressivamente scemano fino a mancare del tutto, come succede oggi. Il rapporto tra le classi è di guerra. La resistenza della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari può e deve dunque trasformarsi in attacco. È arrivata l'ora della riscossa.

 

Viva il (nuovo)PCI

Operai e lavoratori, arruolatevi nel (nuovo)Partito comunista italiano! Il primo movimento comunista italiano con il suo partito ha trasformato il paese e ci ha lasciato un patrimonio che nessuno potrà cancellare. Usiamolo come fondamento per costruire la rivoluzione socialista, per sognare, per pensare, per vedere oltre l'orizzonte della società borghese, con la libertà che la condizione clandestina consente al partito della classe operaia e che spiana il cammino verso la vittoria!

Costruire Comitati di Partito in ogni azienda, scuola, istituzione pubblica e in ogni territorio!

La riscossa delle masse popolari è possibile! Ciascuno può e deve dare il suo contributo!

Il partito comunista è il fattore decisivo della vittoria!

 

Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

Per informazioni, vedi il sito del (nuovo)Partito comunista italiano in www.nuovopci.it , dove trovate anche le istruzioni per utilizzare metodi di comunicazione protetti (TOR e PGP).

Comunicazioni con il CdP Aurora al recapito theaurors@netcourrier.com