Operai!
La difesa e il rilancio del tessuto produttivo emiliano romagnolo dipende da voi!

   

03.02.2020 - Comitato Fratelli Cervi del (nuovo)Partito comunista italiano


La rielezione di Stefano Bonaccini a governatore dell’Emilia Romagna non cambia la sostanza dello stato in cui versa il tessuto produttivo regionale: la crisi del capitalismo avanza, aggravando ogni giorno le condizioni di vita e di lavoro.

La liquidazione, in Italia, dell’apparato produttore di beni e servizi non legati per loro natura al territorio e al paese è nell’interesse dei capitalisti: possono fare maggiori profitti facendo lavorare in paesi dove i salari sono più bassi, le leggi a tutela dell’ambiente e della sicurezza inesistenti o meno vincolanti, le masse popolari stanno peggio che da noi perché da noi i padroni non hanno ancora eliminato tutte le conquiste (assistenza sanitaria, sicurezza sociale, istruzione pubblica, pensioni, servizi pubblici, ecc.) che abbiamo strappato dopo la vittoria sul nazifascismo, negli anni 1945-1975, quando il movimento comunista nel mondo era più forte di adesso e la borghesia e il clero avevano paura della rivoluzione socialista.

Per invertire la rotta, che è possibile oltre che necessario, non si può fare affidamento sul politicante borghese di turno che deve difendere e garantire ben altri interessi: quelli di speculatori, affaristi e padroni.

Operai, l’unico modo per far valere i vostri interessi è diventare direttamente voi i protagonisti del cambiamento!

Prendete esempio dai Consigli di Fabbrica degli anni ‘70, quei nuclei organizzati della classe operaia con cui abbiamo conquistato diritti e migliori condizioni di lavoro, ponendo con forza all’ordine del giorno la questione della gestione della produzione.

I Consigli di Fabbrica sono più attuali che mai: occorrono nuovi centri di potere, imposti anche ai sindacati di regime (CGIL, CISL, UIL, CISNAL) con l’obiettivo del rinnovamento generale della società.

Quello che mancò allora, cioè un piano di guerra per costruire la rivoluzione socialista e che solo un Partito comunista adeguato può elaborare, è la sfida che come (nuovo) PCI abbiamo fatto nostra. Nel nostro Manifesto Programma, nella strategia della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata e nella linea tattica del Governo di Blocco Popolare diamo forma e contenuto a questo piano.

Voi operai, come classe, siete i soli che possono diventare il centro della riorganizzazione della società e del nuovo governo del paese.

Oltre a creare Organizzazioni Operaie che operano pubblicamente, costituire Comitati di Partito in clandestinità non solo vi mette al riparo dalla repressione padronale, ma è la condizione per vincere e per realizzare tutto ciò!

 

Operai, fate valere la vostra forza alla CNHi di Modena!

La situazione in regione è chiara: i 66 licenziamenti alla Fabio Perini a Calderara di Reno (BO), la vendita da parte di Philips della Saeco a Gaggio Montano (BO) fino al nuovo ciclo di Cassa Integrazione alla CNHi di Modena e al rinnovo del contratto di “solidarietà” in Maserati sono solo alcuni esempi concreti della morte lenta che corrode l’intero sistema produttivo regionale e nazionale. Il gruppo FCA-PSA (ex FIAT) ne è dimostrazione lampante.

Allo smantellamento delle aziende, alla loro delocalizzazione e alla loro chiusura bisogna opporsi mobilitandosi e organizzandosi in ogni dove!

 

 Nel gruppo ex FIAT, a prescindere dal marchio, i problemi sono simili e quindi la soluzione è e deve essere collettiva. Le difficoltà occupazionali, il clima da caserma, la questione della scarsa o assente sicurezza sulle linee (aggravata dall’organizzazione del lavoro nel gruppo, il tristemente famoso World Class Manifacturing) sono il “filo nero” che lega tutti gli stabilimenti ex FIAT. Solo i lavoratori organizzati e uniti tra reparti e stabilimenti possono cambiare questa situazione che si traduce in cassa integrazione, licenziamenti, chiusure, morti e infortuni.

 

Inoltre, sotto padrone, l’interdipendenza esistente tra unità produttive è una spada sopra le vostre teste e il nuovo avvio della cassa integrazione alla CNHi di Modena ne è una conferma: questo nuovo ciclo è dovuto allo stato di salute della CNHi di Jesi (AN), principale stabilimento di riferimento per Modena. Con l’avvio della CIG a Jesi, a “cascata” si ha anche a Modena.

Nessuno si salva da solo!

Trasformate questa interdipendenza in una risorsa: sfruttatela a vostro vantaggio per coordinarvi, il passo necessario che dà prospettiva all’organizzazione nel singolo stabilimento. Fate valere la solidarietà e la forza di classe!

Partendo da Modena, che cosa faranno i sindacati firmatari? Cosa farà la FIOM? Quello che voi lavoratori li obbligherete a fare, riprendendo e rilanciando l’agitazione dell’ottobre 2019. Non solo, ma pare che anche qui ci sia un brutto (e vecchio) vizio, sempre denunciato negli anni, ma non ancora risolto una volta per tutte: sono sempre le solite squadre a pagare il prezzo della CIG. Promuovere una vigilanza operaia sulla turnazione equamente ripartita è un primo passo per organizzarsi e far valere le proprie ragioni!

Un altro passo è prendere esempio dal gruppo di operai dell’Hitachi Rail di Pistoia che ha fatto circolare una lettera anonima dove denunciano le pessime condizioni di lavoro che vivono all’interno dello stabilimento. Questa mossa ha contribuito non poco a smascherare padroni e loro complici e ha permesso l’avvio di un fronte di solidarietà.

Operai, denunciare pubblicamente, con le dovute precauzioni, quanto avviene sulle linee della CNHi modenese è un’arma nelle vostre mani. Nel (nuovo) Partito Comunista Italiano avete un alleato sicuro!

 

A Modena, come altrove, è necessario sviluppare e allargare l’organizzazione oltre il gruppo ex FIAT: legarsi alle altre vertenze del territorio (in particolare alle lotte delle operaie e degli operai iscritti e diretti dal SI Cobas, sviluppando un fronte di classe), ai comitati popolari per la difesa del territorio e dell’ambiente (contro la cementificazione) e agli studenti, significa realizzare quel coordinamento che apre alla gestione dei territori stessi!

 

Operai, fate valere la vostra forza! Una forza che “muove le montagne”!

Nessuna azienda è immune alla morte lenta, nessuno si salva da solo: organizzarsi anche clandestinamente per salvaguardare i posti di lavoro!

Organizzatevi in ogni stabilimento, coordinatevi con gli organismi operai e popolari del resto del territorio!

Arruolatevi nel (nuovo) Partito Comunista Italiano!

 

Comitato di Partito – Fratelli Cervi

Per informazioni, vedi il sito del (nuovo)Partito comunista italiano www.nuovopci.it - trovi anche le istruzioni per utilizzare metodi di comunicazione protetti (TOR e PGP) - puoi metterti in contatto con il CdP Fratelli Cervi scrivendo in modo protetto a <delegazione.npci@riseup.net>