Fuori il sionismo dall’Emilia Romagna e dal resto del paese!

     

28.05.2021 - Comitato di Partito Fratelli Cervi - Comunicato n. 9

Le mire espansionistiche del governo sionista di Israele su Sheikh Jarrah, quartiere di Gerusalemme Est, sono state la scintilla che ha acceso la nuova fase della guerra di sterminio sionista ai danni delle masse popolari palestinesi, conclusasi dopo 11 giorni e un reciproco “cessate il fuoco” il 21 maggio con Hamas.

Il bilancio è di 277 palestinesi uccisi, di cui 65 bambini e oltre 1900 feriti, a causa dei bombardamenti israeliani (senza farsi mancare l’uso del fosforo bianco, vecchia pratica sionista come durante l’operazione Piombo Fuso del 2008-2009 e ancor prima nel Libano nel 2006), mentre 12 risultano essere i morti israeliani.


Oggi, Israele è tutt’altro che un paese pacificato stante anche il fatto che in ogni paese imperialista è in corso una profonda crisi del sistema politico della borghesia imperialista.

Ben quattro elezioni politiche in soli due anni sono dimostrazione lampante 1. dell’incapacità crescente, da parte della classe dominante, nel governare il paese e 2. dell’aggravarsi dei contrasti tra le varie fazioni (tra cui spiccano il Likud, il partito di B. Netanyahu, e Yamina, partito di estrema destra in forte crescita).

Infatti, il 6 maggio B. Netanyahu ha fallito il primo tentativo di formare un nuovo governo e sono tutt’ora in corso manovre per cercare di esautorarlo attraverso una convergenza tra Yamina e il partito centrista Yesh Atid.

In questo contesto, il nuovo attacco militare ha “congelato” la crisi interna per una manciata di giorni (tutti contro il nemico comune, la Palestina) ma non l’ha minimamente risolta anzi, l’ha approfondita.

Proprio il “cessate il fuoco” è diventato l’appiglio per nuovi e rinnovati attacchi trasversali (un cedimento ad Hamas, secondo buona parte della schiera sionista) alle fazioni in lotta per il potere.

Allo stesso tempo, la nuova guerra ha fatto esplodere il “fronte interno”: i continui scontri nelle città, come Lod, a comunità mista sono un bel grattacapo.

Infatti, il governo israeliano ha dovuto fare i conti (e il fronte è tutt’ora caldo) con l’emarginazione politica dei palestinesi e degli arabi naturalizzati cittadini israeliani: questi, hanno dato vita a decine di mobilitazioni e manifestazioni, confrontandosi con una violenta repressione, a fianco delle masse popolari palestinesi.

Inoltre, il 18 maggio, lo sciopero generale “della dignità” in tutta la Palestina ed esteso ai 1,6 milioni di cittadini palestinesi e arabi in Israele ha contribuito a bloccare l’intera area (soprattutto i settori delle costruzioni e della logistica) e la stessa tregua non ferma le violenze israeliane.

Continuano, quotidianamente e a centinaia, gli arresti, gli attacchi, le cariche e gli abusi da parte delle forze armate e di polizia israeliane in tutto il territorio occupato e non.


Quanto avviene all’interno di Israele non è secondario: il suo Stato sionista sta assumendo, nel sistema delle relazioni internazionali, un ruolo crescente.

È promotore di imprese di infiltrazione e disgregazione degli Stati che resistono alle scorrerie dei gruppi e degli Stati imperialisti della Comunità Internazionale e di quelli che potrebbero ostacolare la colonizzazione sionista del Medio Oriente.

Lo Stato sionista di Israele è una potenza sempre più strettamente legata al complesso militare e finanziario USA, nel ruolo di agente in alcuni casi e di dirigente in altri. Il suo futuro prossimo è legato a questo ruolo (per approfondire, rimandiamo all’articolo ancora valido Una svolta nella politica mondiale in La Voce 59 del (nuovo) PCI - http://www.nuovopci.it/voce/voce59/unasvolta.html).

Le masse popolari della diaspora ebraica e della stessa Palestina decideranno del loro futuro: sostenere la riscossa delle masse popolari sotto ogni cielo è un dovere dei comunisti ovunque collocati!

Che continuino le mobilitazioni in ogni piazza e città del nostro paese a sostegno dell’eroica lotta palestinese!


Cosa fare qui e ora?

Innanzitutto, smascherare gli interessi sionisti nella nostra regione e nel resto del paese.

Il 24 luglio 2020, quando ancora si contavano a centinaia i morti per la gestione criminale della pandemia da Covid-19, il presidente in doppio petto S. Bonaccini del PD ha pensato bene fosse prioritario incontrare, primo fra tutti, l’ambasciatore d’Israele in Italia, Dror Eydar.

L’obiettivo? Rinsaldare i rapporti accademici (le nostre Università sono ambito privileggiato di infiltrazione sionista) e promuovere altre collaborazioni nei settori manifatturiero e delle tecnologie informatiche (un rapporto questo, sempre più stretto a partire dal 2018).

Ovviamente, non sono resi noti i termini degli accordi e degli scambi: un serio campanello d’allarme rispetto a quali interessi sono in ballo, non certo quelli dei lavoratori emiliano romagnoli!

Quel che è certa, è la presenza della Tekapp Cybersecurity a Formigine (MO), azienda che si occupa di sicurezza informatica per aziende.

Le sue particolarità? Essere l’unica azienda “italiana” a poter utilizzare il “protocollo israeliano di cybersecurity”, un pacchetto di software e di procedure informatiche sviluppato dal comparto militare israeliano, e avere un Comitato Tecnico Scientifico composto da ex appartenenti dell’Intelligence dell’esercito israeliano!

Competenze criminali di primissima fattura al servizio dei padroni nostrani!

Più che un valore aggiunto alla nostra economia, come direbbe S. Bonaccini, sembra un bell’avamposto sionista nella nostra regione!


Ma un grande esempio di cosa fare concretamente per sabotare la guerra sionista qui nel nostro paese è fornito, non a caso, dalla classe operaia che quando si mobilita ha la capacità di illuminare la via per il resto delle masse popolari e dare contenuto pratico alla solidarietà di classe e internazionalista.

Sulla scorta della lotta dei portuali di Genova, poi seguiti da quelli di Livorno e di Napoli, anche i portuali di Ravenna (sotto le bandiere dei sindacati di regime, costretti a rincorrere le iniziative promosse dai sindacati di base e dei collettivi operai) hanno deciso di non caricare armamenti destinati ad Israele.

Il carico, previsto per il 3 giugno, della nave Asiatic Liberty dell’armatore Zim non partirà: l’annuncio di sciopero e di boicottaggio ha costretto l’armatore a fare dietro front!

Nessun armamento partirà in direzione di Ashdod (Israele): che questa pratica si estenda in ogni porto, promuovendo organizzazione e coordinamento tra i portuali di tutto il paese!

La classe operaia suona la carica: alla guerra dei padroni, opponiamo una nuova guerra di liberazione nazionale!

Solidarietà con Hamas e gli altri gruppi palestinesi che resistono all’occupazione e lottano contro la colonizzazione dei sionisti spalleggiati dai gruppi imperialisti e dai loro governi, tra cui il governo Draghi!

Fare dell’Italia un nuovo Paese socialista allenterà il peso dell’imperialismo sotto ogni cielo!

Aderite al (nuovo) PCI!

Comitato Fratelli Cervi


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Per informazioni, vedi il sito del (nuovo)Partito comunista italiano in www.nuovopci.it, dove trovate anche le istruzioni per utilizzare metodi di comunicazione protetti (TOR e PGP).

Scarica, leggi e diffondi La Voce 67 - marzo 2021

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