Viva il 100° anniversario della fondazione del primo PCI (21 gennaio 1921 – 21 gennaio 2021), il partito di Antonio Gramsci!
Viva il 130° anniversario della nascita di Antonio Gramsci (22 gennaio 1891 – 22 gennaio 2021)!
Usiamo gli insegnamenti dell’esperienza del primo PCI per il consolidamento
e il rafforzamento del (nuovo)PCI e la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato!

     

Comunicato n.4 del Comitato di Partito “Antonio Gramsci” del (nuovo)Partito Comunista Italiano

24.01.2021


Il Comitato di Partito “Antonio Gramsci” saluta le importanti ricorrenze di questi giorni che stanno alimentando ovunque dibattiti, iniziative e attività commemorative in particolar modo del centenario della fondazione del primo Partito Comunista Italiano. A tal proposito rilanciamo quanto scritto dal Comitato Centrale del (nuovo)PCI nel comunicato n.2 del 21 gennaio 2021. “Sono molte e svariate le iniziative che riuniranno membri e simpatizzanti di partiti e organismi che si dichiarano comunisti per rivendicare con orgoglio il centesimo anniversario dalla fondazione del primo PCI, per celebrare le sue pagine eroiche e le conquiste realizzate dagli operai e dal resto delle masse popolari sotto la sua direzione, per denunciare i responsabili della sua deriva e poi del suo scioglimento, per discutere e ragionare sulle cause del suo fallimento nel fare dell’Italia un paese socialista e sui compiti attuali dei comunisti. Queste iniziative dimostrano in positivo che nel nostro paese, nonostante l’esaurimento della prima ondata delle rivoluzioni proletarie (1917-1976) e il declino del vecchio movimento comunista cosciente e organizzato, ci sono migliaia di uomini e donne, giovani, operai, altri lavoratori, pensionati che aspirano a organizzarsi in partito e a far rinascere il movimento comunista. Ci sono migliaia di compagni che aspirano a riprendere in mano la bandiera della lotta per l’Italia socialista issata da Antonio Gramsci, ammainata dai revisionisti moderni Togliatti e Longo, gettata nel fango da Berlinguer e dalla leva di esponenti della sinistra borghese (gli Occhetto, Veltroni, D’Alema, ecc.) che  nel 1991 decise lo scioglimento del primo PCI.

Per realizzare queste aspirazioni, esortiamo a promuovere iniziative sul Centenario del primo PCI nel corso di tutto il 2021 e a farne altrettante occasioni

- per ricavare dall’esperienza insegnamenti per l’oggi, quindi a legare il passato al presente e non limitarsi all’esaltazione o alla narrazione degli avvenimenti dei quali il primo PCI fu promotore;

- per sviluppare tra i comunisti del nostro paese il confronto franco e aperto sul bilancio della prima ondata rivoluzionaria mondiale (sulle ragioni della nostra sconfitta), sull’analisi della fase e sulla strategia dei comunisti;

- per condurre la lotta contro quelle tare del movimento comunista dei paesi imperialisti già messe in luce da Lenin , da Stalin e più recentemente da Mao (Ancora sulle divergenze tra il compagno Togliatti e noi) (in particolare l’elettoralismo e l’economicismo) e contro l’attendismo in cui oggi quelle tare si traducono.”

Esortiamo i compagni e le compagne interessati a conoscere le conclusioni a cui il (nuovo)PCI è giunto a proposito di ciascuna di queste questioni studiando e confrontando le proprie idee e tesi con quelle esposte nel Manifesto Programma del (nuovo)PCI.

Che il socialismo è il futuro dell’umanità non è più uno slogan, un’aspirazione e un’idea, ma una questione concreta, comprensibile a milioni di proletari, una necessità: la pandemia lo dimostra su grande scala. Come e più di un secolo fa, emerge con forza che per tirarsi fuori dalla barbarie in cui la borghesia imperialista e il clero trascinano l’umanità, bisogna farla finita con il capitalismo e instaurare un diverso e superiore sistema economico e sociale, il socialismo.

 Il socialismo, grazie all’azione dei comunisti di oggi e dei proletari che si si aggregheranno nel Partito Comunista e attorno al Partito, ritornerà ad essere sempre più “popolare” e la bandiera di milioni di proletari.

La storia del movimento comunista cosciente e organizzato del XX secolo e quella del primo PCI ci confermano che le sconfitte che abbiamo subito sono ricche di insegnamenti quanto i successi che avevamo raggiunto.

Il principale insegnamento è che per instaurare il socialismo gli operai e le masse popolari devono avere un Partito comunista che sia all’altezza del suo ruolo di direzione intellettuale, morale e pratica. Sono i nostri limiti in questo campo che ci hanno portato a subire sconfitte, non la forza della borghesia e del clero.

Facciamo tesoro degli insegnamenti dei comunisti che ci hanno preceduti. Dobbiamo far conoscere il loro eroismo e i successi che hanno raggiunto. Ma dobbiamo superare i limiti che nel periodo 1943-48 hanno impedito di proseguire sull’onda della vittoria dei Partigiani (25 aprile) la rivoluzione socialista nel nostro paese e lasciato il PCI nelle mani dei revisionisti moderni (Togliatti & co). Farla finita con il capitalismo è una guerra popolare e rivoluzionaria, non basta moltiplicare le lotte rivendicative e partecipare alla lotta politica borghese. Il principale limite della sinistra del primo PCI (Secchia, Alberganti, Vaia e gli altri) è stato di non aver una strategia per fare la rivoluzione socialista. Questo si è tradotto nell’attesa di una rivoluzione che prima o poi sarebbe scoppiata. L’attendismo porta a un’attività che consiste principalmente di lotta sul piano elettorale (quindi dettata nei modi e nei tempi dalle scadenze elettorali, cioè dal nemico) e di sostegno alle lotte rivendicative. Questa è la linea che ha portato all’estinzione prima il PCI e poi il PRC.

La rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato è un aspetto imprescindibile della rivoluzione che farà dell’Italia un paese socialista. Il partito comunista di tipo nuovo, Stato Maggiore della guerra popolare rivoluzionaria delle masse popolari contro la borghesia imperialista, è la premessa della rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato.

Dobbiamo costruire un partito comunista formato dai compagni che condividono la concezione comunista del mondo (la scienza delle attività con le quale gli uomini fanno la loro storia), il bilancio del movimento comunista del secolo scorso, l’analisi del corso delle cose, la linea generale e li usano per mobilitare le masse popolari, in primo luogo la classe operaia, a fare la rivoluzione socialista: a combattere con efficacia la guerra contro la borghesia e il clero, fino alla vittoria.

Gli  operai delle aziende capitaliste e i lavoratori delle aziende e istituzioni pubbliche sono la forza che aggregata attorno e nel Partito Comunista porrà fine all’epoca di nera reazione e costruirà un futuro di civiltà e progresso.

Avanti! La via d’uscita c’è! Dai anche tu il tuo contributo per progredire e vincere!

Per mettersi in contatto con il CdP “Antonio Gramsci” potete scrivere alla casella cdp-gramsci-npci@riseup.net

Seguendo le istruzioni per la corrispondenza protetta tramite TOR e il sistema di criptazione PGP che trovate sul sito www.nuovopci.it

 

ONORE AL PRIMO PARTITO COMUNISTA E AD ANTONIO GRAMSCI!

BOIA AI TRADITORI DELLA CLASSE OPERAIA E AL SISTEMA POLITICO DELLE LARGHE INTESE!


Propaganda murale in onoredi Antonio Gramsci, fondatore del primo Partito Comunista d’Italia








 

 

ONORE AL PRIMO PARTITO COMUNISTA E AD ANTONIO GRAMSCI!

 BOIA AI TRADITORI DELLA CLASSE OPERAIA E AL SISTEMA POLITICO DELLE LARGHE INTESE!

Stampare, riprodurre e affiggere con le dovute cautele la locandina riportata di seguito