Comitati di Partito


Comitato di Partito Mao Tse-tung

30 agosto 2002

 

Di fronte alla tendenza autoritaria e all’acutizzarsi della crisi economica del sistema capitalista, che peggiora drasticamente le condizioni di vita nel mondo sia nei paesi imperialisti sia nei paesi neocolonizzati, i comunisti hanno il dovere di assumersi sempre nuove responsabilità, nei confronti dei popoli, delle masse popolari, della classe operaia. Le masse si mobilitano, costrette dalle misure che attuano i vari governi antipopolari, misure che eliminano i diritti e peggiorano le condizioni morali e materiali delle masse: quindi bisogna creare le condizioni affinché le mobilitazioni si trasformino in mobilitazione rivoluzionaria e lotta per il socialismo. Il capitalismo e la sua crisi portano miseria, barbarie e guerre. L’unica soluzione positiva per i popoli è la lotta alle proprie borghesie e in particolare, per le masse popolari italiane, la lotta per abbattere la borghesia imperialista nostrana. La sola difesa delle proprie posizioni porta col tempo alla sconfitta: la difesa deve trasformarsi in attacco al regime che incarna l’oppressione, lo sfruttamento, la miseria. Per far ciò bisogna innanzitutto accumulare forze rivoluzionarie per la costruzione del nuovo partito comunista italiano; un partito di nuovo tipo che incarni l’esperienza di 150 anni di lotta per il comunismo. La sintesi di questa esperienza è il marxismo-leninismo-maoismo come linea guida del suo agire, adottando i sistemi più appropriati per garantirsi la sua autonomia politica e ideologica dalla borghesia e dai suoi apparati di controrivoluzione preventiva.

La clandestinità è una necessità per garantire la vita e l’agire del partito. La messa fuorilegge in Spagna del partito legale indipendentista del popolo basco (Batasuna) dimostra ancora una volta di cosa è capace una "democrazia borghese" pronta a restringere, fino alla totale eliminazione, gli spazi di agibilità politica conquistati dalle lotte delle masse (fascistizzazione dello Stato, come carattere particolare del regime di controrivoluzione preventiva). L’azione contro Batasuna dimostra inconfutabilmente (i casi nella storia sono tanti) che lo Stato borghese non tollera lo sviluppo di un movimento rivoluzionario o di liberazione dei popoli, che metta in discussione la sua stessa esistenza. La messa al bando di un partito di massa, legale è il preludio, insieme alle torture sugli oppositori politici e agli arresti (le carceri imperialiste si riempiono di rivoluzionari prigionieri: in Spagna sono migliaia come nel resto del mondo e nei paesi occidentali compresa l’Italia), di una drastica riduzione dell’agibilità politica delle masse e delle sue avanguardie. Questo processo è comune a tutti i paesi imperialisti compresa l’Italia e l’Europa. Questa situazione è avvallata dalle condizioni internazionali, create in particolare dall’imperialismo "a stelle e strisce", poi sostenute da quelle europee, di "lotta al terrorismo" che si sostanzia nell’attacco repressivo a tutte le istanze antimperialiste, rivoluzionarie e comuniste e contro le lotte di liberazione. Le famose "liste nere" servono a creare un clima da "caccia alle streghe" e a tacciare di terrorismo tutte le istanze di emancipazione sociale, culturale, politica e materiale dei popoli. Chi ha l’obiettivo di lottare per il socialismo fa i conti con questa realtà. Costruire il nuovo partito comunista italiano necessita di un "agire adeguato alla fase" e a predisporsi per tutelarsi dagli apparati repressivi del regime borghese: la clandestinità è una necessità. La clandestinità non significa isolarsi dalle masse. Il futuro partito comunista italiano dovrà articolare tutti gli strumenti possibili per legarsi principalmente alle avanguardie della classe operaia. La clandestinità certamente non significa in assoluto non subire i colpi della repressione, ma garantirà lo sviluppo del suo agire (il vecchio PCI dalla clandestinità preparò e diresse la lotta di liberazione dal nazifascismo). Chi ipotizza un partito comunista che agirà esclusivamente "alla luce del sole" o è uno sprovveduto o un opportunista.

Il partito comunista ha il compito di dirigere la classe operaia e le masse operaie verso la guerra popolare di lunga durata per la presa del potere e il socialismo; creare le sue forze armate (esercito popolare) e, per sviluppare questa guerra, coinvolgere le masse popolari dentro un fronte unitario diretto dal partito. Noi ci troviamo ancora nella fase di accumulazione delle forze rivoluzionarie per costruire il (nuovo)PCI, una fase in cui i comunisti devono fare i passi necessari per appoggiare questo processo. Il Comitato Mao Tse-tung aderisce al lavoro promosso dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo)PCI; agisce nella clandestinità dal gennaio 2002 e si impegna a sviluppare il piano in due punti per la fondazione del (n)PCI: elaborare il Manifesto Programma a partire dal Progetto pubblicato dalla Segreteria Nazionale dei CARC; costituire comitati clandestini del partito.

L’autunno è alle porte, la classe è sempre più impegnata nel resistere agli attacchi dell’attuale esecutivo Berlusconi-Fini-Bossi, un esecutivo che rappresenta gli interessi della borghesia imperialista, un governo di fascisti, mafiosi, truffatori, che, a differenza dei governi precedenti di centro-sinistra, rompe col gradualismo nel ridurre le conquiste del mondo del lavoro e delle masse, rompe insomma con la "concertazione" e inaugura la linea del "dialogo" con i sindacati di regime, che si sostanzia nel portare avanti le cosiddette "riforme economiche" con o senza la collaborazione dei sindacati di regime. Berlusconi dichiara di "non aver paura della piazza" e prepara "stangate ai danni dei lavoratori" (art.18, pensioni, sanità e nuovi tagli), prepara la sua polizia contro i lavoratori, pronto a uno scontro che può "accettare anche i morti in piazza" (Genova insegna). Ma quest’arroganza ha i piedi d’argilla. Il suo regime non è ancora consolidato, alcune frazioni della borghesia temono il conflitto, hanno memoria della forza della classe operaia e dei lavoratori italiani. Questo è un elemento di debolezza, che costringe la banda Berlusconi a nuove prove di forza con le masse che mal digeriscono le sue politiche e il suo regime. Deve dimostrare a chi l’appoggia (Vaticano, Confindustria, Usa, Mafia) di essere in grado di portare fino in fondo i suoi programmi evitando il più possibile il conflitto delle masse popolari.

L’autunno dovrà essere "caldo", è possibile abbattere questo regime: conflitto nelle fabbriche e nelle piazze, scendere sempre più sul terreno dello scontro. Molti compagni e lavoratori hanno chiaro questo aspetto della lotta, ma in molte occasioni ci si trova di fronte coloro che vogliono far essere le mobilitazioni (pacifiche e civili), semplici espressioni di "opposizione alle politiche del governo" sempre nell’ambito dell’accettazione che il monopolio della violenza è appannaggio dello Stato borghese. Uno Stato che assassina decine di fratelli immigrati, che nulla fa per bloccare le migliaia di morti sul lavoro; uno Stato che tortura chi manifesta (Caserma Ranieri e Bolzaneto) e assassina il compagno Carlo Giuliani, per frenare il movimento di opposizione alle politiche criminali dell’imperialismo. La sana violenza proletaria, lo sciopero generale generalizzato, il conflitto nelle fabbriche e nelle piazze possono abbattere il regime Berlusconi. Bisogna esercitare il diritto all’autodifesa, utilizzare la violenza proletaria, rispondere, colpo su colpo, agli attacchi di fascisti e apparati repressivi occulti e non, organizzare la sinistra dei movimenti compreso quello no-global, che oggi è frammentata e divisa e questa sua divisione permette agli opportunisti e a settori della borghesia di sinistra di dirigere le mobilitazioni. Si deve passare da una fase "artigianale spontanea" dell’autodifesa, dell’uso dello scontro, ad una fase di organizzazione e pianificazione delle azioni. Ma tutta questa attività deve legarsi necessariamente al processo di ricostruzione del partito comunista, legare tutta quest’attività delle masse alla strategia del partito comunista per incanalare tutte queste energie nel processo di lotta per il socialismo.

 

Onore al compagno Carlo Giuliani, caduto lottando contro l’imperialismo!

10 100 1000 comitati clandestini del (nuovo)PCI!

W il (nuovo)Partito comunista italiano!

 

Onore al compagno Carlo Giuliani, caduto lottando contro l’imperialismo.

10/100/1000 comitati clandestini del (nuovo PCI)

W il Nuovo Partito Comunista Italiano.