Comitati di Partito


Comitato Teresa Noce

2 agosto 2002

 

Cari compagni della CP,

innanzitutto vogliamo farvi i complimenti per il lavoro che state svolgendo per la costruzione di un nuovo e vero partito comunista, un lavoro che parte dal piano in due punti indicato nella rivista La Voce (1. Elaborare il Manifesto Programma e 2. Costituire comitati clandestini del partito).

Sono sempre valide e molto utili le indicazioni pratiche per imparare a sviluppare via via meglio questo lavoro oggi piccolo ma per un obiettivo grandioso, un lavoro che rompe con una situazione di impotenza, stasi, sfiducia e demoralizzazione esistente nel nostro campo e non solo prospetta una via in cui riversare le proprie energie, ma ne fa germogliare di nuove. Per tutti noi questo è un lavoro nuovo, di cui scopriamo man mano le "leggi", le norme da rispettare per garantirne sviluppo e continuità e per assicurare la sicurezza dei compagni; in cui bisogna affrontare e risolvere nuovi problemi (funzionamento di un organismo che lavora nella clandestinità) e gestire in un’ottica nuova "vecchi" rapporti, conoscenze, legami, attività e problemi; in particolare per quanto riguarda la propaganda della linea e delle parole d’ordine di un’organizzazione che ha posto come discriminante il carattere clandestino del partito e la più ampia e aperta propaganda della sua linea, della sua analisi della situazione e dei suoi obiettivi tra le FSRS, i lavoratori avanzati e gli elementi avanzati delle masse popolari.

è in quest’ottica che vogliamo fare delle osservazioni rispetto ad alcune indicazioni che vengono date sulla Voce n. 11. A pag. 2, nel volantino “Che fare per partecipare alla costruzione del (nuovo)Partito comunista italiano?”, si dice che "anche un compagno da solo può iniziare il lavoro con l’obiettivo di costruire con compagni di fiducia un comitato di partito" e tra le attività che vengono proposte vi è quella di "diffondere le parole d’ordine del partito con volantini…  interventi nelle assemblee, discussioni, ecc.".

A questo proposito la prima questione che vogliamo sottolineare è che questa indicazione può essere interpretata come invito a fare interventi pubblici o fare discussioni presentandosi a nome della CP o a nome di un comitato di partito o come aspirante membro del partito. Alcune FSRS probabilmente ridono di compagni che si comportano con tale ingenuità; altre FSRS, più "sgamate", la cui attività consiste nel terrorizzare le masse e predicare in definitiva l’onnipotenza della borghesia imperialista che con "il suo grande occhio spia e controlla tutto e tutti", probabilmente ritengono impossibile che qualcuno si comporti in quella maniera. Entrambe non fanno concretamente i conti con il fatto che 40 e passa anni di revisionismo hanno significato la mancanza di una sistematica educazione dei lavoratori alla comprensione di cosa significa vivere in un regime di controrivoluzione preventiva e di come farvi fronte, accompagnata da una sistematica e capillare opera di diffusione dell’illusione di vivere in una società "democratica" in cui il proletariato può sviluppare liberamente le sue attività sindacali e politiche e costituire le sue organizzazioni, quindi anche il partito comunista, il partito che ha come suo compito storico di cacciare dal potere la borghesia e costruire una nuova società sotto la direzione della classe operaia. I revisionisti e i riformisti hanno da sempre alimentato nelle file della classe operaia la tesi che il partito comunista deve essere un partito che lotta "nei limiti delle leggi democratiche" e che deve svolgere tutta la sua attività "alla luce del sole" della borghesia (anche se poi come un partito cosí possa riuscire a cacciare la borghesia e conquistare il potere non ci è mai stato dato di sapere! Anzi la storia del movimento comunista e della lotta di classe hanno più volte dimostrato come queste tesi portino i lavoratori e le masse popolari a sicure sconfitte, alla rovina).

Per questo può succedere che alcuni compagni mandino fax "segretissimi" dal proprio telefono o minacce ai ministri della banda Berlusconi dal proprio computer o che per telefono si organizzino per dare alle forze di polizia le “ripassate” che meritano o ancora che, sempre per telefono, si congratulino per le “legnate” date a qualche sporco fascista. Le cronache degli ultimi mesi riportano diversi episodi di indagini, fermi e arresti con l’imputazione di vari reati (minacce, apologia di reato, associazione sovversiva, ecc.) in cui sono coinvolti compagni che non hanno usato telefono, cellulare, computer, ecc. con le precauzioni derivanti dalla consapevolezza dello sforzo e della profusione di uomini e mezzi messi in campo dalla borghesia per cercare di frenare, ostacolare e attaccare il movimento di resistenza dei lavoratori e delle masse e in particolare il processo di ricostruzione di un nuovo partito comunista.

Ognuno deve fare un’attenta analisi della situazione concreta in cui fa il suo intervento di propaganda e agitazione e trovare i modi per portare in ogni situazione le giuste indicazioni (ad es. le tesi espresse dal partito su una situazione particolare) senza presentarsi come membro o simpatizzante del partito, per impostare le discussioni politiche su questione "delicate" come la clandestinità, la guerra popolare, la lotta armata con persone che non conosce o di cui non si fida completamente, per fare, con un lavoro lento e costante, inchiesta al fine di comprendere se nel suo ambiente (fabbrica, scuola, ecc.) ci sono compagni interessati al lavoro del partito, interessati a formare un comitato di partito.

La seconda questione è che le indicazioni sopra riportate indicano, a nostro avviso, la necessità che i compagni che hanno costituito un comitato di partito (chiaramente clandestino), costituiscano organismi pubblici per favorire il loro intervento di propaganda (es. comitato di studenti, comitato operaio, ecc.), organismi pubblici che, in linea di massima, devono comprendere anche compagni, lavoratori e altri esponenti delle masse popolari che non fanno parte del comitato di partito. Quindi, a questo punto, il comitato di partito deve anche imparare a orientare e dirigere gli organismi pubblici secondo la linea del partito, usando, a seconda delle caratteristiche dell’organismo, la linea di massa o il centralismo democratico, a guidarne il collegamento con altri organismi pubblici che sono o possono essere orientati nella direzione della ricostruzione del partito comunista.

E’ importante distinguere i due campi di attività (lavoro pubblico e lavoro clandestino) per poterli coniugare, perché hanno sí compiti, metodi di lavoro e finalità immediate diverse, ma entrambi ingrossano il fiume del partito, portano acqua al mulino della rivoluzione socialista.