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del CdP
Mara Cagol
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Comitato “Mara Cagol” del (n)Pci

sito web del (n)PCI: www.nuovopci.it -e.mail: lavocenpci40@yahoo.com

Comunicato del 7 luglio 2011

A partire dalla FIAT di Pomigliano D’Arco, rilanciare la lotta della classe operaia e delle masse popolari contro la crisi dei padroni, per costruire un governo d’emergenza popolare!

Le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari devono spingere l’Amministrazione Comunale del sindaco Luigi De Magistris ad utilizzare tutti gli strumenti, l’autorità e le risorse di cui dispone per rafforzare la lotta contro il piano Marchionne e per rilanciare la produzione della FIAT di Pomigliano D’Arco!

Nessuna azienda deve essere chiusa, nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso!

 

Sosteniamo la mobilitazione lanciata dall’assemblea operaia organizzata dello SLAI-Cobas di Pomigliano D’Arco lo scorso primo luglio. I compagni e le compagne del sindacato di base, dopo l’annuncio di migliaia di esuberi (il 60% degli operai di Pomigliano, almeno 3.500 persone) fatto nel mese di giugno dal “tagliatore di teste” Marchionne, hanno deciso di organizzare un presidio di lotta davanti alla Regione Campania (venerdì 8 luglio, Isola A/6, ore 10,00), in occasione dell’incontro FIAT-Sindacati, per dire ancora una volta NO ad altri due anni di Cassa Integrazione, che rappresentano di fatto la via verso i licenziamenti.

Il piano Marchionne quindi prende corpo e conferma quanto già era chiaro ai sindacati di base e alla FIOM durante la battaglia referendaria del 22 giugno 2010 a Pomigliano, proseguita con il referendum successivo alla Mirafiori di Torino! Tutte le Organizzazioni Operaie e Popolari devono mobilitarsi come un sol uomo per impedire a Marchionne di attuare il suo programma e impedire che il “modello FIAT” venga esteso in tutti gli altri ambiti di lavoro! E’ possibile vincere, dobbiamo vincere, dipende da noi, dagli operai della FIAT e dal resto delle Organizzazioni Operaie e Popolari!

 

La FIOM, a partire dal Referendum di Pomigliano D’Arco dello scorso anno e spinta a sinistra anche dalle numerose mobilitazioni del sindacalismo di base (SLAI-Cobas, USB, COBAS, SLL, USI, CUB, ecc.), ha assunto il ruolo di centro di aggregazione e mobilitazione delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari contro la crisi dei padroni. Il Referendum di Pomigliano ha portato alla grande manifestazione del 16 ottobre, ha spinto milioni di lavoratori, studenti, donne, pensionati, immigrati, precari e disoccupati a lottare con maggiore entusiasmo e determinazione, fino ad arrivare alla mobilitazione del 14 dicembre a Roma contro la banda Berlusconi, alla giornata del 13 febbraio (“Se non ora quando?”), alla nascita di Uniti contro la Crisi, alla vittoria del Referendum di Mirafiori. Quest’onda di protesta popolare, questa voglia di riscatto e di un’alternativa politica ai padroni e alla loro crisi si è riversata poi nelle elezioni amministrative dello scorso maggio e, successivamente, nei 4 referendum di giugno per l’Acqua pubblica, il nucleare e la giustizia, assestando nuovi, duri colpi alla banda Berlusconi e ai vertici della Repubblica Pontificia. L’affermazione in due comuni importanti come Milano e Napoli di due sindaci sostenuti da un vasto movimento popolare, contro il PdL e contro il PD costituisce un importante avanzamento. Ora però si tratta di rilanciare ad un livello superiore: le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari devono spingere affinché queste Amministrazioni Comunali rompano veramente con il vecchio sistema, adottino misure straordinarie, misure di emergenza come lo è la situazione attuale, a partire da un lavoro utile e dignitoso per tutti. Solo diventando centro di organizzazione e mobilitazione per un lavoro utile e dignitoso per tutti le Amministrazioni Comunali di Napoli e Milano possono contribuire realmente alla rinascita delle due città e del nostro paese. Senza un lavoro utile e dignitoso per tutti  non è possibile nessuna rinascita economica, politica, sociale e ambientale!

 

La battaglia degli operai di Pomigliano D’Arco ha una valenza nazionale: contribuirà ad alimentare il movimento di resistenza nel nostro paese e, anche, a rafforzare la sinistra interna alla CGIL e alla FIOM che dall’assemblea dei delegati di Cervia della FIOM hanno via via lasciato campo dalla destra della CGIL capeggiata dalla Camusso e dagli altri nipotini di Craxi, che con lo scellerato “patto di stabilità” siglato con la CISL, UIL e Confindustria mira a fare carta straccia dei contratti collettivi nazionali di lavoro, eliminare i diritti sindacali, estendere a tutti i settori del lavoro pubblico e privato il “modello Marchionne”.

 

L’iniziativa dello Slai Cobas, raccolta subito dall’USB, è quindi positiva e va sostenuta! Deve essere l’inizio di un nuovo, vittorioso percorso di lotta! Non si tratta di partire da zero, ma dal punto più avanzato delle lotte degli ultimi mesi, dalla battaglia politica vittoriosa dei referendum alla FIAT, alla mobilitazione del 16 ottobre di Roma, dalla battaglie del 14 dicembre di Roma, fino alla battaglia contro la TAV delle popolazioni della Val di Susa del 3 luglio (a cui diamo piena solidarietà per le violenze di cui sono state fatte oggetto e per la giusta risposta che hanno dato agli aguzzini della banda Berlusconi).

 

La giunta De Magistris deve prendere immediatamente posizione e deve adottare misure concrete per sostenere la lotta degli operai FIAT di Pomigliano contro i previsti licenziamenti. De Magistris deve mobilitare la società civile napoletana, le Organizzazioni Operaie e Popolari affinché il micidiale piano di Marchionne non venga attuato. L’amministrazione comunale deve prendere misure di emergenza rapide contribuendo a portare a Roma la protesta, a Palazzo Chigi per impedire che venga ratificata la cassa integrazione e affinché la Fabbrica di Pomigliano venga riaperta con un nuovo piano di produzione di beni utili alle masse.

 

Rafforziamo il coordinamento tra le Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, sviluppiamo ed estendiamo le lotte per rendere ingovernabile il nostro paese alla banda Berlusconi e ai vertici della Repubblica Pontificia e costruiamo un Governo di Blocco Popolare sostenuto dalle Organizzazioni Operaie e Popolari e composto da quelle persone della società civile, del sindacato e dell’associazionismo che godono della loro fiducia e che sono disposte ad applicare le principali misure da loro indicate per far fronte agli effetti peggiori della crisi. Il Governo di Blocco Popolare permetterà alle masse popolari di fare una grandissima scuola di partecipazione, mobilitazione e direzione della società, rafforzerà la fiducia in se stesse e la comprensione che “senza i padroni è possibile fare tutto e meglio”, permetterà quindi di rilanciare ad un livello superiore la lotta per farla finita una volta per tutte con i padroni e il loro stato e fare dell’Italia un paese dove il lavoro e il benessere materiale e spirituale per tutte le masse popolari non sarà più un’utopia: un nuovo paese socialista!

 

Facciamo appello a tutti gli organismi politici della sinistra, alle associazioni, al movimento di lotta per la difesa dell’ambiente, agli organismi studenteschi, agli antifascisti, al movimento dei precari e disoccupati, alle organizzazioni sindacali tutte di partecipare in massa al presidio indetto per domani dallo SLAI-Cobas e dagli operai FIAT di Pomigliano!

 

Costruire comitati di partito clandestini nei luoghi di lavoro, in fabbrica e nei territori!

Rafforzare il (n)PCI!

Rendere ingovernabile il paese alla banda Berlusconi e ai vertici della Repubblica Pontificia!

Unire le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari per un Governo di Blocco Popolare!

Avanti nella Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata per fare dell’Italia, nel cuore dei paesi  imperialisti, un nuovo paese socialista!