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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Avviso ai naviganti 111

28 giugno 2021


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Il ruolo del PCC nel movimento comunista internazionale e il ruolo della RPC nel sistema delle relazioni internazionali


Viva il maoismo, terza superiore tappa della scienza comunista!

In occasione del Centenario de lla fondazione del Partito Comunista Cinese (1° luglio 1921) il CC del (n)PCI e la segreteria del Comitato Direttivo (sCD) del P.CARC hanno deciso di presentare un intervento congiunto alla Conferenza organizzata dalla rivista Atreverse (Osare) diffusa da compagni peruviani profughi in Bolivia. Di seguito riportiamo la locandina della Conferenza: inizia alle 21 ora italiana di giovedì 1° luglio e può essere seguita dai compagni che capiscono lo spagnolo. A chiusura di questo AaN pubblichiamo il testo integrale in italiano dell’intervento congiunto.


Nel numero 68 di La Voce che pubblicheremo prossimamente, analizzeremo più in dettaglio che nell’intervento congiunto sia il ruolo del PCC nel movimento comunista internazionale sia il ruolo della RPC nel mondo attuale. Analizzeremo anche, meglio che ci è possibile, il corso delle cose che la RPC ha seguito dopo la svolta avvenuta nel PCC nel periodo 1976-1981: dall’arresto della “banda dei quattro” all’inizio dell’insediamento di aziende dei gruppi imperialisti europei e statunitensi nel territorio della RPC e delle altre riforme patrocinate dalla destra del PCC (scioglimento delle Comuni nelle campagne, introduzione del mercato a scapito della gestione pianificata e dell’accesso della popolazione alle attività specificamente umane, concentrazione dell’industrializzazione nelle città, emigrazione interna, ecc.).

Quanto al corso delle cose seguito nella costruzione del socialismo dopo la vittoria del 1949 e la fondazione della RPC fino al 1976, rimandiamo alle Opere di Mao Tse-tung (1917-1976) pubblicate in 25 volumi dalle Edizioni Rapporti Sociali tra il 1991 e il 1994, con la collaborazione di un gran numero di individui e di organismi - tra di essi ricordiamo le Edizioni Oriente di Maria Arena e Giuseppe Regis e la redazione della rivista Vento dell’Est. Nell’introduzione del volume 11 (1949-1952) a pag. 21 vi è la rassegna delle misure prese dal PCC e dal governo della RPC nel periodo 1949-1956; nell’introduzione del volume 14 (1957) a pag. 16 vi è la rassegna relativa al periodo 1957-1966; nell’introduzione del volume 23 (1966-1968) a pag. 16 vi è la rassegna relativa al periodo 1966-1976.

Il ruolo della RPC nel mondo è un evento dal quale è impossibile prescindere: non ne prescindono i gruppi imperialisti e i loro esponenti e portavoce, non ne prescindono i comunisti. Anche in Italia molti che si dicono comunisti se ne occupano. In Italia la grande maggioranza dei gruppi e partiti che si dichiarano comunisti (promotori delle “costituenti comuniste” e altri) trascurano la lotta tra le classi in corso nella RPC, come trascurano la lotta tra le classi in corso nei paesi imperialisti. Questo vale per il PC di Marco Rizzo, il PCI di Mauro Alboresi, il PRC di Maurizio Acerbo, i raggruppamenti che fanno capo a Fosco Giannini, a La Città Futura, al Fronte Comunista-Fronte della Gioventù Comunista (FC-FGC) e altri ancora. Discutono se la RPC è un paese imperialista o è il “faro del comunismo”. Rifiutano di fare il bilancio della prima ondata di rivoluzioni sollevata dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre, come rifiutano di fare il bilancio del movimento comunista italiano. Lo si è visto chiaramente in occasione delle celebrazioni del Centenario della fondazione del primo Partito comunista italiano (PCI 1921-1991). Esaminare i fatti con il materialismo dialettico e ricostruirne nella mente lo sviluppo logico è la condotta alla quale chiamiamo tutti quelli che vogliono contribuire alla rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato nel mondo e alla rivoluzione socialista in corso nel nostro paese.

Tutti sono in grado di dare un loro contributo all’opera della quale l’umanità ha bisogno per porre fine al catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista impone, costretta dalle leggi proprie del suo modo di produzione e dalla nuova crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale che ne è risultata. La pandemia ha fatto deflagrare la crisi in corso. Il corso delle cose deve cambiare e cambierà. Il malcontento, l’insofferenza, la disobbedienza e le rivolte si diffondono e acuiscono tra le masse popolari. Noi comunisti le svilupperemo fino a fare delle masse popolari organizzate la forza che trasformerà il mondo.


Intervento del Partito dei CARC e del (nuovo)Partito Comunista Italiano alla Conferenza organizzata dalla rivista Atreverse

Il ruolo storico del Partito Comunista Cinese nei primi cento anni della rivoluzione socialista

La vittoria della Rivoluzione d’Ottobre e la fondazione dell’Internazionale Comunista hanno fatto sorgere partiti comunisti in molti paesi di ogni parte del mondo. Alcuni di essi hanno dato un importante contributo non solo alla storia del proprio paese, ma direttamente anche alla storia mondiale per l’influenza che la loro attività ha avuto in altri paesi. Il Partito Comunista Cinese (PCC) è uno di questi. Esso non solo ha fatto la storia della Cina moderna, ponendo fine alla colonizzazione alla quale i gruppi e Stati imperialisti l’avevano sottoposta a partire dal secolo XIX, ma ha anche dato al proletariato e ai popoli oppressi di tutto il mondo il maoismo.

Per capire l’importanza del maoismo bisogna capire l’importanza che ha assunto nella storia dell’umanità la scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia. Per millenni gli uomini hanno trasformato le loro relazioni sociali facendo fronte come meglio sapevano fare alle circostanze in cui si trovavano, senza conoscere i risultati ai quali in definitiva di fatto approdavano: conoscevano solo i risultati immediati e prossimi, agivano quasi alla cieca. Solo poco meno di due secoli fa Marx ed Engels hanno elaborato intellettualmente l’esperienza fatta dall’umanità nel corso dei secoli e hanno fondato la scienza delle attività con le quali gli uomini avevano fatto e fanno la loro storia. Il marxismo ha avuto negli ultimi 170 anni un’influenza pratica quale nessun’altra dottrina, nessuna religione, ha mai avuto nella storia umana. Essendo una scienza, esso si è sviluppato con l’esperienza della rivoluzione socialista e noi oggi lo chiamiamo a ragione marxismo-leninismo-maoismo. L’importanza storica del Partito di Lenin e di Stalin, denominatosi Partito Comunista (bolscevico) Russo (PC(b)R) nel 1918 (VII Congresso) e PCUS nel 1939 (XVIII Congresso), sta nell’aver dato al mondo il marxismo-leninismo. L’importanza storica del PCC sta nell’aver dato al mondo il marxismo-leninismo-maoismo, il terzo superiore stadio del marxismo. Esso è la scienza su cui oggi deve basarsi ogni organismo che lotta per proseguire la rivoluzione socialista, quindi per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato. Il (n)PCI ha iniziato la sua opera pubblicando in Italia le Opere di Mao Tse-tung, raccolta di scritti e discorsi di Mao dal 1917 al 1976, spinto a questo proprio dal Partito Comunista del Perù del Presidente Gonzalo.

Il (n)PCI, il P.CARC e gli altri organismi che costituiscono quello che noi chiamiamo Carovana del (n)PCI hanno sintetizzato in sei i contributi principali del maoismo al patrimonio scientifico del movimento comunista.

1. Il partito comunista non è solo soggetto (promotore e dirigente) della rivoluzione socialista, ma anche oggetto della rivoluzione socialista; ogni suo membro e organismo è non solo soggetto ma anche oggetto della rivoluzione socialista. Con la riforma intellettuale e morale dei suoi membri e la pratica del centralismo democratico ha inizio la formazione dell’uomo nuovo, dell’umanità del futuro.

2. La lotta tra le due linee nel partito è il principio che guida lo sviluppo del partito comunista e impedisce che in esso prevalga l’influenza della borghesia e del clero. Nei paesi socialisti la borghesia è costituita dai dirigenti del Partito, dello Stato, delle altre istituzioni e delle organizzazioni di massa fautori di soluzioni borghesi ai problemi posti dalla costruzione del socialismo. La lotta le due linee nel partito si manifesta come lotta tra le due vie: quella verso il comunismo e quella verso il capitalismo.

3. La linea di massa è il principale dei metodi con cui il partito comunista dirige la classe operaia e le altre classi delle masse popolari.

4. La guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata è la strategia universale (cioè valida per tutti i paesi) della rivoluzione socialista.

5. La rivoluzione di nuova democrazia è la strategia dei comunisti nei paesi semifeudali oppressi dal sistema imperialista mondiale.

6. La lotta di classe è il principale fattore di trasformazione e di progresso per trattare e superare le sette grandi contraddizioni con carattere di classe che si presentano nei paesi socialisti una volta eliminata per l’essenziale la proprietà privata dei mezzi di produzione: tra dirigenti e diretti, tra lavoro intellettuale e lavoro manuale, tra lavoro di progettazione e organizzazione e lavoro esecutivo, tra uomini e donne, tra adulti e giovani, tra città e campagna, tra settori, regioni e paesi avanzati e settori, regioni e paesi arretrati.

Questi sei contributi li abbiamo illustrati in maggiore dettaglio nell’opuscolo I quattro temi principali da discutere nel Movimento Comunista Internazionale, disponibile anche in castigliano, inglese e francese.

Ma si tratta solo di una sintesi. In realtà il marxismo-leninismo-maoismo è il più alto livello finora raggiunto in tutti i campi e per tutti gli aspetti dalla scienza della rivoluzione socialista. L’esperienza dei primi decenni della rivoluzione socialista è ricca di insegnamenti. In particolare essa ha messo in luce che la costruzione del socialismo avanza grazie a tre fattori: 1. il potere nelle mani dei proletari organizzati capeggiati dal partito comunista, 2. la proprietà pubblica delle principali forze produttive gestite secondo un piano per produrre tutto quello che è necessario alla popolazione, alle relazioni con gli altri paesi e alla resistenza alle aggressioni dei gruppi e degli Stati imperialisti; 3. la promozione su vasta scala del crescente accesso della popolazione alle attività specificamente umane dalle quali le classi dominanti da sempre escludono le masse popolari.

La storia del PC(b)R (PCUS) e dell’Internazionale Comunista è storia di lotta tra due linee. Nonostante le arretrate condizioni economiche e culturali da cui partiva e l’aggressione dei paesi imperialisti, fin che il leninismo è prevalso, la costruzione del socialismo è avanzata in URSS e la rivoluzione proletaria (a seconda del paese rivoluzione socialista o rivoluzione di nuova democrazia) si è sviluppata in tutto il mondo. In questo contesto, dopo la sconfitta dei gruppi imperialisti (degli aggressori nazifascisti e giapponesi e degli altri che avevano sostenuto e spinto avanti gli aggressori) si sono formati la RPC (1949) e altri paesi socialisti. Ma i successi in Russia, in Cina e in altri paesi arretrati quanto a sviluppo del modo di produzione capitalista non hanno portato e non potevano portare i comunisti dei paesi imperialisti a superare i loro limiti nella comprensione delle condizioni, della forma e dei risultati della lotta di classe propri dei paesi imperialisti. Quindi il movimento comunista non è riuscito a prendere il potere in nessuno di essi: questo è ancora oggi il limite storico della rivoluzione proletaria mondiale.

D’altra parte nei paesi capitalisticamente arretrati come la Russia e la Cina, una volta liberatisi con la rivoluzione proletaria dall’oppressione dei gruppi e degli Stati imperialisti, proprio per la natura del processo da compiere la borghesia poteva assumere un ruolo nei compiti relativi allo sviluppo delle forze produttive. In URSS questo non avvenne grazie alla fedeltà alla linea di Lenin della sinistra del Partito guidata da Stalin. Essa fu rafforzata dal fatto che, per come era nata, l’URSS era il prologo della rivoluzione socialista nei paesi europei e negli USA e la borghesia imperialista mirava a distruggerla: essa alle richieste di investimenti, prestiti e commerci rispondeva con aggressioni, sabotaggi e assassini. Nonostante questo l’URSS nel giro di vent’anni (1921-1941) raggiunse con le sue forze il livello economico delle grandi potenze imperialiste, non inferiore a quello della RPC di oggi e stroncò il proposito della borghesia imperialista.

Quando errori e limiti della sinistra hanno permesso ai revisionisti moderni capeggiati da Kruscev di prendere il sopravvento in Unione Sovietica (XX Congresso del PCUS, 1956), per l’URSS incominciò la decadenza.

Nel giro di vent’anni la prima ondata della rivoluzione proletaria si esaurì, incominciò l’epoca di nera reazione che secondo ogni evidenza solo ora giunge alla sua fine e la stessa Unione Sovietica infine si dissolse.

Dopo il 1956 il PCC guidato da Mao prese il posto del PCUS, in lotta con la destra il cui massimo esponente fu Teng Hsiao-ping. Questa fin dalla fondazione della RPC contrapponeva lo sviluppo economico della RPC alla promozione dello sviluppo della rivoluzione proletaria nella RPC e nel mondo. Con la creazione delle Comuni, l’industrializzazione delle campagne, il Grande Balzo in Avanti e la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, il PCC ha contrastato il sopravvento della destra e ha portato avanti la costruzione del socialismo in Cina. Solo con la morte di Mao (1976) la destra ha preso il sopravvento, sanzionato nel 1981 dalla Risoluzione su alcune questioni della storia del nostro Partito dopo la fondazione della RPC (VI sessione plenaria del CC eletto dall’XI Congresso). Essa ha portato il PCC ad abbandonare a livello internazionale il ruolo di promotore della rivoluzione proletaria che con Mao aveva cercato di assumere e a ricorrere ai gruppi imperialisti (a loro volta bisognosi di esportare capitali e di delocalizzare aziende) per promuovere lo sviluppo delle forze produttive nella RPC. Ora i dirigenti del PCC ostentano l’alto livello che la RPC ha raggiunto nei quarant’anni seguiti alla svolta del 1981.

Ma dove può portare questo, se non sviluppiamo la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti? L’uscita del vicolo cieco in cui l’umanità si trova è la rivoluzione nei paesi imperialisti. Qui il malcontento, l’insofferenza e la ribellione contro il regime imperialista sono ampiamente diffusi tra le masse popolari, ma la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato è frenata dai limiti dei comunisti ed è scoraggiata anche dal fatto che i residui paesi socialisti per la loro economia in un modo o nell’altro, con la “via della seta” o con le “zone economiche speciali”, ricorrono ai gruppi e Stati imperialisti. Sta a noi comunisti dei paesi imperialisti, in particolare dell’Europa e degli USA, costituire partiti comunisti armati del marxismo-leninismo-maoismo, adeguati a mobilitare le masse popolari del proprio paese nella rivoluzione socialista. Fare dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire alla rinascita in tutto il mondo del movimento comunista cosciente e organizzato è il compito del (n)PCI e della sua Carovana.

Noi quindi ci proponiamo di dare il nostro modesto contributo a che la lotta di classe nella RPC si sviluppi in modo favorevole alla rivoluzione proletaria mondiale (rivoluzione socialista nei paesi imperialisti, rivoluzione di nuova democrazia nei paesi oppressi e semifeudali, ripresa della transizione verso il comunismo nei paesi che conservano parte delle conquiste realizzate nei paesi socialisti costruiti durante la prima ondata rivoluzionaria). Un contributo analogo ci proponiamo di dare anche ai comunisti del Perù e degli altri paesi dell’America Latina e del mondo intero. La rivoluzione mondiale è la combinazione solidale e fraterna delle rivoluzioni nei singoli paesi.

Proletari e popoli oppressi di tutto il mondo, unitevi!

Comunisti di tutto il mondo, assimilate e applicate il marxismo-leninismo-maoismo!