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Avviso ai naviganti 118
22 marzo 2022
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Lotta contro la privatizzazione e la speculazione sull’acqua
Il punto della situazione e la linea d’azione
Alex Zanotelli e il Governo di Blocco Popolare
In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua (che, facciamo notare per inciso, è stata istituita da quelle stesse autorità al servizio di Veolia, Suez e delle altre multinazionali che lucrano sull’acqua: un’operazione per così dire di waterwashing, analoga ad esempio a quella della proclamazione della giornata nazionale delle vittime del Covid o della giornata nazionale delle vittime della mafia da parte delle autorità italiane responsabili dei quasi 160mila morti per Covid ufficialmente riconosciuti e in cui la mafia ha avuto autorevoli rappresentanti, da Andreotti a Berlusconi fino a Mattarella) segnaliamo l’articolo di Alex Zanotelli Il conflitto mondiale sull’acqua pubblicato il 20 marzo su il manifesto.
Nel suo articolo Alex Zanotelli è chiaro e netto nel fare il punto della situazione e nel denunciare che il governo Draghi con il PNRR e il DDL Concorrenza si appresta a peggiorarla ulteriormente, che la privatizzazione e l’accaparramento dell’acqua da parte delle multinazionali sono una tendenza mondiale e che istituzioni come l’ONU sono controllate da esse.
1. Con il referendum del 2011 “26 milioni di italiani hanno votato che l’acqua deve uscire dal mercato e che non si può fare profitto sull’acqua”.
2. “In questi undici anni dal referendum, nessuno dei sette governi che si sono succeduti ha rispettato la volontà del popolo italiano. Se questa è la democrazia, povera democrazia. In più c’è stato il tradimento dei 5 Stelle che avevano, come loro prima stella, la ripubblicizzazione dell’acqua.
3. “Per me è sempre più evidente che i nostri governi sono prigionieri dei poteri economico-finanziari. Questi poteri forti vedono nell’oro blu una fonte immensa di guadagno, soprattutto ora che, con il surriscaldamento, l’acqua potabile andrà sempre più scarseggiando”.
4. “Oggi ci troviamo davanti a un governo neo-liberista di Draghi che sta spingendo di nuovo il nostro Paese verso la privatizzazione dell’acqua e non solo. Basta leggere il PNRR, il DDL concorrenza (…) per rendersene conto”.
5. “Questa tendenza a privatizzare l’acqua sta avvenendo mentre il Pianeta si sta paurosamente surriscaldando”.
6. “Nel 2024, l’Italia, con la benedizione del governo Draghi, ospiterà il Forum Mondiale dell’Acqua. Questo Forum, sebbene sponsorizzato dall’Onu, è totalmente controllato dalle multinazionali dell’acqua, in primis Veolia e Suez. Sono quattro le città che hanno dato la disponibilità ad ospitarlo: Firenze, Roma, Matera ed Assisi”.
Due linee d’azione a confronto
A differenza di altri esponenti della sinistra borghese che dopo aver denunciato il malandare delle cose si limitano a sospirare e deplorare, Alex Zanotelli indica una linea d’azione: la campagna lanciata dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua pubblica per lo stralcio in tutti i consigli comunali e regionali dell’art. 6 del DDL concorrenza che impone la privatizzazione dei servizi pubblici dei Comuni, includendo anche l’acqua e una mobilitazione dei comitati per l’acqua pubblica a premere su Comuni e Regioni per fare approvare una tale mozione. Ipotizza anche che “la Corte Costituzionale possa dichiarare incostituzionale l’art. 6 del DDL concorrenza perché in contrasto con l’articolo 118 della Costituzione”… alla pari, facciamo notare sempre per inciso, di gran parte delle leggi e regolamenti in vigore, alla pari della decisione del governo Draghi di inviare armi in Ucraina e l’elenco potrebbe continuare. Conclude “se la malapolitica italiana, dopo 11 anni, non è riuscita a tradurlo in legge, non possiamo demordere. La Giornata Mondiale dell’acqua, 22 marzo, è l’occasione giusta per rinnovare questo nostro impegno”.
Noi invece diciamo
- di moltiplicare le mobilitazioni contro la privatizzazione dell’acqua, contro la guerra, contro la chiusura, delocalizzazione e smembramento delle aziende, contro la devastazione ambientale, contro lo smantellamento della scuola e della sanità pubbliche fino a rendere il paese ingestibile dal governo Draghi e da ogni governo basato sulle larghe intese tra partiti asserviti ai vertici della Repubblica Pontificia,
- di creare ovunque organismi operai e popolari, rafforzarli e coordinarli tra loro,
- di unirli intorno all’obiettivo di cacciare il governo Draghi e instaurare un governo di emergenza popolare, composto da uomini di loro fiducia, da essi revocabili e disposti e capaci di tradurre in leggi e altre misure politiche le soluzioni indicate da questi organismi, come hanno dimostrato di fare i tecnici, i giuristi, gli economisti e gli ingegneri che proprio gli operai della GKN hanno riunito a Campi Bisenzio per elaborare, su loro indicazione, il decreto legge antidelocalizzazioni e il piano per la mobilità sostenibile.
La linea d’azione che noi indichiamo comprende le denunce, le campagna e le mobilitazioni che propone Alex Zanotelli. Ma tiene conto che esistono quelli che sono interessati alla speculazione sull’acqua e la impongono e quelli che invece ne subiscono le conseguenze: è da questi ultimi che può venire il cambiamento di rotta. Tiene conto che finché il nostro paese è diretto da “governi prigionieri dei poteri economico-finanziari che vedono nell’oro blu una fonte immensa di guadagno”, per farla finita con la privatizzazione dell’acqua non basta né vincere un referendum né la Costituzione né far approvare una buona legge né avere in Parlamento e al governo partiti animati da buone intenzioni come il M5S nel 2018 e il PRC e il PdCI nel 2006: occorre un governo formato per iniziativa degli organismi interessati a che l’acqua sia un bene pubblico, composto da persone indicate da quegli stessi organismi e che si appoggia e mobilita quegli stessi organismi per attuare i provvedimenti sull’acqua pubblica contro chi li ostacola e sabota o quando i funzionari pubblici recalcitrano ad attuarli.
Per il cambiamento di cui hanno bisogno le masse popolari, la questione essenziale è che chi vuole porre fine al corso disastroso delle cose, alla catastrofe che la borghesia e il clero (i “poteri economico-finanziari”, come li chiama Alex Zanotelli) fanno incombere in Italia e nel resto del mondo, abbia e attui una linea d’azione coerente con la natura dello scontro in atto e le forze in campo.
Per porre fine al corso catastrofico delle cose che la borghesia e il clero impongono all’umanità bisogna che i lavoratori avanzati e le altre persone più coscienti si organizzino in ogni azienda capitalista e pubblica e in ogni zona, che i loro organismi mobilitino gli altri lavoratori a resistere ai padroni e alle loro autorità, si coordinino tra loro fino a instaurare un loro governo d’emergenza che rimpiazzi quello della borghesia e del clero e dia inizio all’attuazione delle sette misure principali di rinnovamento del paese:
assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa),
distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi,
assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato),
eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti,
avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione,
stabilire relazioni di solidarietà e collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi,
epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano l’azione del GBP, conformare le Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza), le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 (in particolare a quanto indicato negli articoli 11 e 52) e ripristinare la partecipazione universale più larga possibile dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico.
Non è ancora socialismo, ma solo un governo democratico, nel senso che è espressione non di un pugno di speculatori, affaristi e ricchi, ma della maggioranza della popolazione e trae forza dalla partecipazione diretta, dalla mobilitazione e dal protagonismo popolare, e rivoluzionario nel senso che inizia a scardinare i privilegi, a svelare i segreti, a spezzare i vincoli di classe. Non è socialismo, ma è il passo concreto per avanzare nella lotta per costruire una società socialista nel nostro paese.
Noi ci appelliamo a tutti quelli che vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose che la borghesia e il clero impongono all’umanità, a tutti quelli che hanno già chiaro che questo è l’obiettivo, perché impegnino le loro energie e risorse nella mobilitazione dei lavoratori e del resto delle masse popolari, nella moltiplicazione delle loro organizzazioni e nel loro coordinamento.
La salvezza non viene dall’alto, dai vertici della Repubblica Pontificia. Non si tratta di convincere questi a prendere una strada diversa. Non si tratta di un contrasto di idee, ma di un contrasto di interessi, di lotta tra classi opposte!
Appendice
il manifesto, 20 marzo 2022
Alex Zanotelli
Sono preoccupato ed indignato per le politiche del governo Draghi su un bene così fondamentale come l’acqua. Papa Francesco parla dell’acqua nella Laudato Si’ come di un «diritto alla vita». Il grande movimento per la gestione pubblica dell’acqua è riuscito ad ottenere importanti risultati di cui il più notevole è stato senza dubbio la vittoria referendaria del 2011: 26 milioni di italiani hanno votato che l’acqua deve uscire dal mercato e che non si può fare profitto sull’acqua. Trovo incredibile che, in questi undici anni dal Referendum, nessuno dei sette governi che si sono succeduti abbia rispettato la volontà del popolo italiano. Se questa è democrazia, povera democrazia!
IN PIÙ C’È stato il tradimento dei 5 Stelle che avevano, come loro prima stella, la ripubblicizzazione dell’acqua. Per me è sempre più evidente che i nostri governi sono prigionieri dei poteri economico-finanziari. Questi poteri forti vedono nell’oro blu una fonte immensa di guadagno, soprattutto ora che, con il surriscaldamento, l’acqua potabile andrà sempre più scarseggiando. Oggi ci troviamo davanti a un governo neo-liberista di Draghi che sta spingendo di nuovo il nostro Paese verso la privatizzazione dell’acqua e non solo. Basta leggere il Pnrr, il ddl concorrenza, nonché il “benvenuto” dato all’incontro del Forum Mondiale dell’Acqua (Wwf) nel 2024, per rendersene conto.
Nel Pnrr Draghi mette a disposizione del settore idrico 4,3 miliardi di euro. A dir il vero, un po’ pochi per un settore così fondamentale. Ci vorrebbero decine di miliardi solo per riparare la rete idrica che perde il 40%. Questa sarebbe la più Grande Opera da finanziare, non il Ponte di Messina! Trovo assurdo poi che questi 4,3 miliardi andranno ad ingrassare le multiservizi del centro-Nord (Acea, A2A, Iren , Hera) che gestiscono industrialmente e privatisticamente l’oro blu. Nel Pnrr Draghi dice che il Sud è incapace a gestire in maniera industriale l’acqua, per cui i soldi stanziati andranno in buona parte alle multiservizi del Nord per gestire industrialmente l’acqua al Sud. Eppure anche al Sud ci sono realtà che gestiscono ottimamente l’acqua, come l’Abc (Azienda Speciale) di Napoli.
ANCORA PIÙ sconvolgente è il ddl Concorrenza che con l’articolo 6 impone la privatizzazione dei servizi pubblici dei Comuni, includendo anche l’acqua. Una norma che la Corte Costituzionale potrebbe dichiarare incostituzionale perché in contrasto con l’articolo 118 della Costituzione. Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua pubblica ha lanciato una campagna per lo stralcio dell’art. 6 in tutti i consigli comunali e regionali. Ad oggi molti comuni e due consigli regionali (Friuli e Marche) hanno aderito alla campagna. Serve una mobilitazione dei comitati per l’acqua pubblica a premere su Comuni e Regioni per fare approvare una tale mozione.
NEL 2024, l’Italia, con la benedizione del governo Draghi, ospiterà il Forum Mondiale dell’Acqua. Questo Forum, sebbene sponsorizzato dall’Onu, è totalmente controllato dalle multinazionali dell’acqua, in primis Veolia e Suez. Sono quattro le città che hanno dato la disponibilità ad ospitarlo: Firenze, Roma, Matera ed Assisi. Sarebbe paradossale che proprio Assisi, la città di Francesco, il cantore di «sorella acqua», ospitasse quel Forum.
Questa tendenza a privatizzare l’acqua sta avvenendo mentre il Pianeta si sta paurosamente surriscaldando. E questo non solo nel Sud del mondo, ma anche qui in Italia: i ghiacciai si stanno sciogliendo, piove e nevica sempre di meno, per cui avremo sempre meno acqua potabile disponibile. Il World Resources Institute (Wri) afferma che l’Italia nel 2040 vivrà una situazione di “stress idrico”: avremo il 50% in meno di acqua disponibile. L’Onu già prevede per il 2030 che la popolazione mondiale potrà usufruire solo del 60% dell’acqua di cui avrà bisogno. Ma sarà l’Africa a soffrire di più per la scarsità di acqua potabile che porterà a morti, conflitti climatici, migrazioni. È finita l’era dell’oro nero, inizia l’era dell’oro blu.
ECCO PERCHÉ gli occhi cupidi della finanza si sono concentrati sull’acqua che è già quotata in borsa a Chicago. È una bestemmia! Ecco perché la nostra lotta per questo bene così prezioso (aria e acqua sono due diritti umani fondamentali!) deve continuare. L’Italia è stato il primo Paese in Europa che ha indetto un Referendum sull’acqua e l’ha vinto. Se la malapolitica italiana, dopo 11 anni, non è riuscita a tradurlo in legge, non possiamo demordere. La Giornata Mondiale dell’acqua, 22 marzo, è l’occasione giusta per rinnovare questo nostro impegno. È in ballo la vita di miliardi di persone.
«L’ACCESSO all’acqua potabile e sicura – afferma Papa Francesco in Laudato Si’ – è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani».