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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Avviso ai naviganti 76

Industria 4.0 - quarta rivoluzione industriale ...

prima rivoluzione socialista in un paese imperialista!

21.10.2017

Avviso ai naviganti 75

La Repubblica Pontificia e i guai di Bergoglio - “Accoglienza dei fratelli”, “controllo dei flussi migratori”, “prima gli italiani”, “aiutiamoli a casa loro”? No, grazie! - Gli immigrati, la mobilitazione reazionaria e la rivoluzione socialista

31.08.2017

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Avviso ai naviganti 77

19 dicembre 2017

2017, centenario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, la svolta nella storia dell’umanità

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1. Presentazione della redazione di Avviso ai naviganti

2. Comunicato dei membri di un CdP in costruzione a sostegno di Stefania Favoino

3. Allegati


1. Presentazione della redazione di Avviso ai naviganti

L'oppressione delle donne è una parte integrante dell'oppressione esercitata dalla borghesia imperialista e dal suo clero sulle masse popolari!

La lotta per l’emancipazione delle donne è parte integrante e inseparabile della lotta per instaurare il socialismo e andare verso la società comunista!

Riceviamo e su più ampia scala diffondiamo il comunicato che i membri di un Comitato (CdP) in costruzione del Partito hanno preparato e fatto circolare per mobilitare le file locali del Partito dei CARC, i comunisti, gli operai avanzati e gli altri elementi (uomini e donne) avanzati delle masse popolari dell’area metropolitana di Milano e chiamarli alla lotta. Lo diffondiamo perché se è vero che la discriminazione a danno delle donne e l’oppressione di genere, degli uomini sulle donne, non sono nate con la società borghese ma sono un’eredità della storia dell’umanità, ora esse sono diventate un aspetto inseparabile dall’oppressione di classe: solo mettendo fine al capitalismo e alla divisione dell’umanità in classi, porremo fine all’oppressione delle donne. Chi separa la lotta contro l’oppressione delle donne dalla lotta per instaurare il socialismo, indebolisce la lotta contro l’oppressione delle donne e la priva di prospettive di vittoria. Nella società attuale l’oppressione di genere, come l’oppressione nazionale, di razza, di religione e altre poggia sull’oppressione di classe. D’altra parte l’oppressione di genere è incompatibile con il socialismo e il comunismo.

Le donne hanno un ruolo decisivo nella lotta per instaurare il socialismo. Noi comunisti dobbiamo essere alla testa anche di ogni lotta particolare contro l’oppressione di genere. Tutti gli elementi avanzati delle masse popolari che con scienza e coscienza lottano per instaurare il socialismo e porre fine all’oppressione di classe, devono esserlo e devono appoggiare la mobilitazione delle donne. Dobbiamo combattere anche nelle nostre file atteggiamenti, comportamenti e sentimenti discriminanti nei confronti delle donne.

La Rivoluzione d’Ottobre e la prima ondata della rivoluzione proletaria hanno pienamente confermato questa linea. Nel loro ambito le donne hanno fatto ovunque grandi passi in avanti. Anche in paesi economicamente e culturalmente arretrati, le donne hanno conquistato diritti e posizioni pratiche che le donne non avevano ancora in nessuno dei paesi economicamente e culturalmente più progrediti.


I fatti. Il 4 maggio 2013 gli esponenti del comitato antiabortista Ora et labora avevano inscenato all’entrata della Clinica Mangiagalli di Milano una “veglia di preghiera per le donne peccatrici che abortiscono” con cartelli offensivi delle donne e di denigrazione del diritto all’assistenza sanitaria per l’aborto e della Legge 194. Uno di loro, Vittorio Cristinelli di Cassago Brianza, ha aggredito a pugni la compagna Stefania Favoino di Sesto S. Giovanni che con altri protestava contro la sceneggiata ingiuriosa e criminalizzante e rimuoveva i cartelli. Ovviamente Stefania si è difesa meglio che poteva. Per questo presso il Tribunale di Milano è stato aperto un procedimento giudiziario contro la compagna Stefania e contro Vittorio Cristinelli. Il processo è iniziato in aprile 2017 e il prossimo 22 dicembre la giudice Paola Bulgarelli emetterà la sua sentenza. Il PM Edoardo Polerà ha chiesto la condanna della compagna Stefania e l’assoluzione del suo aggressore Vittorio Cristinelli.

Invitiamo tutti a esprimere la loro solidarietà con Stefania Favoino e a prendere posizione contro individui e organismi che criminalizzano il ricorso all’aborto assistito e di fatto favoriscono l’aborto clandestino:

1. sottoscrivendo e facendo sottoscrivere l’appello lanciato dalla sezione di Milano del P.CARC riportato in allegato 1;

2. inviando e facendo inviare in fax o email al giudice Paola Bulgarelli (tribunale.milano@giustizia.itsez2.penale.ca.milano@giustizia.it; fax: 02.55017631) e per conoscenza alla mail appositamente creata (iostoconstefania@gmail.com) una dichiarazione contro la condanna di Stefania Favoino. In allegato 2. riportiamo un modello di dichiarazione preparata dalla Sezione di Milano del P.CARC;

3. inviando al P.CARC prese di posizioni e sottoscrizioni seguendo le indicazioni riportate in allegato 3;

4. partecipando e promuovendo la partecipazione al presidio che la Sezione di Milano del P.CARC ha organizzato per l’udienza del 22 dicembre, ore 14, Aula A del Tribunale di Milano.


2. Comunicato dei membri di un CdP in costruzione a sostegno di Stefania Favoino


Solidarietà a Stefania Favoino sotto processo a Milano per aver sostenuto la legge 194 ed essersi difesa da un fanatico antiabortista che l’aveva aggredita!

Solidarietà a tutte le donne delle masse popolari che lottano per l’applicazione delle parti progressiste della Costituzione!

Liberarsi dal Vaticano e dal patriarcato è possibile: contribuire alla rivoluzione socialista in corso nel nostro paese!


Oggi le masse popolari e in particolare le operaie e lavoratrici, le studentesse e precarie, le casalinghe e pensionate, sono continuo oggetto non solo di sfruttamento (alle donne delle masse popolari spesso sono riservati i lavori più umili, meno qualificati e sottopagati e sulle loro spalle grava gran parte del lavoro domestico, della cura dei figli e assistenza agli anziani), ma anche di molestie sui posti di lavoro, di licenziamenti ingiusti, di abusi e soprusi. La causa di tale discriminazione non risiede nel “maschio” abbrutito e dominante, nella cultura maschilista da sradicare. Ha radici ben più profonde, secolari. È una questione di classe: la Marcegaglia o la Boschi, la Merkel o la Clinton sono le artefici delle misure antipopolari contro le masse popolari di ogni “genere”. Oggi, in Italia, nonostante le conquiste e i diritti ottenuti negli anni del “capitalismo dal volto umano” (1945-1975), il Vaticano e la Corte pontificia sono i portatori accaniti dei residui feudali del patriarcato, dell’oppressione e dell’accanimento contro le donne delle masse popolari. Il Vaticano è divenuto nel corso dell’ultimo secolo e mezzo un puntello della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti, partecipa alla devastazione a cui la borghesia sottopone il pianeta e al tempo stesso in Italia è il reggente occulto e irresponsabile di quella che per questo definiamo Repubblica Pontificia.

Infatti papi, vescovi, cardinali papponi e perversi che perpetuano abusi e sevizie verso fanciulli e donne, sono quelli che tirano le fila del nostro paese, immischiati nelle bancarotte fraudolente, in misteriosi “suicidi” come il caso di Calvi o don Verzè al San Raffaele di Milano o nella scomparsa di Emanuela Orlandi. Sono tra i mandanti di Piazza Fontana di cui proprio pochi giorni fa abbiamo ricordato il 48° anniversario. Sono un cancro che soffoca ogni progresso morale e intellettuale nel nostro paese e in tutto il mondo, sono quelli che manovrano i governi (loro diretta emanazione): da un lato rallentano e boicottano la promulgazione di leggi a beneficio della libertà delle donne e contro le discriminazioni sessuali, a favore dell’eutanasia; dall’altro elargiscono fondi alle strutture private legate al Vaticano (scuole, ospedali, associazioni caritatevoli, ecc.) e ai gruppi oscurantisti come i comitati NO 194, Ora et labora, garantiscono una sicura carriera ai medici obiettori. Questi medici in nome di una presunta “vita” disprezzano le donne e pubblicamente attaccano i loro diritti mentre nel privato, come da costume della Repubblica Pontificia, praticano aborti con scarsi livelli di sicurezza e a prezzi altissimi.

I vertici della Repubblica Pontificia mentre si riempiono la bocca di una presunta vita da difendere promuovono guerre nei paesi oppressi (lo IOR – Istituto per le Opere Religiose – traffica per milioni di euro di azioni in aziende produttrici di armi come la Beretta e Finmeccanica), lasciano annegare gli immigrati nei barconi al largo del Mediterraneo, non si fanno problemi a sfrattare chi non paga più l’affitto ai preti strozzini.

La borghesia e il suo clero assoldano schiere di servi di dio e della patria per alimentare la guerra tra poveri: gruppi di antiabortisti pronti a umiliare e picchiare le donne che vogliono essere libere di decidere se essere madri; sbirri pronti a caricare o testimoniare contro le donne e gli uomini che alzano la testa, che si permettono di abusare e stuprare ragazze grazie all’alibi della divisa e la certezza dell’impunità o dell’attenuante da parte dei loro governanti.

Stefania Favoino, membro del Partito dei CARC e donna lavoratrice, è oggi sotto processo per aver difeso a testa alta la legge 194, durante un presidio nel maggio 2013 a Milano, fuori da un ospedale pubblico. Stefania è stata aggredita da Vittorio Cristinelli, del comitato antiabortista Ora et labora, amico della Curia milanese e utile agente del Vaticano, in combutta con alcuni agenti della DIGOS che quel giorno prestavano servizio, tra cui Simone Fagiani.(Vedi il sito di Caccia allo sbirro - http://iiihdymzgnajhckq.onion/milano/AntiAbortisti/index_01.html, si accede solo usando TOR.)

Compagne e compagni, la cura a questo cancro esiste e si chiama socialismo: liberarsi dal Vaticano, dalla borghesia e dai loro leccapiedi è possibile! A 100 anni dalla Rivoluzione d’Ottobre, dalla vittoria del proletariato in Russia prendiamo in mano quel testimone e spazziamo via dalla storia dell’umanità chi oggi è fonte di guerra, sfruttamento e oppressione.

Le donne ammazzate o sfregiate dai loro mariti, gli operai morti al lavoro, i malati e morti per inquinamento, i suicidi di giovani precari o disoccupati non sono tragedie accidentali da commiserare: devono essere fonte di indignazione e odio da incanalare nella costruzione di una nuova società basata sulla solidarietà, sul benessere collettivo, sul libero sviluppo di ogni singolo in funzione del libero sviluppo della società.

L’opera dei comunisti che fecero il primo assalto al cielo è fonte di insegnamenti preziosi, primo tra tutti la necessità che la classe operaia, gli uomini e le donne, i giovani e gli anziani delle masse popolari devono costruire il loro partito comunista che sia dia i mezzi ideologici, politici e organizzativi per guidarle alla presa del potere.

La rivoluzione socialista è una guerra contro i padroni e per conquistare il potere. Le masse popolari hanno bisogno di un partito comunista che si dà i mezzi necessari per promuovere questa guerra e guidarla fino alla vittoria. Serve un partito che opera in libertà, ad esempio nell’indicare chiaramente chi sono i veri nemici del popolo, denunciare pubblicamente senza subire ritorsioni la collusione tra polizia e ambienti clericali, come quella di cui sono stati protagonisti i due agenti Digos, Simone Fagiani e Mario Zinicola, ora testimoni contro Stefania.

Per questo il (n)PCI fa appello in particolare a tutte le compagne, a tutte le operaie e le donne avanzate delle masse popolari a denunciare gli abusi delle forze dell’ordine, ma anche di esponenti del Vaticano e della sua Corte o le molestie da parte dei padroni sui posti di lavoro mettendosi clandestinamente in contatto con noi, in maniera sicura come da indicazioni.

Costruire la rivoluzione socialista è possibile e necessario, per liberarci dal Vaticano e dalla sua cultura retrograda, oscurantista e medievale!


Fare come le donne delle masse popolari che 100 anni fa, con la Rivoluzione d’Ottobre, si arruolarono nel movimento comunista cosciente e organizzato e si liberarono di padroni e preti, aprendo la strada anche alle conquiste e ai diritti strappati dalle masse popolari nei paesi imperialisti come l’Italia: raccogliamo quel patrimonio e con scienza e determinazione portiamo avanti l’eroica opera da loro iniziata!


Il (n)PCI fa appello a tutte le donne che hanno la bandiera rossa nel cuore e che ogni giorno lottano contro le angherie e gli attacchi della borghesia ad arruolarsi tra le fila del (n)PCI, a studiare la concezione comunista del mondo e a costruire Comitati di Partito clandestini in ogni azienda e quartiere!


Alessandra P. e Carlo C., membri di un Comitato (CdP) in costruzione del (nuovo)Partito comunista italiano.


3. Allegati


ALLEGATO 1. Appello per Stefania aggiornato

Difendere i diritti delle donne e applicare la Costituzione

Sosteniamo Stefania e i diritti delle donne - Fuori obiettori, Vaticano e fascisti dagli ospedali

Il 4 maggio 2013, si svolgeva davanti alla clinica Mangiagalli di Milano una veglia di preghiera contro la quale si sono schierate donne organizzate in un contro-presidio per rivendicare e difendere la legalità dell'aborto, per un accesso all'interruzione volontaria di gravidanza che sia libero anche da giudizi morali e da tentativi di colpevolizzare la libera scelta di una donna sul suo corpo. In questa occasione Stefania, nel tentativo di rimuovere cartelli che insultavano la libera scelta delle donne e contro la legge 194 affissi all'ingresso dell'ospedale, veniva aggredita con pugno al volto da un esponente dei comitati antiabortisti. A quel fatto sono seguite due denunce: quella di Stefania (per aggressione) e quella del suo aggressore (per diffamazione) e l'apertura delle indagini.

 

Non lasciamo sola Stefania! Gli ospedali e le strutture sanitarie sono infestate da “medici obiettori” che di fatto impediscono il diritto all’aborto, sono piene di “gruppi di preghiera”, di pressione e di coercizione che ne fanno terreno di prevaricazione e umiliazione delle donne, sono sempre più terreno per la propaganda medioevale dei gruppi oltranzisti cattolici e dei gruppi fascisti come Forza Nuova. Il processo a Stefania è il processo a tutte le donne che osano ribellarsi al sistema patriarcale e oppressivo, in cui vale di più il concetto astratto della “vita” rispetto alle condizioni materiali e concrete di chi vive; a una società in cui morire sul posto di lavoro, morire di parto, morire di stenti e povertà è considerato “normale” (o “una tragica fatalità”) e invece l’eutanasia è considerata un tabù e l’aborto un crimine; a una società in cui “le donne sono l’angelo del focolare”, ma vengono usualmente trattate come (e in certi casi peggio) delle bestie da soma o da riproduzione.


Il grado di civiltà di una società si misura anche dalla condizione sociale delle donne. Per questo lanciamo la campagna per sostenere tutte quelle donne i cui diritti vengono negati ogni giorno: il diritto ad una maternità consapevole e sicura, a una sanità pubblica e gratuita, a un lavoro utile, dignitoso ed equamente remunerato, ad avere accesso a strutture come i centri antiviolenza.

Sostenere questa campagna significa mobilitarsi per contrastare nei mille ambiti in cui è radicata l’influenza e “la legge” del Vaticano, per promuovere il protagonismo delle donne che non delegano più, ma iniziano ad applicare direttamente e da subito le parti progressiste della Costituzione.


Inviare l’adesione a: iostoconstefania.difendila194@gmail.com


ALLEGATO 2. testo per bombardamento messaggi via Fax e email

IO STO CON STEFANIA E CON CHI DIFENDE LA LEGGE 194

All’attenzione del Giudice Paola Bulgarelli

Tribunale di Milano

tribunale.milano@giustizia.itsez2.penale.ca.milano@giustizia.it

fax: 02.55017631


Il/La sottoscritto/a …………………………………………… a conoscenza del processo giudiziario contro Stefania Favoino dichiaro la mia totale solidarietà.

Una condanna ai danni di Stefania equivale a criminalizzare la mobilitazione e il dissenso verso un sistema ingiusto, a mettere in gioco la stabilità delle istituzioni e dell’intero paese, a giustificare quella che oggi è ormai una piaga sociale, la violenza contro le donne.

Sentenze che riducono la portata degli avvenimenti alla violazione di singole norme minori senza tener conto del contesto più ampio e maggiore che giustifica e legittima quelle violazioni prestano il fianco, volenti o nolenti, a quanti auspicano un deriva reazionaria nel nostro paese.


Applicare la Costituzione non è reato!

NO alla criminalizzazione del dissenso!

SI all’applicazione della legge 194!

Data                                                                        Firma

……………….                                                       …………………..


ALLEGATO 3 - crowdfunding *[raccolta fondi via Internet]

https://www.produzionidalbasso.com/project/solidarieta-a-stefania-favoino-sotto-processo-per-aver-applicato-la-costituzione-difendendo-la-legge-194/

Altre informazioni e tutto il materiale prodotto in questi mesi per sostenere la campagna sono reperibili su Facebook a questo link - https://www.facebook.com/Io-sto-con-chi-difende-la-194-e-applica-la-Costituzione-407743376247118/

o scrivendo all'indirizzo applicarela194elacostituzione@gmail.com

Vedi anche il video - https://www.facebook.com/100011573989324/videos/458788931183569/ della campagna.

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].

 

Rubrica - Dibattito Franco e Aperto 

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