Interviste al Segretario Generale del (nuovo)PCI

(nuovo)Partito comunista italiano

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Resistenza n. 2/2019

1999 - 2019: Il Ventesimo anniversario della creazione della Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (n)PCI


* I documenti citati nell’articolo sono disponibili presso le Edizioni Rapporti Sociali, le sedi del P.CARC e il sito www.nuovopci.it


1. Le principali tappe del lavoro svolto

Quest’anno ricorre il ventennale della creazione della Commissione Preparatoria (CP) del congresso di fondazione del (n)PCI e dell’inizio della pubblicazione della rivista La Voce.

La creazione della CP nella clandestinità è stato il frutto del lavoro svolto pubblicamente a partire dal 1985 dai compagni promotori della rivista Rapporti Sociali e della omonima Casa Editrice e, dal 1992 (Convegno di Viareggio), dai CARC (Comitati di Appoggio alla Resistenza che le masse popolari oppongono alla crisi del capitalismo - per il Comunismo) per la creazione delle condizioni della ricostruzione del partito comunista. I due opuscoli La resistenza delle masse popolari (1993) e Federico Engels - 10, 100, 1000 CARC per la ricostruzione del partito comunista (1995) descrivono la linea seguita: fare il bilancio del movimento comunista e l’analisi del corso delle cose, tracciare la linea della rinascita del movimento comunista, creare le condizioni organizzative minime indispensabili al funzionamento del partito. In questa fase si formò quella che ancora oggi chiamiamo Carovana del (nuovo) PCI: aggregazione di organismi e individui che in qualche misura contribuiscono all’opera del (n)PCI.

La nascita della CP ha determinato un salto di qualità in questo processo e ha aperto una nuova e superiore fase.

Sul primo numero di La Voce (marzo 1999) abbiamo indicato infatti al movimento comunista del nostro paese la Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata (GPRdiLD), intesa come lotta del partito comunista per strappare alla borghesia imperialista la direzione delle masse popolari, come strategia per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, abbiamo affermato la natura clandestina del partito comunista e abbiamo lanciato a tutte le forze che all’epoca componevano il movimento comunista (le Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista - FSRS: noi eravamo una di esse) l’appello a contribuire alla costruzione del partito partecipando all’attuazione del “piano di due punti”: 1. creare Comitati di Partito clandestini e 2. partecipare all’elaborazione del Manifesto Programma del (n)PCI.

L’importanza di quanto avvenuto venti anni fa è comprensibile solo alla luce del materialismo dialettico e della strategia della GPRdiLD. Per molti versi è stato un avvenimento simile alla fecondazione di un ovulo: un avvenimento non percepibile a “occhio nudo” e insignificante per chi non usa la scienza medica, ma in realtà inizio della gravidanza e di una nuova vita.

Con la creazione della CP, embrione del futuro partito comunista, inizia infatti il “dualismo di potere” che caratterizza ed è alla base della strategia della GPRdiLD e abbiamo avviato la prima fase della GPRdiLD, quella della difensiva strategica. Compito principale del partito in questa fase, in cui la superiorità della borghesia è schiacciante, è accumulare le forze rivoluzionarie intorno a sé (nelle organizzazioni di massa e nel fronte) e in sé (nelle organizzazioni del partito), estendere la sua presenza e la sua influenza, elevare il livello delle forze rivoluzionarie (rafforzare la loro coscienza e la loro organizzazione, renderle più capaci di combattere, rendere la loro lotta contro la borghesia più efficace, elevare il loro livello di combattività).

Già allora ci venne posta la domanda che anche ora alcuni ci pongono di fronte al Comunicato CC 1/2019 del 6 gennaio che annuncia l’integrazione nel Centro clandestino del (n)PCI di due noti dirigenti del Partito dei CARC: perché annunciate pubblicamente un avvenimento del genere? Non era meglio farlo di nascosto e senza rumore? Lo annunciamo pubblicamente e ne illustriamo linea e obiettivi perché la scomparsa dalla circolazione di compagni noti alle masse e alla polizia, senza la dichiarazione pubblica del Partito resterebbe un avvenimento oscuro per le masse, sul quale i nostri nemici imbastirebbero le speculazioni e le manovre che loro converrebbero. Al contrario il nostro pubblico annuncio suscita a vari livelli aggregazione delle masse attorno al partito. Noi comunisti cerchiamo di far conoscere alle masse sulla scala più grande che le nostre forze consentono l’analisi della situazione, la linea e gli obiettivi del Partito perché la partecipazione delle masse alla guerra contro la borghesia è la condizione della nostra vittoria. La clandestinità della nostra struttura organizzativa non riposa sulla tolleranza della borghesia ma sull’appoggio delle masse. La repressione dell’apparato statale borghese la denunciamo, la combattiamo e contro di essa mobilitiamo la solidarietà delle masse popolari che rafforzano le nostre file.


Il lavoro svolto della CP ha portato

- nel 2004 alla fondazione del (n)PCI che diede il via alla fase del “consolidamento e rafforzamento del partito”, cioè della conquista di operai avanzati al partito perché diventasse l’avanguardia organizzata della classe operaia, effettiva direzione della sua lotta contro la borghesia;

- nel 2008 alla pubblicazione del Manifesto Programma e, successivamente, alla definizione del piano tattico del Governo di Blocco Popolare a fronte dell’entrata della seconda crisi generale del capitalismo nella sua fase acuta e terminale.

Nel 2008 la Carovana del (n)PCI vince inoltre la lotta iniziata nel 2003, a seguito dell’arresto a Parigi di due compagni del Centro clandestino del (n)PCI (Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel), contro il procedimento per “associazione sovversiva” (art. 270 bis) - l’Ottavo Procedimento Giudiziario (OPG) - orchestrato da Paolo Giovagnoli, allora pubblico ministero di Bologna, mirante a utilizzare contro il (n)PCI e le organizzazioni ad esso vicine le leggi e le procedure poliziesche che la Repubblica Pontificia aveva messo a punto contro le Organizzazioni Comuniste Combattenti, al fine di ostacolare l’aggregazione delle masse popolari attorno al (n)PCI dichiarandolo “organizzazione terroristica”.

Nel 2009 abbiamo tenuto il primo Congresso del (n)PCI che ha convalidato il Manifesto Programma e la linea generale del partito, ha approvato lo Statuto, ha eletto il Segretario Generale e il Comitato Centrale.

Dal 2008 in poi l’attuazione del piano tattico per il Governo di Blocco Popolare è stato ed è ancora il principale campo di attività del (n)PCI, operando in dialettica con il nostro partito fratello a cui ci lega una profonda unità ideologica e politica: il Partito dei CARC. È nel solco di questo lavoro che sviluppiamo l’attività tesa a conquistare gli operai avanzati al partito, quindi per avanzare nel “consolidamento e rafforzamento del partito comunista”.

Sintetizzando, il compito che il (n)PCI deve adempiere si articola in due campi:

1. costruire lo Stato Maggiore della GPRdiLD (il partito comunista) tenendo conto degli aspetti particolari di Riforma Intellettuale e Morale che questo richiede ai comunisti del nostro paese dato che su di esso gravano la vittoria della Controriforma (secolo XVI), i limiti della rivoluzione borghese che portò nel 1861 alla costituzione del Regno d’Italia, la lunga degenerazione in sinistra borghese del vecchio PCI capeggiato prima dai revisionisti moderni.

2. allargare e rafforzare la partecipazione delle masse popolari alla rivoluzione socialista facendo compiere ad esse un’esperienza pratica di lotta rivoluzionaria a partire dal senso comune che il lungo periodo di predominio dei revisionisti moderni e della sinistra borghese ha sedimentato tra di esse: la lotta delle masse popolari del nostro paese per emanciparsi dalla loro storica dipendenza economica, morale e intellettuale dal clero e dalla borghesia, deve necessariamente assumere forme adeguate per superare questa eredità negativa.


2. Il primo piano per la costruzione del partito

Nella costruzione del partito attingiamo dall’esperienza del movimento comunista internazionale e nazionale e dalla nostra sperimentazione, dall’esperienza che noi stessi accumuliamo, ricavando attraverso il bilancio insegnamenti e nuovi principi, criteri, metodi e strumenti.

La costruzione di un partito comunista con le caratteristiche da noi definite è una cosa inedita in un paese imperialista. Costruirlo dopo l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976) con gli strascichi che una sconfitta di queste proporzioni porta con sé, richiede la soluzione creativa di molti ostacoli.

Le caratteristiche di questo lavoro le abbiamo messe a fuoco solo man mano che ci cimentavamo in esso, che “avanzavamo verso la cima della montagna aprendoci la strada”. E molte sono ancora le scoperte che dobbiamo fare. In alcuni casi, per capire la giusta direzione abbiamo dovuto fare un lungo giro per poi ritornare sui nostri passi o cambiare rotta.

Nei nostri progetti iniziali, ad esempio, pensavamo che attraverso il “piano di due punti” su indicato si sarebbe determinata la confluenza di altre FSRS nel lavoro di costruzione del (n)PCI e assieme saremmo arrivati al Congresso di fondazione del partito. Nell’attuazione pratica di questa linea però le cose non sono andate in questo modo e nel percorso di costruzione abbiamo dovuto prendere un’altra via.

Partivamo dalla convinzione che facendo il bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria, definendo la natura e la strategia del partito comunista e tracciando la linea generale da seguire avremmo via via raccolto nel partito quanto esisteva di movimento comunista cosciente e organizzato nel nostro paese dopo la deriva a cui lo aveva portato il predominio dei revisionisti moderni (le FSRS). In particolare contavamo:

a) sui compagni dell’area delle Organizzazioni Comuniste Combattenti che erano decisi a risalire la china del militarismo (“la lotta armata è sempre la forma principale della lotta di classe”) in cui erano deviate anche le Brigate Rosse abbandonando il progetto di ricostruire il partito comunista;

b) sui compagni dei gruppi marxisti-leninisti che erano decisi a superare la strettoia del dogmatismo consistente per alcuni nell’opporre alla deriva revisionista il ristabilimento dei principi del marxismo-leninismo, per altri nell’attribuire il declino del movimento comunista all’opera nefasta della destra del movimento comunista che aveva sempre più moderato le rivendicazioni sindacali e politiche delle masse popolari: in realtà il declino era principalmente dovuto ai limiti ed errori della sinistra del movimento comunista (alla sua non adeguata comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe);

c) sui compagni che avevano preso parte alla lotta contro il revisionismo moderno (Partito e Stato di tutto il popolo nei paesi socialisti anziché dittatura del proletariato; via pacifica al socialismo anziché rivoluzione nei paesi capitalisti e nelle colonie; competizione economica e politica del campo socialista con il campo capitalista anziché “base rossa” mondiale delle rivoluzione proletaria) principalmente per spinte provenienti dal movimento comunista internazionale e in particolare dalla lotta condotta da Mao Tse-tung e dal PCC;

d) sugli organismi, i gruppi e gli individui in cui si combinavano le tre deviazioni sopra indicate.

Il nostro piano di costruzione del partito poggiava dunque sulla convinzione che siccome noi davamo risposta alle domande che questi compagni apertamente si ponevano, a quello che apparentemente cercavano e a cui dichiaravano di aspirare, essi si sarebbero uniti a noi nell’attuazione del “piano di due punti” e nella fondazione del partito.

Questo piano non ha funzionato a causa della concezione idealista che aveva presieduto la sua elaborazione. Non avevamo tenuto infatti adeguatamente conto dello stato delle FSRS: abbiamo visto le potenzialità che avevano ma non abbiamo tenuto conto anche della corruzione intellettuale e morale, della disgregazione prodotta da decenni di predominio dei revisionisti moderni e dall’opera nefasta della sinistra borghese, della demoralizzazione legata al fallimento dei due tentativi di ricostruzione del partito comunista (prima quello del gruppi marxisti-leninisti (Nuova Unità e il PCd’I) e poi quello delle Brigate Rosse).

Per molti anni abbiamo cercato di mobilitare, raccogliere ed elevare quello che c’era tra le FSRS, quindi anche verificandolo e comunque costringendolo a schierarsi e trasformarsi, a rincorrerci sul nostro terreno (cimentarsi nella ricostruzione del partito comunista, distinguere i diversi fronti di lotta, partecipazione da comunisti alla lotta politica borghese, ecc.), ma questo non ha portato all’obiettivo che ci eravamo prefissati.


3. Il nuovo piano

Sulla base di questo bilancio, il Comitato Centrale del (n)PCI nel 2015 ha tracciato un nuovo piano per procedere nel “consolidamento e rafforzamento del partito”. Esso mette a frutto la ricca esperienza accumulata imparando dalla nostra stessa esperienza e, allo stesso tempo, raccoglie e sviluppa in una linea organica quanto stavamo già in una certa misura facendo (pur non avendone piena coscienza) nella creazione delle condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

Per il “consolidamento e rafforzamento del partito” non puntiamo più sulle FSRS ma sugli operai avanzati e sugli elementi avanzati delle masse popolari, quindi “consolidamento e rafforzamento del partito” procedono in stretta connessione con il lavoro per individuare embrioni di organizzazioni operaie e di organizzazioni popolari (OO-OP), svilupparli, portarli ad agire da Nuove Autorità Pubbliche: cioè con quello che è anche il centro del lavoro esterno del P.CARC.

Oggi il lavoro sulle OO-OP è il principale lavoro esterno di tutta la Carovana del (n)PCI, è la sintesi di tutto il suo lavoro esterno e la verifica della buona qualità di esso (con la specificazione che il lavoro interno è premessa del lavoro esterno e funzionale al lavoro esterno - i risultati nel lavoro esterno sono la verifica della buona qualità del lavoro interno). Nello sviluppo di questo lavoro il (n)PCI mira alla raccolta di forze nel partito: in particolare alla creazione di Comitati di Partito clandestini nelle aziende capitaliste e nelle aziende pubbliche, attraverso cui rafforzare l’azione delle OO-OP, come i comitati clandestini del Partito comunista (bolscevico) russo rafforzavano i soviet oppure come le cellule di fabbrica del vecchio PCI durante il ventennio fascista rafforzavano e orientavano la resistenza degli operai e, dopo il crollo del fascismo nel 1943, durante la Resistenza, i Comitati di Liberazione Nazionale.

La debolezza attuale del movimento comunista e l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, fanno sì che il loro reclutamento degli operai avanzati al partito avvenga “conquistandoli uno ad uno”. È un lavoro paziente di tessitura organizzativa quello che va fatto, di conquista del “cuore e della mente”, di instaurazione di un rapporto saldo e di prospettiva. Solo da una certa fase in poi, la raccolta forze avverrà su scala più ampia e con forme diverse. Tutti gli organismi del (n)PCI sono mobilitati ad imparare a svolgere questo lavoro. La costruzione di Comitati di Partito nelle aziende capitaliste e nelle aziende pubbliche è un campo in cui abbiamo molto da imparare e in cui procediamo per esperienze-tipo.

L’azione delle organizzazioni pubbliche è molto importante perché le masse popolari si organizzino. Per questo il (n)PCI sostiene e rafforza tutte le organizzazioni pubbliche, da tutti i punti di vista, ne favorisce la nascita, le crea. Il partito cerca di far contribuire, attraverso la linea di massa, alla rivoluzione socialista ogni gruppo, organismo e individuo che può contribuirvi. Le organizzazioni pubbliche vanno da quelle saldamente legate dal (n)PCI a quelle che il partito orienta più o meno profondamente tramite la propaganda, tramite membri del partito che hanno relazioni con esse o ne sono addirittura membri o col metodo delle leve.

Il P.CARC è una organizzazione pubblica particolare perché fa parte della Carovana del (n)PCI, ha profondi legami ideologici e di linea con il (n)PCI: è un partito fratello. È autonomo dal (n)PCI perché ha una sua vita interna e ha propri canali e organi dirigenti a cui fa capo, a termini di Statuto, ogni membro del P.CARC, ma vuole contribuire alla rivoluzione socialista che il (n)PCI promuove.


4. Il rafforzamento del Centro clandestino del (n)PCI

Il recente rafforzamento del Centro clandestino del (n)PCI con l’arruolamento dei compagni Angelo D’Arcangeli e Chiara De Marchis è uno dei tasselli per “darci i mezzi per la nostra politica” e condurre con maggiore efficacia il lavoro di “consolidamento e rafforzamento del partito”, in stretta connessione con la lotta per la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

Il rafforzamento del Centro clandestino per decisione indipendente dal nemico (quindi non a seguito di un attacco repressivo o a causa della messa fuorilegge dei comunisti), significa operare con autonomia ideologica e politica dalla borghesia: avere in mano l’iniziativa, essere tatticamente all’offensiva anche in una situazione di difensiva strategica, non farsi legare le mani dal legalitarismo.

Questo evento inciderà positivamente anche sul P.CARC perché contribuirà a rafforzare la costruzione del Nuovo Potere, partendo dal suo centro: il (n)PCI.

I due compagni vengono dalla “seconda generazione della Carovana del (n)PCI”, quella cioè che si è aggregata a noi dopo la fondazione del (n)PCI nel 2004, quando eravamo già entrati nella fase di “consolidamento e rafforzamento del partito”. Questa “seconda generazione” costituisce di per sé uno dei risultati del lavoro che abbiamo svolto come Carovana del (n)PCI, a partire dalla creazione della Commissione Preparatoria.

È una nuova leva di comunisti, nel caso concreto cresciuta nelle fila del P.CARC. La scuola del P.CARC, la formazione ideologica e politica, intellettuale e morale che i suoi membri ricevono, fa fiorire nuovi quadri e permette una comprensione via via più profonda della dialettica tra strategia e tattica, del rapporto di distinzione e combinazione tra i due partiti, rafforzando la collaborazione tra di essi e, come avvenuto con Angelo e Chiara, rafforzando anche organizzativamente il (n)PCI.

L’arruolamento dei due compagni certamente rafforzerà lo slancio con cui i compagni del P.CARC (in particolare quelli della “seconda generazione”) contribuiranno alla rivoluzione socialista in corso. Inoltre permetterà di fare nuovi passi in avanti nel superamento della confusione che c’é nelle fila del P.CARC sui due partiti e dell’idea diffusa che (n)PCI e P.CARC siano la stessa cosa. Questo permetterà un più proficuo sviluppo al P.CARC nella sua trasformazione in partito di quadri e di massa (e in particolare nel reclutamento ampio di militanti di base) e rafforzerà in nuovi compagni la spinta a unirsi al (n)PCI e a concorrere alla costruzione dello Stato Maggiore che guida la GPRdiLD.

L’arruolamento dei due compagni deve far riflettere i compagni che si tormentano chiedendosi in continuazione “sono adeguato o sono inadeguato come comunista?”. Questo interrogativo costante li opprime, li affligge. È un tarlo morale e intellettuale che limita il contributo che possono dare alla rivoluzione socialista in corso nel nostro paese. A questi compagni vogliamo far giungere un messaggio forte e chiaro: compagni, smettetela di chiedervi se siete adeguati o se non lo siete; mettetevi invece alla scuola del partito, cimentatevi ad imparare e a sperimentare, ragionate con i vostri compagni e con i dirigenti sui passi da fare e sui passi fatti, guardate avanti, guardate ai compiti della fase e lanciatevi nell’imparare a combattere combattendo!

Osare lottare, osare vincere!

Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista!

Per il Comitato Centrale del (n)PCI

Il compagno Ulisse