Interviste al Segretario Generale e ad altri membri del CC

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

Sito: http://www.nuovopci.it

e.mail: nuovopci@riseup.net


Delegazione:

BP3 4, rue Lénine 93451 L'Île St Denis (Francia)

e.mail: delegazione.npci@riseup.net


scarica il testo in formato Open Office o Word

Intervista di un giovane giornalista milanese alla compagna Rosa L. della redazione de La Voce

Qui di seguito presentiamo l’intervista che un giornalista milanese ha realizzato alla compagna Rosa L. della redazione de La Voce. Invitiamo tutti e tutte coloro che avessero curiosità, dubbi e perplessità a scriverci le proprie considerazioni, inviandole all’indirizzo mail delegazione.npci@riseup.net.

Buona lettura!

***

29 maggio 2020

Buongiorno!

Ho ricevuto le tue 5 domande e qui di seguito rispondo. Premetto però che tratterò di un argomento che conosci così poco (la cosa risulta dalle tue stesse domande) che è difficile che le mie risposte siano per te soddisfacenti e tanto meno esaurienti se vuoi veramente capire. Io presumo di conoscere il tuo mondo, ma tu non conosci, probabilmente, quello di cui io parlo, anche se sempre di Italia e anche di te stesso si tratta. Se vuoi capire, non esitare a scrivere nuovamente. Io punto sulla tua curiosità, che essa sia determinata non (o non solo) da ambizione professionale, ma dalla preoccupazione di una persona oramai adulta per come sta andando il paese, ossia dalla ricerca di una soluzione per la gente di cui sei parte.

 

1. - Qual è la consistenza del (n)pci a livello nazionale e su Milano?

Se tu 180 anni fa avessi chiesto a un esponente della Giovane Italia (a uno dei seguaci di G. Mazzini che vivendo non alla portata delle polizie degli Stati italiani di allora si dichiarava apertamente esponente della Giovane Italia) quanti erano in Italia gli esponenti della Giovane Italia, quanti i loro seguaci, quale la loro influenza a livello nazionale o di qualche città o regione, cosa ti avrebbe risposto? Un’organizzazione clandestina ha nel tuo ambiente l’influenza che tu riscontri. Ma anche solo per riscontrarla, devi conoscere qual è la concezione che essa promuove, qual è l’obiettivo che persegue. Nel caso del (n)PCI ti è facile conoscere concezione del mondo, analisi del corso delle cose e obiettivi che persegue: sono esposti nel suo Manifesto Programma che puoi consultare e registrare sul nostro sito Internet (www.nuovopci.it). Basta che leggi il cap. 3 dove (n)PCI illustra il suo obiettivo e la struttura organizzativa che ne deriva. Le ragioni di questi invece le illustra nei capitoli 1 e 2. Il Manifesto Programma è vecchiotto (2008), ma le cose di fondo non sono mutate, visto che non abbiamo ancora raggiunto il nostro obiettivo e che la crisi del 2008-2009 ha determinato trasformazioni ma nell’ambito del corso delle cose che era iniziato a metà degli anni ’70 del secolo scorso: con l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione socialista (1917-1976), la nuova crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale e la ripresa in mano, da parte della borghesia imperialista facente capo alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, della direzione dell’umanità che la Rivoluzione d’Ottobre, la vittoriosa costruzione dell’Unione Sovietica e la costituzione dell’Internazionale Comunista le avevano strappato di mano.

Per conoscere gli aggiornamenti di linea e di analisi particolari e concreti compiuti dal (n)PCI negli ultimi anni, devi consultare o i numeri della sua rivista quadrimestrale (La Voce) o le sue pubblicazioni saltuarie (Comunicati CC e Avviso ai naviganti) che il Comitato Centrale del (n)PCI diffonde a tutti gli interessati che li richiedono (e che comunque trovi sul sito Internet).

Quanto all’influenza che il (n)PCI ha in ambienti diversi dal tuo, per presumere di conoscere la nostra influenza devi  conoscere ciascuno abbastanza a fondo, stante che la nostra influenza in generale è ancora poca cosa. Ti posso dire che noi impieghiamo le nostre forze soprattutto per rafforzare ed espandere la nostra influenza ideologica, politica e organizzativa tra gli operai (i dipendenti delle aziende capitaliste, che sono la parte delle masse popolari più aggregata per condizioni oggettive e che più direttamente si scontra con le leggi del modo di produzione capitalista) e gli altri lavoratori (dipendenti delle aziende e istituzioni pubbliche, lavoratori autonomi con pochi o nessun dipendente).

Quanti e chi sono i nostri esponenti e membri, anche la polizia cerca di saperlo, ma è un’informazione che un’organizzazione clandestina nasconde con i metodi e gli strumenti migliori di cui è a conoscenza. Anche tra i membri, sono in vigore misure di compartimentazione, analoghe per alcuni aspetti a quelle che erano in vigore tra i membri del vecchio PCI tra il 1927 e il 1945.

 

2. - Sul Naviglio Martesana a Milano è comparso un nuovo murales (dopo quello più "famoso" dei Carc) con la scritta "Fontana assassino", firmato dal (n)pci. Quale pensiero politico c'è dietro?

Il Partito cerca, tramite i suoi Comitati territoriali e i suoi membri singoli, di far conoscere alle masse popolari, in particolare agli elementi avanzati (più attivi nel sistema di relazioni sociali o intellettualmente) delle masse popolari, il corso delle cose e cosa fare. La denuncia dei crimini contro le masse popolari (nel caso particolare soprattutto contro i lavoratori pensionati), commessi da un’autorità importante come il Presidente della regione Lombardia e la sua giunta, fa parte delle nostre attività correnti. Quanto al cosa fare che ne tiriamo, ti rinvio all’Avviso ai naviganti 100 (30 marzo 2020) e al Comunicato CC 16/2020 (3 maggio 2020), che trovi sul nostro sito.

 

3. - Che livello di importanza ha la zona nord-est milanese in termini propagandistici per il partito, considerata la notevole quantità di scritte e murales firmati dal (n)pci nell'ultimo mese?

Notevole importanza, perché è una zona abitata da operai, dipendenti pubblici e lavoratori autonomi. Noi cerchiamo di essere presenti, con la nostra propaganda, con le nostre parole d’ordine e con le relazioni organizzative dovunque vi sono le masse popolari. La posizione di classe è più importante, ai nostri fini, delle idee e dei sentimenti prevalenti al momento tra le masse di un dato territorio o ambiente sociale. Le idee e i sentimenti cambiano. La borghesia e il clero cercano con tutte le loro forze e risorse (che sono grandi) di determinare essi idee e sentimenti delle masse popolari. Da più di un secolo in ogni paese imperialista la borghesia imperialista ha messo in opera un regime di controrivoluzione preventiva diretto a questo scopo. Per conservare il potere borghesia e clero devono impedire che le idee e i sentimenti delle masse popolari siano determinati dalle condizioni concrete in cui le costringono a vivere, devono distrarle dalla lotta di classe. Il sistema di potere della borghesia e del clero è fragile, perché riposa sull’intossicazione delle menti e dei cuori, sulla menzogna, sulla confusione delle idee e dei sentimenti. Noi comunisti facciamo leva sulle condizioni reali in cui le masse vivono e miriamo a portare gli elementi (ognuno per l’accidentale percorso della sua vita) più generosi, più attivi e più svegli a comprendere il corso delle cose e a darsi i mezzi per mobilitare e organizzare anche il resto delle masse popolari fino ad arrivare a instaurare un loro sistema di potere, il potere delle masse popolari organizzate. Oggi le nostre forze sono ancora poche, ma esse corrispondono all’esperienza pratica di milioni di persone. Quindi le nostre idee e le nostre parole d’ordine sono come scintille nella prateria. Noi spingiamo tutti quelli che condividono le nostre idee e le nostre parole d’ordine, anche se non sono ancora membri del Partito, a fare affissioni e scritte murali, a diffondere anche anonimamente (per sfuggire alla repressione) nostri scritti. Vedere che il Partito esiste e “arriva dappertutto”, infonde fiducia nei lavoratori. Dopo la dissoluzione dei primi paesi socialisti, la sfiducia in se stessi predomina tra i lavoratori (per questo tanti abbrutiti, tanti delitti senza scopo, tanti comportamenti assurdi e patologici, tanti omicidi e suicidi, tanto autolesionismo). Tutto quello che infonde nei lavoratori fiducia in se stessi è positivo per la nostra causa. Di contro frena la tracotanza dei padroni e dei loro servi e complici che credono di avere  vinto e di avere mano libera, che osano cancellare le conquiste che i lavoratori avevano strappato (dalla sanità, all’istruzione, alle pensioni, all’equo canone, ai diritti sul posto di lavoro, alla giusta causa, ecc.), che credono che “la storia è finita” e loro hanno vinto, che il bisogno per ogni capitalista di valorizzare il suo capitale spinge a comportamenti criminali. Le nostre parole d’ordine e le nostre idee arrivano anche dove noi organizzativamente non ci siamo ancora. È un aspetto della nostra influenza. Molti che non hanno legami organizzativi con noi ripetono nostre denunce, nostre parole d’ordine: perché riflettono la realtà! A caso allego in Appendice parole di Erri De Luca su Attilio Fontana e la sua Giunta comparse su il Fatto Quotidiano del 27 maggio!

 

4. - Come vi rapportate nei confronti dei Carc?

I Comitati di Appoggio alla Resistenza (che le masse popolari oppongono al capitalismo) - per il Comunismo (questa è l’espressione per esteso dell’acronimo CARC), il loro Partito, nascono dallo stesso ceppo da cui è nato il (nuovo)PCI: l’insieme di individui sparsi per l’Italia che reagirono positivamente e attivamente all’esaurimento della prima ondata della rivoluzione socialista (1917-1976), alla sconfitta e dissoluzione dei Consigli di Fabbrica, allo sconfinamento delle Brigate Rosse e delle altre Organizzazioni Comuniste Combattenti (nate per reazione spontanea e generosa alla “strategia della tensione”) nel militarismo con conseguente loro sconfitta, alla ripresa in mano, da parte della borghesia e del clero, della direzione del corso delle cose. Il (n)PCI e il P.CARC hanno quindi un fondo comune di analisi e di sentimenti, di atteggiamento verso la vita e la lotta di classe. Fino alla fine degli anni ’90 eravamo un movimento unico di individui e organismi con tenui legami organizzativi tra di loro, quello che noi ancora oggi chiamiamo Carovana del (n)PCI. Poi abbiamo preso due strade diverse mirando alla stessa cima: l’instaurazione del socialismo.

I compagni del P.CARC mettono al primo posto l’unità con le masse popolari, quindi mettono in primo piano il comportamento delle masse popolari (del “pezzo” di masse popolari con il quale in ogni caso concreto hanno a che fare, perché i comportamenti sono molto differenti da caso a caso) e il senso comune (anche questo molto sfaccettato) e scommettono (puntano) sulla “divisione dell’uno in due”. Puntano cioè sul fatto che quello che nel comportamento e nel senso comune delle masse popolari proviene dall’esperienza dell’oppressione di classe e dall’influenza del movimento comunista si separi e contrapponga a quello che proviene dall’influenza, dal ruolo sociale e dal prestigio della borghesia e del clero.

Noi del (n)PCI mettiamo al primo posto la concezione comunista del mondo assimilata dai nostri membri e da essi applicata come guida della loro attività, che è per noi la pratica in cui verifichiamo e arricchiamo la teoria del movimento comunista (il marxismo-leninismo-maoismo). L’unità teoria-pratica è un dato comune. Il Partito dei CARC punta su fare emergere la teoria dalla pratica. Noi puntiamo sulla direzione che grazie alla teoria diamo alla pratica. In un certo senso siamo complementari, siamo espressioni di due attitudini diverse ma complementari. Noi consideriamo il P.CARC un “partito fratello”. Anche loro ci considerano grossomodo in questi termini. Infatti usano la nostra letteratura (da loro puoi comperare l’edizione cartacea del nostro Manifesto Programma che nel 2008 è stato stampato dalle Edizioni Rapporti Sociali che attualmente sono organizzativamente legate al P.CARC). Di fatto per noi del (n)PCI il P.CARC non è l’unico nostro “partito fratello”. Abbiamo legami di unità e lotta anche con altri organismi, perché questo è al momento lo stato delle cose nel movimento comunista italiano. C’è unità e lotta. Con il P.CARC il dibattito franco e aperto è sviluppato, da entrambe le parti, più che con altre organizzazioni. Nel senso che il P.CARC accetta e riconosce il nostro ruolo positivo e quello che ci lega, più di quanto lo facciano altre organizzazioni. E noi riconosciamo il ruolo positivo del P.CARC (ma riconosciamo anche quello di altri organismi). Riteniamo che attualmente l’unità dei comunisti va perseguita (tramite l’unità d’azione e tramite il dibattito franco e aperto), ma non è ancora un fatto già compiuto. Con il P.CARC cooperiamo (unità d’azione) nel perseguire l’obiettivo della costituzione del Governo di Blocco Popolare e nella creazione delle condizioni perché si costituisca.

 

5. - Qual è l'obiettivo del (n)pci? E come si relaziona il (n)pci nei confronti della questione della lotta armata?

Il nostro obiettivo, se a questo punto occorre ancora ripeterlo, è l’instaurazione del socialismo, “fare dell’Italia un nuovo (dopo quelli sorti nel corso della prima ondata) paese socialista e contribuire alla rinascita nel mondo del movimento comunista cosciente e organizzato”. Dove per socialismo intendiamo un regime sociale di transizione dal capitalismo al comunismo guidato dal proletariato organizzato (in particolare dagli operai organizzati) attorno al Partito comunista. Il socialismo è sostanzialmente la combinazione di tre componenti ognuno indispensabile:

1. il potere politico nelle mani del proletariato organizzato attorno al partito comunista: per capire cosa intendiamo e distinguerlo chiaramente dalla democrazia instaurata dalla borghesia contro i regimi feudali e ancora più da quello che essa è diventata dopo la prima ondata della rivoluzione socialista e l’esaurimento di questa, ti consiglio di leggere l’opuscolo I primi paesi socialisti che trovi sul nostro sito Internet;

2. l’attività economica gestita come una delle attività pubbliche socialmente regolate (come la viabilità, l’igiene pubblica, l’istruzione, ecc.), quella diretta alla produzione dei beni e servizi necessari alla popolazione del paese e alle relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con i paesi che accettano di intrattenere rapporti del genere con noi: grazie all’opera storica della borghesia che ha applicato su scala mai prima raggiunta la scienza alla produzione, gli uomini si sono liberati dalla necessità di lottare contro la natura per strapparle quanto necessario a vivere e proteggersi dalle intemperie, essi quindi possono e devono regolare liberamente e consapevolmente la produzione di beni e servizi (il modo di produzione capitalista è storicamente superato e l’emergenza da Covid-19 ne è la dimostrazione pratica a cui l’umanità con tutta probabilità non sfuggirà sotto la direzione della borghesia);

3. l’impiego senza riserve delle risorse del paese per promuovere la partecipazione di tutta la popolazione alle attività politiche, culturali, scientifiche, creative e ricreative, a partire dalle classi e dai gruppi (e sono la stragrande maggioranza della popolazione anche nei più ricchi paesi imperialisti) che la borghesia e il clero da sempre escludono da queste attività, in modo che ogni individuo arrivi al massimo livello a cui è in grado di arrivare: è il campo in cui la transizione socialista si esplica nella maniera più vistosa. Gli uomini non sono più principalmente “animali da lavoro”, la posizione che il modo di produzione capitalista assegna alla stragrande maggioranza di essi con gli effetti catastrofici che constatiamo e subiamo. L’umanità può vivere e prosperare solo grazie alla partecipazione cosciente e organizzata in ogni paese della massa della popolazione alla vita del paese e alla sua cooperazione con la popolazione degli altri paesi (il capitalismo invece implica la competizione tra paesi e tende alla guerra).

Quanto alla relazione del (n)PCI con la lotta armata e alla “questione della lotta armata”, vi ho sinteticamente accennato sopra e per conoscere e capire in dettaglio ti rimando alla lettura del breve opuscolo Cristoforo Colombo - Ossia di come convinti di navigare verso le Indie approdammo in America. Lo trovi sul nostro sito Internet.

Mi rendo conto che ti ho indicato cosa studiare, anziché dare risposte spicciole e preconfezionate alle tue domande, come te le darebbero tanti giornalisti e uomini politici. Purtroppo le tue domande erano di quelle a cui giornalisti borghesi, uomini politici borghesi e imbrattacarte simili danno risposte preconfezionate, ognuno la sua anche se sono paccottiglia dello stesso genere, come marche diverse di detersivi. Esse non spiegano perché siamo al punto in cui siamo e cosa fare. Quindi sono parole in libertà. In effetti la questione se al pensiero umano spetta una verità oggettiva, non è questione teoretica bensì una questione pratica. La disputa sulla realtà o non realtà del pensiero, isolata dalla pratica, è una questione meramente accademica. Se vuoi capire la realtà, devi mettere le mani in pasta. Altrimenti resti nel campo delle opinioni e già i sofisti dell’antica Grecia mostrarono che si possono imbastire dotti ragionamenti a favore di una tesi e della tesi opposta.

In attesa del tuo riscontro, cordiali saluti. Rosa Lombardi.

 

 Appendice

Lombardia, Erri De Luca a Punto Esclamativo: “I malati Covid nelle Rsa? Un crimine di guerra in tempo di pace: lo sterminio degli anziani”

il Fatto Quotidiano | 26 Maggio 2020

“Chi ha messo i malati di Covid negli ospizi è un criminale della comunità. Ha commesso un crimine di guerra in tempo di pace, praticando lo sterminio degli anziani”. Così lo scrittore napoletano Erri De Luca, ospite del nuovo programma di approfondimento settimanale ‘Punto Esclamativo’, realizzato da Loft Produzioni e condotto da Luca Sommi, disponibile su sito (www.iloft.it) e app tutti i martedì alle 17, ha risposto al conduttore che gli domandava se ravvisasse degli errori nella gestione della sanità lombarda, un “modello” che negli anni ha favorito sempre più il sistema privato a scapito di quello pubblico. “A che cosa è servita la sanità privata? A niente – ha detto De Luca – Oppure, a che cosa è servita in certi istituti, cosiddette ‘residenze’, che sono ospizi in cui hanno rovesciato i malati di Covid e hanno sterminato la popolazione di questi ospizi, queste discariche, dove andiamo a mettere i nostri vecchi? Lì ci sono certamente i ‘progrediti’ di ogni tipo, non importa che siano lombardi o di altrove. Quelli che si sono permessi di insaccare i malati di Covid dentro quegli ospizi sono dei criminali della comunità. Hanno commesso un crimine di guerra in tempo di pace, praticando lo sterminio degli anziani”, ha concluso lo scrittore.

‘Punto Esclamativo’ è un programma originale Loft, disponibile in abbonamento su sito e app di Loft ogni martedì alle 17.

****

Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 72 di La Voce 64: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!

Inviare alla Delegazione <delegazione.npci@riseup.net> l’indirizzo email di ogni conoscente e di ogni organismo a cui può essere utile ricevere i Comunicati del Partito

Mettersi in contatto con il Centro del Partito (usando il programma di criptazione PGP e il programma per la navigazione anonima TOR) e cimentarsi sotto la sua guida nella costruzione di un Comitato di Partito clandestino nella propria azienda, scuola o zona d’abitazione!