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Struttura e funzionamento dello Stato della Repubblica Pontificia
(schede tematiche)  

Arma dei Carabinieri

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10.08.2019

Scheda tematica Arma dei Carabinieri


1. Compiti istituzionali

Il corpo appartiene al Ministero della Difesa e svolge due funzioni: quella di forza armata (per cui dipende dal Ministero della Difesa) e quella di pubblica sicurezza (per cui dipende, ma soltanto funzionalmente, dal Ministero dell’Interno). In quest’ultimo ambito, però, è subordinato alla Polizia di Stato (che è la forza di polizia nazionale responsabile in prima istanza dell’ordine pubblico). Rispetto alla Polizia di Stato, i Carabinieri hanno una presenza più capillare: sono presenti anche nei piccoli centri.

Per quanto riguarda la funzione di forza armata, l’Arma dei Carabinieri è utilizzata negli scenari di guerra esteri come forza di polizia militare e ha piccoli comandi (o stazioni) territoriali dislocati in diverse caserme e posti di comando dello Stato Maggiore della Difesa, dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, nelle basi e nei centri NATO con compiti di polizia militare e pubblica sicurezza.

Per quanto riguarda la funzione di pubblica sicurezza, è utilizzata allo stesso modo della Polizia di Stato per i compiti di mantenimento dell’ordine pubblico, prevenzione, individuazione e repressione delle violazioni delle leggi dello Stato, controllo del territorio. In particolare questa attività si concretizza in:

  1. pattugliamenti, posti di blocco, osservazione del territorio di competenza.

  2. indagini su singoli o gruppi portate avanti sotto il coordinamento di un magistrato o di propria iniziativa.

  3. interventi nell’ambito di manifestazioni pubbliche (politiche, sportive, istituzionali, ecc.) per vigilare sul loro svolgimento con controlli preventivi e con interventi diretti (questo aspetto di ordine pubblico viene affidato principalmente ai reparti “più militarizzati” dell’Arma).

Con l’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato avvenuto nel 2017 a seguito della Riforma Madia della Pubblica Amministrazione, i carabinieri hanno assunto i compiti del disciolto Corpo Forestale. Gli appartenenti alla categoria forestale vengono definiti Carabinieri Forestali. Per questione di praticità, trattiamo dei Carabinieri Forestali in un paragrafo a parte, il 4.


2. Numero degli appartenenti, suddivisione per grado e ruoli, cenni storici e sviluppo nel tempo.

Questo corpo è stato creato nel 1814 (Regno dei Savoia) con il nome di Corpo dei Carabinieri Reali che è rimasto fino al 1946. In pratica si trattava della guardia del Re che ne disponeva sia per il mantenimento e la difesa del suo potere politico, sia per l’aggressione estera in ambito di guerra, sia come polizia militare nelle colonie italiane.

A differenza della Polizia di Stato (creata nel 1852) l’Arma dei Carabinieri non ha subito forti riorganizzazioni interne neppure durante il Fascismo (che rimodellò l’intero sistema poliziesco italiano creando la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale). In pratica nell’Arma dei Carabinieri permane oggi la stessa struttura organizzativa di 200 anni fa, con la differenza che l’Arma ha assunto nel tempo più funzioni e competenze, ma senza intaccare la struttura generale (di cui al paragrafo 3).

L’Arma dei Carabinieri, senza considerare gli appartenenti al disciolto Corpo Forestale dello Stato (di cui trattiamo più avanti, paragrafo 4) conta 105.000 dipendenti (riferimento 2015), così divisi:

Tra questi le donne sono molto poche, lo 0,7% equamente distribuite tra i vari ruoli.

Dal 2007 al 2015 nell’ambito dell’organico dell’Arma si è verificato un calo di 13.000 unità, da 118.000 a 105.000. Nel 1975 il numero dei carabinieri in servizio era di circa 80.000 unità. Come si vede, il cambio di tendenza risulta notevole: in 8 anni (2007-2015) l’Arma dei Carabinieri ha perso 1/3 dei 38.000 dipendenti che aveva assunto nei 30 anni 1975-2007.

Ciò ha comportato che negli ultimi 10 anni i presidi periferici dell’Arma dei Carabinieri subissero una rapida riduzione di organico portando molti di questi ad essere operativi per poche ore al giorno (tra le 6 e le 12 ore, spesso con un solo carabiniere in turno che fa da piantone) pur di mantenerli aperti.



3. Struttura del corpo, dislocazione e reparti speciali

3.1 Struttura Centrale e Territoriale

A capo dell’organizzazione vi è il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, alle dipendenze del Ministero della Difesa. Il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri attualmente è il Generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri. La struttura dei Carabinieri è più complessa e articolata (rispetto ad altre Forze di Polizia) perché prevede una struttura del tutto simile a quella delle altre FF.AA, con diversi livelli di comando. In particolare:

- Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, alle cui dipendenze vi è lo Stato Maggiore dell’Arma dei Carabinieri (quest’ultimo si occupa esclusivamente di aspetti relativi alle attività militari).

Alle dipendenze del Comando Generale vi sono (ordinati gerarchicamente):

- comandi interregionali (5)

- comandi regionali (o comandi di legione) (19)

- comandi provinciali (102)

- comandi intermedi (538 compagnie o gruppi, 36 tenenze e 17 reparti territoriali)

- comandi di stazione (4.632)


Oltre ai comandi già citati, alle dipendenze del Comando Generale vi sono:

- il Comando delle scuole dell’Arma dei Carabinieri (con tutte le strutture di formazione e addestramento connesse e ordinate gerarchicamente: legione allievi carabinieri e scuole allievi carabinieri, scuola ufficiali carabinieri, scuola marescialli e brigadieri, centri di perfezionamento)

- il Comando delle unità mobili e specializzate carabinieri “Palidoro” [da qui si diramano due divisioni: la divisione unità mobili (1° e 2° brigata mobile, come vedremo più avanti) e la divisione unità specializzate (quella che dirige ad esempio i RIS e i ROS).


Come è evidente l’organizzazione militare dell’Arma dei carabinieri prevede la presenza di comandi sia interregionali che regionali, cosa che non accade ad esempio per la Polizia di Stato che non frappone alcun comando intermedio tra gli organi centrali e le Questure (che sono organi con competenza provinciale).

Inoltre l’Arma dei carabinieri ha ben 6.140 presidi territoriali (di cui 4.632 stazioni), come media un presidio ogni 2 comuni! Questo grande estensione, combinandosi con la riduzione di personale già citata, comporta che i presidi territoriali hanno uno scarso numero di personale che vi opera causandone, in particolar modo nei comuni più piccoli, la funzionalità solo per poche ore al giorno.

Gli uomini e le donne che lavorano nei presidi territoriali e nelle stazioni non vengono utilizzati come polizia militare, ma soltanto nelle attività di controllo del territorio e di prevenzione, individuazione e repressione delle violazioni delle leggi dello Stato. Con la funzione di polizia militare vengono adoperati solo reparti specifici.



3.2 Reparti Speciali

BATTAGLIONI MOBILI E BRIGATE MOBILI:

I Battaglioni e le Brigate Mobili sono delle unità che dipendono dalla Divisione Unità Mobili, a sua volta dipendente dal Comando delle unità mobili e specializzate “Palidoro” e sono create per:

- assolvere, al pari di altre FF.AA., compiti di carattere militare nel quadro dei vari interventi italiani all’estero,

- fronteggiare le esigenze dello Stato di mantenere l’ordine pubblico,

- concorrere a tutte le operazioni inerenti alla Protezione Civile in caso di calamità pubblica.

Le Brigate contengono più battaglioni e reggimenti. Storicamente i Reggimenti consistevano nel raggruppamento di due o più battaglioni. Nel tempo questa differenza è andata via via scomparendo ed è rimasta soltanto una questione di nomenclatura.


Fanno parte della Prima Brigata mobile:

Fanno parte della Seconda Brigata mobile:

La Prima Brigata mobile è principalmente impiegata sul territorio nazionale, la Seconda Brigata mobile è principalmente impiegata all’estero.


C.I.O. (Compagnia di Intervento Operativo)

Le CIO, istituite formalmente dal 1º novembre 2000, sono operative presso le unità (Battaglioni e/o Reggimenti) mobili di Milano, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo e Mestre

Possono essere definite le “teste di cuoio” dell’ordine pubblico, nel senso che sono compagnie altamente specializzate e addestrate nell’uso della forza rispetto alle altre compagnie appartenenti ai battaglioni e ai reggimenti.

R.O.S. (Raggruppamento Operativo Speciale)

Il ROS è un particolare reparto dell’Arma dei Carabinieri, che dipende dalla Divisione Unità Specializzate e quindi anch’esso, come le unità mobili, dal Comando delle unità mobili e specializzate dei Carabinieri “Palidoro”. Si occupa di investigazioni su criminalità organizzata, di antiterrorismo, di eversione. I ROS sono specializzati in indagini sotto copertura. Dal punto di vista tecnico-operativo fanno riferimento alle Brigate Mobili, ma senza passare da Reggimenti e Battaglioni (questo aspetto è coordinato dal Comando “Palidoro”, non dalle divisioni di appartenenza). La sede centrale è a Roma e ha il compito di dirigere il lavoro di 26 sezioni e 2 nuclei sparsi sul territorio nazionale. I ROS inoltre collaborano nell’attività di indagine dei reparti speciali delle altre Forze di Polizia.

G.I.S. (Gruppo di Intervento Speciale)

Il GIS è un reparto particolarmente addestrato della seconda brigata mobile. È composto da circa 120 uomini. Questo reparto viene impiegato talvolta all’estero in “operazioni speciali” al fianco di Col Moschin (Esercito), Comsubin (Marina) e 17° Stormo dell’Aeronautica, in difesa delle ambasciate e dei consolati italiani nei “paesi caldi”, ecc. È dotato di esploratori, tiratori scelti e esperti in diversi tipi di discipline di combattimento. In pratica è la componente che sul piano militare ha una formazione avanzata rispetto alle altre componenti dell’Arma dei Carabinieri.

N.A.S. (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità)

Questi nuclei si occupano di reprimere i reati legati a tutti i luoghi in cui si producono, si somministrano, si depositano o si vendono prodotti destinati all’alimentazione.

I NAS sono 38 e fanno capo a 3 Comandi di Gruppo Tutela della Salute (GTS) che hanno sede a Milano, Roma e Napoli.

A loro volta i 3 Comandi GTS fanno capo a due Ministeri diversi:

  1. al Ministero della Salute, per quanto riguarda l’impiego e le funzioni;

  2. al Ministero della Difesa per quanto riguarda gli aspetti di addestramento, composizione interna e regolamenti.

RaCIS (Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche) e RIS

Si tratta dell’apparato preposto a svolgere le indagini tecnico-scientifiche di polizia giudiziaria per conto di tutte le forze di polizia e della magistratura. Questo apparato dipende dalla Divisione unità specializzate (come il ROS). Al suo interno è diviso in diversi organi che si occupano di formare il personale in un campo specifico dell’attività tecnico-scientifica su cui non ci dilunghiamo in questa sede, in quanto si tratta di organi preposti alla formazione forense, balistica, chimica, ecc. Dal RaCIS dipendono 4 Reparti Investigazioni Scientifiche (RIS) che hanno sede a Parma, Roma, Messina e Cagliari. Alle dipendenze dei RIS (organi interregionali) vi sono 29 sezioni investigative scientifiche (SIS) che altro non sono che estensioni interprovinciali dei RIS.


4. Carabinieri Forestali (dal disciolto Corpo Forestale dello Stato)

Dal 2017, a seguito della Riforma Madia per la Pubblica Amministrazione, il Corpo Forestale dello Stato è stato assorbito dall’Arma dei Carabinieri, nell’ambito della quale è stato istituito il “Comando Unità carabinieri per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare”. Questo corpo, ora definito Carabinieri Forestali, è costituito da 7.500 unità, che si aggiungono ai 105.000 dipendenti dell’Arma dei Carabinieri. Dopo la Riforma Madia i Carabinieri Forestali dipendono sul piano funzionale dal Ministero dell’Ambiente, mentre sul piano organizzativo-pratico dipendono dal Ministero della Difesa.

La riforma ha riguardato solo parzialmente le regioni autonome. Per questo motivo oggi vi sono 14 Comandi Regionali Carabinieri Forestali, uno per ogni regione tranne che per Abruzzo e Molise che lo condividono. Per le regioni autonome non vi è un vero e proprio comando regionale (intermedio), ma estensioni locali del comando generale. Infatti la nuova struttura di questo corpo è così composta:

  1. 4 Comandi Generali (tutela forestale, tutela ambientale, tutela agroalimentare, tutela biodiversità).

  2. 14 Comandi Regionali, 800 stazioni Carabinieri Forestali, 5 Centri Anticrimine Natura (Palermo, Catania, Agrigento, Cagliari, Udine) dipendenti dal Comando Generale Tutela Forestale (le estensioni locali del comando generale di cui sopra).

  3. 12 Reparti Tutela Ambientale, dipendenti dal Comando Generale Tutela Ambientale, dislocati a Milano, Torino, Venezia, Roma, Bologna, Ancona, Firenze, Palermo, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Cagliari.

  4. 5 Reparti Tutela Agroalimentare, dipendenti dal Comando Generale Tutela Agroalimentare disclocati a Torino, Parma, Roma, Salerno, Messina.

  5. 20 Reparti Carabinieri Parchi Nazionali che dirigono le attività di 150 Stazioni Carabinieri Parco, dipendenti dal Comando Generale Tutela Biodiversità.

L’accorpamento del CFS ha comportato un esubero di circa 750 unità, ancora oggi in attesa di passaggio in altre forze di polizia. Il fatto che ha determinato innumerevoli difficoltà ancora irrisolte è che l’ex CFS era un corpo di polizia civile che ora invece viene organizzato militarmente in ogni aspetto dell’attività lavorativa, con tutte le conseguenze che ciò ha sui 7.500 dipendenti arruolatisi in un corpo di polizia civile e ritrovatisi militari. Vi sono inoltre notevoli ricadute pratiche sui dipendenti dell’ex CFS assunti per le competenze tecnico-scientifiche in ambito agroalimentare. Si tratta di figure che nel processo di assunzione nell’ex CFS non avevano ricevuto una formazione improntata al rigoroso rispetto della gerarchia e che hanno perso, con il passaggio sotto il comando dei Carabinieri, l’agibilità sindacale che avevano. A tutt’oggi, dopo due anni, questa situazione non è stata ancora risolta per via della resistenza al passaggio posta in essere da buona parte degli appartenenti all’ex CFS.