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Struttura e funzionamento dello Stato della Repubblica Pontificia
(schede tematiche)  

Polizia di Stato

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10.08.2019

Scheda tematica Polizia di Stato


1. Compiti istituzionali

La Polizia di Stato è una delle Forze dell’Ordine (o Forze di Polizia) incaricate

- di far rispettare sul territorio nazionale il principio che l’uso della violenza è monopolio dello Stato, salvo nei casi espressamente previsti dalla legge,

- di individuare, prevenire e reprimere ogni violazione delle leggi dello Stato,

- di individuare, prevenire e reprimere attività che mettono in pericolo il potere politico.

In termini concreti l’attività della Polizia di Stato si compone di 1. pattugliamenti, posti di blocco, osservazione nel territorio di competenza, 2. indagini su singoli e gruppi portate avanti sotto il coordinamento di un magistrato o di propria iniziativa, 3. operazioni di vigilanza sullo svolgimento delle manifestazioni pubbliche (politiche, sportive, istituzionali, ecc.).

In queste compiti la Polizia di Stato viene affiancata anche da altre Forze dell’Ordine statali (Carabinieri [che dal 2016 hanno inglobato anche il Corpo Forestale dello Stato), Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza] e locali (Vigili Urbani). Le rispettive attività sono coordinate da appositi organi.

La Polizia di Stato espleta i suoi compiti attraverso i reparti e gli uffici in cui è strutturata.


2. Numero degli appartenenti, suddivisione per grado e ruoli, sviluppo nel tempo

La Polizia di Stato è un corpo fondato nel 1852 (Regno dei Savoia). Attualmente (fine 2018) è composto da circa 107.000 unità (uomini e donne): 930 dirigenti, 1.980 commissari, 1.300 vice-commissari e questori, 23.600 ispettori, 20.000 sovrintendenti e 59.600 appartenenti al ruolo agenti/assistenti (la truppa per intenderci, composta dai gradi di agente, agente scelto, assistente e assistente capo con avanzamento per anzianità di servizio) (più gli addetti tecnici e scientifici). I compensi possono variare dai quasi 5.000 euro lordi al mese di un dirigente, ai 1.900 euro lordi di un appartenente al ruolo agenti/assistenti.

Nel 1975 la Polizia di Stato era composta da circa 80.000 unità (0.15% dei circa 55milioni di residenti), oggi costituisce lo 0.18% dei circa 60 milioni di residenti.

I funzionari della Polizia di Stato, cioè quelli educati e addestrati a dirigere l’apparato repressivo, sono aumentati del 50% rispetto al 1975 (all’incirca da 2.000 ai 3.000 di oggi tra dirigenti e commissari).

Con la legge n. 121 del 1981 è avvenuta la cosiddetta smilitarizzazione della Polizia di Stato: un riordinamento interno di compiti, ruoli e funzioni, che mise le basi per l’attuale struttura. I cambiamenti sostanziali furono:

1. la mitigazione della dipendenza gerarchica militare con la possibilità di costituire sindacati interni,

2. l’inquadramento delle donne come vere e proprie poliziotte con pari compiti degli uomini (prima costituivano un corpo separato),

3. l’accorpamento dei compiti civili e militari nelle nuove figure di vertice che venivano a formarsi (prima fino ad un certo livello coesistevano funzionari civili, che si occupavano della direzione degli uffici e funzionari militari che si occupavano della gestione delle operazioni e della truppa).

Rimasero tuttavia invariati 1. i privilegi dei vecchi alti funzionari militari che mantennero grado, funzioni, stipendi e pensioni fino all’esaurimento degli stessi e 2. la struttura di base.


3. Struttura del corpo, dislocazione

3.1 Struttura Centrale

La Polizia di Stato fa capo al Ministro degli Interni.

Tutta l’attività della Polizia di Stato è diretta a livello nazionale da Uffici Centrali e da Direzioni Centrali, che tutti fanno capo al Dipartimento di Pubblica Sicurezza (DPS) del Ministero degli Interni: il capo del DPS è detto Capo della Polizia (oggi Franco Gabrielli).

Alle dirette dipendenze del Capo della Polizia vi sono gli Uffici Centrali e le Direzioni Centrali indicati di seguito. Solo per quelle principali e più importanti ai fini del lavoro di conoscenza e approfondimento verranno indicate nello specifico le funzioni:

- Ufficio per l’Amministrazione Generale. S i occupa di questioni amministrative e burocratiche (licenze, passaporti, concessioni all’uso di armi).

- La Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia .

- La Scuola Superiore di Polizia

- Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle Forze di Polizia. È un ufficio in cui sono presenti i vertici interforze delle varie Forze di Polizia (Forze dell’Ordine). È una specie di Stato Maggiore che si occupa del coordinamento di tutte le Forze dell’Ordine:

1. e laborazione della pianificazione generale dei servizi di ordine e sicurezza pubblica,

2. coordinamento dei servizi logistici e amministrativi di carattere comune alle F.d.O

3. pianificazione della dislocazione e del coordinamento delle F.d.O. e dei loro servizi tecnici (quello che nello specifico fa ogni forza singolarmente).

- Ufficio centrale ispettivo. S i occupa del controllo del funzionamento delle dislocazioni territoriali della Polizia di Stato e fa riferimento direttamente al capo del DPS. In pratica è l’ufficio repressivo “interno”.

La caratteristica degli Uffici è che ognuno ha proprie dislocazioni capillari in ogni Questura e il loro funzionamento è in parallelo a quello delle Direzioni Centrali (a livello nazionale) e a quello delle Questure e dei Commissariati (a livello locale).

Direzione centrale della polizia criminale (abbreviato criminalpol ) che raccoglie ed elabora i dati e le informazioni e gestisce i collaboratori di giustizia. Ha inoltre il compito di cooperare a livello internazionale con i Paesi Esteri (Interpol), con reciproco scambio di informazioni. L’attività investigativa di questa Direzione Centrale è svolta dalla Direzione centrale anticrimine (Dac). È una nuova struttura creata nel 2005, che riunisce tre funzioni, definite tecnicamente “servizi”, precedentemente diretti dalla criminalpol. Il rapporto che vi è tra la Dac e la criminalpol è il seguente: la Dac si occupa, come vediamo più avanti, dell’attività investigativa nel suo complesso esclusivamente sul territorio nazionale, mentre la criminalpol ha funzioni più ampie, che includono come sua parte l’attività del Dac, ma si estendono anche alla gestione dei collaboratori di giustizia, ai rapporti con i Paesi Esteri attraverso il servizio SCIP (Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia), si occupa del supporto tecnico-scientifico nelle attività investigative, e si occupa di gestire, a un livello quindi superiore rispetto al Dac, le attività investigative interforze. Il Dac è il vero e proprio centro operativo/investigativo della criminalpol, e il suo lavoro si articola attraverso i seguenti servizi:

Direzione centrale della Polizia di prevenzione ( DCPP ) che si occupa di dirigere veri e propri Reparti Specializzati (o Reparti Speciali). Di questa fanno parte il Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza ( NOCS ), le Unità operative di pronto intervento ( U.O.P.I. ), la Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali ( DIGOS ). Questa ultima è la “polizia politica” che scheda e raccoglie informazioni sui gruppi politici che, con la loro opera, sono supposti minare le basi dello Stato.

Direzione centrale per la polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i reparti speciali della Polizia di Stato a cui fanno capo reparti che hanno settori di competenza ben specifici come la polizia stradale, la polizia ferroviaria, la polizia postale, il reparto cinofili, i tiratori scelti e i reparti mobili.

Direzione investigativa antimafia ( DIA ) , è un organismo investigativo interforze, che si articola territorialmente attraverso i distretti della Direzione Distrettuale Antimafia ( DDA ) e si occupa della criminalità organizzata.

- Direzione centrale di sanità.

- Direzione centrale per i servizi di ragioneria.

- Direzione centrale per i servizi antidroga.

- Direzione centrale dell’immigrazione e della polizia delle frontiere.

- Direzione centrale dei servizi tecnico-logistici.

3.2 Struttura territoriale

Ricapitolando, la Polizia di Stato presenta un assetto organizzativo articolato in:

  1. DPS con Uffici Centrali e Direzioni Centrali.

  2. Questure (103), uffici provinciali alle dirette dipendenze del questore.

  3. Commissariati (360), uffici locali dipendenti dalle questure. In assenza dei Commissariati, ad esempio nei comuni più piccoli, referenti locali per l’ordine e la sicurezza pubblica sono il Questore e il Sindaco.

  4. Posti fissi (17), uffici locali o circoscrizionali, dipendenti dai commissariati o direttamente dalle questure. Sono presenti in quei territori in cui è “sconveniente” tenere un commissariato vero e proprio con tutte le sue funzioni, ma vi è comunque necessità di avere un presidio di Polizia. Questi si occupano principalmente di questioni burocratiche e amministrative, meno (o pochissimo) di azioni di controllo del territorio, prevenzione e repressione.

3.3 Uffici e Reparti Speciali

Prima di proseguire è necessario fare una distinzione tra Reparti e Reparti Speciali. Per Reparto si intende, nell’ambito della Polizia di Stato, e più in generale di tutte le Forze di Polizia, ogni raggruppamento di unità che attuano in ultima istanza le direttive centrali e che vigilano sul rispetto delle leggi vigenti. Quindi ogni Commissariato di Polizia è un Reparto che ha funzioni eguali a quelle di tutti gli altri Reparti.

La differenza tra Reparti e Reparti Speciali sta nel fatto che i Reparti Speciali collaborano con le strutture territoriali ma sono alle dirette dipendenze degli organi centrali e inoltre hanno compiti e funzioni che i Reparti non hanno, o che comunque demandano in ogni caso ai Reparti Speciali. Il vari Commissariati di Roma, ad esempio, sono tutti reparti a se stanti che dipendono dalla Questura di Roma (organo decentrato del DPS). Il Reparto Mobile di Roma invece, essendo un Reparto Speciale, non dipende dalla Questura di Roma ma dalla Direzione centrale per la polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i reparti speciali della Polizia di Stato (organo centrale del DPS) . L’impiego di un Reparto Speciale è subordinato al lasciapassare della Direzione Centrale a cui fa capo e le autorità locali non hanno autonomia gestionale su di esso.

La differenza tra Uffici e Reparti Speciali invece, nonostante entrambi facciano capo direttamente a organi centrali pur essendo presenti presso la maggior parte delle strutture territoriali, sta nel fatto che i primi hanno compiti di vigilanza e osservazione, di schedatura e di raccolta informazioni, mentre i secondi hanno un impiego esclusivamente operativo.


Di seguito un breve schema dei principali Reparti Speciali e Uffici della Polizia di Stato:

REPARTI MOBILI : Sono la cosiddetta celere e fanno capo alla Direzione centrale per la polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i reparti speciali della Polizia di Stato (vedi sopra). Sono reparti addestrati all’ordine pubblico, all’utilizzo di scudi e manganelli e di tecniche repressive di piazza.

Ciascun reparto mobile è suddiviso in nuclei e squadre e può operare sull'intero territorio nazionale, senza alcuna limitazione. I reparti mobili sono attualmente 15 e vi prestano servizio circa 6.000 unità (tra ufficiali, sottufficiali e agenti). Ogni nucleo è costituito da 10 squadre, ciascuna composta da 10 unità (operatori). I Reparti sono così disposti sul territorio nazionale:

Le forze sono quindi così dispiegate sul territorio nazionale:


SQUADRA MOBILE : la squadra mobile è l’organo investigativo delle questure ed effettua indagini su ordine dell’autorità giudiziaria o di propria iniziativa. È presente in ogni Questura e la sua composizione numerica e qualitativa cambia a seconda delle dimensioni e del tipo di attività che la Questura ritiene principale nel proprio territorio di competenza. Gli investigatori non operano in uniforme, ma in abiti civili e con auto civetta. L’attività della squadra mobile fa capo allo SCO (vedi sopra). È un ufficio particolare della polizia, dove si entra su chiamata.


NOCS : questo è un reparto d’avanguardia della Polizia di Stato. Si occupa di interventi mirati e “pericolosi”. Sono quelli che in definitiva, in ultima istanza, vengono chiamati quando le altre soluzioni non hanno avuto efficacia. Ufficialmente è composto da circa 150 unità (ma il numero può non essere preciso, considerando che le identità dei componenti non sono conosciute al pubblico), altamente specializzate nell’uso di diversi tipi di armi e di esplosivi, nelle operazioni in qualsiasi tipo di contesto (urbano, rurale, montuoso, marittimo, aereo). Chi entra in questo reparto deve superare dure selezioni, prove fisiche che richiedono capacità superiori alla capacità media di uomini e donne. Questo reparto è impiegato molto di rado, l’ultimo intervento noto al pubblico risale al 2007: il resto è attività interna (addestramento) e operazioni segrete. Di fatto è la parte che rappresenta le vecchie caratteristiche “militari”, è il reparto repressivo d’élite della Polizia di Stato.


DIGOS: è la cosiddetta polizia politica. I suoi compiti sono quelli di monitorare gruppi politici che mirano al sovvertimento sociale e di agire con azioni di contrasto e boicottaggio. La DIGOS è presente in ogni Questura, e la sua composizione varia a seconda delle dimensioni della Questura. L’ufficio DIGOS di ogni Questura è diviso in sezioni. Queste sezioni sono più o meno numerose e strutturate a seconda delle necessità territoriali. Di seguito lo schema di divisione di un ufficio DIGOS di capoluogo regionale.

Presso la DIGOS del capoluogo di regione sono presenti tre sezioni:

Prima sezione - VISIBILE - che si occupa di attività informativa e sindacale (rapporti con enti pubblici ed organizzazioni varie). È cioè quella “aperta al pubblico”.

Seconda sezione – OPERATIVA.

Terza sezione - INVESTIGATIVA .