Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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1° aprile 2023

Saluto al VI Congresso Nazionale del Partito dei CARC - giornata pubblica


Cari compagni,

a nome del Comitato Centrale del (nuovo)PCI saluto con gioia il VI Congresso Nazionale del P.CARC e auguro che abbia un ruolo fecondo nell’attuazione del programma esposto nella Dichiarazione Generale e nelle due Risoluzioni. I tre documenti illustrano la linea che stiamo seguendo nei singoli campi per avanzare nella creazione delle condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare, tappa della rivoluzione che sfocerà nell’instaurazione del socialismo. Saluto anche gli invitati che partecipano a questa giornata pubblica del Congresso del P.CARC e auguro a ognuno di loro di dare un contributo crescente alla lotta per porre fine al catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista impone nel nostro paese e nel mondo.

Grande e crescente è l’insofferenza delle masse popolari per questo corso ed è sulla loro resistenza che noi comunisti dobbiamo basarci per promuovere la rinascita del movimento comunista.

Il movimento comunista è anzitutto un movimento pratico di trasformazione dello stato presente delle cose. Gli uomini e le donne lo compiono mossi dalle condizioni pratiche in cui si trovano e dall’influenza contrastante della borghesia imperialista e dei comunisti coscienti e organizzati. Ma il movimento pratico può svilupparsi fino a vincere solo se diventa anche un movimento sempre più cosciente. Il processo dell’emancipazione della classe operaia e delle masse popolari dalla borghesia imperialista è anche il processo della formazione nella classe operaia e nel resto delle masse popolari di una coscienza superiore e diffusa. Da sempre le classi dominanti escludono il più che loro è possibile le classi oppresse e sfruttate dalle attività specificamente umane e pensare è per eccellenza una di esse. Nell’epoca imperialista abbrutire le menti e i cuori e manipolare le informazioni, le idee e i sentimenti delle masse popolari costituiscono lo strumento principale con cui la borghesia protrae il suo dominio. In un paese imperialista la borghesia non è in grado di dominare senza un certo livello di collaborazione delle masse popolari. La formazione tra le masse popolari di una coscienza superiore è strumento pratico e manifestazione della loro emancipazione in corso.

Noi comunisti dei paesi imperialisti nel secolo scorso abbiamo subito una grande sconfitta e questo pesa ancora molto nella lotta in corso. Ma la sconfitta è stata grande perché grandi sono i risultati della prima ondata di rivoluzioni proletarie sollevata nel mondo dalla nostra vittoria nell’Ottobre 1917, dalla costituzione dell’Unione Sovietica e dell’Internazionale Comunista. Nonostante la sconfitta restano ancora nel mondo grandi e fecondi risultati di questa grande ondata. La borghesia imperialista volge il dominio che abbiamo acquisito sulla natura in inquinamento e devastazione della Terra, al punto che incombe la distruzione delle condizioni dell’esistenza della specie umana e lo usa su grande scala a fini militari: la guerra in Ucraina lo mostra. Tuttavia né ha cancellato né è in grado di cancellare completamente i risultati della prima ondata. In alcuni dei primi paesi socialisti (dalla Repubblica Popolare Cinese a Cuba, dalla Corea del Nord al Vietnam e al Laos) alla testa dei governi vi sono partiti comunisti in ognuno dei quali la destra è lungi dall’essere prevalsa nella lotta tra le due linee. Molti sono i paesi dove forte se non predominante è l’opposizione all’egemonia e alle prepotenze della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei. In tutti i paesi imperialisti cresce la rottura tra le masse popolari e la borghesia imperialista. In alcuni di essi, come l’Italia, grande è ancora la base rossa: il numero degli individui in cui l’aspirazione al socialismo è viva. Importante è quindi che noi comunisti facciamo e diffondiamo il bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria. I documenti del vostro Congresso lo fanno.

Quali sono stati i limiti nella comprensione delle condizioni, della forma e dei risultati della lotta di classe a causa dei quali nel secolo scorso non siamo riusciti a instaurare il socialismo nei paesi imperialisti e molti dei primi paesi socialisti, e tra essi L’URSS, hanno cambiato strada? Il (nuovo)PCI ha dato risposte precise a questa domanda. Ogni organismo che vuole essere comunista deve dare risposta a questa domanda e verificare la risposta sia nel dibattito franco e aperto fra comunisti sia nell’applicazione della risposta nella pratica. Chi non è convinto che il comunismo è il futuro dell’umanità, non fa il bilancio delle nostre sconfitte. Per lui è normale che chi si ribella alla borghesia sia sconfitto, che la borghesia domini. Al massimo le masse popolari possono strapparle alcune migliorie. Questo è il modo di pensare degli esponenti della sinistra borghese e di quelli che, anche se parlano di socialismo, non dicono cosa intendono.

I fondatori della scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia, Marx ed Engels, ci hanno insegnato che il comunismo è il futuro dell’umanità che succederà alla società borghese. Quindi di fronte ad ogni sconfitta, noi facciamo il bilancio, traiamo insegnamenti per riprendere con successo la lotta e li applichiamo nella pratica. Gli uomini sono arrivati in cima all’Everest, ma quanti tentativi finiti male prima di arrivarci!

Questo è lo spirito che permea i documenti del vostro VI Congresso. Principalmente questo loro tratto noi del (n)PCI apprezziamo. Il movimento vale perché serve a raggiungere l’obiettivo: l’instaurazione del socialismo. La linea adottata va valutata in funzione dell’obiettivo. È in questa ottica che risalta quanto è giusto e necessario, nella condizioni del nostro paese, che operino due partiti comunisti: uno clandestino solo di quadri, l’altro operante pubblicamente, di quadri e di massa. Sabato scorso a Firenze lungo il percorso della manifestazione promossa dagli operai della GKN sono comparse scritte murali del (n)PCI: le differenti reazioni confermano quanto è giusto quello che diciamo quando esortiamo ad affiggere locandine e autoadesivi e fare scritte murali: vedere che il (n)PCI clandestino è presente anche dove non se l’aspettano, è un’operazione della guerra delle masse popolari contro la borghesia imperialista, infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni.

Non ci scoraggiano le difficoltà che incontriamo nello sviluppare le nostre forze: nel 2019 in occasione del saluto al vostro V Congresso avevamo annunciato il rafforzamento del Centro clandestino del (n)PCI con l’inserimento di due quadri che poi hanno disertato: a conferma che costruire il partito clandestino nei paesi imperialisti e in particolare dopo la sconfitta da noi subita nel secolo scorso, è difficile quanto si è rivelato difficile instaurare il socialismo. Le sconfitte in singole battaglie non ci fanno desistere dal promuovere la guerra.

La borghesia imperialista non ha futuro: le prospettive per la vittoria della rivoluzione socialista sono eccellenti.

Avanti, compagni! Il futuro è nostro! In quanto tempo arriveremo a instaurare il socialismo dipende anche da ognuno di voi e di noi!

Osare lottare, osare vincere!

Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista e con questa lotta contribuiamo alla rinascita del movimento comunista nel mondo!


Per il Comitato Centrale del (n)PCI, il segretario generale Ulisse