Comunicato sulle conclusioni delle riunioni con gli organismi promotori della costituzione del Comitato Nazionale di Difesa Politica e Legale (CNDPL)

Rapporti Sociali n. 25 - giugno 2000 (versione Open Office / versione MSWord )

 

Il 22 gennaio 2000 si è svolta a Napoli la terza riunione degli organismi promotori della costituzione del CNDPL. La proposta di costituire il CNDPL era partita dall’Assemblea nazionale contro la repressione svoltasi a Napoli il 6 novembre 1999 e come CARC e ASP l’avevamo raccolta nell’ottica di creare un fronte comune che si opponesse all’attacco della borghesia e che promuovesse e valorizzasse la solidarietà suscitata dall’operazione del 19 ottobre. Da allora il dibattito si è sviluppato: ci sono stati 3 incontri a livello nazionale finalizzati a definire gli scopi e gli obiettivi del comitato. A conclusione della discussione del primo punto all’ordine del giorno della riunione del 22 gennaio che riguardava il Programma e lo Statuto del CNDPL, i CARC e l’ASP hanno constatato che vi erano delle profonde divergenze sui compiti e sull’orientamento generale che impedivano la creazione comune e lo sviluppo di un proficuo lavoro del CNDPL e di conseguenza hanno deciso di uscire dal progetto e di dare vita ad un proprio organismo che sviluppi le attività di solidarietà con gli inquisiti e di lotta contro l’operazione di controrivoluzione preventiva avviata dalla magistratura romana.

 

I motivi principali che ci hanno portati a questa scelta sono:

1. I CARC e l’ASP non condividono l’impostazione programmatica che via via si è delineata nella maggioranza degli organismi promotori del CNDPL. Impostazione che poneva come attività principale, come obiettivo principale del comitato una generale attività di lotta contro la repressione dello Stato borghese. A tale proposito, la proposta dei CARC e dell’ASP (presentata nella riunione di dicembre) si differenziava nettamente perché poneva al centro del programma del lavoro del Comitato l’attività di difesa degli inquisiti (60 compagni/e) dell’inchiesta del 19 ottobre. Tale inchiesta come è noto si basa sull’accusa di “associazione sovversiva (art. 270 e 270bis del cpp) per avere costituito un’organizzazione eversiva denominata (nuovo) Partito Comunista in forma clandestina”, come recita testualmente il mandato. Questa accusa della magistratura borghese è un atto di criminalizzazione di tutte quelle forze soggettive della rivoluzione socialista che vogliono ricostruire il partito comunista in Italia e quindi dei CARC, che rappresentano uno dei principali organismi politici nati e cresciuti allo scopo di creare le condizioni della ricostruzione del pci. Ma in particolare, l’azione del 19 ottobre è volta a criminalizzare la Commissione Preparatoria del congresso del (nuovo) Partito comunista italiano, che ha lanciato come suo programma, espresso nella sua rivista La Voce, la costruzione dalla clandestinità del partito comunista. La ricostruzione del partito comunista è il punto centrale dello scontro tra la borghesia imperialista e la classe operaia in questo e nel prossimo periodo. La borghesia a tutti i costi deve bloccare tale processo poiché comprende che la costituzione del partito comunista, nell’ambito dell’avanzare della crisi generale del suo sistema, rappresenta un fattore soggettivo determinante, perché sposta i rapporti di forza a favore del proletariato.

Per queste ragioni abbiamo proposto che l’attività principale del CNDPL doveva essere la difesa politica e legale degli inquisiti dell’inchiesta del 19 ottobre, incentrata sulla difesa del diritto e della libertà di azione politica e di pensiero dei comunisti e dei lavoratori, conquistati con le dure lotte dalla classe operaia e con la Resistenza antifascista, di tutti coloro che lavorano alla ricostruzione del partito comunista e che sono interni al fronte della lotta delle masse popolari contro la borghesia imperialista e il suo regime.

Non ritenevamo che il CNDPL potesse svolgere un utile lavoro di difesa politica e legale se negava in modo categorico l’obiettivo principale che la borghesia si pone con questa inchiesta e non volevamo contribuire, con il silenzio o sottoscrivendo tesi non condivise, all’autocensura e alla confusione: a confondere, falsificare e nascondere alla classe operaia e alle masse popolari ciò che in Italia avviene, qual è lo scontro in atto, quali sono realmente le posizioni sia nel campo della borghesia imperialista che nel campo della classe operaia. Noi pensiamo che contro il terrorismo e la confusione  della borghesia abbiamo una sola arma: sviluppare tutta la chiarezza di cui siamo capaci, tutta la solidarietà che riusciamo a mobilitare e raccogliere, difendere, usandole, quanto ancora resta delle conquiste strappate dalle masse popolari. Solo così si sconfiggono le operazioni come quella avviata il 19 ottobre e le altre che seguiranno. Solo così si difende l’agibilità politica dei comunisti e si smaschera il vero volto della borghesia imperialista e dei suoi lacchè. Solo così si rafforza il più generale movimento di resistenza dei lavoratori e delle masse popolari contro gli attacchi della borghesia e dei suoi apparati.

2. Da queste considerazioni emerge che la divergenza sullo scopo e gli obiettivi del CNDPL è stata il motivo principale della nostra scelta. Ma ci sono anche altre considerazioni che sono importanti per capire il dibattito e le posizioni che sono emerse. I CARC e l’ASP non sono interessati alla costituzione di un ulteriore comitato contro la repressione così come viene inteso dai compagni coinvolti nel dibattito sulla costituzione del CNDPL, avevano ribadito, già nell’assemblea di Napoli, che non si trattava di costituire un Soccorso Rosso, visto che già esisteva l’Associazione Solidarietà Proletaria (ASP) che da anni, pur con tutti i limiti qualitativi e quantitativi, era attiva nella lotta contro la repressione della borghesia imperialista e per sviluppare la solidarietà nei confronti dei rivoluzionari prigionieri e dei compagni colpiti dalla repressione. Essa, nel lottare contro la repressione dello Stato imperialista borghese già dai primi anni ‘80, ha individuato l’importanza del legame della resistenza dei rivoluzionari prigionieri con la più generale resistenza delle masse popolari al procedere della crisi generale del sistema capitalista, l’importanza del garantire la libertà di espressione e dibattito dei rivoluzionari prigionieri (dare voce ai rivoluzionari prigionieri, anche non condividendone posizioni, orientamenti, linee, ecc.), l’importanza dello sviluppo delle varie forme di solidarietà proletaria con i compagni colpiti dalla repressione e l’importanza della lotta contro le varie operazioni di annientamento nei confronti dei rivoluzionari prigionieri portate avanti dalla borghesia e dai suoi apparati repressivi.

Quindi non eravamo d’accordo a creare un nuovo organismo che avesse le stesse finalità dell’ASP, senza un necessario dibattito di bilancio dell’attività svolta dai vari organismi in questo campo, che ci facesse capire perché oggi si doveva procedere a ricreare questo organismo, non è sufficiente dire “ma l’ASP è un’altra cosa”, bisogna dire concretamente come si intende lavorare in questo campo, dove l’impostazione dell’ASP è da superare, ecc. Noi pensiamo che è sbagliato l’atteggiamento di chi ogni volta dice che bisogna ripartire da zero, senza tenere conto dell’esperienza e del patrimonio esistente, limitato per quanto si vuole. Noi sosteniamo invece che bisogna partire dalle esperienze teoriche-pratiche che si hanno e, facendo il bilancio dell’esperienza, si può avviare un processo per superare limiti ed errori e migliorare la nostra comprensione e la nostra azione.

3. Infine anche l’impostazione organizzativa del CNDPL si profilava non già come un organismo di massa funzionante con il principio del centralismo democratico, bensì l’ennesimo tentativo di intergruppo di FSRS che non tengono conto di ciò che politicamente e ideologicamente è più avanzato o è più arretrato. Un gruppo eterogeneo di soggettività ove vige il criterio delle “pari condizioni, pari dignità” e il centralismo democratico finisce per essere una parola priva di contenuti. Una concezione movimentista che porta a livellare le posizioni su quelle più arretrate.

L’impostazione da intergruppo, come l’esperienza dimostra, non ha prospettiva. È un’impostazione che può dar vita solo ad un’unità debole poiché si basa sulla pari dignità di concezioni e di tesi politiche diverse e a volte contrapposte l’una all’altra e il cui risultato è l’eclettismo. È noto che l’eclettico non è capace di andare verso una direzione chiara, brancola nella nebbia e prima o poi finisce nelle sabbie mobili.

 

Conclusioni

I CARC e l’ASP, preso atto dell’impossibilità di impostare un proficuo lavoro e rapporto organizzativo con gli organismi interessati in tale progetto per la costituzione del CNDPL, decidono di costituire il Comitato di difesa politico e legale degli inquisiti del 19 ottobre denominato “Comitato 19 Ottobre”.(1) Tale Comitato lavorerà alla difesa dei compa gni a partire dalla demistificazione dell’inchiesta, rivelando e propagandando il vero significato dell’operazione partita dalla procura della repubblica del tribunale di Roma contro 60 militanti del movimento rivoluzionario italiano il 19 ottobre del 1999.

I CARC e l’ASP fanno appello a tutti i compagni e le compagne che si riconoscono nella sua impostazione affinché partecipino e collaborino con il “Comitato 19 ottobre”. Si dichiarano ovviamente disponibili a collaborare con il CNDPL sul terreno della difesa degli inquisiti del 19 ottobre e in altre attività contro la repressione che esso riterrà di promuovere in futuro. La nascita di diversi organismi, se da una parte è negativa perché indebolisce le attività comuni, dall’altra è sicuramente il passo migliore rispetto alla creazione di un Comitato “unitario” che rischia di finire presto “impantanato” e incapace di sviluppare una qualsiasi efficace attività.

 

La solidarietà proletaria è un’arma potente dei rivoluzionari!

Sviluppiamo la lotta contro l’inchiesta del “19 ottobre”!

Solidarietà con tutti i compagni colpiti dalla repressione borghese!

 

Napoli, 2 febbraio 2000

Segreteria Nazionale dei CARC

Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)

 

NOTA

1. Il Programma dei Comitati 19 ottobre è stato pubblicato ne Il Bollettino n. 62/63, marzo 2000, pagg. 4 e 5.

 

 

Rapporti Sociali 1985-2008 - Indice di tutti gli articoli