Bilancio della nostra partecipazione
alla campagna elettorale

Rapporti Sociali n. 28 - luglio 2001 (versione Open Office / versione MSWord)

 

I CARC, altri organismi e singoli compagni hanno partecipato alla campagna elettorale per le elezioni politiche, sotto l'insegna del Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista (FP-rpc), con la parola d'ordine "raccogliere forze, consensi e collaborazioni per la ricostruzione del partito comunista" e con lo slogan "Non c'è vittoria, non c'è conquista senza un vero partito comunista!". È stata un'iniziativa che ha focalizzato l'attenzione e il lavoro di numerosi compagni, è stata un'iniziativa che ha visto i comunisti assumersi il compito di porsi all'offensiva, con una propria iniziativa, contro la borghesia imperialista e la sua campagna elettorale.

Nella Piattaforma, distribuita in migliaia di copie e pubblicata anche su Rapporti sociali n. RS 26/27, abbiamo illustrato chiaramente l'analisi, gli obiettivi e le ragioni della nostra partecipazione, con una propria lista e con proprie parole d'ordine, alla campagna elettorale. Abbiamo indicato che intendevamo presentare una lista elettorale "non per fare un gruppo parlamentare più a sinistra del PRC, ma per raccogliere forze per la ricostruzione del partito comunista…" e che "se ne dovesse risultare un gruppo parlamentare, non sarà un gruppo parlamentare che andrà ad appoggiare e stimolare la sinistra borghese, ma un gruppo parlamentare che andrà ad appoggiare la ricostruzione del partito comunista (con la sua attività propagandistica, con le relazioni da parlamentare, con i passi che ogni parlamentare può fare, con i soldi dello stipendio: finché non lo sbatteranno fuori)." Abbiamo indicato che la nostra iniziativa non intendeva alimentare tra le masse illusioni di migliorare il parlamento borghese e che si proponeva di non lasciare la gestione della campagna elettorale alla borghesia imperialista e alla sinistra borghese o riformista, perché ritenevamo, nell'attuale situazione, importante che i comunisti italiani imparassero ad usare tutte le forme di lotta, come ci insegna l'esperienza storica del movimento comunista. Nella lotta contro la borghesia imperialista, se vogliamo effettivamente svolgere il ruolo di avanguardia della classe operaia e delle masse popolari, dobbiamo sapere usare tutte le forme di lotta: "il marxismo si distingue da tutte le forme primitive di socialismo perché non lega il movimento a una qualsiasi forma di lotta determinata" (Lenin).

Lo sviluppo della nostra iniziativa e il dibattito che ha suscitato al nostro interno, tra i collaboratori e simpatizzanti, tra i lavoratori avanzati, gli LSU e disoccupati e all'esterno, tra le FSRS del nostro paese e anche in alcune organizzazioni di altri paesi, dimostrano che la scelta fatta di raccogliere la proposta lanciata, lo scorso autunno, dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano (CP) di "costituire il Fronte per la ricostruzione del partito comunista che partecipi alle elezioni politiche del 2001" e il confronto avviato con altre organizzazioni per costruire un fronte più ampio possibile, è stata giusta e necessaria sotto diversi aspetti.

Con questa iniziativa ci siamo proposti quattro obiettivi:

far conoscere alla cerchia più vasta possibile delle masse popolari che ci sono comunisti e lavoratori avanzati che lavorano per ricostruire un vero partito comunista e diffondere l'appello a lavorare alla ricostruzione del partito comunista;

raccogliere e mobilitare ogni forma di collaborazione alla ricostruzione del partito comunista;

conoscere in modo più preciso le forze soggettive su cui nell'immediato possiamo contare per la ricostruzione del partito comunista;

diffondere su scala più vasta possibile un messaggio di fiducia nella capacità della classe operaia di guidare le masse popolari fuori dal marasma in cui la borghesia imperialista le affoga e nel dare un bilancio positivo dell'esperienza storica del movimento comunista internazionale.

 

 È sui passi compiuti verso questi obiettivi che tiriamo il bilancio della nostra iniziativa, adottando come metodo l'analisi materialista dialettica della realtà nello scontro tra la classe operaia e la borghesia imperialista. Avendo chiaro che "le idee giuste vengono dal bilancio dell'esperienza" e che un giusto bilancio dell'esperienza serve e ci aiuta a superare limiti e ostacoli che incontriamo nella lotta per il socialismo e oggi, in particolare, nella lotta per la ricostruzione di un vero partito comunista.

I comitati locali, i collaboratori e i simpatizzanti del FP-rpc e la Segreteria Nazionale dei CARC sono in questo periodo impegnati a fare il bilancio dettagliato di questa campagna. Di seguito illustriamo ai nostri lettori le prime valutazioni che abbiamo fatto su questa esperienza.

 

Quali sono i risultati raggiunti sui quattro obiettivi che il FP-rpc si era proposto?

Sul primo punto: "far conoscere alla cerchia più vasta possibile delle masse popolari che ci sono comunisti e lavoratori avanzati che lavorano per ricostruire un vero partito comunista e diffondere l'appello a lavorare alla ricostruzione del partito comunista", abbiamo sicuramente raggiunto importanti risultati. Abbiamo fatto un vasto e diffuso lavoro di propaganda per far conoscere e propagandare la ricostruzione del partito comunista, con la diffusione di decine di migliaia di volantini, con le diffusioni davanti alle fabbriche, tra i cortei dei disoccupati e LSU in lotta, tra i lavoratori delle cave di marmo, con i banchetti nelle piazze e nei mercati, con la partecipazione di spezzoni del FP-rpc nei cortei del 25 Aprile e del 1° Maggio.

Questa campagna è stata la più grande operazione di propaganda che i CARC e i sostenitori del FP-rpc hanno fatto per la ricostruzione del partito comunista. Possiamo tranquillamente affermare che la stragrande maggioranza dei lavoratori avanzati e degli altri elementi avanzati delle masse popolari (coloro che in qualche modo sono contro il marasma attuale e si pongono all'avanguardia del movimento di resistenza dei lavoratori e delle masse popolari), conoscono l'esistenza di compagni e compagne che lavorano alla ricostruzione di un vero partito comunista, conoscono organizzazioni che hanno posto al centro della loro attività la ricostruzione del partito comunista, conoscono il programma dei comunisti per l'instaurazione del socialismo (le Dieci misure immediate).

Con i banchetti, con le bandiere rosse, gli striscioni, i megafonaggi, la musica e i canti rivoluzionari e il materiale di propaganda, con la partecipazione ad alcune trasmissioni televisive e radiofoniche abbiamo propagandato la parola d'ordine della ricostruzione di un vero partito comunista e il lavoro in corso per la sua ricostruzione.

I banchetti sono stati un importante momento di contatto con i lavoratori e le masse popolari e un importante momento formativo per tutti i compagni che vi hanno partecipato.

I banchetti hanno costretto i compagni a calarsi tra le masse, a spiegare perché bisogna ricostruire un vero PC, perché i lavoratori e le masse popolari non possono aspettarsi niente di buono dalla sinistra borghese e riformista, perché l'imperialismo porta alla rovina e alla guerra, perché la giusta aspirazione dei lavoratori e delle masse popolari "all'unità dei comunisti" si può costruire solo su un programma e su un'organizzazione veramente comunisti.

 

Per quanto riguarda il secondo punto: "raccogliere e mobilitare ogni forma di collaborazione alla ricostruzione del partito comunista", abbiamo raccolto e mobilitato in questa campagna collaboratori e simpatizzanti dei CARC e alcuni nuovi compagni che si sono avvicinati interessati alla proposta del FP-rpc e alla ricostruzione del partito comunista.

La campagna ha contribuito allo sviluppo della nostra attività e del lavoro per la ricostruzione del partito in alcune nuove zone (Catania, Torino, Parma) e ha avvicinato nuovi compagni alle nostre attività in diverse città (Massa, Napoli, Modena, Bergamo, Roma, ecc.).

Abbiamo raccolto la simpatia e l'interesse di diversi compagni e compagne che ci hanno telefonato o scritto chiedendoci di conoscere meglio la nostra attività e in una certa misura abbiamo ridato fiducia a compagni che pensavano che  "ormai non c'è più nessuno che scende in piazza con le bandiere rosse". Abbiamo raccolto il sostegno economico di diversi compagni (alcuni hanno garantito una sottoscrizione mensile, altri hanno organizzato cene di finanziamento) che ci hanno permesso di far fronte alle diverse spese di propaganda e di organizzare un'assemblea nazionale a Firenze.

Abbiamo direttamente verificato l'interesse e la disponibilità dei giovani e il desiderio dei compagni e lavoratori più anziani di vedere la rinascita di un partito veramente dei lavoratori, e la sfiducia e il pessimismo esistente nei compagni più anziani nella possibilità di ricostruire un partito comunista non asservito alla borghesia, la crescente sfiducia dei lavoratori e delle masse popolari verso l'attuale regime e verso i suoi partiti. Un interesse e una disponibilità che fatica a tradursi in scelte politiche e pratiche conseguenti, per la debolezza dell'attuale movimento comunista e per gli errori, deviazioni e limiti del movimento comunista degli ultimi quarant'anni che, nonostante i diversi tentativi, non è riuscito a ricostruire un vero partito comunista.

È stata una campagna con la quale abbiamo seminato a largo raggio, iniziamo a raccogliere i primi frutti e altri verranno nel futuro. La politica del nuovo governo di ulteriore attacco dei lavoratori e delle masse popolari favorirà, se condurremo un politica giusta, la raccolta e la mobilitazione di diversi compagni sotto la bandiera della lotta per la ricostruzione del partito comunista e per il socialismo.

 

Per quanto riguarda il terzo punto "conoscere in modo più preciso le forze soggettive su cui nell'immediato possiamo contare per la ricostruzione del partito comunista", la campagna è servita sotto diversi aspetti. Innanzitutto ci ha permesso di sviluppare un dibattito e un rapporto con alcune forze soggettive della rivoluzione socialista (FSRS) e ha costretto a intervenire le attuali forze soggettive, in particolare quelle che hanno in qualche modo fatto propria la parola d'ordine della ricostruzione del partito comunista, sulla lotta in corso per la ricostruzione del partito comunista, sulle forme di lotta che i comunisti devono adottare, sulla natura e sul ruolo del sistema di potere della borghesia imperialista, ecc. Sul nostro foglio Resistenza, negli articoli Sul metodo di lavoro di febbraio e marzo 2001, abbiamo risposto ad alcune obiezioni e critiche sollevate dalla proposta di partecipare alle elezioni con la lista del FP-rpc.

La nostra proposta ha suscitato contrastanti reazioni nel campo delle attuali FSRS e ha contribuito a rilanciare il dibattito sulla ricostruzione del partito comunista. Alcune FSRS ci hanno attaccato in modo denigratorio e astioso, accusandoci di "aver scelto la via parlamentare al socialismo" e di "voler costruire un nuovo partito comunista revisionista". Attacco chiaramente spropositato e fuori luogo.

Dobbiamo ammettere che, non essendo riusciti neanche a raccogliere le firme necessarie per presentare la lista, abbiamo deluso quanti già ci vedevano negli scranni parlamentari ad "affossare la via rivoluzionaria e a legittimare le istituzioni borghesi"!

In altre ha suscitato curiosità e interesse sulle organizzazioni che oggi lottano per la ricostruzione del partito, avvicinandole al dibattito e al lavoro in corso attorno alla questione. Altre FSRS hanno tentato di dare vita, ancora una volta, a percorsi di unità delle attuali FSRS (assemblee e coordinamenti nazionali, fronti comuni), senza definire linea e programma comuni e soprattutto senza il bilancio del perché tentativi analoghi sono ripetutamente falliti in passato.

Questa campagna ha contribuito a smascherare il settarismo di alcune FSRS e l'opportunismo di altre che a parole si dichiarano per la ricostruzione del partito comunista, ma nella pratica non indicano quali passi concreti stanno facendo, o bisogna fare, in questa direzione. E, infine, la proposta e l'attività del Fronte Popolare ha posto a tutte le FSRS il problema della tattica dei comunisti, di come i comunisti devono e possono usare ogni iniziativa che coinvolge le masse, anche se promossa dalla borghesia, per far fare passi avanti al processo di ricostruzione del partito comunista. Il processo per la ricostruzione del partito procede e fa sentire la sua influenza anche tra le FSRS, non solo nel senso che un numero maggiore di esse lo fa proprio e inizia a lavorare in funzione di esso, ma anche e  soprattutto costringendo ogni FSRS a fare i conti con esso e suscitando all'interno di ogni FSRS una maggiore definizione tra ciò che va nella direzione e serve alla ricostruzione e ciò che le è ostile.

 

Per quanto riguarda il quarto punto: "diffondere su scala più vasta possibile un messaggio di fiducia nella capacità della classe operaia di guidare le masse popolari fuori dal marasma in cui la borghesia imperialista le affoga e nel dare un bilancio positivo dell'esperienza storica del movimento comunista internazionale", con questa campagna abbiamo in una certa misura contrastato la sfiducia e la delusione oggi esistenti nei comunisti, nei lavoratori avanzati e nelle masse popolari sulle capacità di organizzazione e lotta della classe operaia contro la borghesia imperialista. Sulle capacità della classe operaia di guidare se stessa e le masse popolari verso l'uscita dal marasma attuale e dal degrado morale e materiale in cui la borghesia costringe milioni di proletari. Abbiamo svolto questo compito principalmente tramite la propaganda e la discussione delle Dieci misure immediate che i comunisti dovranno prendere per costruire una società socialista.

Queste misure indicano chiaramente le differenze sostanziali che esistono tra la società socialista e quella capitalista. La prima misura stabilisce che: "Tutto il potere è assunto da un nuovo Stato i cui organi, ad ogni livello, sono Consigli di delegati dei lavoratori eletti e revocabili" e la decima stabilisce: "Affidamento in gestione ai Consigli di tutti i servizi pubblici (servizi sanitari, scolastici, assistenziali e culturali, lavori pubblici, trasporti, acque, strade, porti, ecc.). Impiego dei beni immobili confiscati alla borghesia imperialista per dare ad ogni famiglia un'abitazione sana e spaziosa e per soddisfare gli altri bisogni individuali e collettivi delle masse popolari".

La discussione sulle Dieci misure e sul programma dei comunisti è servita, a noi stessi e ai lavoratori con cui siamo entrati in contatto, per comprendere meglio i cambiamenti e le conquiste fatte dalla classe operaia con le rivoluzioni socialiste, a rafforzare la convinzione in noi e nei lavoratori sul bilancio essenzialmente positivo dell'esperienza storica del movimento comunista internazionale, sia quella dei partiti che hanno conquistato e mantenuto il potere per decenni, sia quella dei partiti dei paesi imperialisti che non hanno conquistato il potere ma hanno ottenuto importanti conquiste di benessere e civiltà per i lavoratori e le masse popolari. Solo l'avvento, dalla metà degli anni '50, dei revisionisti moderni ha interrotto questa esperienza positiva per i lavoratori e le masse popolari e ha portato allo sviluppo di un lento processo di corruzione e distruzione dei paesi socialisti e dei partiti comunisti. La discussione sulle Dieci misure ci ha permesso di evidenziare la sostanziale diversità che esiste tra un programma riformista e un programma socialista e a ribadire che soltanto un vero partito comunista può lottare per l'attuazione di un programma comunista.

 

Come ogni campagna e ogni nostra attività anche questa ha fatto emergere limiti ed errori da cui dobbiamo trarre insegnamenti per superare i primi ed evitare i secondi.

È stato sicuramente un limite non aver raggiunto l’obiettivo della presentazione della lista, ma di certo abbiamo fatto un’esperienza ricchissima e ci siamo attrezzati per un’eventuale prossima volta. La presentazione della lista ci avrebbe dato accesso ai mass-media di regime per propagandare a un numero più vasto di proletari la ricostruzione del partito comunista. Abbiamo raccolto in poco più di un mese circa 550 firme a Milano, 420 in Emilia, 450 in Toscana e 850 a Napoli in un centinaio di banchetti nei mercati popolari, nelle piazze, davanti alle fabbriche e alle scuole. Questo risultato rispetto all'obiettivo può apparire poca cosa, come una sconfitta se si valuta il risultato solo dal punto di vista elettoralistico, ma, come abbiamo ampiamente illustrato ai compagni e alle compagne che ci hanno dato la firma, che si sono avvicinati ai banchetti e nei punti di propaganda, la nostra partecipazione alla campagna elettorale doveva servire principalmente a "raccogliere forze e consensi per la ricostruzione del partito comunista".

La campagna ha evidenziato limiti nella nostra capacità di relazionarci con le masse popolari, di usare un "linguaggio  comprensibile alle masse", di fare fronte alle "provocazioni" delle masse arretrate o asservite alla borghesia. Inoltre, abbiamo riscontrato diversi limiti organizzativi e di mobilitazione dei compagni che saranno oggetto di esame specifico nei vari comitati anche se una parte di improvvisazione è normale quando si percorre un sentiero nuovo.

 

Quale sviluppo del FP-rpc?

Il FP-rpc che intendiamo costruire non è una nuova e più diluita FSRS, ma un ambito che raccoglie FSRS (a carattere nazionale o locale), associazioni di massa, organismi sindacali, organismi di lotta dei lavoratori, dei disoccupati, degli studenti, organismi di solidarietà verso i rivoluzionari prigionieri, circoli culturali, ecc., in un certo rapporto di collaborazione tra loro, perché tutti concordi che l'obiettivo principale di comune interesse in questa fase è la ricostruzione del partito, benché partano da punti diversi e abbiano caratteristiche e campi di lavoro diversi e appunto per questo non si fondono semplicemente, ma si coordinano tra di loro per rafforzare la lotta comune contro l'attuale società di sfruttamento, miseria e morte e per una nuova società socialista.

Il primo passo da fare per dare continuità al FP-rpc è l'elaborazione di una nuova piattaforma programmatica, sulla base di quella utilizzata per la campagna elettorale.

Gli organismi che aderiranno al FP-rpc dovranno quindi in generale svolgere, ognuno nel proprio ambito di attività, questi compiti:

contribuire alla ricostruzione del partito comunista;

propagandare le Dieci misure come misure immediate per l'instaurazione del socialismo che il nuovo partito comunista realizzerà appena conquistato il potere;

organizzare e sostenere il movimento di resistenza dei lavoratori e delle masse popolari al procedere della crisi generale del sistema capitalista, lavorando sul terreno politico, sindacale, sociale e culturale.

Il FP-rpc che intendiamo costruire è quindi una struttura che raccoglie e coordina organismi diversi per sviluppare iniziative nazionali e locali comuni (campagne, manifestazioni, ecc.), la base di un più ampio movimento di massa per la ricostruzione del partito comunista e per il comunismo.

 

Invitiamo tutti gli organismi e i compagni interessati a partecipare con proposte, critiche e suggerimenti al lavoro per la costruzione del FP-rpc e al lavoro per la definizione della struttura nazionale di coordinamento.

 

W il FP-rpc!

W il nuovo PCI!

 

il responsabile nazionale della campagna

 

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