Dichiarazione congiunta - settembre 2003
Per lo sviluppo di un Fronte comune di lotta contro la repressione e di solidarietà proletaria

Rapporti Sociali 34 - gennaio 2004   (versione Open Office / versione MSWord)

 

Il 23 giugno con un’operazione congiunta, diretta dalle Autorità italiane, le polizie di Italia, Francia e Svizzera hanno eseguito una serie di perquisizioni nei tre paesi e hanno incarcerato a Parigi 3 compagni. L’operazione ha colpito in particolare la CP (Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (n) Partito comunista italiano con l’arresto di due suoi membri (Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel) e i CARC (Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo), cioè compagni e organismi che lavorano alla ricostruzione del partito comunista italiano. La CP è un’organizzazione che fin dalla sua costituzione (1999) ha espresso un piano teorico e pratico per la ricostruzione di un vero partito comunista in Italia (il piano in due punti: 1. elaborazione del programma e 2. costituzione ovunque di Comitati clandestini che invieranno i loro delegati al congresso di fondazione del (n)Pci) e ha dato un importante contributo al dibattito sulla ricostruzione del partito e sulla rinascita del movimento comunista (le sue tesi e posizioni sono ampiamente illustrate nella sua rivista trimestrale La Voce e nel suo sito Internet www.lavoce.freehomepage.com).

Le Autorità italiane hanno più volte lanciato contro i comunisti e in particolare contro i compagni della CP e dei CARC campagne repressive di questo tipo: campagne che hanno l’obiettivo di impedire la ricostruzione del partito comunista italiano, ma che mascherano questo obiettivo dietro l’accusa di aver compiuto o di preparare attentati contro esponenti della borghesia (lotta al “terrorismo”). Vuol dire che la borghesia ha difficoltà a trovare consenso al suo vero obiettivo tra le masse popolari per cui deve camuffarlo, ma questo limita anche l’efficacia delle sue operazioni repressive, che infatti, se i compagni colpiti sanno resistere, prima o poi si chiudono con un nulla di fatto (archiviazione, non luogo a procedere, proscioglimento).

In Italia in questi ultimi 4 anni sono state avviate decine di inchieste con arresti e persecuzione per “associazione sovversiva” (inchiesta 19 ottobre 1999 contro i CARC, la CP e altre organizzazioni, Geri, Iniziativa Comunista, Sud Ribelle, CRAC, Senza Censura, Linearossa, organismi anarchici, indipendentisti sardi, ecc.) con il coinvolgimento di alcune centinaia di compagni e compagne del movimento comunista, del movimento contro la globalizzazione capitalista, del movimento anarchico e antimperialista. In Francia, oltre all’operazione del 23 giugno, in questi anni ci sono state operazioni congiunte della polizia spagnola e francese con arresti di militanti del PCE(r) e dei GRAPO (condannati in questi giorni a dure pene per “reati commessi in un altro paese” nel processo che si è tenuto a Parigi), contro il movimento di liberazione dei Paesi Baschi, della Corsica e della Bretagna e altre operazioni contro il movimento “no global”, contro gli esuli e i rifugiati (arresto ed estradizione di Persichetti). In Spagna è in corso un attacco senza precedenti contro il movimento comunista e il movimento di liberazione dei Paesi Baschi (messa fuorilegge di Batasuna, chiusura di sedi e giornali, arresti). In Svizzera si è sviluppata la repressione contro il movimento rivoluzionario: dalla persecuzione dei compagni di Revolutionarer Aufbau all’arresto ed estradizione di militanti rivoluzionari italiani. In Germania e in altri paesi si è sviluppata la persecuzione contro il movimento comunista turco e curdo. In tutti i paesi (USA in testa) sono in corso persecuzioni sistematiche contro il movimento islamico e arabo.

La borghesia imperialista, immersa nella crisi generale del capitalismo e favorita dalla persistente crisi del movimento comunista, da anni conduce a livello mondiale una guerra di sterminio contro le masse popolari. È una guerra non dichiarata le cui vittime però si contano a milioni ogni anno: sono i morti per fame, miseria, sfruttamento e disperazione, per guerre di aggressione o condotte direttamente o fomentate dai gruppi imperialisti, per mancanza di  assistenza sanitaria e di misure di sicurezza sul lavoro, per l’avvelenamento dell’ambiente naturale, del cibo e delle acque, per le persecuzioni politiche, razziali e per mille altre cause.

La crisi generale e le conseguenti guerre imperialiste suscitano sempre più una multiforme e diffusa resistenza dei lavoratori e delle classi oppresse in difesa delle conquiste di civiltà e benessere e contro lo sfruttamento e la barbarie del capitalismo.

Per fare fronte alla crisi generale e per contrastare questa resistenza la borghesia imperialista deve estendere e sviluppare sempre più lo stato di guerra dichiarata a un numero crescente di paesi e deve intensificare l’attacco contro i lavoratori e le classi oppresse dei propri paesi (attacco ai diritti politici e sindacali dei lavoratori, persecuzione delle avanguardie del movimento di lotta dei lavoratori, dei disoccupati, dei precari, dei giovani e delle donne).

Da più di 150 anni il compito prioritario per la borghesia è impedire la conquista del potere da parte dell’unica classe realmente antagonista, la classe operaia, l’unica classe capace di costruire la società socialista, una nuova società non più basata sullo sfruttamento e l’oppressione. L’esperienza dei primi paesi socialisti ha dimostrato che creare questa società è possibile, che questa società rende possibili miglioramenti enormi per le masse popolari, che solo questa società oggi consente lo sviluppo dell’umanità. La superiorità del sistema socialista è confermata dalla rovina e dalla miseria in cui i revisionisti hanno gettato i primi paesi socialisti nel tentativo di restaurare in essi il capitalismo.

Nella guerra che la borghesia conduce contro le masse, dopo la vittoria della Rivoluzione d’Ottobre e la costruzione dei primi paesi socialisti, hanno assunto un posto di primo piano le operazioni di controrivoluzione preventiva. Queste operazioni includono lo sterminio di comunisti e altri rivoluzionari, gli arresti, la tortura, le carceri speciali, la creazione di squadroni della morte e lo sviluppo degli apparati palesi e occulti di “sicurezza”, l’intensificazione del controllo personale e sociale, le operazioni di diversione e manipolazione dell’informazione e dell’opinione pubblica. Sono operazioni che la borghesia imperialista conduce per mantenere ad ogni costo in piedi il suo antiquato e barbaro ordinamento sociale e per frenare e impedire il rafforzamento del movimento comunista e antimperialista.

I governi borghesi da 150 anni a questa parte hanno alzato e alzano incessantemente la bandiera della “lotta al comunismo” che nelle varie epoche ha assunto vesti diverse (nazi-fascismo, maccartismo, guerra fredda, ecc.). Oggi questa bandiera è “la lotta al terrorismo internazionale”. Dietro questa bandiera gli imperialisti stanno compiendo massacri e arbitri in ogni angolo del mondo: in Iraq, in Afghanistan, in Palestina, a Guantanamo, nelle Filippine, nei paesi ex-socialisti, negli USA, nei paesi europei, in ogni angolo del mondo.

Mentre in Italia e negli altri paesi imperialisti tornano a scorrazzare guerrafondai, razzisti, fascisti e mafiosi, mentre i regimi terroristici della borghesia condannano a una vita di stenti, torturano e massacrano milioni di proletari in ogni angolo del mondo con le guerre, le galere, la fame e la miseria, i comunisti vengono perseguitati come “terroristi” (proprio come facevano i nazi-fascisti con i partigiani che venivano bollati come “banditi e terroristi”) nel vano tentativo di ostacolare e impedire la loro lotta per orientare, raccogliere, unire, organizzare le forze delle masse popolari contro la borghesia imperialista e il suo sistema di sfruttamento e oppressione.

Così come è stato per i comunisti e gli oppositori del regime fascista, è anche per noi un onore essere riconosciuti come nemici dalle bande di reazionari che governano i paesi imperialisti.

I veri terroristi, oggi come ieri, sono la banda di parassiti che dirigono e difendono con ogni mezzo la società che procura loro ogni genere di privilegi, ricchezza e piacere sul sangue e sulla pelle di miliardi di uomini e donne!

Noi firmatari della presente Dichiarazione ci impegniamo a

- promuovere manifestazioni di solidarietà e di affetto verso i compagni incarcerati (inviando lettere, cartoline, telegrammi, riviste e giornali, libri, opuscoli, volantini e documenti politici, ecc.) e colpiti dalla repressione borghese;

- denunciare la persecuzione della borghesia contro i comunisti, gli antimperialisti, le avanguardie del movimento di resistenza delle masse popolari. Utilizziamo questa mobilitazione per 1. far conoscere tra i lavoratori e le masse il  lavoro dei comunisti e la persecuzione che la borghesia mette in atto, 2. smascherare il vero volto del cosiddetto stato “democratico”, 3. far crescere nei lavoratori e nelle masse la coscienza della necessità di costruire il partito comunista;

- promuovere la raccolta di fondi per sostenere materialmente i compagni colpiti dalla repressione (spese legali, spese di viaggio dei familiari, ecc.);

- sviluppare una vasta propaganda e agitazione contro le inchieste repressive, per diffondere e far conoscere il lavoro per la ricostruzione del partito, il dibattito in corso, le posizioni degli organismi colpiti dalla repressione.

Anche per questa strada avanzerà la rinascita del movimento comunista, e in particolare la ricostruzione di veri partiti comunisti e il loro rafforzamento, passo indispensabile perché i lavoratori e le altre classi oppresse resistano efficacemente agli attacchi della borghesia e trasformino la loro resistenza in lotta rivoluzionaria!

 

Contro la repressione e il terrorismo della borghesia, costruiamo un fronte comune di lotta contro la repressione e di solidarietà proletaria internazionalista!

Libertà per i compagni arrestati e per i rivoluzionari prigionieri!

Contro le inchieste per associazione sovversiva e per la difesa della libertà di associazione e di organizzazione dei comunisti e degli altri antimperialisti!

Sviluppiamo la solidarietà proletaria e internazionalista!

W la rinascita del movimento comunista!

 

Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC), Italia - Associazione Solidarietà Proletaria (ASP), Italia - Comitato Rinascita Comunista (CRC), Matera - Comitato Comunista Ferrarese, Ferrara - Comitato Sardo “A. Gramsci”, Siniscola

(per adesioni e-mail resistenza@carc.it - tel/fax 02-26306454)

 

 

 

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