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(nuovo)Partito
comunista italiano Commissione Provvisoria del Comitato Centrale Sito: http://lavoce-npci.samizdat.net e.mail: lavocenpci40@yahoo.com Delegazione BP3 4, rue Lénine 93451 L'Île St Denis (Francia) e.mail: delegazionecpnpci@yahoo.it |
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Che il nuovo anno sia l’anno
dell’instaurazione nel nostro paese di un governo di Blocco Popolare
che ponga
fine alla crisi!
La storia
dell’umanità l’hanno
fatta e la fanno gli uomini stessi!
Solo che essi
non la fanno
agendo arbitrariamente. Come ogni fenomeno, anche la storia della
società umana
si svolge secondo leggi sue proprie. Per non essere schiavi
inconsapevoli di
queste leggi, gli uomini devono scoprirle e applicarle. Sono queste
leggi che
costituiscono il marxismo-leninismo-maoismo, la concezione comunista
del mondo!
L’eroico popolo
palestinese
dimostra alle masse popolari di tutto il mondo che finché
conserva e alimenta
la fiducia che può vincere, i sionisti d’Israele e i loro
mandanti e complici,
gli imperialisti americani ed europei e il Vaticano, non riescono a
vincere per
quanto potenti siano le armi di cui dispongono e per quanto feroci e
barbari
essi siano: i sionisti d’Israele faranno la fine dei nazisti di Hitler
e dei
fascisti di Mussolini!
La vittoria del movimento
comunista si avvicina. Il capitalismo, le
classi e le forze che lo impersonano, la borghesia imperialista, il
Vaticano e
le altre classi e forze reazionarie vanno verso la loro fine. La forza
decisiva
della nostra vittoria è la nostra determinazione a resistere a
qualsiasi costo,
a trarre insegnamenti dalla esperienza nostra e delle altre forze
rivoluzionarie e a combattere fino alla vittoria. È questo che
la borghesia
imperialista, il clero e le altre forze reazionarie cercano anzitutto
di
impedire che si diffonda tra le masse popolari.
Nell’anno 2008 è iniziata
in tutto il mondo la fase terminale della
seconda crisi generale del capitalismo. Sarà la fase in cui la
seconda ondata
della rivoluzione proletaria si dispiegherà in tutto il mondo e
condurrà il
capitalismo al suo definitivo tramonto.
La seconda crisi generale del
capitalismo caratterizza la storia mondiale
dalla metà degli anni ’70 in qua. Si tratta di una crisi
economica, politica e
culturale determinata dalla sovrapproduzione assoluta di capitale. Nei
trent’anni intercorsi tra la fine della prima crisi generale del
capitalismo negli
anni ’40 e la metà degli anni ’70, i capitalisti avevano
nuovamente accumulato
tanto capitale che non riuscivano più a valorizzarlo tutto
facendo produrre ai
lavoratori beni e servizi.
Per alcuni anni i capitalisti
hanno fatto fronte alla sovrapproduzione di
capitale deviando una parte crescente del loro nuovo capitale nelle
attività
finanziarie e nella speculazione. Per alcuni anni le attività
finanziarie, la
speculazione e la ricolonizzazione dei paesi oppressi e degli ex paesi
socialisti hanno permesso ai capitalisti di ritardare la paralisi delle
attività produttive di beni e servizi e di contenere la nuova
crisi generale
del loro ordinamento sociale. L’anno scorso questa terapia ha raggiunto
il
massimo dei suoi effetti e ha esaurito la sua efficacia. È
emersa alla luce del
sole la putrefazione dell’ordinamento sociale che quella terapia ha
mantenuto
in vita: la seconda crisi generale del capitalismo è entrata nella sua fase terminale.
Le speranze che la borghesia
imperialista e il clero ripongono nell’elezione
di Barack Hussein Obama alla presidenza USA sono un’illusione e un
imbroglio
per distoglierci dalla lotta per instaurare il socialismo. Le loro
speranze non
hanno alcun fondamento. La borghesia imperialista e il clero sono
ridotti a sperare
nei miracoli che dovrebbe fare Barack Obama. Questo conferma che sia
nelle
classi dominanti sia in molta parte delle masse popolari è
diffusa la coscienza
che le cose non possono più continuare come sono andate finora.
Il mondo deve
cambiare e cambierà. La strada attraverso cui cambierà
dipende da noi.
Molti borghesi paragonano la
presidenza Obama alla presidenza Roosevelt
(eletto nel novembre 1932) e alla presidenza Kennedy (eletto nel
novembre
1960). Ma l’esperienza della presidenza Roosevelt e quella della
presidenza
Kennedy mostrano proprio il contrario di quello che la borghesia
imperialista e
il Vaticano vogliono far credere.
Quando iniziò la
presidenza Roosevelt, la prima crisi generale del
capitalismo era già nella sua fase terminale e una decina di
anni dopo essa
ebbe effettivamente fine. Ad essa però posero fine non le
iniziative di
Roosevelt e del suo New Deal, ma le distruzioni di uomini e di cose
prodotte
dalla seconda guerra mondiale scatenata nel 1939 dalla borghesia
imperialista e
lo sviluppo in tutto il mondo della rivoluzione proletaria.
Durante la prima guerra mondiale
sulle ceneri dell’impero zarista era
sorta l’Unione Sovietica, il primo paese socialista. Alla fine della
seconda
guerra mondiale sorse la Repubblica Popolare Cinese e in tutto il mondo
il
movimento comunista animava e dava forme concrete al progresso
dell’umanità.
Negli anni ’50 la borghesia e le
altre classi dominanti erano
terrorizzate dall’avanzata trionfale del movimento comunista. Alla
maggior
parte dei loro membri l’avanzata del movimento comunista sembrava
inarrestabile.
L’Unione Sovietica, la Resistenza e il movimento comunista erano venuti
a capo
dei nazisti di Hitler e dei fascisti di Mussolini in cui la borghesia
imperialista e il Vaticano avevano riposto tante speranze. Un terzo
dell’umanità viveva già nei paesi del campo socialista.
L’Unione Sovietica
aveva mostrato che i paesi socialisti progredivano velocemente in ogni
campo. I
popoli di tutte le colonie della borghesia imperialista erano in
rivolta. In
tutti i paesi imperialisti il movimento comunista era diventato una
forza
politica determinante: la borghesia e il clero dovevano impiegare tutte
le loro
risorse e tendere le loro forze per contrastarlo. Gli USA e le altre
potenze
imperialiste non solo non erano riuscite a vincere la guerra di Corea,
ma
subivano cocenti sconfitte in Vietnam. L’avanzata del movimento
comunista aveva
già raggiunto anche l’America Latina con la vittoria, giusto 50
anni fa, della
rivoluzione a Cuba.
La presidenza Kennedy
sintetizzò lo sforzo della borghesia imperialista,
appoggiata dal Vaticano con la sua Chiesa Cattolica e da gran parte
delle forze
reazionarie, per riprendere l’iniziativa di fronte alla trionfale
avanzata del
movimento comunista.
John F. Kennedy rimase alla testa
degli USA meno di tre anni. Entrato in
carica nel gennaio 1961, nel novembre 1963 venne eliminato dalla
congiura di alcuni
membri delle classi dominanti contrari ai suoi piani che ledevano i
loro
particolari interessi. Ma apparentemente l’impresa promossa dalla
presidenza
Kennedy ha avuto successo: la trionfale avanzata del movimento
comunista si è
arrestata.
Ma perché si è
arrestata? Per dare un indirizzo giusto alla nostra
attività dobbiamo dare a questa domanda una risposta esauriente
corrispondente
alla realtà. La borghesia imperialista, il clero e le altre
classi reazionarie
diffondono risposte campate in aria perché hanno interesse a
deviare su binari
morti l’attività delle masse popolari. Molti loro esponenti si
cullano in
illusioni. Ma non si tratta una questione accademica su cui ognuno
può dire la
sua senza conseguenze. Si tratta di una domanda che ha grande
importanza
pratica. Chi si accontenta o si illude con frasi fatte e con risposte
campate
in aria, ne pagherà le conseguenze.
La verità è che non
sono state né le iniziative messe in moto dalla presidenza
Kennedy né la politica di Giovanni XXIII ad arrestare la
trionfale avanzata del
movimento comunista. Lo slancio del movimento comunista si è
smorzato a causa
di errori e soprattutto dei limiti del movimento comunista stesso.
È a causa di
questi che il movimento comunista è entrato in una fase di
disgregazione e ha
subito numerose sconfitte, fino alla dissoluzione di gran parte dei
partiti
comunisti e al crollo del campo socialista alla fine degli anni ’80.
Non sono Roosevelt e Kennedy che hanno fatto la storia del secolo
ventesimo. L’hanno fatta le masse popolari animate e guidate dal
movimento
comunista. Quello che la borghesia, il clero, le altre classi
reazionarie e gli
intellettuali loro succubi non capiscono, è che il progresso
dell’umanità
oramai dipende dallo sviluppo del movimento comunista. Gli sforzi della
borghesia, del clero e delle altre classi reazionarie ostacolano e
rallentano
il corso delle cose, rendono più difficile e doloroso l’avvento
del nuovo
mondo, ma non sono in grado di aprire all’umanità una via di
progresso
alternativa al comunismo: quindi sono destinati alla sconfitta. La
forza
principale della borghesia, del clero e delle altre classi reazionarie
sta
nella tradizione di rassegnazione e di passività in cui esse
hanno tenuto ed
educato le masse popolari, nella naturale difficoltà che gli
uomini incontrano
nell’imparare cose nuove e nell’assumere una condotta superiore, nella
sfiducia
nella vittoria ancora diffusa tra le masse popolari e che le forze
reazionarie
ovviamente alimentano in ogni modo. Gli sforzi della borghesia, del
clero e
delle altre classi reazionarie sono oramai solo controtendenze,
rispetto alla
tendenza principale. L’umanità non può più
progredire nel quadro del
capitalismo, per quanto complicata e contrastata sia l’avanzata del
movimento
comunista. Il passaggio dell’umanità al comunismo è una
impresa nuova e come
tutte le imprese nuove è esposta ad errori e a sconfitte. Gli
uomini avanzano
imparando dalla propria esperienza, dai propri successi e dai propri
errori,
dalle sconfitte e dalle vittorie.
Tutti gli sforzi di interpretare
gli avvenimenti contemporanei e più
ancora tutti gli sforzi di guidarli prescindendo da questo dato, sono
fallimentari. Solo il movimento comunista apre all’umanità un
avvenire di
progresso, che si giova di tutte le conquiste che essa ha compiuto nei
millenni
della sua storia, come presupposti su cui sviluppare il proprio
luminoso
futuro.
A causa dei limiti del movimento comunista, la borghesia, il clero e le
altre classi reazionarie sono riuscite a venir a capo della prima
ondata della
rivoluzione proletaria. Ma proprio la loro vittoria ha confermato che
il loro
tempo è finito.
Momentaneamente avevano vinto, ma
nel giro di pochi anni hanno riportato
l’umanità nelle condizioni da cui aveva preso avvio la prima
ondata della
rivoluzione proletaria. Solo che ora la barriere tra paesi e continenti
sono
minori, il numero di paesi coinvolti nella crisi del capitalismo
è più alto, negli
ex paesi socialisti le masse popolari conservano relazioni, coscienza e
strutture che faciliteranno l’uscita dalla crisi attuale, in tutto il
mondo la
coscienza e l’esperienza di organizzazione e di lotta delle masse
popolari sono
enormemente più avanzate di quanto lo fossero all’inizio della
prima ondata
della rivoluzione proletaria, il movimento comunista ha imparato dalla
sconfitta subita nella seconda parte del secolo scorso ed ora è
armato di una
scienza superiore: il marxismo-leninismo-maoismo.
Papa Ratzinger si lagna e impreca contro gli uomini che non obbediscono
più ai suoi ordini, che vogliono decidere essi stessi la loro
vita, che
vogliono porre così fine a una lunga storia di divisione della
società in
classi sociali, di barbarie, di sottomissione e di sfruttamento, che
vogliono
diventare costruttori consapevoli del proprio futuro. Le sue lagne e le
sue
imprecazioni non cambieranno il corso delle cose. Ma la forza politica
e morale
e le risorse materiali e intellettuali di cui ancora dispongono il
Vaticano e
la sua Chiesa, i gruppi imperialisti e le altre classi reazionarie,
sono un
ostacolo che il movimento comunista può e deve superare per
diventare capace di
sviluppare pienamente le sue potenzialità e diventare
definitivamente la guida
della nuova via di progresso dell’umanità.
Le lagne e le imprecazioni di
papa Ratzinger confermano che il
capitalismo è alla fine della sua storia. Infatti l’avvento del
comunismo
comporta per sua natura che gli uomini facciano la loro storia in modo
più
consapevole di quanto l’abbiano mai fatto finora. Comporta che un
numero
crescente di uomini e di donne decidano consapevolmente quello che
fanno della
loro vita, anziché lasciarsi vivere, adattarsi più o meno
spontaneamente a una
delle strade che l’ordinamento sociale capitalista pone loro di fronte
e
limitarsi a far fronte giorno per giorno alle condizioni in cui si
trovano
oppure chiedersi perché dio li avrebbe messi al mondo come i
preti li spingono
a fare. Il comunismo sarà anche un livello superiore di
coscienza e di condotta
degli uomini che allontanerà ancora più la specie umana
dalle altre specie
animali.
La borghesia imperialista, il clero e le altre forze e classi
reazionarie
si avviano alla sconfitta definitiva in tutto il mondo. Travolte dal
tramonto
del loro ordinamento sociale esse si lanciano in imprese criminali che
falliscono
una dopo l’altra.
L’aggressione lanciata dai gruppi
e paesi imperialisti, diretti
dall’imperialismo USA, contro i paesi arabi e musulmani suscita
un’opposizione
crescente e incontra difficoltà insormontabili in Iraq, in
Afghanistan, in
Somalia, in Pakistan, ovunque.
La criminale rappresaglia
lanciata sabato 27 dicembre dai sionisti
d’Israele contro il popolo palestinese conferma che il popolo
palestinese ha
compiuto grandi progressi nella capacità di resistere
all’occupazione della
Palestina, l’ultima delle imprese coloniali compiute dalla borghesia
tra la
fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
L’avanzamento della rivoluzione
di nuova democrazia in Nepal, i progressi
compiuti dalle classi e dai popoli oppressi nella guerra popolare
rivoluzionaria nelle Filippine, in India, in Perù e in altri
paesi, il numero
crescente di partiti comunisti che adottano il
marxismo-leninismo-maoismo come loro
teoria guida ed assumono la guerra popolare rivoluzionaria di lunga
durata come
loro strategia, confermano che la rinascita del movimento comunista
è in corso
in tutto il mondo.
La rivolta serpeggia negli USA e
in Europa. Le lotte che hanno infiammato
la Francia e la lotta in corso in Grecia sono prove della rivoluzione
che
avanza.
Nel nostro paese il Vaticano e la
borghesia imperialista nell’anno che è
appena terminato si sono disfatte del governo di centro-sinistra di
Prodi-D’Alema-Bertinotti e sono ritornate al governo di destra della
banda
Berlusconi. Il risultato è che il Vaticano non ha più
soluzioni di ricambio. La
politica arrogante e criminale del nuovo governo Berlusconi ha
già suscitato
l’opposizione di vaste parti delle masse popolari. Il futuro è
nelle nostre
mani: dipende da quanto è giusta la linea che seguiamo, dalla
nostra fiducia
nella nostra causa, dalla nostra determinazione a combattere fino alla
vittoria.
prendere in mano il governo del
paese,
assegnare ad ogni azienda
compiti produttivi precisi secondo un piano nazionale, organizzare la
distribuzione di beni e servizi alle aziende e alle famiglie,
instaurare la collaborazione con
i paesi le cui autorità saranno disponibili!
nessun lavoratore deve essere
licenziato,
ad ogni adulto un lavoro utile,
ad ogni individuo una vita
dignitosa!
Cacciamo il governo Berlusconi!
Instauriamo un governo di Blocco
Popolare!
Instaurare un governo di Blocco
popolare è il modo più rapido di porre
fine alla nuova crisi ed evitare distruzioni, sofferenze, delitti e
guerre
peggiori di quello che l’umanità ha visto finora.
È del tutto possibile
porre fine alla crisi che attanaglia già una parte
delle masse popolari e incombe come un incubo sulla parte non ancora
colpita
direttamente. Dipende solo da noi.
Quali sono le
condizioni preliminari
che dobbiamo creare per instaurare un governo di Blocco Popolare?
Le principali sono tre.
1.
Propagandare
l’obiettivo del governo di Blocco Popolare e spiegare in cosa consiste
e i suoi
compiti, fino a che la sua costituzione diventi la sintesi consapevole
delle
aspirazioni delle organizzazioni operaie e delle organizzazioni
popolari e lo
strumento per realizzarle.
2.
Promuovere in ogni
modo a ogni livello la moltiplicazione e il rafforzamento politico e
organizzativo di organizzazioni operaie e di organizzazioni popolari.
3.
Promuovere in ogni
modo e ad ogni livello il coordinamento delle organizzazioni operaie e
delle
organizzazioni popolari. Per questa via esse costituiranno il nuovo
governo,
che sembrerà ad esse, alle masse popolari e perfino a una parte
della borghesia
l’unica via percorribile, l’unica via di salvezza, un passaggio
inevitabile
nell’emergenza della crisi: passaggio verso l’instaurazione del
socialismo,
secondo noi comunisti; misura straordinaria e provvisoria verso il
ristabilimento
delle condizioni di un “sano capitalismo”, secondo la borghesia di
sinistra.
L’instaurazione del governo di
Blocco Popolare si
compirà sulla base di queste tre condizioni. Essa risponde alle
esigenze
immediate delle masse: le masse la asseconderanno se noi la
promuoveremo in
modo efficace. Contemporaneamente essa porta le masse a compiere
l’esperienza
politica di cui hanno bisogno per arrivare alla rivoluzione socialista.
Essa
sarà su larga scala la scuola pratica, intellettuale e morale di
comunismo che
le masse popolari hanno bisogno di compiere e aprirà la strada
all’instaurazione del socialismo.
Dipende solo da noi creare le tre condizioni principali per instaurare
un
governo di Blocco Popolare. Dipende solo da noi superare gli ostacoli
per creare
queste tre condizioni. Dipende da noi quanto tempo ci vorrà per
crearle.
Una volta create queste
condizioni, saremo in grado di vincere
l’opposizione della borghesia, del clero e dei ricchi alla
instaurazione di un
governo di Blocco Popolare per accanita, ostinata, aperta o subdola,
crudele e
furiosa che essa sia.
Per grandi che siano le lotte e
le sofferenze che dovremo affrontare,
saranno sempre meno dolorose di quelle verso cui ci conducono la
borghesia, il
clero e i ricchi. E i risultati che otterremo cambieranno
definitivamente in
meglio il corso della storia.
Noi non siamo soli nel compiere l’impresa che dobbiamo compiere per
porre
fine alla crisi. In tutto il mondo, in ogni paese, la crisi che avanza
unifica
di fatto in un fronte unico tutte le forze che lottano contro
l’imperialismo,
il capitalismo, le altre classi reazionarie. Maggiore sarà
l’attività nostra e
delle altre forze rivoluzionarie, più facilmente e rapidamente
arriveremo a
trasformare l’unità di fatto, in una unità consapevole e
organizzata, ben più
efficace e potente dell’unità di fatto.
L’esempio di come il nostro paese
sfugge al disastro della crisi del
capitalismo che attanaglia tutti i popoli, spingerà certamente
gli operai e le
masse popolari di altri paesi a fare come noi, se non l’avranno
già fatto prima
di noi. Questo indebolirà anche le azioni aggressive con cui gli
Stati e i
gruppi imperialisti cercheranno di soffocare il nuovo sistema, in
combutta con
la borghesia imperialista italiana, il Vaticano e le Organizzazioni
Criminali
del nostro paese.
La nostra proposta è del
tutto realistica. Essa richiede solo la volontà
e l’unità delle organizzazioni operaie e popolari. Non
c’è via più rapida e
meno dolorosa e distruttiva per uscire dalla crisi del capitalismo. La
proposta
che noi propagandiamo e per cui promuoviamo l’organizzazione adeguata,
si
imporrà con l’evidenza delle cose, contro le mistificazioni, le
calunnie,
l’intossicazione e le manovre aperte o subdole della borghesia
imperialista,
del Vaticano, delle Organizzazioni Criminali e dei gruppi e Stati
imperialisti
stranieri.
Instaurare
un governo di Blocco
Popolare dipende solo da noi.
Noi possiamo vincere ogni
ostacolo e superare ogni difficoltà. Basta che
li affrontiamo nel modo dovuto.
Il (nuovo)Partito comunista si
appella a tutti i compagni, a tutti gli
operai avanzati e agli elementi avanzati delle altre classi delle masse
popolari, a tutti coloro che si dichiarano comunisti e vogliono
esserlo, a
tutti i sinceri democratici, a tutti coloro che vogliono trovare una
soluzione
positiva per la masse popolari per uscire dal marasma attuale,
perché si
mobilitino, si organizzino, costituiscano organismi ad ogni livello e
in ogni
azienda, in ogni caseggiato, in ogni quartiere, in ogni paese.
Perché formino
coordinamenti in ogni settore d’attività, in ogni città,
provincia e regione!
Perché si uniscano nelle strutture che sui quattro fronti
indicati dal Piano
Generale di Lavoro del (nuovo)Partito comunista italiano promuovono la
lotta
per instaurare il socialismo nel nostro paese e dare il nostro
contributo alla
seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il
mondo.
Il (nuovo)Partito comunista si
appella ai lavoratori, alle donne e ai
giovani più decisi e più generosi perché si
arruolino nelle strutture
clandestine del (nuovo)PCI.
Il (nuovo)PCI è e deve
essere clandestino perché l’esperienza ha
dimostrato che per operare con libertà e svolgere con
continuità il suo compito,
quali che siano le misure che la borghesia prende per impedirlo, il
partito
comunista deve essere clandestino. La clandestinità del Partito
è una garanzia
di libertà, di autonomia ideologica, politica e organizzativa
dalla borghesia e
di continuità per tutto il movimento comunista, anche per le sue
organizzazioni
e le sue attività pubbliche. Dalla clandestinità, con la
sua struttura centrale
e con i suoi Comitati di Partito costituiti nelle aziende e
territorialmente,
il Partito promuove e sostiene la rinascita del movimento comunista e
la
costituzione del Nuovo Potere delle masse popolari. Promuove, favorisce
e
sostiene la costruzione di una rete sempre più fitta di
organizzazioni di massa
e di partito che si contrappone al potere della borghesia, del clero e
dei
ricchi in genere che a loro volta fanno capo allo Stato e alla Corte
Pontificia.
Un governo di Blocco
Popolare formato e sostenuto dalle organizzazioni operaie e dalle
organizzazioni popolari sparse nel territorio, deve prendere in mano il
paese!
Le grandi aziende
devono essere dei lavoratori e del loro nuovo Stato!
Alle piccole aziende il
governo di Blocco Popolare affiderà commesse perché
producano quanto necessario
e assegnerà loro tutti i rifornimenti di cui hanno bisogno!
Le aziende non devono
più produrre profitti! Devono produrre beni e servizi per chi
lavora! Tutta la
società deve essere riorganizzata in conformità con
questa nuova base!
Partecipate alla campagna di organizzazione
del Partito, costituendo in ogni azienda, in ogni zona e in ogni
organizzazione di massa un Comitato di Partito!