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Comunicato CC 08/10 - 1° maggio 2010
Giornata Internazionale dei Lavoratori
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L’augurio del CC del (n)PCI ai membri della CGIL in occasione del 16° Congresso
Ai lavoratori italiani e immigrati, ai membri e agli attivisti dei sindacati,
ai sindacalisti onesti!
La crisi sta rendendo impossibile la vita a milioni di lavoratori e alle loro famiglie. La crisi elimina su larga scala posti di lavoro dipendenti e autonomi. Le masse popolari non possono tollerare che questo corso delle cose proceda a tempo indeterminato e non lo tollereranno. Grandi cambiamenti si preparano. Subirli o determinarli?
È possibile porre fine completamente e definitivamente alla crisi!
È possibile porre rapidamente fine agli effetti più gravi della crisi!
La CGIL e persino la FIOM da sola hanno in mano le chiavi della soluzione conforme agli interessi dei lavoratori e del resto delle masse popolari!
CGIL E FIOM per la loro storia, per la loro natura e per la loro forza sono le organizzazioni più di ogni altra adatte a dare alla crisi la soluzione più rapida e meno dolorosa!
Del resto è anche la loro ultima opportunità: o si mettono alla testa delle masse popolari per dare soluzione alla crisi o saranno abbandonate dalle masse e spazzate via dalla mobilitazione reazionaria!
Il 16° Congresso della CGIL riveste un’importanza del tutto eccezionale: sia per le circostanze in cui avviene, sia per le tendenze che sono emerse e che si sono meglio precisate nel corso dei mesi che hanno preparato la riunione finale del Congresso.
Questo Congresso avviene mentre anche il nostro paese è sempre più drammaticamente in preda alla fase terminale della seconda crisi generale del capitalismo che imperversa in tutto il mondo, a manifestazioni ogni giorno più gravi e devastanti di questa crisi in corso da circa trenta anni e precipitata nell’autunno del 2008.
Se ci aspettiamo che una soluzione ci venga dall’alto e finché l’invochiamo da questo governo, come sostanzialmente si ostinano a fare Epifani e altri vicini a lui, perdiamo tempo mentre la situazione peggiora. Un conto è imporre al governo di prendere alcuni provvedimenti e stargli addosso perché lo attui effettivamente, altra cosa è far finta di credere che un simile governo possa far fronte alla crisi in modo favorevole alle masse popolari, reclamare una “politica industriale”, di incremento dell’occupazione”, ecc. da un governo di banditi e di clericali, di fascisti e di razzisti, quando neanche i governi borghesi “seri” degli USA o della Germania la fanno! Al massimo riusciremo a costringere il governo della banda Berlusconi a prendere qualche provvedimento ora qui ora là, a concedere qualche ammortizzatore sociale, utile certo per qualcuno e per un po’ di tempo, ma che non cambia il corso delle cose. Ci vuole ben altro! Ci vuole un cambiamento radicale!
Sta a voi membri della CGIL e in particolare a voi membri della FIOM, più che a ogni altro organismo, decidere quale sarà questo cambiamento. Perché? Come?
Mentre la crisi si aggrava, il nostro paese è sgovernato da un’accozzaglia di faccendieri, speculatori, clericali, fascisti, razzisti, politicanti ex socialisti e ex comunisti, criminali. Sono la feccia peggiore e più spregiudicata della classe dirigente selezionata dalla Repubblica Pontificia in putrefazione, riunita attorno alla banda Berlusconi. Berlusconi è l’eroe della borghesia del nostro tempo, il modello a cui gli altri borghesi guardano con invidia e con ammirazione. Abile speculatore, corruttore ed evasore fiscale, a capo della criminalità organizzata che da anni è entrata di prepotenza nel mondo dei finanzieri e dei banchieri, formato politicamente alla scuola della P2 e manovratore di Craxi, Berlusconi ha preso personalmente in mano la situazione creata dalla decadenza del movimento comunista, dalla putrefazione del regime DC, dal naufragio di Craxi e ha avuto dal Vaticano la delega a governare la Repubblica Pontificia alla sola condizione di assicurare al Vaticano e alla sua Chiesa i vecchi privilegi ottenuti da Mussolini e da Craxi e aggiungerne alcuni nuovi. La banda Berlusconi è l’espressione sintetica e più compiuta della putrefazione della Repubblica Pontificia e della sua classe dirigente. Per questo in questa classe dirigente non c’è una vera ed efficace alternativa al suo governo, neanche una vera opposizione: Berlusconi è uno di loro, solo una spanna sopra di loro, il “meglio” di loro.
La banda Berlusconi non ha alcuna soluzione sua propria alla crisi del capitalismo, come non l’ha neanche il Vaticano. Ma neanche i governi degli altri paesi imperialisti e in generale la borghesia USA o europea con le loro appendici cosmopolite hanno una soluzione pacifica e indolore per la crisi in corso. Perché la crisi è il risultato e lo sbocco inevitabile e previsto del loro attuale assetto. Se la rivoluzione socialista non spazzerà via prima il capitalismo, solo la violenza e la guerra decideranno quali interessi e gruppi saranno sacrificati per lasciare spazio agli altri: e alle masse popolari toccherà pagare le spese dello scontro tra gruppi e potenze imperialiste!
La crisi attuale è il risultato del loro sistema di relazioni in ogni paese e internazionale, dei loro affari e della loro concezione del mondo. Quando trent’anni fa nel mondo la forza propulsiva del movimento comunista risultò abbastanza indebolita, i capitalisti e il clero si trovarono nuovamente liberi dai lacci e laccioli che il movimento comunista aveva loro imposto e si precipitarono (Reagan e Woityla) a rimodellare il mondo secondo i loro interessi: ricolonizzazione, privatizzazione, fusioni, finanziarizzazione, globalizzazione, deregulation, esternalizzazioni, delocalizzazioni, precarizzazione. “I lavoratori devono restituire una parte di quello che hanno conquistato” sintetizzò il segretario della UIL Benvenuto. La borghesia e il clero hanno nuovamente mostrato su larga scala e con la massima libertà la loro natura. La crisi attuale è il risultato. Le misure e le proposte realistiche che oggi provengono da quella parte, per il breve periodo sono una combinazione di opere di carità (conservatorismo benevolo) e di mobilitazione reazionaria della parte meno rassegnata o più abbrutita delle masse popolari dapprima contro gli immigrati: ma rapidamente sarà anche contro i meridionali e poi toccherà zona per zona a quelli delle altre regioni, delle altre province, degli altri comuni. Già oggi oltre agli immigrati, colpisce i disoccupati e gli emarginati che crescono continuamente di numero. Donne, giovani, precari, omosessuali, emarginati sono in massa crescente le vittime di questo corso delle cose. La Lega Nord e i gruppi fascisti (Forza Nuova, Casa Pound, ecc.) sono l’espressione più netta e i promotori dichiarati di questa politica, ma essa è appoggiata in mille modi dall’intera classe dirigente, quella che si dice di destra e quella che si dice di sinistra. Ma non è che l’inizio. La loro politica sul piano internazionale porta a impegnarsi sempre più nelle sanguinarie aggressioni dei popoli oppressi (Afghanistan e Palestina in prima fila), al seguito degli imperialisti USA e dei gruppi sionisti d’Israele. Le misure e le proposte anticrisi che vengono da quella parte, portano alla miseria e alla barbarie sul piano interno e alla guerra sul piano internazionale. Sono le misure ispirate dai finanzieri, dai banchieri e dagli speculatori che hanno prodotto l’attuale disastro economico, ambientale, intellettuale e morale.
La Grecia mostra dove si va su questa strada: le masse popolari greche sono spremute ogni giorno di più per salvare gli interessi dei finanzieri e degli speculatori, sono colonizzate a compenso e garanzia degli aiuti che i governi dei paesi imperialisti danno ai finanzieri e agli speculatori. Ma non è che l’inizio di un ben più triste cammino, se le masse popolari greche non sapranno rovesciare il corso delle cose.
La soluzione completa e definitiva alla crisi è l’instaurazione del socialismo: un’economia pianificata in ogni paese e a livello internazionale, diretta consapevolmente a soddisfare i bisogni materiali e spirituali dell’intera popolazione, in cui ogni adulto fa un lavoro socialmente utile e riconosciuto, ogni azienda svolge i compiti che le sono assegnati e riceve quanto le è necessario per funzionare, ogni individuo dispone delle condizioni di una vita dignitosa e partecipa secondo le sue capacità alla gestione della vita sociale. Non è solo la teoria comunista che indica questa soluzione. Anche l’esperienza dei primi paesi socialisti (dall’Unione Sovietica alla Repubblica Popolare Cinese), finché hanno seguito un corso ispirato alla concezione comunista del mondo, ha confermato che questa è l’alternativa positiva e progressista al capitalismo, benché il socialismo fosse stato instaurato solo in paesi arretrati e i paesi socialisti dovessero costantemente difendersi da aggressioni di ogni genere.
Ma nel nostro paese immediatamente questa soluzione della crisi non è possibile. Per instaurare il socialismo occorre una trasformazione profonda nelle masse popolari: il socialismo comporta una riorganizzazione radicale della vita sociale, bisogna che la direzione della società possa basarsi sulla partecipazione in massa e organizzata dei lavoratori agli organismi aziendali e territoriali di governo in sostituzione del sistema della rappresentanza parlamentare e della delega. Occorre quindi un consenso di massa e una partecipazione di massa della popolazione: cosa da cui oggi nel nostro paese siamo lontani perché il vecchio PCI è venuto meno ai suoi compiti, si è integrato nella Repubblica Pontificia e ha deluso le speranze, le aspirazioni e i bisogni degli operai e del resto delle masse popolari e, di conseguenza, il vecchio movimento comunista si è disgregato e infine dissolto. Solo l’esperienza porterà nuovamente gli operai e il resto delle masse popolari a maturare in se stessi le condizioni spirituali e organizzative necessarie per compiere questa grande trasformazione.
Per far fronte rapidamente agli effetti più gravi della crisi economica e della crisi ambientale, stante le condizioni di oggi possiamo invece formare un governo d’emergenza che prenda in ogni situazione i provvedimenti necessari a realizzare le seguenti sei grandi misure:
1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).
2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.
3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, nessun individuo deve essere emarginato).
4. Eliminare attività e produzioni inutili e dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.
5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.
6. Stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.
Un simile governo d’emergenza può essere costituito dalle Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari che a migliaia già esistono nel nostro paese e che in parte sono già coordinate tra di loro anche a livello nazionale. Se si mettono alla testa del movimento per instaurare un governo di emergenza, la CGIL e in particolare la FIOM hanno le caratteristiche, la forza e il prestigio necessari per mobilitarle tutte nel giro di pochi mesi in un movimento unitario capace di costituire un simile governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare.
Il GBP non sarà il governo di noi comunisti, ma tutti i comunisti collaboreranno a promuovere un simile governo, già da subito a convincere le organizzazioni operaie e popolari a costituire un simile governo, a sostenerlo, a provvedere direttamente all’attuazione dei suoi provvedimenti, a stroncare il sabotaggio delle forze più reazionarie e criminali della borghesia e del clero. Solo chi non è convinto delle sue idee non osa fare compromessi con correnti, gruppi e individui con cui non è d’accordo al cento per cento, con cui può fare solo un pezzo di strada. Noi comunisti siamo sicuri delle nostre ragioni e delle nostre concezioni. Siamo certi di poter portare la rivoluzione socialista fino in fondo perché siamo certi che l’esperienza pratica e su larga scala messa in moto dal GBP dimostrerà alle larghe masse popolari le ragioni che per ora sono patrimonio solo nostro e di piccoli gruppi, comunque non ancora sufficienti perché instaurare il socialismo sia un obiettivo immediato.
Ci sono nella CGIL e in particolare nella FIOM le premesse perché si mettano alla testa del movimento e promuovano la costituzione di un simile governo d’emergenza?
Le tendenze che si sono manifestate durante il Congresso vanno in questa direzione. “Un sindacato di lotta e democratico, nessuna collaborazione con padroni e governo, basta con la concertazione con padroni e governo, basta con la compatibilità delle rivendicazioni con gli interessi dei capitalisti”, hanno giustamente proclamato la FIOM e gli altri sostenitori della Mozione 2. Giustamente i migliori tra i sostenitori della Mozione 1 hanno obiettato che “le lotte senza risultati non stanno in piedi”. E tutti si rendono conto che con il governo della banda Berlusconi o simile di risultati su larga scala e duraturi non se ne ottengono. Ogni risultato ottenuto da una parte è cancellato dalle perdite in un’altra parte. Con questo governo quello che conquista un gruppo delle masse popolari lo perde un altro gruppo che così vengono messi l’uno contro l’altro e si neutralizzano a vicenda. Perché gli interessi dei lavoratori e della masse popolari sono incompatibili con gli interessi dei finanzieri, dei banchieri e degli speculatori. E il governo attuale è il governo dei finanzieri, dei banchieri e degli speculatori.
La soluzione è un governo che attui un sistema organico di misure, che non si arresti di fronte agli interessi dei finanzieri, dei banchieri, degli speculatori, dei ricchi e del Vaticano e alle grida e alle manovre loro e dei loro sostenitori. L’obiettivo giusto e realista che esprime la ragione positiva di entrambe le Mozioni è costituire un governo d’emergenza che prenda tutti i provvedimenti particolari conformi alle sei misure sopra indicate.
Dati i rapporti di forza nel paese e internazionali, è possibile costituire il Governo di Blocco Popolare?
Alcuni compagni si domandano: come è possibile che le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari costituiscano un Governo di Blocco Popolare se la banda di criminali e speculatori riuniti attorno a Silvio Berlusconi e la Lega Nord razzista del suo complice Umberto Bossi vincono le elezioni e hanno in mano il Parlamento e altre istituzioni della Repubblica Pontificia e perfino il PD collabora con la banda Berlusconi?
I governi d’emergenza non si costituiscono secondo le procedure correnti. Per di più la banda Berlusconi è già in via di disfacimento: la ribellione di Fini e dei suoi seguaci è solo il primo segnale, altri ne seguiranno.
Quando l’insofferenza delle masse popolari renderà chiaro che la banda Berlusconi neanche con la complicità della Lega Nord di Umberto Bossi riesce a tenere in pugno il paese e ad assicurare l’ordine pubblico, la classe dominante, l’attuale Parlamento e le altre istituzioni della Repubblica Pontificia faranno largo a un governo capace di farlo. Non sarà la prima volta che un Parlamento eletto con un orientamento, vota governi di tutt’altro orientamento. La paura fa novanta! Nel luglio del 1960 lo stesso Parlamento che aveva votato il governo di Tambroni sostenuto dal MSI del criminale fascista Almirante, votò un governo (il governo Fanfani) sostenuto apertamente dal PSI dell’antifascista Nenni e con l’avallo sottobanco del PCI del revisionista Togliatti! E la classe dominante non era in una situazione tragica e senza sbocco come l’attuale!
Per costituire il Governo di Blocco Popolare è però indispensabile che le lotte dei gruppi di lavoratori e delle masse popolari colpite direttamente e più gravemente dalla crisi siano prese in mano dalle Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari e che queste si uniscano: cosa che la CGIL o anche solo la FIOM potrebbero realizzare. L’indignazione dei lavoratori e delle masse popolari più colpite dalla crisi già oggi esplode qui in lotte accanite e là in gesti inconsulti. Unificare in un unico movimento le migliaia di lotte, dare un obiettivo realistico all’indignazione e all’insofferenza di milioni di persone è quello che possono facilmente fare organizzazioni come la CGIL o anche solo la FIOM. Le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari si moltiplicheranno e cresceranno di livello. Questo farà delle lotte ora sparse e isolate non più punture di spillo e strumenti di pressione sulla classe dominante, strumenti delle lotte intestine tra i gruppi che la compongono, ma un movimento generale indipendente e dirigente, un problema di ordine pubblico: renderà il paese ingovernabile da ogni governo della classe dominante.
La borghesia e il clero nell’immediato non hanno una soluzione di ricambio al governo della banda Berlusconi. Questo è impotente di fronte alla crisi. È ridotto a negare l’evidenza, a sostenere che la crisi non esiste, a delegare alla Lega Nord e a gruppi fascisti, a prendere piccole misure scoordinate che non cambiano il corso delle cose mentre la soluzione precipita.
La borghesia e il clero in prospettiva hanno una via d’uscita dalla crisi: sono la guerra civile e la guerra imperialista, un regime terroristico e di guerra. Ma per questo non sono ancora pronti. Una parte importante della borghesia e del clero è addirittura contraria, memore dei rischi corsi nel passato. La Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari devono approfittare del vicolo cieco in cui la borghesia e il clero si trovano attualmente e instaurare un governo d’emergenza.
Se le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari da una parte esigeranno con forza e intransigenza che i bisogni elementari per una vita dignitosa delle masse popolari siano soddisfatti e non tollereranno un “ordine pubblico” basato sulla disoccupazione e la miseria, faranno cioè della lotta contro la crisi un problema di ordine pubblico e dall’altra saranno decise o almeno disposte ad assumere esse il governo del paese per porre immediatamente rimedio almeno agli effetti più disastrosi della crisi, la stessa classe dominante in mancanza di un’altra soluzione farà largo a un simile governo d’emergenza. Certo lo farà con il proposito e il progetto di riprendere in mano le cose o una volta che la situazione si sarà calmata o quando avrà creato le condizioni che ancora non esistono per un governo terroristico, un governo della mobilitazione reazionaria delle masse popolari che mobiliti una parte della popolazione contro l’altra e tutta la popolazione a partecipare al saccheggio di altri paesi. Starà a noi impedire che questi propositi del Vaticano e della borghesia diventino realtà. Ma questa sarà un’altra fase della guerra popolare rivoluzionaria che si concluderà con l’instaurazione del socialismo nel nostro paese.
Quindi, che la CGIL o almeno la FIOM si pongano alla testa del movimento per formare un governo d’emergenza contro la crisi, che mobilitino tutte le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari in un movimento unitario teso a questo obiettivo. Questo è il risultato migliore della stagione congressuale che si conclude nel 16° Congresso della CGIL!
Il Comitato Centrale del (nuovo) Partito comunista italiano augura che vi impegniate a portare la CGIL o almeno la FIOM ad assumere questo compito e a svolgere con successo questo ruolo.
La CGIL e la FIOM hanno una gloriosa tradizione. Esse si sono già una volta riscattate con onore dal cedimento vergognoso che i loro dirigenti avevano assunto di fronte al fascismo nei primi anni Venti del secolo scorso!
Esse possono certamente riscattarsi dal cedimento al regime DC, dalla svolta dell’EUR e dalla politica della concertazione e della compatibilità che tanto hanno danneggiato le masse popolari del nostro paese!
Avanti quindi con fiducia e con forza!
I comunisti saranno con voi e si batteranno con tutte le forze per creare condizioni favorevoli alla costituzione del Governo di Blocco popolare!
Stroncare sul nascere le “prove di fascismo” e combattere ogni forma di mobilitazione reazionaria delle masse popolari!
Basta con i Campi di Internamento ed Espulsione (CIE)! Basta con la discriminazione razziale! Viva i lavoratori immigrati che si organizzano e lottano!
Proteggere e migliorare l’ambiente e il Pianeta!
Nessun lavoratore deve essere licenziato!
Nessuna azienda deve essere chiusa! A ogni azienda quanto è necessario per funzionare!
Le aziende inquinanti devono essere convertite a produzioni salubri e utili!
A ogni adulto un lavoro dignitoso!
A ogni individuo condizioni di vita dignitose!
Basta con le spedizioni militari! Basta con l’appoggio all’imperialismo USA e ai sionisti d’Israele!
Creare le condizioni perché le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari formino un governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare!