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CdP Anna Maria Mantini
Assumiamo ruolo dirigente

      Documento 09.08.2011

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Comunicato CC 28/11 - 20 agosto 2011

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Eppur si muove!

 

Nel gruppo dirigente della FIOM-CGIL l’arroganza insaziabile del governo Berlusconi e delle altre autorità della Repubblica Pontificia si è aggiunta alla coscienza e all’onore: probabilmente è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ha finalmente scosso il rapporto di soggezione nei confronti di Susanna Camusso e degli altri nipotini di Craxi che dirigono la CGIL su cui dopo febbraio 2011 il gruppo dirigente della FIOM-CGIL aveva ripiegato. Il 1° agosto il Segretario Generale Maurizio Landini ha inviato alle strutture FIOM-CGIL regionali e territoriali una lettera circolare [http://www.fiom.cgil.it/seg_naz/comunicati/l_11_08_01-assemblea_associazioni.pdf] in cui annuncia che la “segreteria nazionale della FIOM-CGIL ha convocato per mercoledì 31 agosto 2011 un incontro con tutte le associazioni ed i movimenti che dalla manifestazione del 16 ottobre 2010, allo sciopero generale della categoria del 27 e 28 gennaio 2011, alla campagna referendaria per l'acqua pubblica e contro il nucleare, hanno con noi dialogato, partecipato e sostenuto le lotte e le mobilitazioni di cui in questo ultimo anno le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici sono stati protagonisti.”

In sostanza la segreteria nazionale della FIOM-CGIL è arrivata alla conclusione di smettere di invocare la Camusso perché prenda l’iniziativa di una lotta alla quale la Camusso è assolutamente contraria e che, se vi aderisce perché tirata per il collo (vedi sciopero generale del 6 maggio), lo fa principalmente per sterilizzarla e sabotarla. Gli stessi eccessi ai quali la Camusso si è abbandonata nell’accodare la CGIL ai sindacati complici dei padroni (CISL e UIL - Accordo del 28 giugno) e nel sottomettere la CGIL alla direzione della Confindustria e dei re della finanza (il risultato è stato il miserabile Appello che le “Parti Sociali” guidate da Emma Marcegaglia hanno presentato al governo Berlusconi) hanno spinto la FIOM-CGIL nella direzione giusta. Certamente spingeranno nella stessa direzione anche i gruppi dirigenti di altri sindacati di categoria della CGIL che per coscienza o anche solo per sopravvivere vogliono mantenere un rapporto positivo con i lavoratori. Seguiranno il gruppo dirigente della FIOM-CGIL che con la lettera circolare del 1° agosto ha preso esso stesso l’iniziativa di convocare tutti quelli che sono disponibili alla lotta “per cambiare il nostro paese ed affermare il lavoro quale bene comune”.

 

Stante le dimensioni e soprattutto il ruolo che la FIOM-CGIL e gli operai metalmeccanici hanno tra i lavoratori e le masse popolari italiane, l’iniziativa della segreteria nazionale della FIOM-CGIL ha una grande importanza. Per il nostro paese sarà una svolta nel corso delle cose, se la FIOM-CGIL diventerà nuovamente e con maggiore determinazione il centro di aggregazione del movimento per la costituzione del governo d’emergenza delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari: il ruolo che aveva incominciato a svolgere nei mesi tra il referendum di Pomigliano (giugno 2010) e la manifestazione del 28 gennaio 2011; il ruolo che ha lasciato cadere di fronte alle pressioni della destra sindacale e alle maggiori responsabilità che il successo e la resistenza  a Marchionne alla ex Bertone di Grugliasco (FAG) la costringevano ad assumersi.

 

L’iniziativa presa in agosto dalla segreteria nazionale indica con ogni evidenza anche che il gruppo dirigente della FIOM-CGIL finalmente lascia cadere le preclusioni finora manifestate nei confronti dei sindacati alternativi e di base. Se confermato, questo è un passo decisivo. Inaugura la collaborazione di tutte le componenti della sinistra sindacale nello svolgere il ruolo di centro di aggregazione del movimento per la costituzione del Governo di Blocco Popolare e isola la destra che per ora dirige la CGIL. Altro aspetto importante, ma per il momento secondario dell’iniziativa di agosto della FIOM-CGIL: pone le premesse per l’allontanamento dei nipotini di Craxi dalla direzione della CGIL, eventualmente tramite un congresso straordinario.

 

Il superamento da parte della FIOM-CGIL delle pregiudiziali contro i sindacati alternativi e di base avviene in contemporanea con il crescente superamento in questi sindacati delle posizioni settarie che escludevano la collaborazione con la FIOM-CGIL e con il resto della sinistra della CGIL. Il 9 agosto l’esecutivo nazionale della USB ha rivolto a “FIOM, ORSA, CUB, Confederazione Cobas, Slai Cobas, Unicobas, Snater, Usi e SiCobas” l’invito a incontrarci al più presto, sicuramente entro agosto, per valutare assieme se esistono le condizioni per far ripartire un lavoro comune di contrasto alla crisi e alla manovra del governo” [http://confederazione.usb.it/index.php?id=20&tx_ttnews[tt_news]=32391&cHash=ccd9c4a50b&MP=63-552]. Altri sindacati alternativi e di base di fronte all’imperversare delle manovre governative e alle pressioni delle belve assetate del mercato finanziario hanno compiuto passi nella stessa direzione. È una crescita importante per gli esponenti del sindacalismo alternativo e di base. Non si tratta di dimenticare il passato e di rinunciare a usare l’esperienza. Al contrario, si tratta di usare l’esperienza con metodo dialettico: gli individui e gli organismi cambiano a volte in meglio e a volte in peggio: bisogna far leva sul positivo per combattere il negativo e darsi i mezzi per farlo. Il successo del sindacalismo alternativo e di base sta nella rinascita del movimento sindacale a un livello superiore.

Quindi su questo lato, cioè nel mondo sindacale, il cammino verso il GBP è ben avviato. Si tratta di consolidare una tendenza che ha preso forza. Non sono da escludere esitazioni, ripensamenti, passi indietro: abbiamo ancora a che fare più con organismi e personaggi spinti all’azione dalle circostanze e dall’istinto della sopravvivenza che con promotori coscienti della costituzione del GBP. Ma se non riusciamo a prevenire i passi indietro, possiamo superarli. Certamente vi contribuirà anche la manovra finanziaria dettata da Jean-Claude Trichet, da Mario Draghi e dagli altri caporioni del mercato finanziario riuniti nella BCE e nella Banca d’Italia, approvata dal Consiglio del Ministri di Berlusconi e Bossi il 12 agosto e diventata operante con la firma di Napolitano e la pubblicazione il 13 agosto sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Pontificia.

 

Con la trasformazione avvenuta nel mondo sindacale, tutto il movimento per la costituzione del GBP ha fatto un passo avanti. Il rafforzamento della sua componente sindacale si combina infatti con la crescente mobilitazione degli esponenti sinceramente democratici della società civile e degli esponenti della sinistra borghese non ciecamente a rimorchio della destra moderata (quella che ha il suo centro nel PD) e con l’inizio dell’attività delle Amministrazioni Comunali d’Emergenza (in particolare Napoli e Milano) che le stesse misure governative oltre all’aggravarsi della crisi obbligheranno in autunno a definirsi nettamente a sinistra o a destra (la manifestazione del 29 agosto dei sindaci a Milano è un segnale). Il rafforzamento della componente sindacale del movimento  per la costituzione del GBP si combina con queste trasformazioni e le rafforza. Il ruolo trainante e dirigente del proletariato si farà sentire su di esse in parte proprio attraverso il sindacato.

 

Tutto questo indica che è in marcia quella che abbiamo chiamato la “seconda gamba” del movimento per la costituzione del GBP: esponenti della sinistra sindacale, sinceri democratici della società civile, esponenti non ciecamente anticomunisti della sinistra borghese e Amministrazioni Comunali d’emergenza. Si tratta di farla marciare nella direzione giusta e rafforzarla ulteriormente. Sostanzialmente si tratta di impedire che si limiti a manifestazioni di protesta e a pressioni sulle autorità della Repubblica Pontificia e fare in modo che punti con determinazione e forza crescenti alla costituzione del GBP. Non si tratta di mettere in campo uno sciopero generale (è il ripiego di Susanna Camusso & C: ma è anche la prova che la situazione è tale che, quando la sinistra prende l’iniziativa, la destra è costretta a rincorrere la sinistra e lo spostamento del Direttivo Nazionale della CGIL al 30 e 31 agosto fa risaltare che la destra ha paura dell’iniziativa della sinistra), per sfogare l’indignazione, salvare la faccia e riportare sotto controllo la situazione. Si tratta di concepire e avviare una campagna di lotte coordinate e concatenate che abbia come obiettivo la costituzione di un governo d’emergenza delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari. Oggi ben pochi nutrono ancora illusioni nella Repubblica Pontificia e nella sua classe politica: si tratta allora di passare dal pessimismo contemplativo alla pratica e di rifiutare con decisione di naufragare con essa. Costituire un governo d’emergenza delle OO e OP è possibile! Bisogna farlo! È la via più diretta, la meno distruttiva e la meno dolorosa per invertire il corso delle cose.

 

Quali sono i fattori su cui dobbiamo agire per il rafforzamento della “seconda gamba”?

Il fattore principale riguarda le OO e OP, quella che abbiamo chiamato la “prima gamba” del movimento per la costituzione del GBP. Il rafforzamento della “seconda gamba” ha certamente un’influenza positiva sulla “prima gamba”, ma in definitiva è la “prima gamba” l’elemento portante, che assicura lo svolgimento del processo di costituzione del GBP e dà coraggio e forza alla “seconda gamba”. Il freno principale nella “seconda gamba” è infatti l’impressione che “non ci sono le condizioni”, non c’è un appoggio sufficiente da parte delle masse popolari. La sorpresa per i successi nelle elezioni amministrative delle liste che rompevano con la destra moderata oltre che con a destra estrema e per la vittoria dei Referendum lo mostra chiaramente. In realtà la causa principale del berlusconismo e del leghismo, cioè dell’ingresso sulla scena politica della Repubblica Pontificia della parte più arretrata delle masse popolari (la vecchia “maggioranza silenziosa”) e dell’uscita dalla scena politica della parte più avanzata delle masse popolari è la trasformazione dei revisionisti moderni in sinistra borghese (PRC, PdCI, ecc.) e la subordinazione di questa alla destra (PD). In realtà quel freno deriva dalla formazione mentale degli esponenti della “seconda gamba” e dalla loro posizione nella struttura di classe della società: è un effetto delle relazioni sociali, ma in questo senso è oggettivo. È la spinta delle masse popolari che farà saltare questo freno. Quindi ogni azione che noi comunisti possiamo esercitare direttamente sulla “seconda gamba” sarà tanto più efficace quanto maggiore sarà la forza della “prima gamba”. Il rafforzamento della “prima gamba” è quindi il nostro compito principale anche per rafforzare la “seconda gamba”.

 

Il rafforzamento della “prima gamba” consiste nella moltiplicazione del numero delle OO e OP e nel loro coordinamento (la costituzione di reti territoriali e di settore), ma principalmente nel rafforzamento in esse della coscienza che per realizzare i loro obiettivi devono costituire un proprio governo d’emergenza. Se non  perseguono questo obiettivo, non andranno oltre un livello elementare e in definitiva saranno travolte nella mobilitazione reazionaria. Anche questa ha fatto passi avanti: la persecuzione razziale degli immigrati, la spinta alla competizione internazionale come via per sopravvivere (Marchionne insegna) e la partecipazione alla guerra contro i paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale (dalla Libia, all’Afghanistan, alla Palestina) ne sono la manifestazione.

Soprattutto tra le OP bisogna quindi isolare la fiducia nel movimento del movimenti, l’illusione che è possibile avanzare in ordine sparso, l’illusione che la moltiplicazione delle iniziative di base possa procedere illimitatamente e che possa bastare di per se stessa a fare una qualità diversa, a fondare un nuovo ordinamento sociale. In altre parole, l’illusione che la trasformazione della società la possiamo realizzare moltiplicando i movimenti: che consista nel movimento dei movimenti. A questo fine è decisivo il rafforzamento del lavoro operaio del Partito: la costituzione di Comitati di Partito clandestini nelle aziende, la costituzione di CdP clandestini sul territorio composti un tutto o almeno in parte da operai, il rafforzamento dell’influenza del Partito sugli operai avanzati.

 

In secondo luogo bisogna battere la tendenza a restare nell’orizzonte della società borghese, l’illusione che sia possibile trovare soluzioni “eque”, “più giuste”, meno dolorose e distruttive per le masse popolari (di quelle imposte dalle autorità della Repubblica Pontificia), ma misure che nello stesso tempo vengono incontro alle pressioni, alle richieste e alle pretese del mercato finanziario. Bisogna combattere la tendenza a spostare e concentrare l’attenzione su quale sia la meno dolorosa, quale sia la più “equa”, quale sia la più efficace tra le misure proposte per far fronte alle pressioni e ai ricatti del mercato finanziario internazionale e della sua quinta colonna che agisce nel nostro paese. Quanto più si cede alle pressioni del mercato finanziario, quanto più si privatizza e si riduce la spesa pubblica, tanto maggiori sono le armi che si forniscono agli speculatori, tanto maggiori saranno le loro pressioni e i loro ricatti. La borghesia deve valorizzare il suo capitale e quanto più grande questo diventa, tanto maggiore è la massa del profitto cercato: dove investirà i soldi che le diamo? Bisogna rompere con il mercato finanziario. La crisi attuale non è solo la più grave tra tutte le crisi mai subite dai paesi capitalisti. È anche una crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale. Quelle illusioni sono figlie della concezione della crisi attuale come una delle crisi cicliche del capitalismo.

La via meno distruttiva per uscire dalla crisi attuale esige che anzitutto si abolisca il Debito Pubblico. Bisogna cioè smettere di pagare interessi e rate in scadenza del Debito Pubblico. È possibile? Sì, a condizione che siamo decisi a farlo, che costituiamo un governo deciso a farlo e che ci attrezziamo 1. nel campo delle relazioni commerciali e politiche internazionali per far fronte alle ritorsioni delle istituzioni del sistema imperialista mondiale e degli Stati che fanno valere i suoi interessi e 2. all’interno per far fronte alle manovre aperte e alle operazioni subdole della quinta colonna del sistema imperialista mondiale che agisce nel nostro paese. Quanto più saremo attrezzati e decisi, tanto minori saranno i loro tentativi: i capitalisti sono persone pratiche e dove non c’è da prendere, lasciano perdere. Senza costituire un governo deciso a farlo, senza adottare le misure adeguate, la parola d’ordine di abolire il Debito Pubblico vale quanto le preghiere a dio perché faccia finire la crisi.

L’illusione di far fronte alla crisi con concessioni al mercato finanziario, la tendenza a spostare l’attenzione su quali sono le misure meno dolorose e più “eque”, oggi predominano tra gli esponenti della “seconda gamba”. Persino Landini si è più volte distinto nel predicare che l’Italia (e già ignorare la contrapposizione di interessi che di fronte alla crisi divide l’Italia in due nazioni opposte porta fuori strada, ma se avesse detto borghesia italiana, il ridicolo sarebbe stato evidente) doveva e poteva partecipare con successo alla concorrenza  internazionale facendo leva sulla ricerca e sull’innovazione di processo e di prodotto (“fare come la Germania!”), anziché sulla riduzione dei salari e dei diritti dei lavoratori (come praticano Marchionne e il resto della borghesia imperialista italiana che non opera solo sul mercato finanziario ma si occupa anche di imprese). Per non parlare delle manovre finanziarie alternative a quella del governo Berlusconi messe in campo in questi giorni: persino Paolo Ferrero e Liberazione gareggiano di fantasia con Giulio Tremonti e Mario Draghi! Sono forse misure meno feroci e criminali, ma sono campate in aria quanto quelle del governo, non metteranno fine alla crisi e nemmeno sazieranno le belve per loro natura insaziabili del mercato finanziario: quindi con il loro fallimento, come quelle governative apriranno la via alla disperazione e alla rassegnazione e in definitiva alla mobilitazione reazionaria e alla guerra imperialista. Anche la fine della partecipazione alla guerra imperialista nelle proposte di questi signori diventa un’operazione di risanamento finanziario, benché sia cosa universalmente nota che la guerra è la principale arma che la borghesia mette in campo contro la crisi. “Solo un’invasione di alieni può salvare il capitalismo”, ironizza il premio Nobel dell’economia Paul Krugman! Il problema principale non è chi paga la crisi, perché questa crisi non si risolve pagando!

Questo è un terreno su cui la “seconda gamba”, data la sua maggiore cultura (sia pure nei limiti compatibili con la concezione borghese o clericale del mondo), ha una grande influenza sulla “prima gamba”. Questa influenza diminuirà solo man mano che si svilupperà la rinascita del movimento comunista. Perché si riduca bisogna infatti che la concezione comunista del mondo sia di nuovo diventata forte tra le masse popolari e in primo luogo tra gli operai. Quindi la lotta contro la tendenza a soddisfare le pretese del mercato finanziario, e contro le illusioni sulla natura della crisi che generano quella tendenza, la dobbiamo condurre contemporaneamente oltre che nei confronti della “prima gamba”, anche direttamente nei confronti della “seconda gamba”, sebbene con metodi e in forme differenti. L’aggravamento della crisi nonostante la varietà delle misure prese nei differenti paesi dalle autorità sui terreni della spesa pubblica e dei sacrifici imposti alle masse popolari, ci fornirà argomenti ed esempi per svolgere questo compito.

Questo è, dopo il rafforzamento della “prima gamba”, il compito secondario ma indispensabile che dobbiamo svolgere per il rafforzamento della “seconda gamba”.

 

Infine bisogna battere quello che un tempo si chiamava il “cretinismo parlamentare”: l’idea che la costituzione di un governo d’emergenza avvenga nelle forme normali, passi attraverso il Parlamento, che quindi occorra fare nuove elezioni. Questo è un modo per salvare la classe politica della Repubblica Pontificia. Se le OO e OP raggiungeranno la forza e la determinazione necessarie per imporre la costituzione del loro governo d’emergenza, cioè renderanno il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia, anche questo Parlamento approverà il governo d’emergenza, se sarà chiamato a farlo. Il livello di prostituzione a cui sono arrivati gli attuali membri del Parlamento è comunque tale che approveranno qualsiasi cosa sarà necessario approvare.

Le situazioni d’emergenza hanno questo come caratteristica, che si sviluppano in forme e per vie diverse da quelle previste per i tempi normali che hanno portato all’emergenza! Le masse popolari irromperanno nella scena politica e faranno finalmente un’operazione democratica.

Proprio per questo non si tratta di opporre al governo uno sciopero generale, sia pure uno sciopero generale e generalizzato che “faccia capire”, che “faccia paura”, ecc. Si tratta di impostare una campagna di proteste, di disobbedienza, di azioni che soddisfino direttamente i bisogni della parte più povera delle masse popolari, di avviare iniziative di produzione e di distribuzione occupando le aziende, di mantenere in attività le aziende che i padroni vogliono smantellare o delocalizzare organizzando i rifornimenti e l’utilizzazione dei prodotti, di  valorizzare tutte le potenzialità del terzo settore, di mobilitare alla lotta politica disoccupati, cassaintegrati, lavoratori in mobilità, lavoratori precari, pensionati e casalinghe di trasformare le aziende, le scuole, le Camere del Lavoro, le sedi associative e le Amministrazioni Locali in centri di mobilitazione e di organizzazione: il tutto nella forma più organizzata di cui siamo capaci e, soprattutto, mirato a rendere il paese ingovernabile da qualsiasi governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia e a costituire un governo d’emergenza, il GBP, che abbia come programma le Sei Misure Generali e le realizzi dando caso per caso forma e forza di legge ai provvedimenti che le OO e le OP interessate indicheranno e della cui attuazione si renderanno garanti.

Le Sei Misure Generali

Il programma del Governo di Blocco Popolare

1.       Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2.       Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3.       Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato).

4.       Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5.       Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6.       Stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

 

Ma questo sconvolge la vita del paese! Certamente! Ed è quello che bisogna fare se non vogliamo che le cose seguano l’attuale corso dettato dalla borghesia imperialista e precipitare nel baratro dove ci sta conducendo. Solo sovvertendo l’ordine attuale eviteremo di sprofondare nella catastrofe. L’idea di potersi ricavare una nicchia di tranquillità e di benessere mentre gli altri franano, prima che essere un’aspirazione moralmente insana, è un’illusione.

 

Il Partito comunista si appella ai comunisti e in particolare agli operai comunisti perché si mobilitino e si organizzino per rafforzare il movimento per la costituzione del GBP.

È la via per accelerare la rinascita del movimento comunista!

È la via per sbarrare la strada alla mobilitazione reazionaria delle masse popolari che ci costringerebbe a un percorso più lungo, più doloroso e più distruttivo per arrivare all’instaurazione del socialismo!

È la via più diretta e meno distruttiva per instaurare il socialismo!

 

Costituire Comitati di Partito clandestini in ogni azienda e sul territorio!

 

Moltiplicare e rafforzare le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni popolari!

 

Rafforzare la sinistra sindacale nella decisione di superare il settarismo e di mettersi alla testa del movimento per la costituzione del GBP!

 

Orientare le Amministrazioni Comunali d’Emergenza e combattere le illusioni tra i sinceri democratici della società civile e gli esponenti non ciecamente anticomunisti della sinistra borghese!

 

Avanti verso la costituzione del Governo di Blocco popolare!