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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Le dimissioni di Papa Ratzinger

Comunicato CC - 11 febbraio 2013

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Comunicato CC 5/2013 - 17 febbraio 2013

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Appello ai giovani, ai ribelli, agli hacker, a tutti quelli che osano ribellarsi


Osare resistere! Osare combattere! Osare vincere!
Non lasciar passare alcun sopruso di poliziotti, carabinieri, guardie di finanza, agenti di altri servizi di repressione!
Denunciare gli atti e gli autori e smascherarli!

 

La lezione della vittoria del 12 febbraio

 

Il 12 febbraio i quattro compagni perseguitati dallo Stato con l’accusa di aver collaborato con il sito «Caccia allo Sbirro» (CaS) l’hanno avuta vinta. Il Tribunale di Bologna li ha assolti tutti e quattro. “Per insufficienza di prove”: cioè il Tribunale della Repubblica Pontificia non ha osato condannarli, ma non ha neanche onestamente riconosciuto che smascherare, denunciare, rendere noti volti e nomi degli agenti picchiatori e provocatori è un dovere democratico (anonimato vuol dire licenza di picchiare, minacciare, torturare e uccidere, garanzia di impunità e magari anche di carriera), è uno strumento di prevenzione (rende più difficili se non impossibili gli abusi e le prepotenze della polizia), è un elementare strumento di difesa (se li conosci, almeno puoi evitarli). Chiedere un onesto riconoscimento dei meriti sociali dei compagni e una responsabile esortazione “a tutti” ad imitarli, sarebbe chiedere troppo coraggio ai “magistrati democratici” che pure hanno giurato di essere fedeli alla Costituzione! La loro professione di democrazia è importante, ma vale quanto le promesse elettorali di Bersani e Vendola.

Pesa molto la formula riduttiva dell’assoluzione (“insufficienza di prove” invece del doveroso “il fatto non costituisce reato”)? Francamente no! non pesa granché. Anche la doverosa sentenza che “il fatto non costituisce reato” non avrebbe cambiato il fatto che le Autorità della Repubblica Pontificia continueranno a perseguitare ogni compagno e organismo che è o credono possa diventare centro della mobilitazione e della resistenza popolare contro il regime. Tanto più se è o pensano che possa diventare centro della mobilitazione a partecipare alla guerra popolare rivoluzionaria promossa dal nuovo Partito comunista che tuttavia, malgrado la repressione, passo dopo passo crescerà di intensità perché la condurremo con esperienza e scienza crescenti, si allargherà a tutto il paese perché sempre meno le masse popolari tollerano questo sistema sociale e avanzerà fino a rovesciare il regime e fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Già oggi ogni singolo atto di resistenza e di lotta è importante, ma è tanto più importante ed efficace se il Partito e gli stessi autori e protagonisti ne fanno (in almeno uno dei mille modi in cui il legame si stabilisce e si rafforza) una componente della guerra che le masse popolari combattono in tutto il paese: da Niscemi (MUOS) alla Val di Susa, dall’ILVA di Taranto all’ALCOA del Sulcis.

La resistenza alla repressione, la lotta contro la repressione, la solidarietà con compagni e organismi bersaglio della repressione delle Autorità della Repubblica Pontificia, sono aspetti e forme importanti della guerra popolare che porrà fine alla Repubblica Pontificia. La repressione crescente e il moltiplicarsi delle violenze di quegli “agenti pronti a tutto” di cui parlava Kossiga, sono la “ricetta democratica” per prolungare la vita della Repubblica Pontificia e del sistema imperialista mondiale di cui la Repubblica Pontificia è da circa 70 anni l’espressione particolare nel nostro paese: sono l'altra faccia della medaglia delle misure del governo Monti e del regime che Marchionne impone in FIAT e i suoi colleghi estendono a tutte le aziende del paese.

 Con il processo per collaborazione al sito “Caccia allo Sbirro” le Autorità della Repubblica Pontificia perseguivano l’obiettivo di punire e scoraggiare ogni iniziativa di “vigilanza democratica” sull’operato delle loro forze dell’ordine: dalla denuncia dei casi di abuso, alla trasmissione via internet (copwatching) di foto e filmati di agenti responsabili di abusi, fino alla richiesta di identificare con un numero ogni agente in servizio e di introdurre il reato di tortura nel Codice Penale.

Le Autorità della Repubblica Pontificia hanno fallito il loro obiettivo, grazie alla resistenza dei compagni perseguitati e alla solidarietà di compagni e organismi comunisti e popolari. Le file della Pubblica Amministrazione, delle istituzioni dello Stato sono marce, corrose dalla crisi generale (politica, sociale, economica, ecologica, morale e intellettuale) del regime. Lo saranno sempre di più. Le contraddizioni nelle loro file si moltiplicano, perfino tra le “forze dell’ordine”, nonostante la selezione, l’indottrinamento e i privilegi. Cresceranno ancora più rapidamente se le prossime elezioni porteranno a un Parlamento non completamente sottomesso ai vertici della Repubblica Pontificia: per questo il (n)PCI ha dato l’indicazione di votare la lista Movimento 5 Stelle - Beppe Grillo. Gli effetti si sono già visti in Sicilia: i parlamentari del M5S hanno rafforzato la lotta contro il MUOS a Niscemi. Cresceranno ancora più rapidamente con la lotta intestina in corso in Vaticano, proprio nella Corte Pontificia. Dobbiamo promuovere e rafforzare queste contraddizioni, ma soprattutto approfittarne. Da sole non portano a niente di positivo: gli attendisti restano delusi. Ma se noi comunisti e le masse popolari organizzate sviluppiamo la guerra popolare rivoluzionaria, le contraddizioni in campo nemico diventano un fattore del nostro successo. La prima fondamentale condizione e lo strumento principale per approfittarne è resistere, combattere senza tregua, puntare con decisione alla vittoria. Organizzarsi per darsi i mezzi per farlo.

Anche in occasione del processo di Bologna del 12 febbraio i mezzi di informazione borghesi e clericali come è loro compito hanno disinformato e ingannato. Hanno tutti detto che “il sito ‘Caccia allo Sbirro’ aperto in febbraio 2009 è stato prontamente oscurato”. Hanno taciuto che è stato da noi prontamente ripristinato con maggiori misure di protezione e che è tuttora funzionante. Lo constata facilmente chiunque si mette in contatto e manda materiale al sito.

Mandate le foto e più coordinate possibili (nome e cognome, indirizzi postale, email, ecc. telefoni, età, zona operativa, tratti caratteristici, abitudini) non solo di poliziotti, carabinieri, agenti della Guardia di Finanza e di altri servizi di repressione, ma anche di collaboratori, spie e confidenti. Non lasciate passare niente

Il sito «Caccia allo Sbirro» è uno strumento di lotta nelle vostre mani: usatelo

 

http://cacciaallosbirro.awardspace.info/

email: wgprdld@pnetmail.co.za

 

Le dimissioni di Papa Ratzinger costituiscono un salto in avanti nella crisi della Repubblica Pontificia e della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti.

 

I comunisti e tutti gli organismi e le persone avanzate del nostro paese devono raddoppiare gli sforzi per mobilitare le masse popolari ad organizzarsi per approfittare della disgregazione della Repubblica Pontificia e costituire un Governo di Blocco Popolare.

 

Avanti nella mobilitazione e organizzazione della classe operaia e delle masse popolari!

Avanti nella costituzione di Comitati di Partito clandestini!

Avanti nell’assimilazione e applicazione della concezione comunista del mondo!

Osare lottare! Osare vincere!

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].