<<< RITORNA ALL'INDICE DEI COMUNICATI 

(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

   Comitato Centrale
                        Sito: http://www.nuovopci.it
                        e.mail: lavocenpci40@yahoo.com

    Delegazione
                        BP3  4, rue Lénine   93451 L'Île St Denis (Francia)
                        e.mail: delegazionecpnpci@yahoo.it

Comunicato CC - 20 febbraio 2013

Scaricate le istruzioni per utilizzare il sistema di criptazione PGP e TOR


Comunicato CC 7/2013 - 26 febbraio 2013

 [Scaricate il testo del comunicato in Open Office / Word / PDF]

 

 

Le elezioni hanno creato un terreno più favorevole alla mobilitazione e all’organizzazione delle masse popolari: sta a noi comunisti sfruttarlo!

Le masse popolari organizzate possono trasformare il nostro paese!
Nessuna potenza al mondo è in grado di impedirlo!

Avanzando nella lotta nel nostro paese mostreremo e apriremo la strada anche alle masse popolari del resto del mondo!

 

L’esito delle elezioni politiche nazionali del 24 e 25 febbraio conferma che i vertici della Repubblica Pontificia e con loro quelli della UE hanno sempre più difficoltà a dirigere le masse popolari, la loro egemonia continua a calare. Lo confermano il successo della lista Movimento 5 Stelle - Beppe Grillo (quasi 8.7 milioni di voti) e l’aumento del numero degli astenuti (passati da 9.2 milioni nel 2008 a 11.6 milioni nelle elezioni attuali).

Le stesse elezioni e le contemporanee dimissioni di Ratzinger hanno reso manifesto che crescono i contrasti in seno ai vertici della Repubblica Pontificia, in seno alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, perfino nella Corte Pontificia. Costituire un governo più autorevole della giunta Monti-Napolitano sarà per loro un’operazione molto difficile. I gruppi imperialisti che si oppongono al rafforzamento dell’Unione Europea hanno trovato nella banda Berlusconi un’abile rappresentanza. La Corte Pontificia per un certo periodo non potrà esercitare pienamente la sua autorità. Monti e Bersani aspirano entrambi ad assumere la direzione politica del paese a nome dei gruppi imperialisti filoeuropei. Questi contrasti intralceranno la formazione di un nuovo governo che operi efficacemente per prolungare la vita del sistema imperialista mondiale e quindi aggravi lo sfruttamento delle masse popolari e acceleri la devastazione e il saccheggio del nostro paese.

 

Con le elezioni si è creato un contesto di cui noi comunisti possiamo e dobbiamo approfittare per estendere e rafforzare l’organizzazione delle masse popolari ed elevare la loro coscienza politica fino a fare proprio l’obiettivo di costituire un loro governo d’emergenza.

Dobbiamo moltiplicare il numero delle organizzazioni operaie e popolari, favorire il coordinamento territoriale e tematico delle OO e OP, unirle nell’obiettivo di costituire il Governo di Blocco Popolare, mobilitarle

- a prendere da subito provvedimenti sia pure parziali e provvisori almeno contro gli affetti più gravi della crisi del capitalismo (tenere aperte le aziende, aprirne di nuove, sviluppare e migliorare i servizi pubblici, impiegare ogni adulto in un lavoro utile e dignitoso, ecc.),

- a convincere con le buone o le cattive le autorità delle amministrazioni locali a mettere il loro prestigio e le loro risorse a disposizione di quest’opera e le banche a fare i crediti necessari: la preoccupazione dei governi e delle istituzioni dell’UE per l’esito delle elezioni italiane ha confermato che noi abbiamo nelle nostre mani una formidabile arma di pressione nei confronti del loro sistema monetario e finanziario,

 - a indurre con le buone o le cattive gli esponenti delle organizzazioni sindacali e della società civile a collaborare alla loro impresa.

Solo le masse popolari organizzate sono in grado di porre fine alla catastrofe in cui la borghesia imperialista e il clero hanno portato il nostro paese. Il successo della lista M5S ha creato un nuovo fattore importante per sviluppare la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari, un fattore che in larga misura dipende dalla via che prenderanno individualmente e nel loro complesso i 162 deputati e senatori della lista.

Noi comunisti dobbiamo fare tutto quello di cui siamo capaci perché gli eletti della lista M5S non cedano ai tentativi di arruolarli che certamente faranno i vertici della Repubblica Pontificia (sia la banda Berlusconi sia l’accoppiata Bersani-Monti). Gli eletti della lista M5S devono assolutamente evitare l’errore di credere di poter cambiare loro il paese inserendosi, sia pure con intelligenza e buona volontà, nelle alte sfere dell’Amministrazione della Repubblica Pontificia. È questa la linea fallimentare che per ingenuità, opportunismo o cinica macchinazione hanno preso esponenti e partiti della sinistra borghese che “la forza delle cose” ha poi costretto a diventare destra moderata, a subire l’egemonia della destra borghese come hanno chiaramente dimostrato i governi di centro-sinistra. Bando alle illusioni che un governo (o un’opposizione) senza la mobilitazione delle masse popolari organizzate a cambiare la propria condizione (il sistema di relazioni sociali in cui svolgono la loro vita), abbia la capacità e la forza necessarie per cambiare una società ricca di relazioni e di risorse come l’attuale società dei paesi imperialisti.

Gli eletti della lista M5S sono in grado di essere un importante motore della trasformazione se e solo se mettono in moto le masse popolari e in primo luogo gli operai, se diventano promotori della mobilitazione e dell’organizzazione degli operai e degli altri elementi delle masse popolari, se svolgeranno la parte principale della loro opera non nel Palazzo, ma nel paese, sul terreno, tra le masse popolari. Questo va loro chiesto, questo devono proporsi, su questo saranno valutati e giudicati: questo è nel futuro immediato il loro ruolo sociale e personale. Per svolgere questo compito, non occorre essere già comunisti, avere già assimilato la concezione comunista del mondo: per costituire e far costituire OO e OP non occorre essere comunisti.

Gli eletti della lista M5S devono usare tutte le risorse che la loro nuova posizione consente loro e quelle di cui sono capaci di appropriarsi (senza riguardi per una legalità di cui le Autorità della Repubblica Pontificia si fanno beffe benché l’abbiano elaborata esse stesse su misura dei loro interessi e privilegi)

principalmente per mobilitare, organizzare e orientare la classe operaia (OO) e il resto delle masse popolari (OP), appoggiare le loro iniziative per far fronte alla crisi del capitalismo, dare forza e sviluppo ad esse;

in secondo luogo per intralciare, ostacolare, paralizzare, smascherare, denunciare l’attività del governo dei vertici della Repubblica Pontificia, della sua Amministrazione Pubblica, della Chiesa Cattolica, dell’Unione Europea, della NATO e dell’Amministrazione USA.

Se si dedicheranno a quest’opera gli eletti della lista M5S costituiranno una grande forza e adempiranno a un compito storico. Altrimenti finiranno come gli altri esponenti della sinistra borghese.

Verso gli eletti delle altre liste (SEL, PD, ecc.) che in qualche modo si dichiarano “amici del popolo” come verso i candidati delle liste che non hanno avuto eletti (Ingroia, PCL, ecc.), noi dobbiamo non essere settari. Dobbiamo semplicemente chiedere loro di concorrere agli stessi compiti che indichiamo agli eletti del M5S, con tutta l’autorità, le relazioni, le conoscenze e i mezzi di cui dispongono. Quando si sa dove andare, non si è o è facile smettere di essere settari e si diventa capaci di raccogliere il meglio di quello che ognuno può dare.

 

Per sviluppare la nostra impresa noi comunisti possiamo e dobbiamo certamente contare sulle contraddizioni in seno alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani, sionisti. Queste contraddizioni si aggraveranno perché, a grandi linee, la crisi del capitalismo consiste proprio nel fatto che “lo spazio disponibile per l’accumulazione  di capitale non basta per tutti i capitalisti”. Quindi, oltre a spremere e dissanguare le masse popolari, saccheggiare la Terra, ecc., i gruppi imperialisti si scontreranno tra loro per decidere chi di loro sopravvivrà e chi cadrà. Lo scontro inevitabilmente si svilupperà come formazione di coalizioni di Stati che si scaglieranno una contro l’altra. Quali coalizioni? Saranno dettate o anche solo rese possibili da una serie di fattori storici (condizioni politiche, sociali, culturali, economiche, ecc. ereditate dalla storia) e soggettivi (giudizi, valutazioni, calcoli, ecc.). Le coalizioni non sono ancora schierate in modo netto, ma questa tendenza è inevitabile. La può arrestare solo la rivoluzione socialista sviluppandosi negli stessi paesi imperialisti. Anche per questo il primo paese imperialista che spezzerà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani, sionisti, indicherà e aprirà la strada anche per le masse popolari degli altri paesi.

 

Quanto a noi comunisti, il fattore decisivo è che elaboriamo la scienza della lotta di classe ad un livello adeguato al compito che dobbiamo svolgere per marciare verso l’obiettivo dell’instaurazione del socialismo, cioè per promuovere la trasformazione che l’umanità deve compiere. Questo obiettivo è definito dai presupposti del futuro presenti nello stato attuale della società, presupposti che scopre chi analizza lo stato presente della società con la filosofia della storia (materialismo storico) e la filosofia della conoscenza (materialismo dialettico) che il movimento comunista ha elaborato.

Il movimento comunista non ha finora instaurato il socialismo in alcun paese imperialista (quindi il PCI non ha instaurato il socialismo in Italia) perché i dirigenti non hanno elaborato l’esperienza della lotta di classe fino ad avere una conoscenza delle sue condizioni, forme e risultati che fosse adeguata al ruolo che il movimento comunista cosciente e organizzato deve svolgere. Il collo della bottiglia non sono le masse popolari, ma i dirigenti comunisti.

Quelli che rifiutano di elaborare la scienza della lotta di classe, anche se si dicono comunisti e fanno parte di organizzazioni che si proclamano comuniste, di fatto sono al di fuori di quella che sarà la corrente principale del movimento comunista. Già ora rifiutano di trarre lezione dall’esperienza del corso principale del movimento comunista, da cui noi comunisti deriviamo la nostra concezione e che ci serve per elaborare la nostra scienza.

La causa principale della sterilità degli sforzi della sinistra borghese non sta nella mancanza di buona volontà o di impegno morale o di intelligenza individuale. Sta nel fatto che per sua natura essa nega il comunismo, l’esperienza storica della prima ondata della rivoluzione proletaria, il socialismo come illustrato da Marx e da Engels.

La sinistra borghese è per un mondo diverso da quello attuale, ma è contro il comunismo. Certo, rifiuta il comunismo in nome dei cambiamenti che la società borghese ha fatto dai tempi di Marx ed Engels, ma trascura il fatto decisivo che alla sua base ancora oggi resta l’impresa capitalista che produce beni e servizi per fare profitti. La sinistra borghese è per un mondo nuovo, per un mondo migliore, i più di sinistra addirittura per un mondo anticapitalista. Ma è contro il socialismo e il comunismo come illustrati da Marx ed Engels e come “realizzati” (ognuno nelle sue condizioni particolari di luogo e tempo) da Lenin, Stalin e Mao. Gli esponenti della sinistra borghese sfoggiano una grande cultura, ma in realtà sono come chi volesse costruire una grande industria chimica, ma rifiutasse i principi base della chimica con la scusa che sono stati elaborati duecento anni fa.

Il cuore del socialismo consiste nel sostituire alla produzione di beni e servizi fatta da aziende capitaliste per valorizzare il capitale, la produzione di beni e servizi fatta da agenzie pubbliche per soddisfare i bisogni della popolazione. Questa è la base che permette di realizzare tutto il resto: l’accesso universale alle attività specificamente umane, la riduzione del tempo di lavoro universalmente obbligatorio, il rispetto e il miglioramento dell’ambiente naturale, ecc. Facendo fronte da subito sia pure con provvedimento provvisori e d’emergenza ai misfatti della borghesia e del clero, le masse popolari organizzate impareranno a fare il socialismo. Sarà una grande scuola pratica di comunismo che determinerà la rinascita del movimento comunista e l’instaurazione del socialismo.

Le elezioni hanno creato un contesto più favorevole per realizzare la nostra grande impresa. Dobbiamo lanciarci senza riserve in questa impresa e mobilitare in essa a schiere sempre più larghe tutti gli elementi avanzati che si formano nel corso dell’impresa stessa.

 

Trasformare in organizzazione degli operai (OO) e delle masse popolari (OP) la fiducia e le attese che la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle - Beppe Grillo ha suscitato su larga scala e che il suo successo ha rafforzato!

 

L’Italia è un paese abbastanza grande per sovvertire la cappa dell’Unione Europea e spezzare le catene dell’euro senza legare le sue sorti al declino dell’impero americano!

 

Avanti nella mobilitazione e organizzazione della classe operaia e delle masse popolari!

 

Avanti nella costituzione di Comitati di Partito clandestini!

 

Avanti nell’assimilazione e applicazione della concezione comunista del mondo!

 

Osare lottare! Osare vincere!

 

 

**************

Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].